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BERGSON (tempo e durata, la memoria e lo slancio vitale), Appunti di Filosofia

Appunti su Bergson - tempo e durata - la memoria - lo slancio vitale non è molto ma spero possano comunque essere utili a qualcuno♡

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 22/05/2024

tinaz.z
tinaz.z 🇮🇹

5

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20 documenti

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Scarica BERGSON (tempo e durata, la memoria e lo slancio vitale) e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! BERGSON TEMPO E DURATA Una delle teorie più originali di Bergson e la distinzione tra il tempo della scienza e il tempo della vita. - Il tempo della scienza è costituito di istanti che si differenziano l'uno dall'altro solo quantitativamente, mentre il tempo vissuto è fatto di istanti che si diversificano tra loro anche qualitativamente - Il tempo della fisica e dell'osservazione scientifica è reversibile mentre il tempo della psiche è composto di momenti irripetibili per cui ogni ricerca del tempo perduto è destinata al fallimento - Infine, il tempo della fisica è composto da momenti distinti l'uno dall'altro, mentre il tempo dell'esistenza è costituito da momenti che si compenetrano e si sommano tra loro Quindi il tempo della scienza è qualcosa di astratto, esteriore e spazializzato mentre il tempo della vita è qualcosa di concreto e interiore che si identifica con la DURATA. Il tempo spazializzato può essere rappresentato da una collana di perle e, tutte uguali tra loro, mentre il tempo della durata può essere rappresentato da un gomitolo di filo che continuamente mutano. Queste due immagini rendono bene l'idea della conservazione totale che caratterizza il tempo vissuto, in cui non ci si può mai sbarazzare del passato: una conservazione che al tempo stesso è una creazione totale, perché ogni momento pur essendo il risultato di tutti i momenti che lo hanno preceduto è assolutamente nuovo rispetto a essi. ORIGINE DEL CONCETTO DI TEMPO E DURATA Bergson introdusse un'impostazione del tutto nuova nella considerazione specifica del tempo: contrapponendosi alla visione positivistica che assimilava il tempo allo spazio, egli considera invece la temporalità dal punto di vista psicologico. Descrivendo l'esperienza di un conteggio del tempo "geometrico" dell'orologio, Bergson rileva che noi contiamo delle simultaneità, quindi le posizioni successive delle lancette, ponendo le l'una dopo l'altra. Spetta poi alla coscienza collegare questi elementi facendo sorgere il concetto di tempo, sia pure quello della scienza. Ciò significa che è senza la coscienza non c'è alcun tempo, nemmeno quello quantitativo e spazializzato. Quanto dunque all'origine, il tempo della scienza non ha una natura opposta a quello della coscienza, perché entrambi si fondano sempre e comunque sull'attività della coscienza e sulla memoria. LA MEMORIA Bergson fa una distinzione tra memoria, ricordo e percezione. - La MEMORIA è la stessa coscienza, che registra automaticamente tutto ciò che accade, anche ciò di cui non abbiamo consapevolezza punto quindi la memoria pura si identifica con il nostro passato. - Il RICORDO è la materializzazione di un'immagine, operato dal cervello, di un evento del passato. Questa materializzazione non avviene sempre, e questo spiega in che senso la coscienza pur essendo memoria, non sia necessariamente un ricordo. Anzi, quella che noi chiamiamo comunemente memoria è solo una piccola parte della memoria complessiva. - La PERCEZIONE, agisce come un filtro che seleziona i dati in vista delle esigenze dell'azione LO SLANCIO VITALE Nella sua dottrina della memoria, del ricordo e della percezione, Bergson, nonostante riconosce un ben preciso rapporto tra la coscienza e il corpo, continua a presupporre una concezione dualistica della realtà, in cui lo spirito si distingue dalla materia. Egli tratta questa sua teoria nella sua opera L'evoluzione Creatrice. Prima di tutto Bergson sottolinea che la vita è sempre creazione e imprevedibilità, e nello stesso tempo conservazione integrale e automatica del passato. Questa è la vita dell'uomo, così come quella della natura ma le sorti dell'una e dell'altra sono diverse. Ciascuno di noi, considerando la propria storia, può constatare che la propria personalità infantile riuniva in sé potenzialità diverse, che sono divenute tra loro incompatibili, sollecitando una scelta. L'uomo non può che vivere una sola vita: perciò deve scegliere. La natura invece non è costretta a questi sacrifici: essa non segue una linea di evoluzione unica e semplice essa si sviluppa come "un fascio di steli" creando direzioni divergenti tra le quali si divide il suo slancio originario. Nel processo evolutivo della natura ci sono state numerose di biforcazioni, ma se si
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