Scarica La Società Europea del Medioevo: Ordenamenti Sociali e Politici - Prof. Scalisi e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAP. 2) ORDINI, CETI E FORME DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA Alle soglie dell’età moderna, nell’Europa cristiana, il mondo sociale è visto come un insieme che funziona entro un disegno divino. Da qui la tendenza a immaginare la società come organizzata in parti che, gerarchicamente disposte, dipendono l’una dall’altra e hanno un preciso ruolo nel creare l’equilibrio dell’insieme. Questo orientamento, che chiamiamo organicistico, ispira una divisione basilare della società in tre gruppi chiaramente distinti tra loro: gli oratores, quelli che pregano, e cioè il clero, i bellatores, quelli che combattono, ovvero i guerrieri e i laboratores, quelli che lavorano, tutti gli altri Il primato, la funzione sociale più importante è attribuita al ruolo religioso. Il clero secolare, inserito nella società sacerdoti, parroci e vescovi inquadrati in diocesi, e quello regolare monaci, frati, Ordini e Congregazioni religiose, assolvono a importanti funzioni sociali. Oltre alla sfera sacra, le diverse componenti ecclesiastiche amministrano ingenti patrimoni, sono titolari di poteri pubblici, governano in prima persona città e territori, gestiscono istituzioni educative, sanitarie ed assistenziali, consigliano e guidano le coscienze di politici e sovrani. Nobili Anche la nobiltà affianca ben presto al proprio originale ruolo militare compiti di direzione politico-amministrativa. Si tratta in pratica di una delega da parte del sovrano di funzioni di governo, politiche, amministrative e giudiziarie. Tale delega, spesso connessa con la concessione di un titolo o di un feudo abitato, finisce per diventare perpetua, costituendo la base di un ordinamento quasi separato e su cui il potere del sovrano si viene molto riducendo. Inoltre, lentamente si afferma nell’universo nobiliare una scala gerarchica che prende le mosse dai titoli feudali concessi dai sovrani (principe, duca, marchese, conte, barone, ecc.). In Europa nobili non solo si nasce, ma anche si diventa: in teoria attraverso lente pratiche sociali nobilitanti, come l’esercizio di alte cariche politiche e amministrative; in pratica, la nobilitazione si raggiunge più frequentemente attraverso la ricchezza. Soprattutto a partire dal XVI secolo, a causa dell’enorme crescita dei bisogni finanziari della macchina statale, i sovrani iniziano infatti a vendere massicciamente titoli nobiliari e onorificenze. Le corporazioni Ogni città d’antico regime europea è popolata da una quantità di gruppi definiti rispetto al lavoro che svolgono; centrale è il ruolo sociale ed economico delle corporazioni, che nascono a partire dalla 2° metà dell’XI secolo e la cui parabola si concluderà solo alla fine del XVIII secolo. L’origine di tali associazioni è legata al desiderio degli artigiani o dei mercanti di uno stesso settore produttivo di unirsi per difendere i rispettivi interessi. Ciò significa innanzitutto mantenere l’uguaglianza tra i membri della corporazione, impedendo con statuti e regolamenti che qualcuno di essi diventi troppo ricco e potente a danno degli altri iscritti. In secondo luogo, le corporazioni mirano ad acquisire di fatto e di diritto il monopolio nei diversi ambiti manifatturieri o commerciali a danno dei concorrenti che non ne sono membri. A partire dalla 2° metà del XIV secolo le corporazioni conoscono un progressivo irrigidimento delle normative di accesso. All’apice della loro struttura interna, di tipo rigidamente gerarchico, si trova la direzione collegiale composta dai maestri, che elegge i capi della corporazione e fissa le regole cui ogni maestro deve attenersi nell’esercizio della propria attività e nelle formazione degli apprendisti. Le corporazioni acquistano, in virtù del loro peso economico, sociale e politico all’interno delle realtà urbane, un notevole grado di controllo sulle attività produttive e sul mercato del