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Biennio Rosso: Le Elezioni del 1919 e l'Ascesa del Fascismo in Italia, Appunti di Storia

Storia Moderna d'ItaliaStoria Economica d'ItaliaStoria politica d'Italia

Gli eventi politici in italia durante il biennio rosso (1919-1920), inclusi le elezioni a carattere proportionale, la divisione della sinistra, la nascita del partito comunista e del partito fascista, e la salita al potere di mussolini. Viene inoltre analizzata la politica economica e sociale di giolitti, la crisi dei serrati e le occupazioni delle fabbriche, nonché la reazione violenta dei fascisti e la loro ascesa al potere.

Cosa imparerai

  • Come il Partito Fascista riuscì a prendere il potere in Italia?
  • Come si risolsero i problemi economici e sociali durante il Biennio Rosso?
  • Che partiti politici emersero durante il Biennio Rosso in Italia?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 17/09/2021

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Scarica Biennio Rosso: Le Elezioni del 1919 e l'Ascesa del Fascismo in Italia e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! BIENNIO ROSSO 1919-1920 16 novembre 1919 ELEZIONI A CARATTERE PROPORZIONALE. La maggior parte dei voti va al PARTITO SOCIALISTA, a seguire il PARTITO POPOLARE (fondato da DON LUIGI STURZO, permette ai cattolici di partecipare alla vita politica). Il primo ministro Nitti non è adeguato al ruolo, Vittorio Emanuele III affida nuovamente il potere a GIOLITTI. Giolitti deve risolvere il problema di Fiume, riconvertire le industrie belliche in industrie civili, occuparsi degli scioperi. SCIOPERI sia nelle FABBRICHE sia nelle TERRE. Prassi dell’ostruzionismo: diminuisce la produzione e rallenta la loro attività. SERRATA: i padroni chiudono gli stabilimenti delle fabbriche, in questo modo non sono tenuti a pagare gli operai. Gli operai si armano e reagiscono con l’OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE, affermando che la fabbrica non può appartenere solo al padrone ma anche a tutti coloro che la mantengono in vita lavorando. Viene chiesto a Giolitti di intervenire con la forza, ma egli propone un ACCORDO obblighi riguardanti a un AUMENTO SALARIALE e a una RIDUZIONE DI ORARI E RITMI DI LAVORO in cambio dell'abbandono dell’occupazione delle fabbriche. © settembre 1920 SGOMBERO FABBRICHE. Da questa situazione la sinistra nasce divisa: i rivoluzionari si staccano dai socialisti. 21 GENNAIO 1921 nasce il PARTITO COMUNISTA D’ITALIA. 23 MARZO 1921 nasce il PARTITO DEI FASCI ITALIANI DI COMBATTIMENTO, che fa leva sulla paura generale dell'avvento del comunismo. SALITA AL POTERE DI MUSSOLINI Mussolini propone il suo MOVIMENTO tramite un MANIFESTO POPULISTA, ANTIDOGMATICO E ANTIDEMAGOGICO (23 marzo 1919). Grande capacità DIALETTICA, PERSUADE LE MASSE. Si riconosce il suo STAMPO SOCIALISTA, ma la sua politica è comunque aggressiva. Non ha successo, i fasci creano le SQUADRE D'AZIONE con le spedizioni punitive (sostenute da agrari, rivincita classista) che identificano i socialisti come NEMICO COMUNE (caratteristica delle dittature). Gli atti violenti vengono GIUSTIFICATI come difesa necessaria dal nemico. Il governo non interviene, nelle successive elezioni i liberali vogliono affiancarsi a Mussolini. Si trasforma in un MOVIMENTO DI MASSA. Piccoli proprietari, affittuari, coloni, reduci di guerra: DIMENSIONE POPOLARE. 1921: Giolitti inserisce il movimento dei fasci nelle LISTE DI COALIZIONE (si identifica un capo gruppo e le liste devono sostenerlo). “ Da una parte spera di racimolare più voti, dall’altra di placare la violenza. Il risultato non è quello sperato e non riescono a riprendere il controllo della camera (il partito popolare prende più voti). 15 maggio 1921 35 DEPUTATI, tra cui MUSSOLINI, entrano IN PARLAMENTO in maniera legittima. Mussolini trasforma il movimento in PARTITO, cosicché i capi-squadra delle SA dipendessero da lui. ‘ agosto 1921 PARTITO NAZIONALE FASCISTA Movimento (punti manifesto, linee generali) # partito (programma politico preciso, riconoscimento leader). Le SA facevano ciò che volevano, disordine generale. Il Partito Socialista si divide ulteriormente originando il PARTITO SOCIALISTA UNITARIO (più riformista), in cui spicca la figura di GIACOMO MATTEOTTI. Gli squadristi si rendono conto della forza accumulato e dell’inefficienza dello Stato, quindi capiscono di poter procedere a una conquista del potere. idea della MARCIA SU ROMA Mussolini afferma “O ci daranno il governo o lo prenderemo calando su Roma”. L’impedimento è Re Vittorio Emanuele III, dato che l’Italia è un regno non basta avere in pugno il Parlamento. Le squadre di camice nere marciano verso Roma (27-28 ottobre 1922), ma il Re decide di NON FAR INTERVENIRE L’ESERCITO (Mussolini si trovava a Milano pronto a fuggire). Dà a Mussolini l’incarico di PRIMO MINISTRO. 16 novembre 1922 DISCORSO DEL BIVACCO alla Camera. Mussolini ha il compito di formare il NUOVO GOVERNO, emerge con chiarezza l’agire politico. 1 PERIODO DELL’ITALIA LIBERALE TERMINATO. Primi provvedimenti: * Liberalismo economico; e Asseconda la Chiesa (insegnamento religione); ® Repressione opposizioni; ® Istituzione GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO (detta le linee guida del governo); e Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Luglio 1923 LEGGE ACERBO: legge elettorale che si basa sul sistema maggioritario in un collegio unico nazionale, prevede l'assegnazione di 2/3 della Camera alla lista con almeno il 25% dei voti. Ondata di squadrismo per la campagna elettorale, aprile 1924 il LISTONE NAZIONALE prende il 64% DEI VOTI. MATTEOTTI denuncia la violenza e i brogli compiuti dai fascisti. Egli viene AGGREDITO e successivamente UCCISO da un gruppo di squadristi. Impatto sull’opinione pubblica: sdegno per la brutalità fascista, manifestazioni antifasciste. SECESSIONE DELL’AVENTINO: i partiti di opposizione si astengono dai lavori parlamentari e si riuniscono in un luogo a parte. 3 gennaio 1925 MUSSOLINI SI ASSUME LA RESPONSABILITÀ di quanto accaduto. Fascistizzazione: provvedimenti repressivi, chiusura di sedi antifasciste, arresto di socialisti e comunisti. 1926 LEGGI FASCISTISSIME, rapporti tra potere esecutivo e legislativo. 1. 24 dicembre 1925 la carica di Presidente del Consiglio diventa quella di CAPO DI GOVERNO (non deve rendere conto né al Consiglio né al Parlamento).
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