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Bilancio delle competenze iniziali anno di prova, Prove d'esame di Didattica Pedagogica

Bilancio delle competenze iniziali anno di prova 2019/2020.

Tipologia: Prove d'esame

2020/2021
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Caricato il 03/04/2021

miriam.russo.52431
miriam.russo.52431 🇮🇹

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Scarica Bilancio delle competenze iniziali anno di prova e più Prove d'esame in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! BILANCIO DELLE COMPETENZE INIZIALI INS. MIRIAM RUSSO AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALL’INSEGNAMENTO Organizzare situazioni di apprendimento SOSTEGNO) Elaborare piani educativi inclusivi (PEI, PEP, PDP) per gli studenti che ne hanno necessità, in modo da essere coerenti con il percorso della classe Progettare le attività della classe, affinché queste tengano conto delle necessità degli allievi con bisogni speciali in modo da favorirne l’integrazione Utilizzare le tecnologie e le opportunità offerte dalle tecnologie e dai linguaggi digitali per migliorare i processi di apprendimento Ho iniziato il mio percorso come insegnante di sostegno 6 anni fa ed in questo periodo ho potuto capire, effettivamente, la differenza che c'è tra redigere un PEI da sola o in team. La collaborazione è preziosa per l'inclusione dell'alunno, poichè stabilendo insieme gli obiettivi e le strategie adatte al bambino si riesce poi a pianificare e costruire la lezione adatta a tutti i diversi stili di apprendimento e alle diverse difficoltà. In tale contesto, l'uso delle tecnologie (LIM, computer, internet) è, secondo me, un valore aggiunto in quanto permette un coinvolgimento, un'attrazione maggiore degli alunni e in alcuni casi una facilitazione dell'apprendimento. L'apprendimento multimediale opera, infatti, per "immersione" (ci si immerge con più sensi: la vista, l'udito, il tatto). Inoltre, in una società in continua evoluzione, ritengo che, in qualità di docente, io debba accompagnare la rivoluzione in atto, non solo rendendo moderno l'apparato delle risorse tecniche per la didattica, ma anche accogliendo e legittimando gli stili di pensiero e di azione che sono propri del nuovo campo. Osservare e valutare gli allievi secondo un approccio formativo Progettare attività di valutazione formativa utilizzando una pluralità di strumenti e tecniche Il momento della valutazione è un aspetto molto importante della mia attività e credo molto nella valutazione proattiva che riconosce ed evidenzia i progressi anche piccoli, compiuti dall’alunno nel suo cammino, gratifica i passi effettuati, cerca di far crescere in lui le emozioni di “riuscita” che rappresentano il presupposto per le azioni successive. Ogni qualvolta valuto un alunno cerco di farlo nella maniera più obiettiva, tenendo conto dei suoi punti di partenza, dei suoi sforzi e del suo impegno. Spesso procedo attraverso un’osservazione sistematica, e utilizzo di checklist e tabelle di valutazione impostate sull’aspetto da osservare; inoltre mi confronto con le colleghe del team, con le quali cerco di condividere gli elementi osservati sui bambini, cercando di avere una visione più definita, completa e critica. Penso che l’attenzione di ogni insegnante debba soffermarsi sui processi di apprendimento dell’alunno, è necessario monitorare il percorso in itinere cercando di capire quali sono le difficoltà che il bambino incontra e fornirgli le strategie adatte per superarle affinché tutti possano arrivare al loro successo formativo, esattamente come viene sostenuto nel DPR 122/2009, ovvero che “la valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo […]” (art. 1 comma 3, DPR. 122/2009). Coinvolgere gli allievi nel processo di apprendimento Costruire un ambiente di apprendimento capace di sollecitare partecipazione, curiosità, motivazione e impegno degli studenti Sviluppare la cooperazione fra studenti e forme di mutuo insegnamento Progettare attività per “imparare ad imparare” Credo che la scuola abbia il compito di motivare all’apprendimento e trasformare la curiosità degli allievi nel piacere di imparare, partendo sempre dalle loro conoscenze e dai loro interessi. Per questo nel mio lavoro cerco di avvalermi quasi sempre di una didattica attiva che implica, come è ovvio, un elevato coinvolgimento ed una grande partecipazione degli studenti, di modo che il processo di apprendimento non venga più realizzato sugli allievi ma con gli allievi. Prima di tutto cerco di creare un ambiente invitante e successivamente mi piace stimolare la loro creatività, rendendoli protagonisti attivi del loro processo di apprendimento. In particolar modo mi avvalgo di due metodologie: didattica laboratoriale e ludica. Il giocare in gruppo è un formidabile elemento di socializzazione perché consente all’allievo di apprendere ed esercitare sia capacità cognitive che sociali. La creazione di un ambiente ludico, inoltre, offre al gruppo- classe la possibilità di giocare fra pari e confrontarsi in un ambiente protetto. Il gioco nelle sue funzioni (creativa, socializzante), nelle sue molteplici varietà (gioco di regole, imitativo), nelle sue notevoli dicotomie (gioco competitivo/ gioco cooperativo), rappresenta per l’allievo un’attività altamente motivante, da vivere come una realtà concreta in cui essere coinvolti in modo partecipe per imparare ad imparare. Mentre per quanto riguarda l’attività laboratoriale il docente deve tenere in considerazione le competenze degli allievi al fine di metterli nelle condizioni di svolgerlo e, allo stesso tempo, di aumentare la motivazione alla conoscenza del nuovo e sviluppare sempre più quelle competenze che devono saper utilizzare anche in contesti diversi da quello scolastico. Anche la disposizione dei banchi in classe è fondamentale per lavorare, a tal proposito nella scuola dove insegno, le mie colleghe ed io abbiamo deciso di variare la disposizione a seconda dell’attività e principalmente abbiamo cercato di disporre i banchi ad isola, in modo che i bambini possano collaborare e aiutarsi reciprocamente. Affrontare i doveri e i problemi etici della professione Rispettare regole, ruoli e impegni assunti all’interno del proprio contesto professionale. Durante il mio percorso lavorativo nella scuola mi sono impegnata in modo da svolgere il mio lavoro con professionalità e serietà. Ho cercato di superare le difficoltà incontrate nel precariato e ho cercato di portare a termine gli impegni e i ruoli presi sempre nel rispetto della mia professione. In qualità di docente, ma soprattutto come persona, ho cercato sempre di rispettare le regole, di essere ligia al dovere. I miei rapporti con i colleghi e con i superiori sono sempre stati ispirati dai principi di lealtà e di collaborazione. Noi dobbiamo essere d’esempio ai nostri alunni, pertanto, è necessario che loro vivano un clima lavorativo positivo e propositivo tra gli insegnanti. Ritengo, pertanto, che la serietà e l’onestà siano la base per costruire la propria attività professionale. Ho sempre rispettato la dignità e la personalità di tutti, evitando qualsiasi forma di discriminazione relativa all’appartenenza etnica, alla religione, al sesso, alle idee politiche, economiche e sociali, credendo fermamente nella diversità come un valore aggiunto e un arricchimento continuo. Servirsi delle nuove tecnologie per le attività progettuali, organizzative e formative Utilizzare le tecnologie digitali per costruire reti e scambi con altri colleghi anche nell'ottica di una formazione continua Esplorare le potenzialità didattiche dei diversi dispositivi tecnologici e dei linguaggi digitali I nuovi veicoli dell’informazione, e in particolar modo Internet, hanno introdotto significativi cambiamenti nei metodi di fruizione della conoscenza. Si tratta di cambiamenti importanti legati non solo alle tecnologie utilizzate, ma anche alla stessa concezione strutturale della rete. Al di là degli ostacoli posti dalla tecnologia, infatti, l’abitudine a utilizzare il computer e la necessità di possedere conoscenze informatiche di base è fondamentale. Quindi l’uso della tecnologia è parte integrante del mio lavoro quotidiano e ausilio alla mia formazione continua, in quanto mi permette di dialogare con gli altri insegnanti, con i quali posso condividere materiali ed esperienze sulla didattica. Le nuove tecnologie sono strumenti di cui disponiamo, così come lo sono sempre state i fogli e le lavagne; dobbiamo essere noi in grado di valutarne in modo responsabile e critico l’utilità e le modalità di utilizzo. L’applicazione metodologico-didattica delle moderne tecnologie necessita di una formazione approfondita e costante da parte dell’insegnante, al quale già sono richieste sia specifiche competenze linguistiche che psico-pedagogiche, una marcata sensibilità didattica e un’apertura alla ricerca sia in campo professionale che tecnologico. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) si configurano come occasioni di facilitazione e potenziamento dell’opera di mediazione culturale degli insegnanti. Saper come usare le ICT su una base espressamente pedagogica vuol dire in primo luogo essere in grado di selezionare gli ambienti di lavoro da sottoporre agli allievi in funzione della loro effettiva congruenza con i diversi obiettivi e con i contesti formativi. Ciò comporta che alla conoscenza delle procedure di installazione e di manutenzione dell’ambiente di lavoro, all’apprendimento della sua struttura funzionale, alla lettura ed alla consultazione della relativa documentazione, vanno affiancate la progettazione e la realizzazione di percorsi didattici funzionali alle nuove situazioni di apprendimento. Gli insegnanti necessitano di occasioni di formazione permanente e non di un addestramento “una tantum”. Curare la propria formazione continua Aggiornare il proprio bilancio delle competenze ed elaborare un proprio progetto di sviluppo professionale. L’attuale normativa scolastica prevede una formazione continua degli insegnanti e la possibilità di focalizzarla, al fine di sviluppare maggiormente le proprie competenze e soddisfare nuove necessità. Per una scuola di qualità c’è bisogno di docenti di qualità. Pertanto, ritengo che sono tenuta a una formazione continua per poter apportare un reale contributo nel mio lavoro e in quello svolto coi miei colleghi. Ritengo di essere adeguatamente informata sui risultati della ricerca in relazione ai problemi che risultano oggi pregnanti per un docente. Sento l’esigenza di fare esperienze nuove e soprattutto di formarmi, per poter accrescere le mie competenze sia professionali, sia personali e questo mi porterà a rivedere più volte, nel corso della mia vita professionale il mio bilancio delle competenze.
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