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Biografia e contesto storico Antonio Rosmini, Appunti di Storia dell'Educazione

Lezioni su Antonio Rosmini, dalla biografia al contesto storico-culturale in cui si colloca, alle influenze che ha ricevuto dai vari intellettuali nell'800. Presente anche la sintesi "Delle cinque piaghe della santa chiesa" spiegate dal Prof. (ultime due pagine) fino ad arrivare alla condanna di tale opera.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 01/02/2024

EleonoraB4
EleonoraB4 🇮🇹

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Scarica Biografia e contesto storico Antonio Rosmini e più Appunti in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! ANTONIO ROSMINI, LEZIONI LA BIOGRAFIA Antonio Rosmini Serbati è il più importante filosofo italiano dell’ ‘800 e il più importante filosofo cattolico a livello europeo. Nasce a Rovereto nel 1797, all’avvio del periodo napoleonico in Italia. Era secondogenito e aveva una sorella maggiore, Margherita, che divenne canossiana. C’è anche un altro fratello. LA famiglia Rosmini era una delle più importanti di Rovereto, erano benestanti. L’atmosfera culturale di casa Rosmini fu particolarmente viva prima della nascita di Antonio Rovereto faceva parte della diocesi di Trento (dal pdv ecclesiastico sotto il vescovo di Trento) MA Rovereto dipendeva direttamente dall’imperatore d’Austria, dagli Asburgo. Mentre Trento aveva una vita culturale più chiusa, molto cattolica, Rovereto vive un momento di apertura e fioritura intellettuale. Rovereto era importante come ponte tra mondo italiano e mondo tedesco. A casa Rosmini c’è ”L’encyclopedie” una delle poche copie dell’opera maggiore e più nota dell’illuminismo francese (si respirava un'aria culturale aperta). Possiamo ricordare alcune figure significative del ’700 Roveretano, in rapporto con la famiglia Rosmini: 1. Girolamo Tartarotti Serbati un abbate, in contatto con Muratori (un erudito. Apprezzaval’opera caritatevole dei Frati cappuccini). Aveva studiato a Padova, ove si era avvicinato a una linea (linea di Serrì) che avvicinava due delle correnti distinte in epoche precedenti: l’agostinismo (Francescani che si riferivano a S. Agostino, visione più mistica, la luce della grazia) e il tomismo (San Tommaso D’Aquino, un domenicano, visione più radicale). Questa linea si contrapponeva a quella dei Gesuiti, che stava prendendo sempre più piede, che avevano una prospettiva, anche sul piano morale, molto tollerante VS il rigorismo dei domenicani e degli agostinismi. Tartarotti scrisse ”Della regolata devozione” criticava le tante piccole devozioni che c’erano nel mondo dei fedeli, es. tutte le fantasie mistiche bigotte (che cercavano il soprannaturale), sottolineando la carità cristiana; Scrisse anche ”Del congresso notturno delle lammie” (le lammie sono le streghe) credenza che ci fossero degli incontri notturni tra streghe e demonio. Tartarotti è contro questa visione, dice che le streghe sono delle malate che vanno curate, non esiste demonio che le possiede, e sviluppa un testo ove argomenta questa prospettiva, secondo cui la stregoneria non esiste e che le streghe hanno solo dei problemi mentali che vanno curati (visione molto illuminista di Tartarotti, un fondo di ragione umanitatia); Tartarotti non nega la magia, nega la stregoneria. 2. Clementino Vannetti figlio dei coniugi Vannetti, quelli che avevano fondato l’Accademia degli Agiati a Rovereto. Il mondo 700esco era l’epoca delle accademie, dove ci si trovava per discutere, per conversare. Questa accademia è segno di una partecipazione di Rovereto del clima di rinnovamento intellettuale e culturale, nonché fonte di raccordo tra intellettuali italiani e tedeschi. Rosmini fu accettato giovanissimo da questa accademia degli Agiati. Clementino, un letterato Roveretano. 3. Antonio Cesari, religioso dell’oratorio filippino (di S. Filippo Neri), che pur vivendo a Verona aveva rapporti con Rovereto e casa Rosmini. Antonio Cesari conobbe personalmente Rosmini, e diede lui un'impronta significativa. I filippini si occupano dell’educazione con l’oratorio, dove si prega ma si ascolta anche la musica, la poesia, e Cesari si collega a questa linea filippina, diversa da quella dei gesuiti; Oratorio è anche l’istituzione dei religiosi (di S filippo Neri) mentre i Gesuiti avevano la Compagnia di Gesù. Cesari era aperto ad una linea di piacevolezza, all’arte, ed era importante anche come letterato, secondo un’impostazione Cruscante (dell’accademia della crusca fiorentina): lingua classica, del classicismo. Sia sul versante della spiritualità che sul versante letterario Cesari influenzò Rosmini, il quale mantenne sempre una linea classica, con termini rarissimi. 4. Ambrogio Rosmini, zio di Antonio, che viveva a casa con loro ed era l’intellettuale di famiglia, artista e architetto. Aveva anche progettato dei palazzi e raccolto stampe d’arte. Il gusto artistico ed estetico divenne importante in Antonio Antonio, nei primi anni della sua giovinezza, aveva interessi principalmente letterali. Durante la sua giovinezza, Rosmini assistì ad anni di continui cambiamenti nel clima politico roveretano, e si sviluppò subito in lui l’idea che la religione non si debba legare alla politica, visto che quest’ultima è caratterizzata da continui cambiamenti. Dopo l’istruzione elementare, Rosmini frequenta il ginnasio cittadino, e in questo periodo fu attratto da studi letterali e si impegnò alla ricerca di nuovi vocaboli. Ebbe anche interessi scientifici, spirituali, filosofici. Di una certa importanza fu il rapporto che aveva con i suoi coetanei, e con alcuni di essi diede vita all’ “Accademia Vannettiana” (dedicata a Vannetti, intellettuale di Rovereto) dimostra la grande importanza che Antonio dava all’amicizia spirituale: proprio a questi ideali Rosmini dedicò un’operetta chiamata ”il giorno di solitudine”, che presentava la filosofia, l’amicizia e la religione: Antonio Rosmini vuole educare al cristianesimo, questo era l’obiettivo. Nel 1814 viene accolto alla Accademia degli Agiati. Nel 1815 ebbe l’intuizione dell’idea universalissima dell’essere, come oggetto necessario del pensiero. Si iscrive all’università di Padova, dopo aver escluso di studiare a Vienna (allora capitale dell’Impero austriaco di cui Rovereto faceva parte). Non sceglie Vienna perché, vigeva un modello giurisdizionalista a Vienna, ma Rosmini guarda con sospetto il potere dello stato, dell’impero nell’intromettersi nella vita interna della chiesa. Esclude anche di studiare a Roma perché non ambisce agli onori delle cariche ecclesiastiche, quindi sceglie Padova. Durante gli studi universitari (1816-19) Rosmini conosce illustri docenti, come Simone Assemani (che studiò qualche nozione sull’Arabo) (Rosmini scrisse anche un’opera riguardo “Maria nel Corano”, primo approccio con qualche apertura di interesse riguardo il mondo islamico, a quell’epoca si aveva una visione dell’Islam come opera del demonio, invece Rosmini ne riconosceva sia i testi che come religione), o Tommaso Tommasoni (che avviava una concordanza tra S. Agostino e S. Tommaso, e Rosmini fece molto riferimento a questi due, cercando di concordare queste due linee di pensiero), e Cesare Baldinotti (introduce Rosmini ad un approfondimento di Kant e a Giacinto Sigismondo Gerdil, cardinale cattolico canossiane) perchè sua sorella diventa una suora canossiana. Egli si apprezzano reciprocamente e lei propone a maschile di mettersi a capo del ramo maschile (che lei voleva fondare) dei figli della carità Rosmini approfondisce l’idea ma alla fine non accetta la proposta. Rosmini fondò la propria congregazione religiosa, e per dar vita ad essa inizia a raccogliere molto materiale che venne messo nel ”Directorium Spiritum”, uno ”zibaldone” per individuare le linee di fondo del suo istituto. Scritto più importante delle fonti della spiritualità rosminiana: una delle fonti che più lo ispirava erano i preti che facevano una vita da monaci (monaci regolari medievali) per riformare la chiesa bisogna migliorare il clero: avere una forma di vita comune che sia il luogo di una riforma educativa. Nel 1828 Rosmini si trasferisce al sacro monte di Domodossola, dove Mellerio aveva delle proprietà si ritira lì in preghiera e scrive la prima versione delle ”Costituzioni” (che poi venne rivista continuamente), e fonda L’istituto della carità (ricorda i figli della carità della Canossa). La prima casa dell’istituto fu a Domodossola e poi una seconda casa, più avanti, a Trento. Le ”Costituzioni” esprimono la spiritualità Rosminiana. Nel 1840 scrive il ”manuale dell’esercitatore” come formare i preti. In entrambe le opere viene fuori una particolare idea della carità la carità è triniforme: 1. Carità corporale materiale 2. Carità spirituale anima 3. Carità intellettuale tipo di carità molto originale, nuova, tipica di Rosmini. Che cos’è? È una carità che si rivolge alla mente delle persone, e la si fa tramite l’educazione. Attraverso l’educazione si cerca di promuovere i poveri, le donne, del popolo. Tutta una serie di intellettuali dell ’800 condividono questa visione di Rosmini. Rosmini, per avere l’approvazione del suo nuovo istituto, va a Roma nel 28 portando con se le Costituzioni, per farle vedere al papa (Leone 12): Leone 12 era del partito degli zelanti, quindi molto vicino a Rosmini perché dello stesso partito. e gli porta anche una copia degli Opuscoli Filosofici, però questo provoca un po’ di ritardo e nel frattempo Leone 12 muore e subentra Pio VIII, più vicino ai politici. Ebbe un udienza con lui nel maggio del ’29 intanto Pio VIII assume un atteggiamento ostile riguardo questo istituto, e non ottiene l’approvazione del nuovo istituto (lo fonda lo stesso ma non ebbe l’approvazione pontificia) (saranno approvato solo 10 anni dopo da un altro papa, da Gregorio 16); in compenso Pio VIII incoraggia Rosmini alla conoscenza spirituale e filosofica, perchè c’era bisogno di menti rigorose. Se da una parte l’incontro era stato deludente, al contempo è stata una scossa forte e positiva, il papa gli diede quasi una missione. Rosmini si convinse che era opportuno individuare le origini delle Idee e della conoscenza bisogna risolvere il grande problema della conoscenza, grande tema della filosofia moderna giungendo alla conclusione che nella filosofia moderna europea si fossero delineate 2 correnti entrambe insoddisfacenti: chi concedeva troppo alla ragione (razionalismo e idealismo, tutto idea e niente realtà) e chi troppo poco (sulla linea del sensismo). Nel 1829/30 Rosmini pubblica, in una prima edizione in 4 volumi, la sua prima importante opera filosofica: ”Il nuovo saggio sull’origine delle idee” parla delle filosofie che peccano per eccesso e per difetto. Rosmini assume una prospettiva critica moderna, criticando lo stesso criticismo Kantiano (critica della ragion pura e pratica) riduce le diverse categorie kantiane all’idea dell’essere: le sensazioni soggettive diventano un'idea oggettiva. La posizione del nuovo saggio era in sintonia con le posizioni dell’epoca, ma porta l’accento alla filosofia moderna. Nel 1831 pubblica ”Principi della scienza morale” puntualizza l’essere reale e l’essere ideale. Come si armonizzano, come si congiungono? Ponendo una terza forma dell’essere, che armonizza realtà e idea: l’essere morale, l’essere del bene. troviamo ancora la triniformità dell’essere. (che Rosmini chiamerà le 3 forme della verità). Visione strettamente cristiana e con la trinità. Rosmini Propone una filosofia cristiana moderna. Da una parte riprende la filosofia cristiana di S. Tommaso e S. Agostino ma in chiave moderna. Con una lettera ad un gesuita, a Rotam che è su una prospettiva di cristianesimo antimoderno, cerca di spiegargli che i tempi sono cambiati e che bisogna costruire una filosofia cristiana moderna, e critica, in una posizione aperta al dialogo, ma Rotam non ne volle sapere. Questo dialogo non ebbe nessuno sviluppo. Come si concilia il principio di passività e quello di triniformità della carità? Il primo punto del principio di passività è quello di mantenere la passività e conoscere sé stessi, così come le 3 forme della carità vengono prima esercitate passivamente (es. Prima riceve il battesimo) poi dopo possono essere attuate (può esercitare attivamente). L’attività dipende poi dalla provvidenza, sarò chiamato dalla provvidenza a fare un’opera di carità. L’istituto di Rosmini, infatti, non ha una missione specifica, ma ha una vocazione in senso universale. Nel 1830 Rosmini pubblica le ”Massime di perfezione cristiana” 6 massime, principi, che riguardano lo sviluppo della cristianità. (CFR riassunto spiritualità, molto importante) Si precisa attorno alle Massime un’ascetica rosminiana, che può essere anche l’asse portante di una scuola portante di spiritualità. 1834 scrive ”Storia dell’amore cavata dalle divine scritture” storia dell’umanità come una storia di rapporti d’amore tra l’umanità e dio. Opera di spiritualità anche questa. Il 1830 vede una svolta in Europa: in Francia viene abbattuta la monarchia assoluta (la monarchia borbonica) e diventa monarchia liberale!! Nel 30 si avvia anche la rivoluzione del Belgio, che si stacca dall’Olanda e diventa regime liberale. è un clima che sta cambiando, che riguarda anche il mondo cattolico, perchè va sviluppandosi un cattolicesimo liberale Lammnè si sposta su posizioni cattolico-liberali. Apre una nuova dialettica, tra cattolici antirivoluzionari, ostili a liberalismo, e cattolici aperti a correnti di pensiero politico liberale. In Italia non è così forte come in Francia ma si sviluppa. Nel regno di Sardegna e in quello delle due Sicilie, c’è ancora una certa forma di assolutismo, sono tutti illiberali, ma iniziano ad emergere posizioni diverse Rosmini si avvicina sempre di più ad un regime costituzionale. Sempre intorno al 1830 inizia anche una diatriba tra il rosminianesimo e i gesuiti (iniziò con la lettera). QUINDI CAMBIA LO SCENARIO. Nel maggio 1830 Rosmini torna da Roma a Domodossola (che si trovava nel regno di Sardegna, nel Piemonte) e viene eletto fondatore generale dell’Istituto di Carità. Già nel regno di sardegna abbiamo un cambiamento che avviene in quel periodo Muore carlo felice di Savoia e diventa re Carlo Alberto, che aveva avuto una posizione ambigua, sembrava favorevole ai moti liberali del 20-21, che porta un certo rinnovamento, con la sua visione di riformismo religioso, rifacendosi ad una visione giurisdizionalista, si sente di dover cambiare alcuni aspetti della chiesa, appoggiandosi al Cardinal Borozzo (vicino alla linea degli zelanti riformatori) in questo contesto di riformismo cattolico di Carlo Alberto, rientra anche Rosmini, che mosse una richiesta per riformare i cappuccini (gli viene chiesto di collaborare da Borozzo). 1831 diventa papa il cardinale Cappellari, amico di Rosmini, nella linea dello zelantismo riformatore, Gregorio 16. Il papa, nel 1832, scrive a Rosmini una lettera di lodi. (viene considerato un pontificato, secondo la storia, per nulla aperto nè riformatore: nonostante ciò non fu mai ostile a Rosmini, gli rimase amico e lo appoggiò sempre); In Francia Larmè aveva sviluppato una forma di cattolicesimo liberale, ma ciò non era visto bene da Gregorio il pensiero politico liberale dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di religione e di culto. Questo era un problema per il papa perchè si andava verso un indifferentismo e si dava libertà all’errore (c’era la censura prima del liberalismo, un testo ateo non sarebbe mai stato approvato, MA ORA SI IN FRANCIA e questo era un avvio di decadenza!). Gregorio scrive la sua prima enciclica ”mirari Vos”, dove condanna la dottrina della libertà di coscienza, e ripete in più punti che si sente di dover ”curare le piaghe della chiesa” Rosmini, mosso da tutto questo, verso il 1833, scrive ”Delle Cinque piaghe della santa chiesa”, però non la pubblica perchè nel 1833 c’è un primo moto insurrezionale mazziniano (propone moti di insurrezione violenta), non era il momento giusto. Rosmini è un cattolico costituzionale (riconosce i diritti di tutti i cittadini di fronte alla legge), non è però favorevole al liberalismo! è per gli ideali di libertà ma non ideologia liberale. Ciascuno sul piano religioso deve essere libero, non ci può essere una forzatura, ma questa libertà non può arrivare al punto di offendere la fede degli altri. Se sono religioso non posso offendere un ateo e viceversa. VS la libertà di offendere i sentimenti religiosi altrui. In seguito alla richiesta del vescovo di Trento, Rosmini diventa parroco che però non ha vita facile Rosmini, prete e filosofo cattolico, era visto con sospetto dal governo austriaco perchè lo ritenevano troppo vicino al papa. Rosmini si dimette nel 1835. Testimonianza dell’esperienza parrocchiale permangono due opere: ”il Catechismo disposto secondo l’ordine delle idee”. Torna nel regno di Sardegna, nel lago Maggiore a STRESA, e si stabilisce lì, dove tutt’ora c’è il suo archivio storico, conserva tutte le carte di Rosmini. (3 luoghi fondamentali di rosmini: Rovereto, Domodossola e Stresa). In questi anni, Carlo Alberto affida ai rosminiani l’indirizzo pastorale e affida loro un monastero medievale, la Sacra di San Michele in val di susa. A Stresa si dedica alla stesura di opere di filosofia morale: ”La storia comparata e critica dei sistemi intorno ai principi della morale” e ”Il trattato della coscienza morale” (1839), dove inizia a provocare le polemiche dei gesuiti. Opere anche politiche, che mettono al centro la persona. Nel 1937 pubblica ”Lettera di Antonio Rosmini sacerdote a Larmè a Parigi” dove cerca di portare Larmè sulle sue posizioni, ma Lamnè assumerà una via sempre più critica verso la chiesa. 1841-43 pubblica La filosofia del diritto. ”La Teodicea”(1845) e ”La psicologia” (1846). 1840 pubblica ”Ascetica” e ”Apologetica” a cui aggiunge nuove introduzioni ad esse per la nuova pubblicazione. e antiriformatrici, si chiude la sua apertura, non riconosce più l’Italia unita, posizioni sostenute fino alla sua morte. Il risorgimento italiano si conclude con la vittoria del risorgimento nazionale, che vede la vittoria dei liberali. L’Italia unita sarà un regno, una monarchia sotto la dinastia dei Savoia (Regno di Sardegna), un regime liberale con lo statuto albertino (Re: Carlo alberto di Savoia): vengono sconfitti i movimenti mazziniani democratici. In questo contesto, la repubblica romana (che nasce quando pio 9 fugge) dura fino al 1849 (ha vita brevissima): repubblica democratica, retta da Mazzini, Saffi e Almerllini. Rosmini, politicamente sconfitto, non venne mai nominato cardinale. Il potere della curia romana è nelle mani di Antonelli, e alla fine Rosmini, percependo sempre più un'ostilità nei suoi confronti, e nel giugno del ‘49 torna in Piemonte, a Stresa. Il 15 agosto gli giunge la notizia che due sue operette (“Delle cinque piaghe della santa chiesa” e “la costituzione secondo la giustizia sociale”) erano state condannate come non conformi alla dottrina cattolica, erano state messe all’indice, approvata anche da Pio 9 (indice dei libri proibiti). Rosmini accettò e basta. Nel novembre fece ritorno a Stresa. Nel mentre la Repubblica Romana crolla e torna il papa. Si riaccende dunque la questione rosminiana, soprattutto da parte dei gesuiti ma anche dagli intransigenti, contro il rinnovo a cui aspirava Rosmini e venivano attaccate anche le proposte di riforma di Rosmini. Così quest’ultimo provò a rispondere con due opere ma Pio 9 interviene e impone il silenzio (così come aveva fatto Gregorio 16). Pio 9 è indotto a sottoporre ad indagine tutte le opere di Rosmini fino ad allora pubblicate. 26 aprile 1854 la commissione all’interno della congregazione dell’indice giudicò le opere prive di errore e infondate le accuse contro Rosmini e ANZI accusò gli scritti anonimi dei gesuiti che accusavano Rosmini, anche se non ci fu questa condanna. In ogni caso viene riconosciuto che tutti i libri, tranne quei due già messi all’indice, venivano dimessi da ogni accusa (dimittandum opera). Rosmini continua ad operare il suo lavoro filosofico, scrivendo “il sinsetismo dell’essere” (la sintesi del triniformitismo dell’essere, ne aveva già parlato) e ”la teosofia” (mai pubblicata ma importante per gli storici) e ”l’introduzione alla filosofia” (fa vedere come si è sviluppata la sua ricerca filosofica); ultima e definitiva edizione del ”nuovo saggio sull’origine delle idee”; 1853 pubblica ”La Logica” (opera del Rosmini maturo, che ha varie parte di interesse generale, in particolare al METODO, metodo logico e di ricerca) e opere sul Regno di Sardegna. Excursus sul Regno di Sardegna in questi ultimi anni della vita di Rosmini. La repubblica romana cade. Torna il Papa su posizioni anticostituzionali. Il regno di sardegna riprende l’ostilità VS austria che viene definitivamente soppressa a Novara. Carlo Alberto, quindi, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che compie una decisione importante: decide di mantenere la costituzione (lo statuto albertino) Il Regno di Sardegna sarà l’unico con regime costituzionale liberale. Capo del governo sarà Massimo D’Azeglio. Dopo qualche tempo, si scatena una rivolta parlamentare, ove Cavour (centro) si allea con la sinistra moderata, e si forma una coalizione di centro-sinistra che andrà poi a capo del governo perchè la maggioranza. Il Regno di Sardegna, essendo un regime liberale, vede la nascita dell’opinione pubblica, e Rosmini interviene difendendo la possibilità della libertà di insegnamento. Nel frattempo,Rosmini ha diversi incontri con Manzoni e con Bonghi (accolto a Stresa molte volte da Rosmini) ma anche con Gustavo di Cavour (fratello di Cavour). Autunno 1854 Mentre stava a Rovereto, Rosmini ha un grave malore dopo una cena a casa di conoscenti, e c’è la voce di un possibile avvelenamento ed ebbe un crollo fisico. Rientrando a Stresa era costretto a letto e ricevette numerose visite da parte dei suoi amici. Il 1 luglio 1855 muore a Stresa. Dopo la sua morte vengono pubblicate diverse opere, quali ”La Teosofia”, ”Del principio supremo della metodica”, abbiamo quindi un Rosmini post mortem. La polemica rosminiana non si spegne con la morte di Rosmini, ma anzi raggiunge il punto più alto quando il papa che era successo a Pio 9, Leone 13, in un’opera rinnovatrice ma che anche rilanciava il Tomismo (come filosofia della chiesa cattolica, filo gesuita VS filosofia moderna di Rosmini che cercava una conciliazione) Il Sant uffizzio condanna come errore 40 frasi tolte dalle opere Rosminiane pubblicate dopo la morte (non erano stesure definitive), questo viene fatto con il decreto Post Obitum (marzo 1888) questa condanna pesò molto, segnò una forma di sospetto nei confronti del rosminianesimo, e si sviluppò la convinzione che le sue opere fossero quasi eretiche. ES tra i frati cappuccini italiani, a un certo punto si era diffusa come filosofia che veniva insegnata, il rosminianesimo (e non il tomismo), che vedevano vicini alla tradizione francescana MA dopo il post obitum il superior generale dei cappuccini iniziò un’opera di censura delle opere di Rosmini all’interno dei conventi cappuccini e molti cappuccini si rifugiarono altrove perchè non d’accordo con questa censura. I religiosi rosminiani e i filosofi rosministi si impegnano, da quel momento in poi, in un’opera minuta che volevano dimostrare che le frasi tolte dal post obitorium dovevano essere riportate nel contesto, e non estrapolate dal contesto provarono a difendere l’ortodossia di Rosmini delle 40 preposizioni. Questa censura è durata fino al concilio vaticano II (Aperto nel 1962 da papa giovanni 23 e chiuso nel 1965 da Montini) svolta che ha chiuso la posizione intransigente della chiesa cattolica e che si apre alla modernità. Nel 2007 viene Santificato Antonio Rosmini da Papa Ratzinger. DELLE CINQUE PIAGHE DELLA SANTA CHIESA Vedrà la luce nel 1848, per poi aver l’anno dopo la messa all’indice. Solo dopo un secolo l’opera è stata riabilitata. Ebbe un cammino tortuoso. Ogni piaga fa riferimento alle piaghe di Gesù crocifisso, le prime due fanno riferimento alle piaghe delle mani: 1. Divisione del clero e popolo nel pubblico culto questa divisione si perpetuava anche fuori, il fatto che i preti costituiscano un corpo separato all’interno della chiesa. Durante la messa il prete celebrava per conto suo e la gran parte del popolo pregava per conto proprio, ciò non era una cosa positiva. Rosmini si sofferma sull’importanza comunitaria in ambito liturgico cristiano. Ciò non era positivo anche perché la liturgia, per Rosmini, istruisce il popolo, abilitandolo alla vita cristiana, la liturgia lo forma. C’è una forte educazione educativa, ma affinché questo possa celebrarsi il popolo deve comprenderla, deve essere messo nelle condizioni di poterla capire. Il primo sacramento, il battesimo, è quello in cui il cristiano viene accolto alla via santa. La liturgia è come una rappresentazione scenica, in cui il popolo deve partecipare come un attore, e non uno spettatore. Il muro che si è venuto a creare, la cui causa è la scarsa istruzione. Quindi l’istruzione è diminuita E la lingua latina è diminuita (il popolo non la parla più) ma la liturgia è rimasta in latino (ma il popolo non la capisce). Secondo Rosmini il problema inizia con le invasioni barbariche, il medioevo crea una frattura e ne seguono gli aspetti indicati prima. 2. Insufficiente educazione del clero da questa ne consegue la prima piaga. La prima piaga non si risolve perchè c’è una scarsa educazione del clero. Come si istruiva popolo durante la chiesa primitiva? attraverso la predicazione e la liturgia, questa istruzione toccava mente, corpo, cuore. Da tali fedeli se ne ricavavano i sacerdoti. Nella chiesa primitiva l’educazione del clero era ottima. Oggi (nei tempi di Rosmini), invece, il popolo è educato come i preti e non hanno un’educazione adeguata. Un'unione, tra clero e popolo, mai concepita. Il popolo considera quindi il clero come una porzione superiore, un ceto privilegiato. C’è la mentalità comune di pensare che la chiesa siano i preti. Quindi, all’inizio i sacerdoti venivano formati dai vescovi, e questi vescovi formavano dei grandi preti. Questo avvenne durante i primi 6 secoli della chiesa come chiesa. Questa la grande via, per Rosmini, per educare il clero. Ma poi ci sono state le invasioni barbariche, i vescovi si sono occupate di cose anche politiche, e non solo spirituali, hanno cominciato ad essere anche feudatari e non hanno più avuto tempo per formare i preti: qui è iniziata la decadenza della formazione del clero. La casa del vescovo è diventata una piccola corte di principi, cosa che prima era un monastero. All’inizio dell’età moderna, con il concilio di Trento, nascono i Seminari con l’intento di formare i preti così come furono inventati i catechismi per educare il popolo. Per Rosmini bisognava ritornare alla chiesa primitiva, e invece così non fu. Questi maestri di basso livello che si hanno nei seminari usano testi di basso livello. Visto che La Bibbia è il sacro libro, il grande libro che capiscono tutti, quello usato nella chiesa primitiva, la proposta di Rosmini fu ritornare alla chiesa primitiva per riformare la chiesa, recuperando la santità originaria. 3. La divisione dei vescovi Rosmini propone una chiesa comunitaria, ove i vescovi decidono con tutti gli altri, insiste sulla collegialità. I vescovi non devono comandare come i re, ma devono accomunarsi in modo dolce, quasi paterno. Unione dei vescovi con il loro clero. 4. Nomina dei vescovi abbandonata al potere laicale (il re si intrometteva sulla base di accordi, nella nomina dei vescovi, il potere politico si intrometteva in problemi ecclesiali) 5. La servitù dei beni ecclesiastici (impediva alla chiesa di fare il bene) Da questa opera emerge anche l’attenzione a una liturgia vera e partecipata, una visione della chiesa fondata sulla comunione (e non una prospettiva fortemente gerarchica ed autoritaria, sempre mantenendo una gerarchia ma che l’autorità si vivi più come una comunione, in forma collegiale), e proponeva una nomina dei vescovi sulla base del clero e il popolo (il clero elegge, il popolo approva), e l’ideale di una chiesa POVERA di beni materiali. Una chiesa povera che si occupa dei poveri.
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