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Benjamin: La Storia e la Redenzione, Appunti di Filosofia Moderna

Materialismo StoricoFilosofia del capitalismoTeoria della storia

La visione di benjamin sulla storia e la sua opposizione al ruolo del cronista. Benjamin sottolinea l'importanza di comprendere il significato simbolico dei fatti storici per cambiarli nel presente, e la necessità di superare il materialismo storico per raggiungere una nuova filosofia della storia. Il concetto di redenzione è alla base di questa visione, che vede la storia come una lotta tra oppressori e oppressi, e la necessità di trovare una soluzione per sconfiggere il male incarnato nel capitalismo.

Cosa imparerai

  • Come Benjamin descrive il ruolo del materialismo storico nella comprensione della storia?
  • Come Benjamin descrive la figura del Messia nella sua visione della storia?
  • Che visione di Benjamin sulla storia si oppone a quella del cronista?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 08/02/2022

Dalyy
Dalyy 🇮🇹

4 documenti

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Scarica Benjamin: La Storia e la Redenzione e più Appunti in PDF di Filosofia Moderna solo su Docsity! Quesito 1 Nella tesi numero III Benjamin vuole focalizzare l’attenzione su una visione messianica, ossia il modo in cui egli vede la storia. Egli infatti scriverà : << Certo, solo all’umanità redenta tocca interamente il suo passato>>. Ciò che vuole far capire Benjamin è che solo nel momento in cui l’umanità si appropria del significato profondo dei fatti,allora,passato, presente e futuro si legano nei rimandi, nelle citazioni. Questo significa che solo ad un’umanità redenta il passato diventa citabile in ciascuno dei suoi momenti. Alla sua visione della storia Benjamin contrappone la figura del cronista che racconta gli avvenimenti, non li distingue nemmeno tra grandi e piccoli perché non vuole tralasciare nulla di questi particolari. Il cronista crede quindi che per essere un buono storico non si debba mai dare nulla per perso. In realtà però secondo Benjamin, il cronista raccoglie tutto perché non si conosce la via giusta e quindi non sa come poterla trovare. Proprio per questo motivo, questa tesi mette rilievo un cambiamento della visione del cronista che deve coincidere con quella dello storico materialista poiché lo stesso non deve soltanto mostrare gli avvenimenti,ma leggerli per cambiarli in relazione all’attimo presente che si configura come rivoluzionario. Quindi non serve porre in evidenza come sono andati i fatti, ma cogliere quel significato simbolico che ha segnato la storia, in modo da partire da esso per rileggerlo nel presente. Proprio il tema secondo cui in ogni epoca storica i fatti cambiano ma i significati si ripetono sempre nel corso del tempo, rende comprensibile l’aspra critica che nella tesi VI Benjamin muove nei confronti del capitalismo. La visione infatti che Benjamin ha della storia è quella di una lotta tra oppressori e oppressi. Egli appunto vuole mettere in evidenza l’aspetto catastrofico delle vittorie della classe dirigente e rifiuta quindi la visione del marxismo volgare secondo cui l’evoluzione della storia è data da un insieme di conquiste. Benjamin vuole far comprendere che il capitalismo soggioga tutte le tradizioni del passato e le assorbe dentro il circolo capitalistico. Benjamin infatti insiste sul fatto che il capitalismo presenti tante facce, comprende sia quella dell’angelo che quella del caprone poiché in questa prospettiva consumistica l’individuo perde il lume della ragione. Per combattere quindi questa forma di capitalismo occorre trovare una soluzione. Da un canto, secondo la concezione del materialismo storico, non bisogna accedere ad altri principi che stanno al di fuori della storia per trovare la dinamica della giustificazione storica, ma bisogna trovarla dentro l’articolazione del significato dei fatti. Il problema sta però nel fatto che il materialismo storico ritiene di poter fissare l’immagine del passato, ed in essa cogliere improvvisamente il significato delle parti della storia. Tuttavia per Benjamin questo non è sufficiente poiché nella maggior parte dei casi, il materialismo storico finisce per diventare strumento della classe dominante in modo da far leggere a tutti le situazioni nel modo in cui la stessa ha deciso di farle leggere. E’ necessario quindi che subentri la figura del Messia, la quale non solo salverà l’umanità ma dovrà anche depotenziare il male incarnato in essa. Il Messia è colui che vince l’Anticristo attraverso la battaglia finale del bene contro il male. E’ proprio qui che si denota il linguaggio messianico di Benjamin. Questo suo messianismo consiste proprio nell’annunciare una nuova filosofia della storia conseguente ad un nuovo modo di vedere la storia. Quindi egli elabora una filosofia simbolica, in cui vi è un legame tra passato,presente e futuro che viene incarnato nella figura dell’Angelus Novus poiché si trova in una posizione intermedia tra passato e futuro. Egli tuttavia non si ritrova in un presente storico, ma sopra l’umanità e guarda alla sua catastrofe. E’ possibile quindi comprendere il significato della storia dell’uomo solamente in un tempo fuori dal tempo. Quesito 2 << Nell’idea di felicità, in altre parole, vibra indissolubilmente l’idea di redenzione>>. Questa frase, tratta dal frammento II vuole far capire che è proprio di ogni individuo aspettarsi che il legame che c’è tra il suo presente e il futuro, sia qualcosa di positivo. In questa aspettativa si esprime l’idea di redenzione ovvero di riscatto poiché l’auspicio per il futuro è sempre positivo e si tende a guardare il futuro con ottimismo. Anche la storia quindi, esattamente come fa il singolo individuo, guarda al futuro con entusiasmo attraverso l’idea di redenzione. E’ come se il passato avesse dei codici e questi se ben interpretati, rimandano al concetto di redenzione ovvero ad sua lettura che lo possa riscattare dal modo in cui è stato letto fino ad oggi. Benjamin quindi sostiene che solo l’intellettuale che professa il materialismo storico può fornire a questo gioco che si instaura tra passato,presente e
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