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Bergson e lo slancio vitale, Sintesi del corso di Filosofia

Sintesi basata sul libro "la ricerca del pensiero"

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

In vendita dal 26/09/2017

laurettaciliegina
laurettaciliegina 🇮🇹

3.9

(15)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Bergson e lo slancio vitale e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! 1 LA REAZIONE ANTI-POSITIVISTICA L’idealismo e il positivismo costituiscono le più importanti manifestazioni filosofiche della prima metà del XIX sec. Entrambe dominate dalla Ragione o Spirito (per l’idealismo), materia e forza (positivismo). Per il positivismo la realtà è interamente costituita da fatti naturali regolati da leggi meccaniche, e l’unico strumento per conoscere la realtà è la scienza. Con le correnti anti-positivistiche prende avvio la filosofia contemporanea. Si tratta di correnti di pensiero che sostengono che il sapere non si esaurisce nella conoscenza scientifica e che la realtà non si limita ai fatti materiali, ma riguarda anche quelli spirituali. Il problema fondamentale delle correnti anti-positivistiche è quello di definire il compito della filosofia, definire cioè quale sia la realtà di cui essa deve occuparsi e quali siano le vie di accesso a tale realtà. -Essi negano che la scienza sia l’unica forma di conoscenza autentica; -Ammettono l’esistenza di una realtà di natura spirituale; -Riconoscono nell’individuo la dimensione in cui si raccolgono tutte le manifestazioni spirituali. Spiritualismo: caratteri generali La prima tra le varie forme di reazione al positivismo è costituita dallo spiritualismo. Mosso da interessi prevalentemente religiosi e morali, lo spiritualismo utilizza uno strumento che il positivismo aveva completamente trascurato: la coscienza. L’uomo assume come oggetto d’indagine la sua stessa interiorità. BERGSON Bergson critica il positivismo, perché centra la sua filosofia sulla scienza come unico approccio alla realtà. Bergson affermò che la scienza è insufficiente per comprendere la realtà e, per questo, c’è bisogno anche della filosofia che collabori con la scienza e che non si opponga con essa. L’opera di Bergson è la massima espressione dello spiritualismo francese; essa può essere compresa nel quadro di quell’evoluzionismo spiritualistico. TEMPO E DURATA Una delle teorie più originali di Bergson è la distinzione tra tempo della scienza e tempo della vita.  Il tempo della scienza è formato di istanti differenti solo quantitativamente, è omogeneo e reversibile, reversibile, discontinuo. Ha come simbolo la collana di perle.  Il tempo della vita (o coscienza) è costituito da istanti che si differenziano l’uno dall’altro non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente. Inoltre è eterogeneo, irreversibile, continuo. Ha come simboli il gomitolo o la valanga. Ad esempio il tempo della fisica può essere reversibile, perché un esperimento può essere ripetuto un numero indefinito di volte, mentre il tempo della vita è fatto di momenti irripetibili. Praticamente, il tempo della scienza è qualcosa di astratto, mentre quello della vita è concreto, interiore e si identifica con la durata. Pertanto se il tempo della scienza trova un’immagine adeguata in una collana di perle, tutte uguali e distinte fra loro; il tempo della durata la trova in un gomitolo o in una valanga, che continuamente mutano e crescono su se stesse. Queste ultime due immagini rendono bene l’idea della “conservazione totale” che caratterizza il tempo vissuto, in cui non si può mai sbarazzare del passato. L’origine dei concetti di “tempo” e “durata” Bergson introduce un’impostazione del tutto nuova nella considerazione specifica del tempo, contrapponendosi alla visione positivistica (che assimilava il tempo allo spazio), egli considera invece la temporalità dal punto di vista psicologico. Poichè secondo Bergson senza la coscienza, non c’è alcun tempo. 2 LA POLEMICA CON EINSTEIN In “Durata e simultaneità” (1922), Bergson prende posizione contro la teoria della relatività ristretta di Einstein. Einstein aveva approfondito il problema della simultaneità, concludendo che essa è sempre relativa a un sistema di riferimento e non possiede mai un fondamento assoluto. Invece Bergson, distinguendo tra concezione fisica e concezione psicologica del tempo, sostiene che il problema della simultaneità va impostato e risolto tramite il ricorso a un tempo inteso come fondato sulla memoria; egli afferma che è la memoria a collegare il “prima” e il “poi” nel suo “ora” e a produrre così la simultaneità. Il filosofo finisce così per accusare Einstein di aver confuso il tempo quantitativo della fisica con quello qualitativo della coscienza. Collegare il un’unica dimensione lo spazio e il tempo, come fa Einstein, significa omologare il secondo (tempo) al primo (spazio). Secondo Bergson un singolo individuo non può sperimentare in concreto la definizione di Einstein della simultaneità; poiché l’individuo per poterla verificare di persona, dovrebbe paradossalmente trovarsi nello stesso tempo in due luoghi diversi. Il tempo relativo di Einstein risulta di conseguenza fittizio: una costruzione teorica della fisica che non ha rispondenza con quanto accade nella nostra esperienza concreta. In conclusione Bergson ritiene che ciò che non è direttamente sperimentato ma solo pensato, non può essere conosciuto. LA LIBERTÀ la distinzione tra il tempo della scienza e quello della vita, mette in luce come la dimensione spirituale sia essenzialmente caratterizzata dalla libertà. Coloro che ritengono che ogni azione spirituale sia necessariamente determinata da una serie di cause, si basano su una concezione del tempo che non si può applicare alla vita spirituale. Essi, visualizzano il tempo secondo uno schema spaziale, come fa la scienza. Il rapporto tra spirito e corpo In “materie e memoria” Bergson studia i rapporti fra spirito e corpo distinguendo tra memoria, ricordo e percezione. -La memoria è coscienza stessa che registra automaticamente tutto ciò che accade. La memoria si identifica con il nostro passato; -il ricordo è la materializzazione di un immagine, operata dal cervello di un evento del passato. Tale materializzazione non avviene sempre, e ciò spiega in che senso la coscienza, pur essendo memoria, non sia necessariamente ricordo. -La percezione, agisce come un filtro che seleziona i dati in vista delle esigenze dell’azione.
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