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Boccaccio: Biografia e Contesto Storico, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Biografia di giovanni boccaccio, scrittore italiano del trecento. La nascita, la formazione e le opere di boccaccio, nonché il contesto storico in cui vive e lavora. Vengono trattati i primi influssi della scuola siciliana, la nascita della poesia volgare in italia e la fortuna di opere come il 'monarchia' e 'la scuola siciliana'.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 31/01/2024

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Scarica Boccaccio: Biografia e Contesto Storico e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Biografia Nasce nel 1265 a Firenze, suo padre faceva parte della piccola nobiltà guelfa. In età infantile i genitori istituiscono per lui un contratto di matrimonio con Gemma Donati, si sposerà a 20 anni. Tra i suoi maestri troviamo Brunetto Latini (che ritroviamo nel canto 15 dell’inferno nel girone dei sodomiti) e Guido Cavalcanti (con cui ha un profondo rapporto di amicizia). Le rime più innovative di Dante vengono chiamate “rime petrose” composte intorno al 1296, in quegli anni studia filosofia a Bologna, partecipa alla battaglia di Campaldino contro gli aretini ed entra nella “corporazione dei medici e degli speziali”. Entra poi a far parte guelfi bianchi e nel 1300 figura tra i sei priori del Comune, partecipando in questa veste alla dolorosa decisione dell’esilio di Cavalcanti. Dante ebbe modo di partecipare alla vivace cultura letteraria intorno alla lirica volgare. Negli anni 60 del 1200 in Toscana giunsero i primi influssi della Scuola Siciliana, i letterati toscani, subendo gli influssi delle liriche di Giacomo da Lentini e Guido delle Colonne svilupparono una lirica orientata verso l’amor cortese insieme a politica e di impegno civile. La scuola siculo toscana trovava in Guittone D’Arezzo e Bonagiunta Orbicciani i suoi principali esponenti. A Firenze alcuni giovani poeti, capeggiati da Guido Cavalcanti, espressero il loro dissenso dei confronti dello stile della scuola siculo toscana. Nel 1301 viene mandato da Bonifacio VIII a Roma come ambasciatore, mentre è via la fazione dei Neri prende il controllo della città, guidati da Re Carlo di Valois. L’anno dopo viene condannato all’esilio e poi a morte, non tornerà mai più a Firenze. Successivamente compone il Convivio e il De Vulgari Eloquentia che lascerà incompiute per occuparsi della Divina Commedia. Viaggia per diverse regioni fino a fermarsi a Verona dove resterà forse fino al 1318 per poi recarsi a Ravenna. L’arrivo in Italia di Arrigo VII ispira forse a Dante il trattato politico Monarchia, di datazione incerta. A Ravenna è ospite alla corte di Guido Novello da Polenta, qui scrive un’epistola in latino scrive a Cangrande della Scala in cui spiega la struttura della Divina Commedia. Nel 1321 muore durante il viaggio di ritorno da un’ambasciata a Venezia. Verrà seppellito a Ravenna. OPERE IN VOLGARE 1. LE RIME: testi poetici composti tra il 1283 e il 1307, escluse le liriche della Vita Nuova e del convivio. Consente di seguire l’evoluzione del pensiero della sua poetica. 2. VITA NOVA 3. CONVIVIO (1304-incompiuto) enciclopedia del sapere medievale, alterna prosa e poesia. TEMI: morali, civili, scienza, teologia e filosofia. Il volgare viene utilizzato come mezzo di comunicazione con gli illetterati. 4. DIVINA COMMEDIA OPERE IN LATINO 1. DE VULGARI ELOQUENTIA: (1303-incompiuto) analisi dei dialetti italiani dell’epoca e le prime testimonianze poetiche degli autori italiani per dimostrare la piena dignità letteraria raggiunta dal volgare. Indica un volgare illustre in grado di creare l’unità linguistica italiana. 2. MONARCHIA: trattato in tre libri (1313-18) scritto in seguito al fallimento dell’impresa dell’imperatore Arrigo VII, giunto in Italia per tentare di ristabilire l’autorità imperiale. Dante espose la necessità di un Impero universale che garantisse pace e prosperità ai popoli. Si pronunciò sul rapporto tra Chiesa e Impero definendoli “due soli”, nessuno dei quali è superiore all’altro. 3. LE EPISTOLE: 13 lettere (1306-17) che affrontano temi civili e politici. LA SCUOLA SICILIANA Nata in Occitania nella seconda metà del XI secolo, la poesia trobadorica in lingua d’oc viene riconosciuta e adottata in Europa come modello poetico volgare. In Italia si diffonde al nord intorno al XIII secolo, quando alla corte di Monferrato e nella Marca trevisana, alcuni trovatori provenzali esuli vengono ospitati da mecenati locali. La poesia cortese trova terreno fertile e si sviluppa sul suolo italico mantenendo le proprie radici linguistiche. In un periodo successivo alla corte siciliana di Federico II questo modello lirico viene sperimentato secondo esiti nuovi e originali: i poeti siciliani operano una forte selezione dei temi concentrandosi molto sulla tematica amorosa, soprattutto rifiutano la lingua d’oc e adottano il volgare siciliano. Questo perché il disegno politico federiciano mira a rendersi indipendente dalla cultura ecclesiastica e a sottomettere le autonomie locali del nord Italia, quali manca manca la spinta a produrre un genere lirico in un volgare che non sia il provenzale. Ne consegue che tra il 1230 -50 ( anno della morte di Federico) la magna curia ( consiglio reale composto dai più alti funzionari e dai più eminenti nobili del regno, che svolge anche funzioni giuridiche) si presta ad essere la sede non solo di un modello statale che mira a sottomettere i poteri guelfi ma anche un’attività culturale colta e raffinata, in cui viene modellato un siciliano illustre sul calco latino e provenzale.Gli esponenti di questa corrente letteraria sono : Giacomo Da Lentini, Guido Delle Colonne. La fortuna e la trasmissione delle opere è da attribuire all’attività dei copisti toscani che intervengono sugli scritti con un lavoro di traduzione dal siciliano al toscano. Alla ferito in maniera mortale durante il duello, sposa Emilia. Consapevole di dover morire , Arcita lascia come volontà testamentaria che l’amico Palemone sia il nuovo compagno di Emilia. Nell’ultima parte dell’opera assistiamo al funerale di Arcita e alle sfarzose nozze di Emilia e Palemone. La metrica del poemetto è costituita da ottave endecasillabi. L’opera è suddivisa in dodici libri come l’eneide ed ogni libro è introdotto da un sonetto riassuntivo . All’inizio del poema troviamo un proemio e una lettera scritta in prosa mentre chiudono l’opera due sonetti caudati.Il sonetto all’inizio di ogni sezione riassume il contenuto di ciò che verrà narrato. Nel libro decimo, viene annunciato il funerale di Arcita. Il moribondo ritrova l’affetto e l’amicizia per il suo rivale. il sonetto segue lo schema ABBA ABBA CDC DCD. Caratteristica comune a queste opere è il sentimento amoroso. Maschera spesso dietro il nome di Fiammetto una certa Maria d’Aquino. Nel 40 a causa di problemi economici che affliggono il padre deve tornare a Firenze dove la vita si complica a causa delle ristrettezze economiche, si concentra allora sulla propria produzione letteraria. ● Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42) un prosimetro che canta la bellezza delle Donne Fiorentine, conosciuta anche come Ninfale d'Ameto. Le giovani e bellissime donne scelgono, dietro esortazione di una tale Lia, di ritrovarsi a narrare le loro vicende amorose durante il momento più ardente e afoso della giornata, in cui le attività devono cessare, tutte tranne quella intellettuale. Il circolo viene moderato da Ameto, il pastore macedone innamorato della Ninfa Lia. I festeggiamenti dedicati alla dea Venere. Questa esperienza purifica il pastore che comprende le proprie mancanze morali dopo l’incontro con le ninfe che incarnano le virtù cui l’essere umano deve tendere. L’opera è caratterizzata da un forte sapore moraleggiante e allegorico, introduce quella che sarà la struttura del Decameron, infatti anche qui i racconti delle ninfe sono inserite in una cornice e tutto si apre con un proemio dell’autore. ● Amorosa Visione (1343) poema allegorico didattico composto in terzine dantesche, suddivisa in 40 canti sembra voler richiamare nella mente del lettore alla Divina Commedia. Il protagonista racconta in prima persona le vicende che si svolgono in un sogno tramite il quale il poeta riceve una sorta di rivelazione e di visione chiarificatrice. Il poeta si trova su una spiaggia dove incontra una donna meravigliosa che gli fa da guida verso il soddisfacimento dei suoi desideri. La loro meta è un castello che ha due entrate: una è ampia ed invitante che conduce all’appagamento dei beni e delle glorie mondane, l’altra è stretta e tortuosa che porta alla virtù. Lui sceglie la prima, nelle stanze che seguono ammirano i dipinti che rappresentano gloria e ricchezza e qui Boccaccio si esprime in tutta la sua cultura classica ed erudita, la sala successiva immortala la Fortuna e questa volta è la donna che fa una riflessione sulla precarietà della sorte umana e delle glorie mondane. Poi vanno in un giardino dove ci sono delle donne, tra cui Fiammetta, lui si avvicina e cerca di trasformare in realtà il desiderio che lo muove verso di lei, la scena si interrompe improvvisamente lasciando l’autore a bocca asciutta, si ritrova nuovamente con la guida che gli spiega che per ottenere quello vuole deve seguire un percorso di redenzione. ● L’Elegia di Madonna Fiammetta (1343-44) una specie di lunga lettera in nove capitoli dove domina il ricordo di Napoli. Un ottimo esempio della prevalenza della tematica amorosa e della capacità di penetrazione psicologica. L’ Elegia si presenta infatti come un lungo monologo, che vede al centro la narrazione in prima persona di Fiammetta, immagine femminile ricorrente nella penna di Boccaccio. La donna rivolge qui un appello esplicito alle donne innamorate sue lettrici. Fiammetta non incarna più la donna oggetto d’amore spirituale ereditata dalla cultura stilnovista, ma è una figura attiva e dotata di una forte sensibilità, che condivide del resto con coloro che l’ascoltano, e che sono le uniche in grado di capire il suo stato d'animo e la sua triste vicenda. L’elegia di Fiammetta è un’opera fortemente introspettiva, che mette in primo piano l’animo ferito della donna e l'isteria suicida che deriva dal tradimento dell’amato: un vero romanzo psicologico. La vicenda di Fiammetta ha una forte componente patetica, non viene mai meno l’elaborazione letteraria. ● Ninfale di Fiesolano (1344-46) poemetto in ottave di endecasillabi e preceduto da un proemio sull’amore tra Africo (un pastore) e Mensola (una meravigliosa ninfa) con cui vuole celebrare, attraverso il mito, la Firenze del tempo antico. Africo un giorno si imbatte per caso in una riunione di ninfe, le ammira e si innamora perdutamente di una: Mensola. Cerca di avvicinarsi, ma loro spaventate alla vista di un uomo scappano via. Lui è pieno di sconforto e nemmeno le parole degli affettuosi genitori, Alimena e Girafone, riescono a farlo riprendere e uscire dalla sua camera in cui era rimasto chiuso per giorni. Si appella a Venere e questa in sogno gli consiglia di vestirsi da donna, lui lo fa ed entra nel gruppo. Un giorno però arriva il momento del bagno e lui è costretto a rivelare la sua identità, le ninfe scappano spaventate, ma lui riesce ad agguantare Mensola e la fa sua (LA STUPRA LO ZIO CEH). Lei però è devota a Diana ed è sottomessa al voto di castità e per l’oltraggio compiuto sviene. Quando sviene però cede alle sue lusinghe, poi per il senso di colpa decide di non rivederlo. Vedendo svanire le sue possibilità Africo si suicida buttandosi in un Fiume che prenderà il suo nome, Mensola scopre di essere incinta e dopo aver partorito per punizione viene trasformata in un fiume che prende il suo nome. Il piccolo Pruneo viene affidato ai genitori di Africo. In conclusione del Poema troviamo il mito fondatore della città di Fiesole, dunque della futura Firenze. Dopo la peste del 48 inizia il Decameron che chiude nel 1351. Dopo questa magistrale prova, Boccaccio modifica in parte i propri interessi di scrittura (mi pare di aver capito + erudite) Il Corbaccio (1353-56) è un’aspra invettiva contro il genere femminile, muta profondamente l’atteggiamento verso la tematica amorosa. L’ultimo periodo della sua vita è caratterizzato dalla meditazione esistenziale ed intellettuale (anche a causa delle difficoltà economiche e personali) dalla riscoperta dei classici in questo periodo nasce il Trattatello in Laude (1365) una serie di pubbliche letture della Commedia a Firenze. Muore a Certaldo nel 1375 ormai anziano e malato. Il corbaccio è scritto in prosa volgare, l’innovazione più evidente dell’opera emerge nella presentazione dell’amore e della figura femmnile. Dal Boccaccio amante delle donne e da un amore nobilitante che rende umani anche gli animali si passa alla visione onirica di amanti trasposti in fiere, e di una donna malvagia, orribile e avvizzita. Ambientazione simile al purgatorio della divina commedia. Corbaccio, deluso dal rifiuto di una vedova di cui era innamorato, si addormenta e si ritrova tra le anime di coloro che in vita hanno ceduto all’illusione dell’amore, che si presentano sotto forma di fiere. La guida di Corbaccio molto poco virgiliana, è l’anima del marito della vedova che, in cambio della promessa della cella celebrazione di messe in suo onore e della trascrittura di ciò che gli rivelerà,racconta a Corbaccio tutti i difetti , morali e fisici, della donna. Così la figura della vedova, e con lei quella del genere femminile viene distrutta dalle parole del Boccaccio. Il boccaccio è il prodotto della svolta religiosa e classica del Boccaccio, che quasi rinnega la propria posizione Decameron. La Beatrice angelicata di Dante viene sostituita da una donna turpe, che porta l’uomo alla rovina e alla follia. BOCCACCIO IL CONTESTO STORICO Il periodo che va dai primi decenni del trecento alla seconda metà del quattrocento fu caratterizzato da una profonda crisi dell’economia e della società europee, dovuta a più cause concomitanti. Nei primi decenni del 1300 si verificò un peggioramento delle condizioni climatiche, una serie di carestie e di epidemie e il fallimento in Italia di alcune grandi famiglie di banchieri fiorentini, come i Bardi e i Peruzzi. Si arrestarono i dissodamenti di nuovi terreni, la popolazione diminuì, ampi territori furono abbandonati e furono occupati da boschi e paludi. La crisi del settore agricolo si estese di conseguenza alle attività manifatturiere e commerciali.
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