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Bilancio e Analisi Economico Finanziaria (appunti intero semestre), Appunti di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili

Appunti esplicativi delle lezioni di Bilancio e analisi economico finanziaria: materia del secondo anno del corso di economia in Bicocca. Indice: 1. Regole per l'analisi del bilancio di esercizio; 2. Attivo dello stato patrimoniale; 3. Passivo dello stato patrimoniale; 4. Il conto economico; 4.1 Approfondimento sulla fiscalità differita; 5. La nota integrativa; 6. Il rendiconto finanziario; 7. la relazione sulla gestione; 8. Il bilancio in forma abbreviata e quello delle micro-imprese; 9. Analisi di bilancio.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/07/2023

giovannaar
giovannaar 🇮🇹

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Scarica Bilancio e Analisi Economico Finanziaria (appunti intero semestre) e più Appunti in PDF di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili solo su Docsity! Cap 1: Regole Per L’analisi Del Bilancio Di Esercizio REGOLE PER L’ANALISI DEL BILANCIO DI ESERCIZIO Quadro legislativo nazionale sul bilancio Quadro legislativo - raccolta delle normative a supporto del bilancio nazionale - normative italiane, ogni nazione ha le proprie regole interne/domestiche. Le società più piccole seguono queste regole. Le società quotate e medio-grandi che appartengono all’universo internazionale fanno i bilanci secondo regole diverse stabilite in base ai principi contabili internazionali (IAS principio contabile internazionale). Evoluzione dei bilanci recependo le indicazioni europee Percorso evolutivo delle normative italiane negli utili anni che hanno riformato le regole contabili. Il D.Lgs 127/91 viene recepito come IV direttiva CEE ed è il primo step per iniziare un processo di rinnovamento delle regole contabili che ha portato gli italiani ad avvicinarsi alle regole usate dagli altri paesi. L’UE capisce di dover avere stesse regole per l’analisi del bilancio → processo di standardizzazione delle regole europee per l’analisi di bilancio. La prima direttiva sul bilancio di esercizio è la IV direttiva CEE che ha portato al cambio degli schemi contabili in Italia nel 1992. L’Italia ha dovuto cambiare sia il C/EC che lo SP. Questa direttiva rimane tale fino al 2003, quando viene recepita in Italia la riforma del diritto societario che entra in vigore con il D.Lgs 17/01/2003 N°3 . Questa riforma ha coinvolto in parte anche le regole per fare il bilancio. Dato che la IV direttiva è stata definita come superata, l’UE ha pubblicato nel 2013 la direttiva 34 in sostituzione della IV direttiva. Si tratta di una nuova direttiva aggiornata e rivista che deve essere obbligatoriamente recepita da tutti gli stati membri. In Italia è stata recepita nel luglio 2015 con il D.Lgs 139/2015 del 18 agosto → la direttiva 2013/34/UE è la riforma contabile : aggiornamento della IV direttiva, sostituita con la direttiva 34. Si ritiene che sia inutile imporre il recepimento alle società a luglio → entra in vigore il 1/1/2016. Normative legate ad ambiti specifici nel 2001 a livello europeo viene pubblicata una direttiva 2001/65/CE che ha portato cambiamenti ai bilanci delle banche, degli intermediari finanziari e al bilancio consolidato (dei gruppi) - non ha riguardato le piccole imprese. Nel 2002 sono stati recepiti tutti i principi contabili internazionali che riguardano le società medio-grandi quotate. Legge comunitaria 306/2003 del 2003 - leggi che disciplinano ambiti specifici dei bilanci contabili. Dal 2000 in Italia si è accentuata la differenza tra i bilanci delle ● società piccole ● società grandi - non quotate 1 - quotate: dal 2005 con il D.Lgs 38 28/02/2005 devono recepire le regole internazionali → effettuare il bilancio con le stesse regole delle altre società. Banche e assicurazioni hanno regole contabili loro → necessità di regole comuni anche per il mondo assicurativo e bancario/finanziario. Tutte le società tranne le assicurazioni rilevano prima i costi e poi i ricavi. Le assicurazioni rilevano prima i ricavi → mondo delle assicurazioni ragiona contabilmente al contrario. Anche banche e assicurazioni si distinguono tra quotate e non quotate. Anche in Italia devono essere perfezionate le regole per effettuare i bilanci consolidati (obbligatori dal 2005) dato che iniziano ad affermarsi gruppi di società. Differenziazione di regole in funzione delle tipologie di società individuate dalla direttiva 34/2013: small-medium size italiane → devono rispettare delle regole. Dall’1/01/2016 con il D.Lgs 139/2015 vengono introdotte normative per il bilancio di esercizio che siano proporzionali alle dimensioni delle società (art.2423). 3 tipologie ● micro imprese ● piccole imprese ● medie imprese ● grandi imprese: quotate → specifiche regole. Questa partizione dipende da vari parametri europei - totale del valore degli elementi dell’attivo di SP - valore dei ricavi rappresentati dal fatturato: macroclasse A del conto economico voce 1 - numero medio dei dipendenti. Le 3 tipologie di imprese seguono le stesse regole contabili ma in base alla loro dimensione hanno delle semplificazioni ● bilancio micro per le micro imprese ● bilancio abbreviato per le piccole imprese ● bilancio ordinario per le medie imprese. Tripartizione uguale in tutta Europa decisa dalla direttiva europea recepita in italia con il D.Lgs. 139/2015. Essendo l’Italia il paese delle micro imprese, il legislatore ha dimezzato i parametri delle micro imprese per farle rientrare nella categoria: secondo l’art. 2435 TER, inserito nel C.C. dopo l’introduzione del decreto, le micro imprese hanno un attivo di €175.000, ricavi di € 350.000 e 5 dipendenti *. Il bilancio per le piccole imprese è disciplinato dall’art. 2435 BIS e prevede un attivo di Ml € 4.4, ricavi di Ml € 8.8 e 50 dipendenti *. IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL BILANCIO Inizia il 1/01 e si conclude con l’approvazione del fascicolo di bilancio da parte dell’assemblea dei soci/azionisti entro 120g dal 31/12 (chiusura es. contabile): 28/29 Aprile (quest’anno 2 Maggio). Alcune società possono beneficiare di un termine di 180g (27/28 Giugno) ● società di un gruppo che devono aspettare i valori delle partecipazioni delle altre società del gruppo ● società che svolgendo attività particolari hanno diritto per statuto a tempi maggiori. 1/01 inizio con le operazioni per fare il bilancio - scritture di competenza e operazioni di assestamento - bilancio di esercizio 2 Le ragioni dell’esonero devono essere indicate in Nota Integrativa. PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI pubblicati dall’Organismo Italiano di Contabilità (esiste dal 2003). Prima i principi contabili erano prodotti dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti CNDC (1975). L’OIC è l’ente che rappresenta l’Italia in Europa per quanto riguarda la normativa contabile: partecipa alle riunioni ogni volta che vengono definite nuove regole contabili a livello europeo. Bilanci di sostenibilità: rendicontazione delle azioni positive che le società devono mettere in atto per salvaguardare l’ambiente, la società e per rispettare le norme di governance → viene aggiunto al bilancio come Dichiarazione delle informazioni non finanziarie. Ad oggi è obbligatorio per società quotate e medie-grandi società (2017). Devono rendicontare le misure che le società mettono in atto per rispettare i principi ESG (Environment, Social and Governance) nel bilancio di sostenibilità. Dal 2026 l’obbligo verrà esteso alle medie imprese e dal 2028 anche alle piccole e micro. L’OIC è formato dagli addetti ai lavori: rappresentati delle istituzioni italiane che si occupano di contabilità, finanza e revisione legale dei conti - categorie professionali (CNDCEC Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, ASSIREVI) - associazioni (Abi, Andaf, Ania, Assonime, Confagricoltura, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria, Lega delle Cooperative) - analisti e investitori finanziari (Aiaf, Centrale bilanci, Assogestioni) - mercato mobiliare (Borsa Italiana) - come osservatori (Ministero dell’Economia, Ministero della Giustizia, Agenzia delle Entrate, Banca d’Italia, Consob e Ivass). Funzioni OIC ● emana i principi contabili nazionali per la redazione dei bilanci secondo il codice civile ● fornisce interpretazioni dei principi contabili nazionali ● supporta il parlamento e gli organi governativi in materia di normativa contabile ● partecipa al processo di elaborazione dei principi contabili internazionali adottati in Europa, intrattenendo rapporti con lo IASB, l’European Financial Reporting Advisory Group e organismi contabili di altri paesi ● segue il processo di applicazione e interpretazione dei principi contabili internazionali ⇒ offre delle linee guida per recepire in modo corretto le regole contabili. I principi contabili nazionali offrono - un’interpretazione della normativa civilistica - un’integrazione della normativa civilistica dove carente - una sostituzione della normativa civilistica in caso di deroghe per incompatibilità con la rappresentazione veritiera e corretta. I principi contabili vengono periodicamente aggiornati: molti aggiornamenti si sono verificati nel 2016 come conseguenza alla riforma contabile. PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI IN VIGORE OIC 2 PATRIMONI E FINANZIAMENTI DESTINATI AD UNO SPECIFICO AFFARE (2005) 5 OIC 4 FUSIONE E SCISSIONE (2007) in fase di aggiornamento OIC 8 LE QUOTE DI EMISSIONE DI GAS AD EFFETTO SERRA (2013) OIC 9 SVALUTAZIONI PER PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI (2016) OIC 10 RENDICONTO FINANZIARIO (2016) OIC 11 FINALITÀ E POSTULATI DEL BILANCIO D’ESERCIZIO (2018) OIC 12 COMPOSIZIONE E SCHEMI DEL BILANCIO D'ESERCIZIO (2016) OIC 13 RIMANENZE (2016) OIC 14 DISPONIBILITÀ LIQUIDE (2016) OIC 15 CREDITI (2016) OIC 16 IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI (2016) OIC 17 BILANCIO CONSOLIDATO E METODO DEL PATRIMONIO NETTO (2016) OIC 18 RATEI E RISCONTI (2016) OIC 19 DEBITI (2016) OIC 20 TITOLI DI DEBITO (2016) OIC 21 PARTECIPAZIONI (2016) OIC 23 LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE (2016) OIC 24 IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI (2016) OIC 25 IMPOSTE SUL REDDITO (2016) OIC 26 OPERAZIONI, ATTIVITÀ E PASSIVITÀ IN VALUTA ESTERA (2016) OIC 28 PATRIMONIO NETTO (2016) OIC 29 CAMBIAMENTI DI PRINCIPI CONTABILI, CAMBIAMENTI DI STIME CONTABILI, CORREZIONE DI ERRORI, EVENTI E OPERAZIONI STRAORDINARIE, FATTI INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO (2016) OIC 30 I BILANCI INTERMEDI (2006) OIC 31 FONDI PER RISCHI E ONERI E TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (2016) OIC 32 STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI (2016) OIC 33 PASSAGGIO AI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI (2020) OIC 34 RICAVI ( in bozza) OIC 35 ETS ( 2022): enti terzo settore - società che si occupano di attività nel mondo sociale (onlus, cooperative). Gli OIC mancanti sono stati abrogati. OIC 11 FINALITÀ E POSTULATI DEL BILANCIO D’ESERCIZIO Regole generali = postulati Art. 2423 Il bilancio redatto con chiarezza deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale-finanziaria ed il risultato economico → principio generale alla base della produzione del fascicolo di bilancio. L’OIC 11 deve fornire informazioni complementari se quelle richieste non sono sucienti può derogare se quanto richiesto dall’art.2423 sia incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta cerca di spiegare cosa significa che il bilancio debba essere ● chiaro → principio della chiarezza: deve essere comprensibile a tutti anche ai non addetti (non solo ai tecnici). Se è chiaro allora è trasparente. La chiarezza si concretizza in 6 - comprensione da parte di tutti - trasparenza: bilancio non è trasparente se non è eseguito nel rispetto dei principi dell’OIC → è ermetico, decifrabile solo da analisti finanziari → è influenzato dalle politiche di bilancio: bilancio per cui qualcuno ha un altro tornaconto (pagare meno imposte facendo risultare un utile minore, nascondere/valorizzare alcuni elementi del bilancio per farlo apparire migliore) ➢ trasparenza sostanziale: le valutazioni delle poste di bilancio vengono eseguite in modo neutrale senza politiche di bilancio → i criteri di valutazione sono applicati in modo neutrale ed obiettivo ⇒ vengono inclusi solo gli utili realizzati alla data di chiusura d’esercizio, elementi eterogenei compresi nella stessa voce di bilancio sono valutati separatamente e viene rispettato il principio di competenza dei componenti di reddito ➢ trasparenza formale (nel rispetto della forma): le regole per fare gli schemi di bilancio sono chiare a tutti ⇒ rispetto dell’ordine delle voci di bilancio (attivo: principio della liquidità crescente - passivo: principio dell’esigibilità crescente), distinzione in macroclassi, voci (con numeri arabi), confronto con il bilancio dell’anno precedente poiché il bilancio deve essere eseguito a stati comparati (deve avere una colonna riferita all’anno precedente) ● vero → principio della verità che si concretizza nella - veridicità: riportare in modo veritiero ➢ quantità monetarie (costi e ricavi) con manifestazione numeraria ➢ quantità fisiche (volumi vendita) misure oggettive - credibilità: valori riportati in bilancio come risultati di una stima soggettiva degli amministratori → questi processi di valutazione e stima devono essere svolti in modo corretto anché siano credibili (costi comuni a più esercizi) ● corretto → principio della correttezza: intesa come precisione contabile, si manifesta quando le rilevazioni contabili dei valori vengono eseguite in modo esatto senza errori - formali - sostanziali: compromette completamente la correttezza. Per fare in modo che il bilancio garantisca questi tre principi sono state elaborate regole generali su cui costruire il bilancio → principi generali di redazione del bilancio = postulati. Sono indicati nell’art.2423 bis C.C. Esistono 6 regole generali: 1. principio della prudenza: devono essere posti in bilancio solo gli utili effettivamente realizzati e determinati con certezza. Mentre le perdite devono essere inserite anche se solo ipotetiche e non ancora realizzate (perdite presunte, rischi prevedibili anche se noti dopo la chiusura di esercizio*) 2. principio della continuità aziendale: bisogna approcciarsi alle valutazioni per il bilancio pensado che la società continuerà ad operare come azienda in funzionamento nei prossimi 12 mesi 3. principio dell’iscrizione degli utili (rafforzamento del primo principio): in bilancio possono essere iscritti solo gli utili realizzati prima della chiusura dell’esercizio → gli utili del periodo dei 120g non possono essere inseriti in bilancio 4. principio della competenza: risultato di esercizio deriva dalla competenza dei costi e ricavi che si sono manifestati temporalmente dall’1/11 al 31/12 - bisogna includere anche rischi e perdite di competenza anche se noti dopo la chiusura* e oneri e proventi indipendentemente dalla data di incasso e pagamento 7 l’imprenditore ricava proventi dalla vendita delle immobilizzazioni) o destinazione economica (le immobilizzazioni immateriali hanno una destinazione economica più lunga) I. Le immobilizzazioni immateriali sono chiamate così perché sono caratterizzate da immaterialità. Questa classe di compone di 7 voci (numeri arabi) che si dividono i 3 sottocategorie: 1. COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO (costi pluriennali) 2. COSTI DI SVILUPPO (costi pluriennali) → è stato inserito in bilancio dopo la riforma del 2015: prima del 2015 si chiamavano costi di ricerca e sviluppo, ma la differenza tra ricerca e sviluppo non era chiara. 3. DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE E DIRITTI DI UTILIZZAZIONE OPERE INGEGNO (beni immateriali) 4. CONCESSIONI, LICENZE, MARCHI E DIRITTI SIMILI (beni immateriali) 5. AVVIAMENTO 6. IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO E ACCONTI (altri) 7. ALTRE (altri) Per valutare le immobilizzazioni immateriali utilizziamo l’OIC 24 “immobilizzazione immateriale”, a livello nazionale sono disciplinate dal C.C dall’art 2426 che indica i criteri di valutazione. L'OIC 24 conferma l’articolo 2426, lo riprende e illustra tecnicamente come recepire la normativa civilistica. L’articolo 2426 relativamente alle immobilizzazione immateriali, specifica che è necessario dividere le imm. Immateriali in immobilizzazioni immateriali generalmente intese, costi d’impianto e ampliamento e l’avviamento. Essendo beni durevoli, sono soggetti ad ammortamento come tutte le immobilizzazioni che sono soggette a perdita di valore (senescenza e obsolescenza). Contabilmente in bilancio si iscrive il valore al netto dell’ ammortamento. Se le immobilizzazioni vengono acquistate all’estero, dove la valuta non è la stessa, è necessario fare la conversione al tasso di cambio del giorno in cui si effettua il pagamento. L’OIC 24 spiega che queste immobilizzazioni si chiamano immateriali perché sono intangibili, e immobilizzazioni perché non esauriscono la loro utilità in un anno, ma in più tempo. Quando si fa la prima rilevazione contabile iniziale si segue il criterio generale in base al quale l’immobilizzazione va iscritta al costo di acquisto o di produzione più gli oneri accessori. Le immobilizzazioni immateriali si dividono in: - oneri pluriennali → costi di impianto e ampliamento: si hanno quando si costituisce una nuova società o in fase di aggiornamento (sono quindi costi che si sostengono una tantum) → costi di sviluppo: applicazione dei risultati della ricerca di base o di altre conoscenze per la produzione di beni o servizi nuovi o sostanzialmente migliorati. - beni immateriali: sono quei beni che in Italia sono tutelati giuridicamente, che hanno quindi come riferimento un contratto o un diritto: sono diritti, brevetti, marchi, concessioni… - avviamento: si ha avviamento quando si acquista un’azienda già funzionante . L’avviamento può essere positivo (goodwill quando l’azienda è solida) o negativo (badwill tipico delle aziende in fallimento). L’avviamento è il maggior valore attribuito alle aziende già funzionanti e la loro tendenza a produrre utili → la si trova in bilancio solo se l’azienda è stata acquistata a titolo oneroso. - immobilizzazioni immateriali in corso: riguardano costi che si stanno sostenendo per la creazione di un marchio o di un brevetto che però non è ancora stato completato. - acconti: importi corrisposti ai fornitori per l’acquisto di immobilizzazioni immateriali prima che si siano verificate le condizioni per l’ iscrizione in bilancio. L’OIC 24 definisce: - il valore netto contabile: iscrizione al netto di ammortamento e svalutazioni; - vita utile: periodo di tempo di utilizzo dell’ immobilizzazione - ammortamento: ripartizione del costo nel periodo della vita utile - valore iniziale da ammortizzare: differenza tra costo e, se determinabile, valore residuo 10 - valore residuo: presumibile valore di realizzo al termine della vita utile. Si presume 0 per i beni immateriali ed è sempre pari a 0 per gli oneri pluriennali - svalutazione: riduzione del valore per adeguarla al valore recuperabile a seguito di una perdita durevole di valore - valore recuperabile: è pari al maggiore tra il valore d’uso e il suo valore equo (fair value) – oic 9. Bisogna valutare quando il valore di un'immobilizzazione non è più allineato al valore recuperabile (valore a cui si può comprare o vendere un bene sul mercato). IAS 38: corrispondente dell’OIC 24, si intitola “intangible” ed è il principio internazionale di riferimento sulle immobilizzazioni immateriali. La differenza tra OIC 24 e IAS 38 sta nel fatto che in Italia l'avviamento viene disciplinato dallo stesso principio delle imm materiali, mentre a livello internazionale viene disciplinato dall’IFRS 3, intitolato “goodwill”. Secondariamente a livello internazionale le immobilizzazioni la cui vita utile è indefinita, non sono sottoposte ad ammortamento, ma sono sottoposte ad impairment test che permette di capire l’importo della svalutazione a cui sottoporre l’immobilizzazione; se, invece, la vita utile è definita si possono utilizzare sia l’ammortamento che l’impairment test. 1. COSTI DI IMPIANTO E AMPLIAMENTO: I costi di impianto e di ampliamento sono i costi che si sostengono in modo non ricorrente in alcuni caratteristici momenti del ciclo di vita della società, quali la fase pre-operativa o quella di accrescimento della capacità operativa COSTI DI IMPIANTO: si sostengono nel momento della costituzione di un’impresa. COSTI DI AMPLIAMENTO: si sostengono quando l’azienda è già operativa da un po’ ma si vogliono fare operazioni straordinarie di crescita e sviluppo (entrare in nuovi mercati, si aumenta il capitale ecc..) 2. COSTI DI SVILUPPO sono sostenuti per lo sviluppo e l’applicazione dei risultati della ricerca o di altre conoscenze possedute o acquisite in un progetto per la produzione di materiali, dispositivi, processi, sistemi o servizi, nuovi o sostanzialmente migliorati, prima dell’inizio della produzione commerciale o dell’utilizzazione. I costi di sviluppo sono: • COSTI DI PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E VERIFICA DI PROTOTIPI; • COSTI PER PROGETTAZIONE DI MEZZI, PROVE, STAMPI E MATRICI; • COSTI PER LA PROGETTAZIONE, LA COSTRUZIONE E ATTIVAZIONE DI UN IMPIANTO PILOTA; • COSTI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E PROVA DI MATERIALI, PROGETTI; PRODOTTI PROCESSI, SISTEMI O SERVIZI NUOVI O MIGLIORATI; • I COSTI PER L’APPLICAZIONE DELLA RICERCA DI BASE. Per la capitalizzazione dei costi di sviluppo è necessario che siano: - relativi ad un prodotto o processo chiaramente definito, nonché identificabili e misurabili; - riferiti ad un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale la società possieda o possa disporre delle necessarie risorse; - recuperabili, la società deve avere prospettive di reddito in modo che i ricavi derivanti dal progetto siano almeno sucienti a coprire i costi. 3. BENI IMMATERIALI → DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE, DIRITTI DI UTILIZZAZIONE E OPERE DELL’INGEGNO Il brevetto è il risultato di un'invenzione industriale: la società per evitare che questa invenzione venga copiata la brevetta, sostiene dei costi per creare un vincolo giuridico che ne stabilisce la proprietà. 11 I diritti di utilizzazione sono i diritti di autore, ovvero quel vincolo giuridico che dà valore a quel bene. La società iscrive in bilancio il valore del diritto stesso. Altri beni immateriali sono le concessioni, le licenze, i marchi (sfruttamento di un nome giuridicamente tutelato) e i diritti simili (franchising → per poter utilizzare il nome di un brand e vendere i suoi prodotti bisogna pagare una royalty per lo sfruttamento del nome). 4. AVVIAMENTO: è presente nel bilancio di quelle società che hanno preso aziende funzionanti → è il maggior valore riconosciuto ad un’azienda già funzionante rispetto ad una di nuova costituzione. Civilisticamente (24226) non è immediato iscrivere l’avviamento, infatti devono essere soddisfatte delle condizioni: - Trasferimento a titolo oneroso, è stato regolarmente comprato(si è pagato il surplus) - Consenso dell’organo di controllo, ovvero del collegio sindacale, che deve dare il benestare - Se l’avviamento è iscritto tra le immobilizzazioni, deve essere ammortizzato in base alla sua vita utile, ma deve essere ammortizzato entro un tempo massimo di 10 anni. - Bisogna riportare in nota integrativa le informazioni utili per capire come si è formato l’avviamento, il motivo del suo valore e il motivo del pagamento e bisogna specificare che la sua presenza in bilancio è dato dal consenso del collegio sindacale. Si iscrive esclusivamente se si compra un’azienda solida, che ha un avviamento positivo. Secondo l’ OIC 24 l’avviamento può essere generato internamente o a titolo oneroso, ma in bilancio può essere iscritto solo quello ottenuto a titolo oneroso. L'avviamento è il corrispettivo riconosciuta a titolo oneroso, che è attribuito ad un complesso (azienda) che si sta acquistando. Il suo valore si determina come differenza tra il prezzo di acquisto dell’azienda e il valore del patrimonio netto della società trasferita. L’ammortamento dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita utile stimata in sede di rilevazione iniziale e non può essere modificata negli esercizi successivi. Quando emerge una stima della vita utile dell’avviamento superiore ai 10 anni, occorrono fatti e circostanze oggettivi a supporto di tale stima, in ogni caso la vita utile dell’avviamento non può superare i 20 anni. ESERCIZIO: La società A acquista il 100% del ramo d’azienda rappresentato dalle attività nette di B al prezzo di € 2.400.000 → questo prezzo è il compenso richiesto per il fatto che l’azienda è solida, ben posizionata sul mercato, con clienti già fidelizzati ecc... Le attività nette di Balla data di acquisizione (31/12/20X0) sono (valori contabili e valori correnti) : Il prezzo pagato eccede il fair value delle attività e delle passività acquisite. La differenza, pari a € 340.000, rappresenta l’ avviamento. La società A contabilizza: 12 verrà poi ammortizzato. Quando una di queste immobilizzazioni viene venduta, quello che si incassa è una plusvalenza. Le immobilizzazioni materiali si distinguono in: 1. Terreni e fabbricati 2. Impianti e macchinari 3. Attrezzature industriali e commerciali 4. Altri beni 5. Immobilizzazioni in corso e acconti L’OIC 16 oltre a classificare le immobilizzazioni materiali li definisce uno per uno. 1. TERRENI: sono i terreni su cui vengono costruiti fabbricati, fondi e terreni agricoli. Sono immobilizzazioni che non perdono mai valore e hanno vita utile illimitata, quindi non vengono mai ammortizzati. FABBRICATI: i fabbricati vengono distinti in tre sottocategorie: fabbricati strumentali per l’attività che sono quelli che servono per far funzionare la società e sono di supporto all’attività aziendale, fabbricati non strumentali che sono un investimento finanziario, ovvero non serve per l’attività d’impresa, ma restituisce una rendita finanziaria e possono essere di carattere accessorio rispetto a quelli strumentali, e le costruzioni leggere come le tettoie. L’OIC 16 stabilisce che il valore del fabbricato può incorporare il valore del terreno e in questo caso bisogna scorporare il valore del terreno da quello totale per poter conoscere il valore da ammortizzare. 2. IMPIANTI: ci sono tre tipi di impianti: quelli generici che non sono legati alla tipica attività della società, quelli specifici che sono legati all’attività tipica di impresa e altri impianti in cui si pongono gli impianti che non si riescono a classificare MACCHINARI che possono essere automatici e non automatici 3. ATTREZZATURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI: le attrezzature industriali sono quelli che sono destinati all’utilizzo per l’attività produttiva, come i pezzi di ricambio, mentre le attrezzature commerciali sono quelli che servono per la compravendita. 4. ALTRI BENI: è una voce residuale in cui si colloca quello che non è inserito nelle altre voci: arredi, mobili d’ucio, le dotazioni di laboratorio, gli automezzi, gli imballaggi da riutilizzare/durevoli (i container) e i beni gratuitamente devolvibili. A livello internazionale per le immobilizzazioni materiali ci si riferisce allo IAS 16 che è molto simile all’OIC 16. La differenza sta nella valutazione dei beni: al momento dell’iscrizione il bene viene iscritto al costo d’acquisto o di produzione, ma negli anni successivi si fa la valutazione al FAIR VALUE , quindi bisogna valutare l’immobilizzazione al valore di mercato . Lo IAS 17 disciplina il Leasing che a livello internazionale può essere finanziario e operativo. Il leasing finanziario è un tipo di contratto che viene gestito come un muto e che va a trasferire al locatario tutti i rischi e i benefici connessi alla proprietà del bene. Mentre con il leasing operativo, colui che loca si trattiene dei rischi. In italia, quando si stipula un leasing ogni mese si hanno dei canoni di locazione da pagare, che sono un costo da inserire in conto economico nella voce “costo per godimento beni di terzi” e i canoni che si pagano anticipatamente devono poi essere riscontati a fine anno. Il bene viene iscritto nelle immobilizzazioni solo se alla fine del contratto si decide di acquistarlo. 15 Nel leasing finanziario (IAS 17) il bene oggetto di leasing passa a proprietà del locatario che lo deve iscrivere nello stato patrimoniale nelle immobilizzazioni e si crea poi un debito verso fornitori di leasing. Ogni mese quando si pagano i canoni di leasing, i debiti si riducono. Avendo iscritto il bene in SP a fine anno bisogna calcolare l’ammortamento secondo le regole generali. Nel 2018 lo IAS 17 è stato aggiornato e da questo è nato lo IFRS 16 che disciplina i contratti di leasing e che è entrato in vigore nel 2019. Questo principio riconosce che a livello internazionale l’unico modo per contabilizzare il leasing è il metodo finanziario. In italia lo IFRS dovrebbe essere stato recepito dal 2020, ma a causa del COVID l’introduzione del principio è stato continuamente rinviato. OIC 9: svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali Sostituisce il precedente principio approvato nel 2014 recependo l’eliminazione della sezione straordinaria del conto economico, il riferimento normativo relativo al divieto di ripristino di valore dell’avviamento e limitando l’approccio semplificato per le società che redigono il bilancio abbreviato e le microimprese e prevedendo delle parti ad hoc per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e per le micro imprese. nell’OIC 9 si trova la definizione di Fair Value coordinato con l’IFRS 13. Nello stesso principio si trovano alcune definizioni fondamentali per capire i successivi principi contabili: Perdita durevole di valore : diminuzione del valore che nel lungo periodo porta alla perdita del valore recuperabile; Il valore recuperabile è il maggiore tra il valore d’uso e il fair value al netto dei costi di vendita. Il valore d’uso è il valore attuale dei flussi di cassa attesi da un’attività o da un’unità generatrice di flussi di cassa Fair value: è il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Unità generatrice di flussi di cassa : soggetto di riferimento identificabile di un’attività che genera flussi di cassa → nelle piccole imprese corrisponde al valore della società stessa Capacità di ammortamento : margine economico che la società mette a disposizione per coprire gli ammortamenti. È il margine tra risultato d’esercizio e il valore degli ammortamenti che si trova facendo la differenza tra i due valori. È il margine che rimane a disposizione dell’azienda una volta coperta gli ammortamenti. Si hanno degli indicatori di perdita durevole, che se si verificano c’è la certezza di procedere alla svalutazione, questi indicatori sono: - una diminuzione significativa del valore di mercato di un’attività, - la presenza di variazioni significative nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo, - se vi sono stati aumenti considerevoli dei tassi di interesse (l’aumento di i ha impatto negativo), - se il valore contabile che si ha in bilancio è superiore al suo fair value, - Evidente obsolescenza o deterioramento fisico dell’attività per alto sfruttamento del bene - Cambiamento significativi nell’esercizio che hanno portato: 1. all'inutilizzo dell’attività, 2. creazione di piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l’attività appartiene, 3. dismissione anticipata dell’attività, 4. ridefinizione della vita utile, 5. andamento dell’attività peggiore di quanto previsto. Per decidere se svalutare o meno, l’OIC 9 stabilisce che bisogna calcolare il valore recuperabile che è il maggiore tra valore tra il fair value e il valore d’uso. Non sempre è necessario calcolarli, a volte basta conoscerne uno dei due, specialmente quando uno dei due risulta superiore al valore contabile e se vi sono motivi per ritenere che il fair value approssimi il valore d’uso. 16 In generale però bisogna calcolare il fair value e il valore d’uso e il maggiore corrisponde al valore recuperabile. Il fair value è il valore a cui si potrebbe vendere o acquistare il bene sul mercato a quelle condizioni, condizioni in termini di anzianità, logorio. Se per il bene di riferimento non c’è un mercato attivo è dicile poter stabilire il fair value, quindi lo si stima in base alle migliori informazioni disponibili alla data di riferimento e in base alle transazioni per attività similari effettuate all’interno dello stesso settore industriale. Il valore d’uso è il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede abbiano origine da un’attività lungo la sua vita utile. Non è facile calcolare il valore d’uso perché bisogna scegliere un tasso di interesse idoneo e bisogna stimare il flusso finanziario da attualizzare. La stima dei flussi finanziari si fa attraverso un piano finanziario o un piano previsionale che fanno parte del budget generale d’esercizio. Per scegliere il tasso bisogna verificare il tasso di sconto vigente sul mercato, il tasso utilizzato per attività simili e bisogna osservare come le banche utilizzano i tassi per fare le operazioni di utilizzazioni. Se sul mercato vengono utilizzati tassi diversi, si fa la media ponderata dei tassi. L’OIC 9 presenta un flow chart, ovvero un percorso guidato che aiuta le imprese a capire se bisogna procedere ad una svalutazione o meno. Si parte dal dato oggettivo, ovvero bisogna vedere se ci sono degli indicatori di perdita durevole di valore: se non ce ne sono non si procede a svalutazione, se invece sono presenti si procede al calcolo del fair value. Se il fair value è superiore al Valore Netto Contabile, non si procede a fare alcuna svalutazione, ma se è inferiore al VNC bisogna calcolare il valore d’uso. Se tale valore è superiore al VNC, non si svaluta, ma se è inferiore allora bisogna svalutare → la svalutazione corrisponde alla differenza tra i due valori. Supponendo di svalutare, bisogna rilevare la perdita di valore che è dato dalla differenza tra valore contabile e il valore recuperabile; la perdita va rilevata in C.E. nella voce B10c) ALTRE SVALUTAZIONI DELLE IMMOBILIZZAZIONI . L’anno successivo bisogna fare di nuovo tutte le valutazioni e se il bene ha riacquistato valore, bisogna eliminare l’effetto della svalutazione facendo il ripristino del valore, ovvero bisogna eliminare la svalutazione e si riporta il valore dell'immobilizzazione al suo valore iniziale. Il ripristino è un ricavo che va a C.E. nella voce A5) ALTRI RICAVI E PROVENTI. Se bisogna inserire una perdita in C.E. Se nel momento della svalutazione in bilancio è presente l’avviamento, la perdita non viene caricata sulla specifica immobilizzazione, ma viene caricata sull’avviamento. Nella seconda sezione dell’OIC 9 viene spiegato il metodo semplificato per la svalutazione che è applicabile per tutte le imprese che fanno il bilancio abbreviato, ovvero quelle imprese che hanno due dei seguenti limiti: dipendenti < 50, attivo < 4.4 mln, ricavi< 8.8 mln. Queste società non fanno il budget generale d’esercizio e possono non fare il piano finanziario, ma fanno riferimento alla pura stima dei flussi reddituali futuri e bypassano il problema dell’attualizzazione e alla loro capacità di ammortamento. Per svalutare le immobilizzazioni le imprese che usano l’approccio semplificato, non calcolano il valore d’uso, ma calcolano la capacità di ammortamento, quindi stimano i flussi reddituali futuri riferibili a 5 anni. Non si svaluta nel momento in cui la gestione futura riesce a coprire gli ammortamenti. III. IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 1. PARTECIPAZIONI 2. CREDITI 3. ALTRI TITOLI 17 4. ALTRI TITOLI IMMOBILIZZATI: vanno in questa voce particolari tipi di azioni, BOT, obbligazioni che hanno particolari regole contabili. Sono titoli a medio/lungo termine e vanno valutati con il criterio del costo ammortizzato. 5. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI (O CONTRATTI DERIVATI): sono contratti di copertura finanziaria → in Italia fino al 2016 non venivano iscritti in bilancio perché venivano considerati come polizze assicurative e venivano riportate solo in nota integrativa. Con la riforma del 2016 questi contratti sono stati inseriti in bilancio. Sono contratti di copertura perché permettono alle imprese di far fronte a finanziamenti corposi, assicurandosi contro l’insolvenza. Essendo contratti che coprono finanziamenti a medio/lungo termine si inseriscono tra le immobilizzazioni e la loro valutazione avviene al fair value disciplinato nel 2426 11.BIS. L’OIC ha recepito questi contratti con il principio numero 32. L’OIC 32 li definisce come “contratti che danno origine ad un’attività finanziaria per una società e ad una passività finanziaria o ad uno strumento di capitale per un’altra società” e il cui valore varia come conseguenza della variazione del contratto coperto . I derivati sono causa di default perché sono contratti puramente speculativi. C: ATTIVO CIRCOLANTE: è composto da valori correnti (breve termine → ENTRO 12 MESI) ed è composto da: I. RIMANENZE II. CREDITI III. ATTIVITÀ FINANZIARIE IV. DISPONIBILITÀ LIQUIDE I. RIMANENZE : sono composte da 5 voci: 1. MATERIE PRIME SUSSIDIARIE E DI CONSUMO: input del sistema produttivo 2. PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE E SEMILAVORATI: sono prodotti che hanno subito un processo di trasformazione, ma che non sono stati completati 3. LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE: sono quei beni che per la realizzazione richiedono più esercizi e che vengono prodotti internamente 4. PRODOTTI FINITI E MERCI: output del sistema produttivo 5. ACCONTI Il codice civile disciplina l’attivo circolante all’articolo 2426 punto 9 e dice che le rimanenze si valutano al costo di acquisto più gli oneri accessori o al loro costo di produzione. Secondo il legislatore le rimanenze appartengono ai beni fungibili: ovvero sono beni che sono standardizzati e che sono molto presenti sul mercato e per questo vengono valutati con metodi veloci: LIFO, FIFO e costo medio ponderato. Con il FIFO il magazzino viene valorizzato ai prezzi recenti, quindi prossimi al 31/12 Con il LIFO il magazzino viene valorizzato ai prezzi di inizio esercizio. Il criterio può essere deciso dall’impresa, ma bisogna indicarlo in nota integrativa. Il principio contabile di riferimento è l’OIC 13 il quale stabilisce che per evitare la discrezionalità di valutazione bisognerebbe usare il costo specifico, quindi in base alla tipologia di rimanenze, bisogna trovare il valore specifico. Se ciò è complicato per il tipo di impresa, l’OIC riconosce uno dei tre metodi di valutazione, ma richiede che questo venga mantenuto costante per alcuni anni per rispettare il postulato della costanza. L’OIC 13 riconosce altri metodi: il costo standard, il costo dei prezzi al dettaglio e il valore costante che portano a risultati molto simili a LIFO, FIFO e costo medio ponderato. PAGAMENTO DIFFERITO: quando si comprano materie prime, se non si ha liquidità suciente si richiede un pagamento differito, che porta al pagamento di interessi che per una parte andranno caricati al costo di acquisto. 20 I COSTI STANDARD: sono costi che vanno ad approssimare il costo effettivo delle rimanenze quando ci sono normali livelli di ecienza e capacità produttiva e sono regolarmente sottoposte a revisione in base alle condizioni del momento. METODO DEI PREZZI AL DETTAGLIO: viene usato per valutare le rimanenze dei beni a rapido rigiro. Viene determinato sottraendo dal valore di vendita delle rimanenze un'adeguata percentuale di margine lordo. METODO DEL VALORE COSTANTE: è un valore a forfait e si applica quando si hanno rimanenze con valori trascurabili. METODO DEI COSTI STANDARD: costi determinati in anticipo rispetto alla produzione tramite l’uso di specifiche tecniche. i costi standard possono essere usati nella valutazione del magazzino solo se rappresentativi dei costi effettivamente sostenuti. 2. LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE: sono lavori che hanno solo determinate società, ovvero quelle che lavorano su commessa o su appalto → per questi tipo di lavori vengono fatte delle valorizzazioni a SAL. possono essere valutati sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza (2426 cc.) Il principio contabile di riferimento è l’OIC 23. Come prima cosa il principio dà la definizione dei lavori in corso su ordinazione: i lavori in corso su ordinazione (o commessa) sono contratti, di durata normalmente ultrannuale, per la realizzazione di un bene (o di una combinazione di beni) o per la fornitura di beni o servizi non di serie che insieme formino un unico progetto, ovvero siano strettamente connessi o interdipendenti per ciò che riguarda la loro progettazione, tecnologia e funzione o la loro utilizzazione finale. i lavori su ordinazione sono eseguiti su ordinazione del committente secondo le specifiche tecniche da questi richieste. Questo contratto prevede il corrispettivo predeterminato e un certo margine che serve per coprire eventuali imprevisti, visto che i lavori impiegano vari esercizi. l’OIC 23 stabilisce che ci sono due criteri di valutazione per i lavori in corso: la percentuale di completamento e la commessa completata. Criterio della percentuale di completamento (SAL): riconoscimento del risultato della commessa negli esercizi in cui i lavori sono stati eseguiti. Criterio della commessa completata: valutazione della commessa in base al costo sostenuto. Per applicare il criterio della percentuale di completamento devono sussistere dei prerequisiti: - Esistenza di un contratto vincolante che definisca il diritto al corrispettivo; - Corrispettivo maturato con ragionevole certezza - Non sono presenti incertezze relative a condizioni contrattuali o fattori che rendono dubbia la capacità dei contraenti di far fronte alle proprie obbligazioni. - Il risultato della commessa può essere determinato. Se tali requisiti non sussistono, si applica il criterio della commessa completata. II. CREDITI 1. VERSO CLIENTI 2. VERSO IMPRESE CONTROLLATE 3. VERSO IMPRESE COLLEGATE 4. VERSO IMPRESE CONTROLLANTI 5. VERSO IMPRESE SOTTOPOSTE AL CONTROLLO DELLE CONTROLLANTI 5. Bis CREDITI TRIBUTARI → imposte sotto forma di crediti (iva a credito) 5.Ter IMPOSTE ANTICIPATE → credito per le imposte, si hanno quando si anticipano imposte che si sarebbero dovute in un secondo momento 5. Quater VERSO ALTRI → credito residuale 21 I crediti inseriti nelle immobilizzazioni finanziarie sono crediti finanziari, quelli inseriti in attivo circolante sono crediti commerciali. Il 5 bis, ter e quater sono voci inseriti dopo la riforma del 2015. I crediti per la loro corretta rilevazione in bilancio rispettano una particolare tecnica contabile, ovvero vanno inseriti in bilancio al netto dei loro fondi rettificativi (svalutazione crediti e rischi su crediti). L’articolo 2426 C.C si occupa della valutazione dei crediti e dice che devono essere valutati al criterio del costo ammortizzato tenendo conto del tempo e del presumibile valore di realizzo. Per le società che fanno il bilancio abbreviato e semplificato è possibile non recepire il criterio del costo ammortizzato che è utilizzato solo dalle imprese che redigono il bilancio ordinario. Il costo ammortizzato è obbligatorio per non tutti i crediti, ma solo per quelli finanziari, quindi quelli a medio-lungo termine; per i crediti a breve termine il criterio da seguire è quello del valore nominale . Secondo il C.C bisogna riportare le informazioni circa la scadenza dei crediti in nota integrativa per capire se sono immobilizzati (m/l termine) o meno (b termine). Il principio contabile di riferimento è l’OIC 15. Questo principio fornisce prima la definizione di credito e dice che è un diritto ad esigere ad una certa scadenza una determinata somma . Appartengono ai crediti le cambiali attive (che è un titolo di credito). Il criterio di valutazione ammesso per i crediti è il criterio del costo ammortizzato tenendo conto del fattore temporale: tale criterio può non essere applicato quando gli effetti sono irrilevanti, quindi quando la scadenza è inferiore o uguale ai 12 mesi, tutti i crediti vanno inseriti in bilancio al netto del fondo svalutazione crediti. Si procede alla cancellazione del credito in bilancio quando i diritti derivanti dai flussi finanziari si estinguono o quando i rischi sono trasferiti ad un terzo. I crediti vanno iscritti in bilancio in base al criterio del costo ammortizzato tenendo conto del fattore temporale : Bisogna attualizzare i crediti secondo un tasso di interesse desumibile dalle condizioni di mercato per conoscere il valore da inserire in bilancio: la differenza tra valore attuale e valore nominale è l’interesse implicito che il debitore deve per aver ottenuto una dilazione di pagamento → questi crediti vengono calcolati in modo indiretto (valore attuale del credito che si deve incassare al tasso prescelto per il tempo di dilazione). Un credito viene cancellato nel momento in cui un credito viene venuto (factoring, conferimento del credito, cessione pro soluto). CREDITI TRIBUTARI INTERFERENZE FISCALI: ci sono regole fiscali per calcolare le imposte che sono contenute nel TUIR. Ci sono poi differenze temporali perchè il 31/12 si calcola il risultato di esercizio e le imposte si pagano a maggio, dopo l’approvazione del bilancio, con il modello F24. a maggio si paga il saldo delle imposte dell’anno precedente e il primo acconto delle imposte correnti, a novembre il secondo acconto e a maggio dell’anno dopo il saldo. Ci sono quindi imposte di competenza di un anno che la società paga un anno dopo o che la società può pagare in anticipo: nasce così la fiscalità anticipata e la fiscalità differita. Il bilancio civilistico segue il criterio della competenza economica, mentre il fisco segue il principio di cassa. La fiscalità differita è uno strumento creato appositamente per risolvere il problema tra il calcolo del reddito di esercizio in base agli OIC e il calcolo delle imposte in base al TUIR. la fiscalità differita usa due conti: imposte anticipate e imposte differite. Le imposte anticipate sono sempre imposte differite (attive) perché sono già state pagate, mentre le imposte differite passive sono imposte da pagare. → nell’attivo circolante vanno inserite SOLO le imposte anticipate. 22 → riserva utili su cambi: quando si fanno operazioni in valuta e si crea un utile su cambi non realizzato, questo utile deve essere obbligatoriamente accantonato in questa specifica riserva. → quando si fanno rivalutazioni di partecipazioni si possono creare riserve di rivalutazione su partecipazioni. VII. RISERVA PER OPERAZIONI DI COPERTURA DEI FLUSSI FINANZIARI ATTESI Questa riserva è stata introdotta con la riforma del 2015: in questa riserva è creata per gestire la valutazione al fair value degli strumenti finanziari derivati. VIII. UTILI (PERDITE) PORTATI A NUOVO: sono quote di utili (o perdite) che non vengono distribuite o non vengono accantonate a riserva che vengono portate all’anno successivo per decidere quale trattamento subiranno (2424 cc) IX. UTILE O PERDITA DI ESERCIZIO: utile o perdita di esercizio conseguito al 31/12. Finché questo valore non viene distribuito o coperto, rimane in giacenza. X. RISERVA NEGATIVA PER AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO: va in diminuzione del patrimonio netto per il valore delle azioni proprie. L’articolo 2357 disciplina l’acquisto di azioni proprie. Si possono acquistare azioni proprie: finché il valore non sia superiore all’utile o al valore delle riserve disponibili, solo se si tratta di azioni interamente liberate, previa autorizzazione dell’assemblea dei soci che indica il numero massimo delle azioni acquistabili e il prezzo minimo e massimo che la società è disposta a spendere, e finché il valore nominale non sia pari e superiori ad ⅕ del valore del capitale sociale. Si può non applicare la normativa ordinaria se si acquistano azioni proprie se si compiono azioni di fusione, scissione o operazioni sul capitale sociale e se sono emesse a titolo gratuito. Gli amministratori di una società che hanno acquistato azioni proprie sono obbligati a dare spiegazione dei motivi dell’acquisto, indicare in quanto tempo verranno eliminate… tutte le decisioni relative alle azioni proprie competono all’assemblea degli azionisti e non agli amministratori. I diritti connessi alle azioni sono sospesi. L’acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del patrimonio netto di uguale importo tramite iscrizione nel passivo del bilancio una riserva con segno negativo. Vietata la sottoscrizione di azioni da parte degli amministratori La societa’ non puo’ accordare prestiti e fornire garanzie per l’acquisto di a.p. e non puo’ accettare azioni proprie in garanzia. Prima o poi la società deve annullare le azioni proprie: è l’assemblea che decide il momento di annullamento e bisogna stornare la riserva e contestualmente si riduce il capitale sociale per tale importo. Può essere che dal momento della creazione della riserva al momento dell'annullamento, il valore delle azioni possa essere cambiato e tale differenza deve essere imputata ad incremento o decremento del patrimonio netto. Se l’azione viene venduta, la differenza deve essere imputata ad incremento o decremento di una. voce specifica di patrimonio netto. 25 B: FONDI PER RISCHI E ONERI 1. TRATTAMENTO DI QUIESCENZA E OBBLIGHI SIMILI 2. PER IMPOSTE, ANCHE DIFFERITE 3. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI PASSIVI 4. ALTRI Questa posta di bilancio è una delle nuove voci introdotte nel 2016 dopo la riforma del 2015. Il fondo è una voce che si viene a creare (e va incrementato o diminuito) al 31/12 con un'operazione di accantonamento, che è una delle operazione di assestamento, con cui la società si va a tutelare con la costituzione di un fondo per far fronte a dei rischi perché ci può essere un evento rischioso che andrà ad intaccare l’impresa (fondo rischi) o per far fronte a delle spese certe future (fondo oneri). Il principio contabile di riferimento per i fondi rischi ed oneri è l’OIC 31 che definisce cosa sono i fondi rischi e oneri dicendo che bisogna fare riferimento a quelle che sono le potenzialità che una determinata situazione, una determinata condizione o una determinata fattispecie si possa verificare o meno. Questi fondi sono una passività che si riferiscono a qualcosa che può verificarsi oppure no, per questo possono sono chiamati anche passività potenziali. A seconda del grado di possibilità che si verifichino o meno, l’oic dice che le passività potenziali vanno divisi in tre categorie: -probabili → vi è un’alta probabilità che si verifichi -possibili → l’evento potrebbe verificarsi come non verificarsi -remote → è praticamente improbabile che l’evento si verifichi. I fondi si dividono in fondi rischi e fondi oneri. I fondi rischi rappresentano una passività di natura determinata, esistenza probabile ma non si sa il momento dell’evento e l’importo della spesa. I fondi oneri rappresentano passività di natura determinata ed esistenza certa di cui si conosce l’importo, ma non si sa quando si verificherà L’OIC spiega in modo preciso cosa si intende per fondi. Fondo di quiescenza è quel fondo in cui le società ogni anno accantonano delle somme per ciascun lavoratore che verranno erogate nel momento della pensione. Ci sono poi fondi, detti rettificativi, che non vanno inseriti direttamente in bilancio perché vanno a diminuire il valore dell’attivo a cui si riferiscono (fondo svalutazione crediti, fondo ammortamento…).ù I principali fondi rischi sono: Fondi per cause in corso; Eventuali contestazioni da parte di terzi; Garanzie prestate; Crediti ceduti (solo per garanzie minimali). I principali fondi oneri invece sono: Garanzia prodotti; manutenzione ciclica; manutenzione e ripristino beni gratuitamente devolvibili e beni ricevuti in atto; operazioni e concorsi a premio; resi di prodotti; recupero ambientale; prepensionamento e ristrutturazioni aziendali; contratti onerosi, 26 Quando si fa un accantonamento c’è un problema valutativo: chi fa le valutazioni deve rispettare i postulati di bilancio e deve essere imparziale, oggettivo e deve fornire dati verificabili. Quando si calcola un accantonamento, infatti, bisogna inserire in nota integrativa i calcoli e le stime fatte per calcolare il fondo. Oltre al problema valutativo, per chi redige il bilancio c’è anche il problema di decidere se è necessario o meno iscrivere l'accantonamento ad un fondo in bilancio. 2. FONDI PER IMPOSTE 3. FONDI PER STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI PASSIVI: gli strumenti derivati vanno valutati al fair value; quando si ha uno strumento finanziario derivato con fair value negativo che non è ancora scaduto , si può creare un fondo apposito in cui inserire la differenza negativa. Si crea un fondo perché la perdita di valore non si è ancora realizzata e il valore negativo è temporaneo, se invece lo strumento finanziario è scaduto, bisogna rilevare una perdita di valore in conto economico. 4. ALTRI FONDI: in questa voce vanno inseriti quei fondi residuali che non hanno una disciplina specifica. Le società che lavorano su commessa in bilancio hanno molteplici rischi ed oneri. C: TRATTAMENTO FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO art 2120 C.C. Al 31/12 la società deve rilevare la quota di TFR da accantonare e lo fa attraverso una scrittura di integrazione: TFR (dare) che è un costo per il personale (CE) e ADDEBITI PER TFR (debiti per TFR) che è un debito (SP). Il TFR va calcolato annualmente attraverso la formula: 𝑠𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖 𝑒 𝑠𝑡𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑖 13 , 5 Nel momento della rivalutazione bisogna fare 1.5% + 75% ISTAT per il fondo TFR Le informazioni sul TFR vanno riportati in nota integrativa, in particolare bisogna riportare informazioni sulla costituzione e sull’utilizzazione del fondo TFR. Nel 2006 è stata riformata la legge 296 ed è stato stabilito che il dipendente può decidere di mantenere il suo TFR in azienda e riceverlo quindi al momento della liquidazione, o destinarlo ad alcuni fondi che permettono di avere un TFR più corposo. Nel caso in cui il TFR venga lasciato in azienda, si procede a rivalutazione con indice ISTAT e quel valore andrà riportato al fondo quiescenza. D: DEBITI → I debiti sono passività di natura determinata ed esistenza certa che rappresentano obbligazioni a pagare un ammontare determinato a data stabilita. 1. OBBLIGAZIONI 2. OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI 3. DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTI 4. DEBITI VERSO BANCHE 27 CONTO ECONOMICO secondo IAS 1 A livello internazionale questo criterio di classificazione non viene usato perchè viene usata la contabilità analitico-gestionale che ha una finalità importantissima, ossia è finalizzata a calcolare il budget generale d'esercizio che è un documento previsionale ed è il doc contabile più importante a livello internazionale. Per questo motivo a livello internazionale i costi vengono classificati per destinazione, quindi per quale scopo vengono sostenuti costi (costi di natura amministrativa, commerciali o industriali si sostengono i costi per l’amministrazione, per motivi commerciali e per sostenere il processo produttivo). I costi industriali si trovano all’interno del costo del venduto CONTO ECONOMICO CIVILISTICO A. VALORE DELLA PRODUZIONE B. COSTI DELLA PRODUZIONE DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE (A-B) C. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE A-B+-C+-D= RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 20) IMPOSTE SUL REDDITO UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO A. VALORE DELLA PRODUZIONE 1. RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI 2. VARIAZIONE DELLE RIMANENZE FINALI DI PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE, SEMILAVORATI E FINITI 3. VARIAZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE 4. INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI 5. ALTRI RICAVI E PROVENTI, CON SEPARATA INDICAZIONE DEI CONTRIBUTI IN CONTO ESERCIZIO 1. RICAVI DELLE VENDITE E DELLA PRODUZIONE: sono ricavi presenti in tutte le imprese che si occupano di vendita di servizi e prodotti. In questa voce bisogna riportare i ricavi delle vendite al netto delle operazioni di rettifica, quindi al netto dei resi, degli abbuoni, degli sconti su quantità vendute, premi su volume di affari e imposte connesse alla vendita (2425 BIS). 2. VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE, SEMILAVORATI E PRODOTTI FINITI: in questa voce bisogna inserire le variazioni dei prodotti degli output del processo produttivo. I prodotti in corso di lavorazione sono prodotti che hanno subito solo una parte del processo produttivo e sono prodotti che si stanno implementando, mentre i semilavorati sono prodotti fini a sé stessi che hanno subito una parte del processo produttivo. Si chiamano variazioni perchè bisogna riportare il saldo incrementativo tra rimanenze di prodotti finiti a fine anno e rimanenze di prodotti finiti a inizio anno 3. LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE: sono quei lavori che realizzano le imprese che lavorano su commesse e con appalti. Al 31/12 le società devono riportare lo stato di avanzamento lavori. 4. INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI: sono quelle immobilizzazioni che vengono create all’interno di una società che comprendono i costi di fabbricazione fino al momento di utilizzo e i costi di finanziamento relativo. 5. ALTRI RICAVI E PROVENTI CON SEPARATA INDICAZIONE DEI CONTRIBUTI IN CONTO ESERCIZIO: è una voce residuale perché qua si inseriscono ricavi che non vengono inserite nelle altre voci come rimborso spese, 30 provvigioni attive, plusvalenze; infine ci sono i contributi c/esercizio e i contributi c/impianti che sono quei contributi che le società ottengono dallo Stato per lo sviluppo della loro attività. Il principio contabile di riferimento è l’OIC 12. Questo principio serve per capire quali ricavi inserire nella voce residuale A5 facendo un elenco delle voci di ricavo da poter inserire. Stabilisce che devono essere ricavi di natura accessoria non finanziari come i canoni di locazione attivi che possono essere atti attivi per terreni, fabbricati, impianti e macchinari, le plusvalenze attive (vendita immobilizzazione ad un valore maggiore del valore contabile e si ottiene una plusvalenza) e le sopravvenienze attive (rimborso dall'assicurazione in caso di copertura assicurativa per danno), acquisizione a titolo definitivo di caparre (ricavo atipico che si ottiene in caso di vendita non andata a buon fine a causa dell’acquirente). B. COSTI DELLA PRODUZIONE B6. PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI B7 PER SERVIZI B8 PER IL GODIMENTO DI BENI DI TERZI B9 PER IL PERSONALE → SALARI E STIPENDI, ONERI SOCIALI, TFR, TRATTAMENTO QUIESCENZA E ALTRI B10 AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI → DI IMM. MATERIALI, IMMATERIALI, SVALUTAZIONE IMM. E CREDITI B11 VARIAZIONI RIMANENZE DI MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E MERCI B 12 ACCANTONAMENTI PER RISCHI B 13 ALTRI ACCANTONAMENTI B 14 ONERI DIVERSI DI GESTIONE TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE (B) DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE (A-B) B6. COSTI DELLA PRODUZIONE PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E DI MERCI: anche gli acquisti di materie prime, sussidiarie e di consumo devono essere inserite al netto delle rettifiche (resi su acquisti, sconti attivi, abbuoni attivi, premi ecc..). L’OIC di riferimento è sempre l’OIC 12 e l’articolo del C:C è il 2425 BIS. B7. COSTI DELLA PRODUZIONE E PER SERVIZI: acquisto servizi per, utenze, lavorazioni di terzi, consulenze e prestazioni professionali, manutenzioni di terzi, servizi telefonici. L’OIC di riferimento è il 12 che entra nel merito della spiegazione di tutti i tipi di costi per servizi. B8. COSTI DELLA PRODUZIONE E PER GODIMENTO BENI DI TERZI: in questa voce rientrano tutti i canoni di locazione passivi e i canoni di leasing. B9: COSTI DELLA PRODUZIONE PER IL PERSONALE: prevede una serie di sottovoci in cui vanno inseriti i costi dettagliati, come per esempio, salari e stipendi, l'accantonamento TFR, gli oneri sociali.. Nella voce B) è presente la sottovoce “altri costi” in cui vanno inseriti i costi stabiliti dall’OIC 12 come per esempio le indennita’ per il prepensionamento versate al personale o borse di studio a favore dei dipendenti e dei loro familiari. B10: AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONE: questa voce è divisa in diverse sottovoci di dettaglio che divide gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali da quelle immateriali e divide anche la svalutazione degli impianti da quelle di un credito perché la svalutazione di un impianto va ad intaccare un componente a lungo ciclo di utilizzo, mentre la svalutazione dei crediti riguarda un elemento dell’attivo circolante. B11: VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E MERCI: questa voce riguarda le rimanenze degli input del processo produttivo, ovvero quei materiali che servono per avviare il processo produttivo. Si parla di variazioni perché bisogna fare la differenza tra le rimanenze iniziali e quelle finali e riportare il saldo. 31 B12: ACCANTONAMENTI PER RISCHI: in questa voce si inserisce la contropartita del fondo rischi. Sono esclusi dalla voce gli accantonamenti ai fondi per imposte (a fronte di contenziosi), che sono imputati alle voci B14 se riguardano imposte indirette, oppure alla voce 20, se riguardano imposte dirette. B13: ALTRI ACCANTONAMENTI: in questa voce si inserisce la contropartita del fondo oneri. B14: ONERI DIVERSI DI GESTIONE: in questa voce vanno inseriti i costi di gestione societaria, quindi costi di natura ordinaria: perdita su crediti… l’OIC 12 stabilisce tutti i costi che vanno nella voce B14, alcuni esempi sono la minusvalenza di natura ordinaria (vendita di un’immobilizzazione ad un prezzo inferiore), le imposte che le imprese devono sostenere, in particolare le imposte indirette quindi imposte indirette, tasse e contributi che non costituiscono oneri accessori all’acquisto di beni e servizi (imposta comunale sulla pubblicità, imposta di bollo, imposta di registro…). C. PROVENTI E ONERI FINANZIARI C15: PROVENTI DA PARTECIPAZIONI (+): in questa voce vanno inseriti valori con segno positivo e vanno inseriti i dividendi che si ottengono dalla detenzione di partecipazioni in altre società con separata indicazione dei proventi che provengono da dividendi diversi. C16: ALTRI PROVENTI FINANZIARI (+): ricavi di natura finanziaria, come interessi attivi bancari, su titoli, da clienti perché in mora devono pagare interessi per il ritardo del pagamento. C17: INTERESSI ED ALTRI ONERI FINANZIARI (-): bisogna suddividere tra interessi e oneri da società controllate, collegate e controllanti e altri interessi e oneri come interessi bancari, interessi v/fornitori, interessi su mutui o finanziamenti (diversi da quelli bancari maturati sul conto corrente). C17 bis: UTILI (PERDITE) SU CAMBI: nel caso di operazioni in valuta è possibile che a seguito del cambio di valuta al tasso di cambio vigente si possa ottenere una perdita o un utile (voce con segno + o - a seconda di cosa si ottiene). D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ E PASSIVITÀ FINANZIARIE D 18. RIVALUTAZIONI A) DI PARTECIPAZIONI B) DI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI C) DI TITOLI ISCRITTI ALL’ATTIVO CIRCOLANTE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI D) DI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI D 19. SVALUTAZIONI A) DI PARTECIPAZIONI B) DI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI C) DI TITOLI ISCRITTI ALL’ATTIVO CIRCOLANTE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI D) DI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L’OIC 12 va nel dettaglio indicando cosa comprendono le svalutazioni e le rivalutazioni. RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B+/-C+/-D) EVIDENZIARE LA DIFFERENZA FRA: + A) VALORE DELLA PRODUZIONE - B) COSTI DELLA PRODUZIONE +/- C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI (si ha diverso segno a seconda che prevalgono i proventi o gli oneri) +/- D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE (si ha segno diverso a seconda che prevalgano le rivalutazioni o le svalutazioni). 32 4) Una serie di altre informazioni. Punto 1: al punto uno il redattore di bilancio deve indicare i principi applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello stato. In questo punto tutti i redattori di bilancio sono tenuti a rendicontare in merito al postulato della continuità aziendale. Punto 2: VOCI DELLO STATO PATRIMONIALE: bisogna indicare le movimentazioni che si sono avute durante l’anno con particolare riferimento alle immobilizzazioni. Per chiarire la lettura del bilancio per ogni immobilizzazione bisogna riportare nel dettaglio informazioni relative a acquisti, vendite, svalutazioni e rivalutazioni, modifica dei criteri di ammortamento. I rendicontatori utilizzano tabelle di sintesi in cui sono riportate tutte le immobilizzazioni e le voci per analizzare l’andamento delle immobilizzazioni. Punto 3: bisogna riportare informazioni circa le immobilizzazioni immateriali: costi di impianto e sviluppo, le ragioni della loro iscrizione e le regole di ammortamento e altre informazioni utili per il lettore di bilancio. Punto 3-bis: informazioni di dettaglio a supporto dell’OIC 9 “svalutazioni per perdite durevoli di immobilizzazioni”: motivazioni per cui si procede alla svalutazione. Punto 4: indicazione delle variazioni intervenute nella consistenza delle voci dell’attivo e del passivo; in particolare per le voci del patrimonio netto, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le utilizzazioni. Per valutare le movimentazioni si utilizzano delle tabelle per l’attivo e il passivo, per il TFR e per i fondi rischi ed oneri Punto 5: impone di riportare informazioni relativamente alle partecipazioni che si detengono chiarendo il tipo (maggioranza, minoranza), se si detiene direttamente o indirettamente e le informazioni che riguardano la società nella quale si detiene la partecipazione indicando nome, sede, capitale, importo p.netto, percentuale detenuta e quota di utile o perdita che la società ha ottenuto al 31/12. Punto 6 : chiarire informazioni su debiti e crediti in bilancio spiegando quali crediti e debiti hanno scadenza entro e oltre i 5 anni. Bisogna chiarire quali debiti e crediti sono stati dati a pegno o ipoteca e quali sono dati a garanzia. Bisogna fare una ripartizione di debiti e crediti per aree geografiche in modo tale da capire se l’area geografica opera all’estero e dove opera. Questo problema viene risolto compilando delle tabelle distinte in aree geografiche. 6-bis : riguarda le società che operano con l’estero perché riguarda le operazioni in valuta e richiede l’indicazione dell’oscillazione del tasso di cambio e se si sono ottenuti utili o perdite su cambi 6-ter: informazioni relative alle operazioni pronti c/termine ovvero investimenti in titoli speculativi. Punto 7: informazioni circa ratei e risconti, sui fondi e sulle riserve del passivo Punto 7-bis: composizione della macroclasse A del patrimonio netto: le voci vanno analiticamente indicate utilizzando una tabella in cui si distingue l’origine, la possibilità di utilizzarle o distribuirle o se sono state utilizzate in anni precedenti. Queste informazioni servono per capire l’andamento della composizione della riserva. Punto 8: indicare quali oneri ci sono in bilancio, la loro origine e tipologia Punto 9: informazioni circa gli impegni, le garanzie che la società ha in essere Punto 9- bis: indicazione dei finanziamenti effettuati dai soci della società indicando la ripartizione per scadenze e l’ammontare con separata indicazione di quelli con clausola di postergazione (se ci sono aperti altri finanziamenti, il finanziamento socio è l’ultimo ad essere rimborsato rispetto agli altri creditori. Punto 10: analisi dei ricavi obbligando a chiarire come si sono formati i ricavi riportando in una tabella il luogo da cui derivano i ricavi. Punto 11: indicazione dell’ammontare dei proventi da partecipazioni, diversi dai dividendi 35 Punto 12 : indicazione della suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari relativi a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche e altri. Punto 13 : informazioni circa eventi straordinari (incendio con rimborso assicurativo): importo e natura di ricavi e costi di entità e incidenza eccezionale Punto 14: si suddivide in due sezioni in cui bisogna chiarire la fiscalità differita. Nel primo punto bisogna indicare l’ammontare delle imposte anticipate e differite, le loro cause e la aliquota. Nel secondo punto bisogna indicare l’ammontare delle imposte anticipate attinenti a perdite dell’esercizio o degli esercizi precedenti, le motivazioni, quelle non contabilizzate e la motivazione della mancata iscrizione. Punto 15 : indicazione del numero dei dipendenti ripartiti per categoria Punto 16 : compensi ai consulenti: amministratori, commercialisti, sindaci, società di revisione… Punto 17: informazioni relative alle azioni: composizione capitale sociale, numero azioni e tipo di azioni: privilegiate, godimento Punto 18: le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni, i warrants, le opzioni e i titoli o valori simili emessi dalla societa’, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono Punto 19: contratti derivati e le loro caratteristiche Punto 20-21: esistenza dei patrimoni destinati ad uno specifico affare Punto 22: contratti di leasing e di questi contratti bisogna riportare la durata, il canone, maxicanone, risconti ecc.. Ci sono due modi diversi per contabilizzare il leasing. Per risolvere la differenza tra i due modi si compila una tabella che schematizza il contratto di leasing. Punto 22-bis : operazioni realizzate con parti correlate, precisando l'importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le stesse non siano state concluse a normali condizioni di mercato Punto 22-ter : accordi con terzi soggetti che possono avere impatti patrimoniali e finanziari di un certo tipo: natura degli accordi Punto 22-quater: eventi che si sono verificati da quando si è chiuso il bilancio a quando si va ad approvare Punto 22-quinquies: il nome e la sede legale dell'impresa che redige il bilancio consolidato dell'insieme più grande di imprese di cui l'impresa fa parte in quanto impresa controllata, nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato. Punto 22-sexies : uguale al precedente, ma per gruppi più piccoli Punto 22-septies: decisione degli amministratori circa la destinazione del risultato di esercizio → utile distribuito o accantonato → copertura delle perdite: rinvio all’anno dopo, copertura con finanziamenti o riserve (diminuzione del patrimonio). Cap 6: Il Rendiconto Finanziario Il rendiconto finanziario, dopo varie proroghe e problemi, in Italia entra in italia con il decreto legislativo 139 del 2015 che ha introdotto nel Codice Civile un nuovo articolo, il 2425-Ter che rende obbligatorio il rendiconto finanziario in Italia. Art. 2425-ter: dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci. Finalità: 1. Andare ad evidenziare la variazione della composizione delle disponibilità liquide (cash flow) da un anno all’altro → schema a stati comparati. 36 2. Analizzare le cause della variazione del cash flow che sono da attribuire alla variazioni dei flussi finanziari che riguardano: a. l’attività operativa: comprende i flussi che derivano dall’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e della fornitura di servizi anche se riferibili a gestioni accessorie, e gli altri flussi non ricompresi nell’attività di investimento e finanziamento; b. quella di investimento: comprende l’acquisto e la vendita di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie; c. quella di finanziamento: riguardano i flussi che derivano dall’ottenimento o restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito d. le operazioni con i soci: questa causa è residuale e riguarda i finanziamenti alla società da parte dei soci (cash inflow). A differenza degli altri schemi di bilancio, l’articolo del codice sul rendiconto finanziario non è presente lo schema: questo perchè quando sono stati introdotti gli altri schemi non esisteva l’OIC, mentre quando è entrato in vigore il rendiconto quest'ultimo era già stato creato ed è compito suo redigere lo schema di rendiconto Il prospetto contabile per fare il rendiconto finanziario è stato pubblicato nel 2016 in un apposito principio contabile che è l’OIC 10: ha recepito lo schema internazionale senza inventare nulla. Lo schema di rendiconto prevede una struttura divisa in tre macroclassi per ogni causa di flussi finanziari: A. FLUSSI FINANZIARI DERIVANTI DALL’ATTIVITÀ OPERATIVA: questa macroclasse può essere fatta con il metodo diretto o indiretto. - Con il metodo diretto si confrontano i cash inflow (entrate finanziarie - incassi da clienti e altri incassi ) con i cash outflow (flussi finanziari in uscita - pagamenti a fornitori per acquisti, per servizi, pagamenti al personale…): si evidenziano quindi i flussi finanziari; - Con il metodo indiretto si apportano rettifiche all’utile o alla perdita da conto economico. Questo metodo viene fatto a livello Italiano perché non si fa la contabilità con un approccio finanziario: in questo metodo la macroclasse ha 4 stratificazioni: 1. Utile +imposte+interessi passivi (- interessi attivi)-dividendi-plusvalenze(+minusvalenze) = utile o perdita dell’esercizio prima delle imposte sul reddito, interessi, dividendi e plus/minusvalenze . 2. Flussi finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto : dal primo risultato aggiungo i costi non monetari, ovvero costi che non danno luogo a uscite monetarie (accantonamenti, ammortamenti, svalutazioni) o ricavi che non danno luogo a entrate monetarie; 3. Flusso finanziario dopo le variazioni del cnn: attività o passività a breve → rimanenze, crediti v/clienti, debiti v/finanziari… l’aumento di un credito va con il segno meno perché se aumentano i crediti, vuol dire che la società non ha incassato, mentre la diminuzione dei crediti va con segno più perché vuol dire che si è riusciti ad incassare 4. Altri incassi/pagamenti: interessi pagati va con segno meno perché esce denaro, imposte sul reddito con segno meno perché esce denaro, dividendi con segno più perchè entra denaro e fondi con segno meno perché bisogna fare lo storno. B. FLUSSI FINANZIARI DERIVANTI DALL’ATTIVITÁ D’INVESTIMENTO: acquisti e vendite di immobilizzazioni tecniche (materiali e immateriali) e finanziarie. Gli investimenti hanno segno - perché diminuiscono le liquidità, per contro il disinvestimento ha segno + perché aumenta la liquidità. La macroclasse viene divisa in immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie, attività finanziarie non immobilizzate e acquisto o cessione di azienda. Il saldo della macroclasse dipende dalla prevalenza di investimenti (segno +) o dei disinvestimenti (segno -) 37 Questo conto economico è basato sulla conoscenza del valore aggiunto che è dato dal valore della produzione - costi operativi esterni (acquisti che si sostengono come società per comprare servizi da fornitori esterni). Questo risultato è importante per la teoria della creazione del valore secondo la quale, mentre un tempo tutte le società dovevano essere amministrate dagli amministratori avendo come fine ultime il calcolo del profitto: si aveva come obiettivo la massimizzazione del profitto che era una cosa positiva perchè era maggior guadagno per l’imprenditore. Negli anni si è stabilita la teoria degli stakeholder secondo la quale con più passano gli anni più persone sono interessati nell’azienda e nel suo buon andamento: se si massimizza solo il profitto si fa l’interesse solo dell’imprenditore, ma se si va a creare valore aggiunto, questo può essere distribuito tra tutti gli stakeholder. Con il conto economico a valore aggiunto si mette in evidenza il valore aggiunto che l’azienda crea e che sarà distribuito agli stakeholder: maggiore è il valore aggiunto, maggiori sono le aspettative degli stakeholder soddisfatte. Nel dare - IMPIEGHI- metto gli investimenti: A medio lungo termine: capitale fisso → immobilizzazioni distinte in immateriali, materiali e finanziarie A breve termine: capitale circolante (attivo corrente) → magazzino, quindi le rimanenze finali, liquidità differite (crediti che si trasformano in liquidità entro 12 mesi), liquidità immediate che sono gli elementi già liquidi. In avere - FONTI- metto: Capitale netto Passivo consolidato: fonti a medio lungo termine, superiore a 12 mesi Passivo corrente: fonti a breve termine, entro 12 mesi. Lo stato patrimoniale viene riclassificato anche secondo la pertinenza gestionale e ha l’obiettivo di far emergere il capitale investito nelle attività operative (attività della gestione caratteristica) e quello investito nell’attività non operativo. Per il passivo si distingue il breve termine dal lungo termine 40 Questi schemi si fanno per mettere in evidenza grandezze specifiche che servono per calcolare gli indicatori di bilancio. Gli indicatori si distinguono in: - Indicatori economici: ROE, ROI, ROS, ROA, EBIT, Incidenza oneri finanziari. - Analisi finanziaria e patrimoniale: Indice di struttura, Elasticità dell’attivo immobilizzato, Indice di indebitamento, Indice di indebitamento finanziario, Quoziente di disponibilità, Capitale circolante netto, Quoziente di tesoreria, Rotazione del magazzino, Dilazione media crediti/debiti Capitale circolante netto. Questi indicatori vengono riportati e commentati. Le informazioni vanno riportate anche ai vari settori in cui l’azienda opera in particolare al settore economico e all’attività d’impresa con riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti. POSIZIONE (INDEBITAMENTO) FINANZIARIA NETTA f) grandezza riportata e calcolata perchè sono le banche che desiderano trovare questa grandezza per capire la propria posizione. La relazione sulla gestione ha trovato a supporto tante linee guida: uno dei più importanti è quello sulla differenza sulla redazione della relazione sulla gestione redatta dalle piccole e medie imprese rispetto a quella redatta dalle grandi imprese. Vengono inseriti dei parametri per distinguere le grandi imprese da quelle piccole. Le grandi imprese sono quelle che hanno: - Attivo SP > 43ML - Ricavi > 50ML - Dipendenti medi >250 Vengono poi distinte le informazioni necessarie, quindi quelle obbligatorie anche per le imprese più piccole, da quelle aggiuntive, che sono necessarie solo per le grandi imprese: Dati necessari: I dati necessari per l’analisi della situazione reddituale sono: - il trend fatturato o il valore della produzione o il risultato ante imposte degli ultimi 5 anni - MOL, RO, EBIT normalizzato, EBIT integrale I dati necessari per l’analisi finanziaria, invece, sono gli indicatori di solidità che si distinguono in: a. MODALITA’ FINANZIAMENTO IMPIEGHI A M/L TERMINE: le modalità di finanziamento degli impieghi si valuta con alcuni indicatori come: - il margine primario di struttura (mezzi propri - attivo fisso): con questo indice si mostra se l’azienda è in grado di finanziare le immobilizzazioni solo con il capitale proprio. 41 - il margine secondario di struttura (mezzi propri + passività consolidate - attivo fisso): con questo indice si mostra se l’azienda è in grado di finanziare le immobilizzazioni unendo il capitale proprio e i debiti a medio lungo termine, come i mutui. b. COMPOSIZIONI DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO: anche la composizione delle fonti di finanziamento si valuta con degli indicatori come: - Il quoziente di indebitamento complessivo (passività consolidate + passività correnti)/mezzi propri - Il quoziente di indebitamento finanziario: passività di finanziamento/mezzi propri Dati facoltativi: sono informazioni che non sono obbligatorie per le piccole medie-imprese, che invece le imprese di maggiori dimensioni devono comunque riportare. Questi dati servono per analizzare: a. LA SITUAZIONE REDDITUALE: si valuta attraverso indici di bilancio come: - ROE netto: Risultato netto/Mezzi propri: esprime il rendimento del capitale netto conferito a titolo di rischio - ROS: Risultato operativo/Ricavi di vendita: esprime la percentuale di redditività caratteristica delle vendite, cioè la capacità di reddito dell’impresa che deriva dallo svolgimento delle operazioni tipiche. b. LA SITUAZIONE FINANZIARIA: si valuta attraverso indici come: - Capitale circolante netto: attivo corrente - passività correnti → esprime l’attitudine dell’impresa a fronteggiare il fabbisogno finanziario con mezzi finanziari a breve. - Margine di tesoreria: (liquidità differite + liquidità immediate) - Passività correnti: esprime il grado di solvibilità a breve dell’impresa. Oltre alle informazioni finanziarie bisogna riportare anche quelle non finanziarie (non financial information) che vanno ad analizzare l’attività della società, l’ambiente e il personale, utilizzando vari strumenti tra cui gli indicatori di sostenibilità ed equità. Negli ultimi anni questa funzione è diventata sempre più importante, specialmente per le imprese minori perchè va a sopperire la funzione che ha il bilancio di sostenibilità. - Informazioni sulla posizione della società sul mercato : si calcola attraverso la quota di mercato (fatturato/dimensione mercato) che indica il volume dell’attività rispetto alla dimensione del mercato servita - Informazioni sul livello di innovazione: il calcolo di questo livello si fa attraverso 5 indicatori che esprimono il risultato innovativo dell’impresa: - Tasso di novità di clienti e mercati (fatturato da nuovi clienti (mercato)/fatturato) esprime i risultati innovativi dell’impresa. - Informazioni sulla customer satisfaction: - Tasso difettosità prodotti (numero prodotti difettosi/numero totale prodotti veduti): esprime la qualità del prodotto rispetto alle esigenze dei clienti. - Ecienza dei fattori: - Ricavi per dipendente ( fatturato/numero medio dipendenti): esprime la produttività aziendale - Ecienza dei processi: - Tempo medio di lavorazione: (somma dei tempi di lavorazione interna): esprime la velocità delle attività operative interne limitatamente ai processi di produzione in senso stretto. 42 tipologie di lavoratori o contratto. Aiuta a capire la movimentazione del personale Indica la retribuzione media in base al tipo di ruolo che si ricopre e in base alla tipologia di contratto. Per la redazione del bilancio ci seguono gli articoli del Codice Civile e i principi contabili dell’OIC. Tutti gli anni l’OIC emana principi per regolare la formazione del bilancio: negli ultimi due anni sono stati emanati due nuovi principi: OIC 34: Bilanci degli ETS → disciplina i bilanci delle aziende del terzo settore che sono le imprese non profit, che hanno fini solitamente ideali OIC 35 (entrata in vigore 01/01/24): I Ricavi → disciplina la voce dei ricavi per essere più precisi e allineati alle normative Europee relativamente ai contratti di vendita. Cap 8: Il Bilancio In Forma Abbreviata Il bilancio analizzato finora è il bilancio che viene redatto dalle società medio-grandi, ovvero quelle che sono in regime di contabilità ordinaria, che in Italia sono una minima parte di tutte le imprese italiane. La maggior parte delle imprese italiane sono medie e collocate nel regime contabile “intermedio”; vi sono poi altre aziende che sono collocate nel regime contabile semplificato, che sono le micro-imprese. Le imprese che fanno il bilancio in forma abbreviata sono le società che non abbiano emesso titoli regolamentati, ovvero che non sono quotate, e quelle che non hanno superato nel primo esercizio o per due esercizi successivi due dei seguenti parametri: - un attivo di stato patrimoniale di 4.400.000, - ricavi delle vendite e delle prestazioni 8.800.000 - dipendenti occupati in media nell’anno: 50. Parlando di regime abbreviato si intende che queste imprese sono esonerate da alcune formalità: - In stato patrimoniale vengono riportate sono le macroclassi e le classi; - Le voci dell’attivo crediti verso soci per versamenti ancora dovuti e i ratei e i risconti, possono confluire nella voce C II dei crediti con indicazione della diversa esigibilità. - La voce del passivo “ratei e risconti passivi” può non essere riportata e gli importi che sarebbero destinati a questa voce vengono inseriti nella macroclasse dei debiti. - In conto economico si possono raggruppare una moltitudine di voci: - Le macroclassi ci devono essere; - Le voci delle rimanenze A2 e A3 possono essere raggruppate; - I costi del personale B9c, B9d e B9e possono essere raggruppate; - Anche gli ammortamenti delle immobilizzazioni possono essere raggruppate senza distinzione del tipo di immobilizzazione; - Le sottovoci C16b e C16c possono essere raggruppate, - Nella macroclasse D si riportano solo le voci e non le sottovoci - La parte sulla fiscalità rimane INVARIATA . 45 Per quanto riguarda la nota integrativa, quella compresa nel bilancio abbreviato richiede solo le informazioni richieste dai punti 1, 2, 6, 8, 9, 13, 15, 16, 22-bis, 22-ter, 22-quarter, 22-sexies Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata NON redigono il rendiconto finanziario e la relazione sulla gestione: quest’ultimo schema può non essere redatto se le informazioni circa la compagine societaria della società stessa e la compagine societaria delle società in cui si detengono partecipazioni vengono inserite in Nota Integrativa. Il bilancio redatto dalle imprese che appartengono al regime contabile abbreviato e che viene disciplinato dall’articolo del Codice Civile 2435-bis è composto da: - Stato Patrimoniale semplificato: si riportano solo le macroclassi e le classi; - Conto Economico semplificato attraverso il raggruppamento di alcune voci e sottovoci; - Nota Integrativa che deve riportare le informazioni sulle azioni proprie o in altre società - NO Rendiconto Finanziario → si ha la facoltà di non farlo - NO Relazione sulla Gestione purché alcune informazioni vengano accolte in nota integrativa. Il Bilancio delle Micro-Imprese Le micro-imprese vengono introdotte nel nostro ordinamento dopo la riforma del 2015: per poterle recepire viene creato un nuovo articolo del Codice Civile: 2435-ter. Anche in questo caso sono stati statuiti dei parametri per stabilire quando una società è mirco: - Attivo SP ≤ 175.000 - Ricavi delle vendite e delle prestazioni ≤ 350.000 - Dipendenti occupati in media nell’anno ≤ 5 46 Queste imprese godono delle semplificazioni delle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata, aggiungendo l’esonero della nota integrativa a condizione che informazioni importanti vengano riportate in calce allo stato patrimonia: queste informazioni sono quelle dell’articolo 2427 con particolare riferimento al punto 9 (informazioni circa gli impegni, le garanzie che la società ha in essere) e punto 16 (compensi ai consulenti: amministratori, commercialisti, sindaci, società di revisione…) Il bilancio delle società micro è formato da: - Stato Patrimoniale semplificato con solo macroclassi e classi; - Conto Economico con raggruppamenti; - NO Nota Integrativa purché le informazioni richieste dal legislatore vadano in calce allo Stato Patrimoniale; - NO Relazione sulla Gestione; - NO Rendiconto Finanziario; Cap 9: Analisi di Bilancio Si fa l’analisi di bilancio perché il bilancio civilistico non permette agli utilizzatori (stakeholders) di avere un'informativa completa e quindi l’analisi permette cogliere cogliere elementi di sintesi necessari ad una valutazione economica, finanziaria e patrimoniale della gestione dell’impresa. È necessario conoscere lo stato di salute della società per vari motivi: - Gli investitori: per scegliere se investire in una società gli investitori guardano allo stato di salute delle imprese. Ad esempio le banche finanziano le imprese che sono più in equilibrio e che danno una maggior sicurezza sulla restituzione del capitale; Gli utilizzatori del bilancio si dividono in: - Interni: sono coloro che hanno un rapporto più stretto con l’azienda e sono i soci di maggioranza, gli analisti interni, gli amministratori. Questi stakeholders hanno a disposizione informazioni complete - Esterni: soci di minoranza, finanziatori, fornitori, clienti ecc che hanno solo le informazioni che sono contenute nel bilancio di esercizio. - Dal 15 luglio 2022 è entrata in vigore il “Codice della crisi e dell’insolvenza” che ha rinnovato tutta la legge fallimentare che impone a tutti gli imprenditori l’obbligo di autovalutarsi ogni anno al fine di arrivare a fare la valutazione della continuità aziendale . Per valutare se la società può continuare ad operare come azienda in funzionamento, la società deve usare dei supporti di tipo matematico, ovvero le informazioni fornite dagli indicatori. - Ciascun manager e imprenditore vuole conoscere lo stato di salute delle imprese per poter fare il confronto con imprese concorrenti: per poter fare ciò è necessario calcolare gli indicatori e le analisi che si eseguono sono analisi temporali e spaziali: - Temporali: permettono di capire l’andamento della società negli anni; - Spaziali: permettono di confrontare i propri indicatori con quelli delle imprese simili. L’analisi della gestione aziendale può essere di due tipi: - Analisi prospettica: si fa la programmazione della gestione futura attraverso la stesura del budget. - Analisi consuntiva: sulla base di valori passati e consolidati si può controllare la gestione passata e si valuta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale Molte volte si utilizzano le analisi consuntivo a supporto delle valutazioni previsionali, infatti per fare un budget si parte dai dati che si sono realizzati l’anno precedente e sulla base di questi si imposta la programmazione dei lavori per il nuovo anno, al fine di migliorare la situazione economica, finanziaria e patrimoniale. 47 beni e servizi acquistati presso terze economie → se l’impresa sa creare valore aggiunto è più attrattiva rispetto ad altre. Dalla riclassificazione del conto economico si possono ottenere alcuni indici tra cui: -Margine operativo lordo (MOL o EBITDA): è dati da valore aggiunto - costo del personale e indica la capacità di generare risorse finanziarie attraverso l’attività economica caratteristica -Reddito operativo (o EBIT) è dato da MOL - ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni. Rappresenta il reddito derivante dalla gestione caratteristica dell’impresa: sono, pertanto, escluse le componenti finanziarie, patrimoniali, (straordinarie) e fiscali. Step 3 • Costruzione dei margini e degli indici: gli indici sono un rapporto percentuale, mentre il margine è dato da una differenza e quindi è un valore assoluto: Indice= % Margine= differenza (valore assoluto) 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑛𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE Valuta l’equilibrio e la composizione di fonti e impieghi → indici Elasticità degli investimenti/ Elasticità dell’attivo corrente: Elasticità investimenti= 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 Elasticità attivo corrente = 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 questi due indici sono complementari, e la loro somma deve dare 1 e permettono di calcolare quanto l’impresa è rigida (o elastica), indicando in che misura gli investimenti in capitale fisso o in attività a breve compongono il capitale investito → normalmente un indice pari a 0.5 è da considerarsi buono, ma la valutazione dipende dal settore e dal tipo di impresa. Elasticità del capitale permanente = : il capitale permanente è composto da patrimonio 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑛𝑡𝑖 netto + debiti a medio lungo e indica quanto il capitale a medio/lungo termine incida sul totale fonti (≥0,4) Elasticità del capitale di terzi = : indica quanto il capitale di terzi incida sul totale fonti 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑧𝑖 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑛𝑡𝑖 (≤0,5) Indice di solidità del patrimonio = evidenzia il peso delle componenti patrimoniali diverse 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 dall'apporto dei soci. Indice di indipendenza finanziaria = mostra in quale misura il totale dei mezzi investiti 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑛𝑡𝑖 nell'impresa sia stato finanziato con il capitale proprio o a pieno rischio, indica l’indipendenza finanziaria, quindi quanto l’impresa riesce a sopravvivere senza dipendere da capitale di terzi. ANALISI DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA 50 L’analisi della situazione finanziaria mira ad accertare in che misura la combinazione impieghi – fonti è in grado di produrre, nel breve periodo, flussi monetari equilibrati, cioè tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni in uscita che la gestione richiede Margine di struttura 1° = Capitale proprio - Attivo immobilizzato → indica la capacità del capitale proprio di coprire l’attivo immobilizzato, in particolare la parte che rimane disponibile dopo aver coperto il capitale immobilizzato. Indice di autocopertura delle immobilizzazioni = indica la capacità del capitale proprio 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 di coprire l’attivo immobilizzato. Margine di struttura 2° = Capitale permanente – Attivo immobilizzato: indica se il capitale permanente l’azienda è capace di coprire l’attivo immobilizzato; perché si abbia equilibrio è necessario che se il primo margine di struttura è negativo, questo deve essere positivo. Se fosse negativo è necessario ricorrere al capitale corrente, e questo indica uno squilibrio finanziario. Indice di copertura delle immobilizzazioni= = indica la capacità del capitale permanente 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 di coprire l’attivo immobilizzato. Capitale circolante netto = Attivo corrente – Passività correnti: evidenzia se le attività a breve sono sucienti a coprire i debiti a breve, il margine deve essere positivo e perché si abbia un vero e proprio equilibrio si ritiene che l’attivo corrente deve essere il doppio del passivo corrente visto che il magazzino è composto da risorse non molto liquidabili. Indice di disponibilità= 2 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 ≥ Margine di tesoreria = (Liquidità immediate + Liquidità differite) – Passività correnti: indica se le liquidità aziendali (immediate e differite) sono in grado di far fronte agli impieghi a breve termine costituiti dalle passività correnti. Indice di liquidità = perché la situazione sia equilibrata il valore deve 𝐿𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑖𝑡 à 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎𝑡𝑒 + 𝐿𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑖𝑡 à 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑒𝑟𝑖𝑡𝑒 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖𝑡 à 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑖 essere positivo e tendere a 1. L’indice è negativo è dato da tempi di pagamenti dilazionati, quindi è necessario rivedere gli accordi commerciali. Quoziente di indebitamento o leverage = esprime in quale misura il totale degli impieghi è 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝐼𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 finanziato dal capitale proprio. INDICATORI DI ROTAZIONE E DI DURATA Gli indici di rotazione sono volti ad analizzare la rotazione del capitale investito nella gestione tipica aziendale e sono: Indice di rotazione degli impieghi = l'indice segnala quante volte in un esercizio, il 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 capitale investito si è trasformato in risorse finanziarie attraverso le vendite (>1) 51 Indice di rotazione dell’attivo corrente = l'indice segnala quante volte, in un esercizio il 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 capitale circolante lordo si è trasformato in risorse finanziarie attraverso la vendita di prodotti aziendali. Indice di rotazione del magazzino = indica il numero di volte in cui il magazzino si è 𝑅 . 𝐼 + 𝐴𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑖 − 𝑅 . 𝐹 𝐷𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡 à 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖𝑛𝑜 rinnovato a seguito del consumo delle materie prime e della vendita dei prodotti. Gli indici di durata analizzano la durata media delle dilazione concesse ai clienti e quella ottenuta dai fornitori di beni e servizi durante la gestione Indice di dilazione dei crediti commerciali = indica, in media, quanti sono i giorni 𝐶𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑥 365 ( 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 + 𝐼𝑉𝐴 ) di dilazione concessi ai propri clienti in seguito alla vendita dei prodotti aziendali. (60) Indici di dilazione dei debiti commerciali = indica, in media, quanti sono i giorni di 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑥 365 ( 𝐴𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑖 + 𝐼𝑉𝐴 ) dilazione concessi dai propri fornitori in seguito all'acquisto di beni e servizi. (90) INDICI DI REDDITIVITÀ ROE = indica quanto remunera il capitale investito dagli azionisti in azienda (3%-5%) 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑑 ' 𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 ROI = esprime il tasso di redditività del capitale investito nella gestione caratteristica 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 deve essere maggiore del ROE, circa il doppio ROS = esprime il tasso di redditività delle vendite, se è positivo esprime quanto ricavo 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 rimane dopo la copertura dei costi di gestione. Incidenza della gestione extracaratteristica = indica in che misura la gestione 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑑 ' 𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 extracaratteristica (finanziaria, atipica, straordinaria e fiscale) ha inciso sul reddito operativo, per giungere al reddito dell'esercizio ≥ 1 ROD = l’indice mostra il grado di remunerazione del capitale di terzi: perchè la situazione 𝑂𝑛𝑒𝑟𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑧𝑖 sia equilibrata deve essere in linea con i tassi di finanziamento presenti sul mercato ROA = indica la capacità della stessa nel creare valore attraverso 𝑅 . 𝑂 + 𝐺𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑥𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡 . + 𝑃𝑟𝑜𝑣 . 𝐹𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑖𝑒𝑔ℎ𝑖 gli asset detenuti. INDICI DI PRODUTTIVITÀ Gli indici di produttività esprimono la quantità di output ottenuto in relazione alle risorse impiegate per ottenerlo. Ricavi pro capite = esprime i ricavi medi realizzati per dipendente 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 / 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑁𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 VAlore aggiunto pro capite = Indica il valore aggiunto prodotto in media da ciascun 𝑉𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑁𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 dipendente. Costo del lavoro pro capite = Indica il costo medio del lavoro per ciascun dipendente. 𝐶𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑁𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 Tasso di ammortamento = Indica l’aliquota media di ammortamento stanziato rispetto 𝑄𝑢𝑜𝑡𝑎 𝑎𝑚𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝐼𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑒 alle immobilizzazioni materiali e immateriali lorde. Grado di ammortamento = Indica in che misura le immobilizzazioni materiali e 𝐹𝑜𝑛𝑑𝑖 𝑎𝑚𝑚 . 𝑡𝑜 𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑎𝑡𝑖 𝐼𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑒 immateriali sono state ammortizzate e, da un certo punto di vista, l’anzianità delle stesse. Produttività delle immobilizzazioni materiali = mostra in che misura l’attività 𝑉𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑜 𝐼𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑚𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑒 aziendale è in grado di remunerare il lavoro e il capitale fisso impiegato. 52
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