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BERGSON, DURATA E SLANCIO VITALE, Appunti di Filosofia

BERGSON, DURATA E SLANCIO VITALE

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 22/04/2020

Giorgia.Pinto
Giorgia.Pinto 🇮🇹

4.7

(11)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica BERGSON, DURATA E SLANCIO VITALE e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! GIORGIA PINTORE 5CL BERGSON:DURATA E SLANCIO VITALE “La vita è sempre creazione, imprevedibilità e, nello stesso tempo, conservazione integrale e automatica dell'intero passato.” Il TEMPO E LA DURATA Bergson introduce un’impostazione del tutto nuova nella considerazione specifica del tempo, contrapponendosi alla visione positivistica e anche kantiana che assimilava il tempo allo spazio. Bergson considera la temporalità dal punto di vista psicologico. É il compito quindi della coscienza far sorgere il concetto di “tempo”, sia della vita sia quello della scienza. Ciò significa che senza coscienza, non c’è alcun tempo, nemmeno quello quantitativo e spazializzato che può essere rappresentato da una distanza. Dunque quanto all’origine, il tempo della scienza non ha una natura opposta a quello della coscienza, perché entrambi si fondano sempre e comunque sull’attività della coscienza e sulla memoria. Una delle teorie più originali di Bergson, che rappresenta anche uno dei fondamenti dell’intero suo sistema, è infatti la distinzione tra il tempo della scienza e il tempo della vita. -Il tempo della scienza è: • costituito di istanti che si differenziano l’uno dall’altro solo quantitativamente (quantitativo e omogeneo) • composto di momenti ripetibili (reversibile) • fatto di momenti distinti l’uno dall’altro (discontinuo). •Il tempo della scienza è qualcosa di astratto, esteriore e spazializzato (“concetto bastardo”). • Il tempo della scienza ha come simbolo una collana di perle. -Il tempo della vita è: • costituito di istanti che si diversificano tra loro anche qualitativamente (qualitativo e eterogeneo) • composto di momenti irripetibili (irreversibile); • fatto di momenti che si compenetrano e si sommano tra loro (continuo). • Il tempo della vita è qualcosa di concreto e interiore, e si identifica con la durata. Con la descrizione dell’esperienza dello scorrere del tempo scandito dalle lancette dell’orologio, Bergson rileva che noi contiamo delle simultaneità, cioè le posizioni successive delle lancette, ponendole l’una dopo l’altra. Infatti se noi cancelliamo il dato materiale ovvero l'orologio e la posizione delle lancette dello spazio resterà solo un flusso indistinto e privo di divisioni al suo interno,questo flusso che è il tempo senza alcun riferimento allo spazio, è la vera durata Quindi in realtà la vera durata è un tempo non spazializzato ed é simile a un gomitolo di lana e il concetto di durata si puó riassumere dicendo che la vera durata è al contrario un flusso interiore svincolato da ogni riferimento allo spazio e simile allo svolgersi e riavvolgersi del filo di un gomitolo di lana. LO SLANCIO VITALE Nella sua dottrina della memoria, del ricordo e della percezione, Bergson, pur riconoscendo un ben preciso rapporto tra la coscienza (o l’anima, o lo spirito) e il corpo, continua a presupporre una concezione dualistica della realtà, in cui lo spirito si distingue dalla materia. Bergson intende superare la prospettiva dualistica mostrando come non solo la coscienza dell’uomo, ma l’intero universo sia interpretabile secondo il concetto di “durata”, e illustra tale superamento in L’evoluzione creatrice in cui affronta la questione della auto-organizzazione e della morfogenesi spontanea di tutte le cose della natura. Secondo Bergson vi è una continua differenziazione nello sviluppo della vita in varie direttrici evolutive, per esempio lungo la linea organico-inorganico, che spiega l'evoluzione delle forme viventi In primo luogo, Bergson sottolinea che la vita è sempre creazione e imprevedibilità, e nello stesso tempo conservazione integrale a automatica del passato. Tale è la vita dell’individuo, così come quella della natura; ma le sorti dell’una e dell’altra sono diverse. L’uomo non può vivere che una sola vita: perciò deve scegliere. La natura, invece, non segue una linea di evoluzione unica e semplice: essa si sviluppa come un “fascio di steli”, creando direzioni divergenti tra le quali si divide il suo slancio originario.
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