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Boccaccio - cronaca e novellistica - Petrarca - Canto IIV, V, VI, VII, VIII, XIII, XIV, Appunti di Italiano

Ho deciso di condividere appunti su TUTTO IL PROGRAMMA DEL TERZO E QUARTO ANNO DI ITALIANO (LICEO SCIENTIFICO). Ho dovuto aumentare il prezzo, ma vi assicuro che ne vale la pena (sono 83 pagine scritte direttamente da me). Inoltre è vantaggioso anche per voi, poiché con 80 pt riuscire a comprare un file che contiene anche gli argomenti di divina commedia (vi chiedo un piccolo sforzo). Boccaccio e novelle - Prosa del 300 (La cronaca e la novellistica) - Petrarca vita e opere (l'ascensione al monte ventoso, i trionfi, il canzoniere, ecc...) - Divina commedia (Inferno canti IIV, V, VI, VII, XIII, XIV) (II, III) purgatorio - Umanesimo e rinascimento - la filologia - umanesimo - mitologia - 500 - Lorenzo de medici - Savonarola e Poliziano - Trattatistica - epico cavalleresco - orlando furioso - machiavelli - manierismo - barocco - galilei - illuminismo - Milano nel 700 - Teatro e Goldoni (diff. comm. arte e goldon.) - neoclassicismo - Parini - preromanticismo - foscolo. Tutto con approfo

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 30/06/2024

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8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Boccaccio - cronaca e novellistica - Petrarca - Canto IIV, V, VI, VII, VIII, XIII, XIV e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! PARTE 1 GIOVANNI BOCCACCIO Giovanni Boccaccio, precursore dell’umanesimo, è stato autore di molte opere, sia in volgare che in latino. In particolare la più grande opera in prosa della letteratura italiana è il Decamerone, caratterizzato da una grande varietà e vastità. Il termine “Decamerone”, deriva dal greco Deka Emeron, che significa di dieci giorni. Queste novelle sono cento e sono collocate all’interno di un contorno, ovvero la cornice. Boccaccio si immagina che ci siano 10 ragazzi fiorentini, che a causa della peste del 1348, scappano in una villa in campagna per proteggersi da questa epidemia. Ogni giorno uno racconta agli altri una storia, su un argomento scelto. 10 giorni e 10 ragazzi, danno origine alle 100 novelle. La cornice si occupa di collegare le varie novelle, e ci dà spesso più interpretazioni di quanto narrato. Differenza con autori precedenti: - È in prosa - Varietà di temi - Ambientazione più terrena - Amore visto come passione carnale - Autore non parla di sé stesso - Autore non da giudizi morali. A Boccaccio interessa mettere in scena tutto quello che fa parte della vita nella realtà, così com’è e non come dovrebbe essere come fa ad esempio Dante. C’è una attenzione per tutto ciò che è umano, che fa realmente parte della vita degli uomini. Il punto centrale, è un concetto chiamato INDUSTRIA O INGEGNO (in pratica la furbizia e l’operosità è una cosa che tutti possono avere, basta avere l’esperienza). L’industria o ingegno, è la capacità concreta di uscire dai guai, o di ottenere ciò che si desidera e tutto questo a prescindere dal giudizio morale (madama fior da liso è un esempio) morale. Un esempio di industria e ingegno è raffigurato dalle seguenti persone: 1. Madama fior da Liso 2. Povero Andreuccio, in questo come a Madama fior da Liso viene esaltata a prescindere da un giudizio morale sul comportamento. 3. Frate cipolla Nel Decamerone ci sono personaggi inventati, ma anche personaggi che sono realmente esistiti, come ad esempio Guido Cavalcanti. Ci sono nobili, personaggi inventati, e anche personaggi tratti dalla storia (una grande varietà), e la capacità di Boccaccio è quella di adattare il linguaggio e lo stile della varietà dei personaggi e delle situazioni. ANDREUCCIO DA PERUGIA Una tra le novelle più famose è quella di Andreuccio da Perugia, quest’ultimo era appassionato si cavalli e decide di andare a Napoli con 500 fiorini per comprare. Arrivato a Napoli per far vedere che voleva comprare un cavallo, continua a mostrare la borsa piena di soldi. Questi soldi vengono visti da una donna siciliana di felici costumi, e lei voleva che i denari diventassero suoi, e quindi per attuare questo piano si fece dare da una vecchia che conosceva Andreuccio tutte le informazioni su di lui e dell’albergo dove stava e gli dice che alla sera lo aspetta a casa. Andreuccio entrò nella casa e la donna lo abbracciò e lo portò in camera dove inizia una lunga discussione. Lei si inventa che è sua sorella, perché la vecchia gli disse tutto sulla sua vita, e quindi lei era molto brava a parlare e convincere il povero Andreuccio. Successivamente a Andreuccio gli viene offerto qualcosa da bere e mangiare, e dopo aver bevuto molto Andreuccio decise di tornare in Albero, ma la donna non vuole, infatti vuole che lui mangia con lei. Si misero a tavola e finito di mangiare lei non vuole che Andreuccio se ne andasse, perché doveva ancora prendere il denaro, e quindi Andreuccio fu costretto a dormire lì per tutta la notte. Da quanto aveva mangiato e bevuto ad un certo punto si fece dire dove si trovava il bagno, e entrato nella stanza però un pezzo di legno cade e così nel buco cade anche il povero Andreuccio. Dopo che Andreuccio tutto sporco, è uscito da questo buco, che praticamente risultava una vasca biologica, molto arrabbiato decise di bussare la porta, ma nessuno li rispose e così capì che aveva perso 500 fiorini e anche la sorella (perché era ancora convinto). Prese una pietra e si mise a battere alla porta, ma le persone nel mezzo della notte lo rimproveravano dal rumore e lo cacciarono. Lui decise di tornare nell’albergo, ma prima decise di andare verso il mare per lavarsi, e qui trovò due malfattori. Allora Andreuccio raccontò tutto a questi due malfattori, e loro li propongono di partecipare al colpo che stavano eseguendo per riprendere il suo denaro. Però, Andreuccio puzzava veramente troppo e quindi i due ladroni decisero di farlo immergere in un pozzo. Nel momento che lo stavano calando all’interno arrivano due soldati, e questi tirarono la corda del pozzo pensando che ci fosse il secchio ma invece una volta che Andreuccio uscì fuori questi si presero uno spavento e scapparono. Andreuccio ritrovò i 2 ladri e obbligarono il povero Andreuccio ad entrare nella tomba per rubare dal cadavere l’anello. Andreuccio però pensando di essere molto furbo decise di tenersi l’anello una volta rubato, e i ladri si accorsero di questo e lo rinchiusero dentro alla tomba insieme al cadavere. Però altri ladri vennero a fregare gli ori, e un prete decise di entrare in questa tomba ma scapparono di spavento perché mentre stava entrando Andreuccio si aggrappò alle gambe del frate. Andreuccio esce dalla tomba e torna all’albergo e qui racconta tutto e gli dicono che è meglio che torni a casa e quindi lui tornò a Perugia. FRATE CIPOLLA - Gli uomini e le donne di chiesa sono uomini e donne come tutti gli altri, mossi dagli stessi interessi - Frate Cipolla non è certo un santo, anzi è un imbroglione, ma boccaccio ne apprezza comunque l’ingegneria, ingegno che si manifesta con l’utilizzo della parola. - Presa in giro del popolo credulone Peste nera e contesto storico Boccaccio come contesto storico dell’opera usa il periodo della PESTE. Provocava la formazione di bubboni, nell’inguine e nelle ascelle (prima) e poi ovunque. Le persone affette presentavano inoltre macchie nere. In particolare la peste proveniva da dall’Oriente e arriva poi in Occidente e qui fa una vera e propria strage, visto che le persone non sapevano cosa causava e cosa dovevano fare per evitarla. Le persone malate vengono quindi allontanate, e della peste essendo che non si sapeva bene cosa era PARTE 2 PROSA DEL 300, Novellistica in Inghilterra: Chaucer (con i racconti di Canterbury) molto simile a Boccaccio per l’opera. Per quanto riguarda in ITALIA, c’è la presenza di FRANCO SACHETTI: Un fiorentino che scrive: “300 novelle”, novelle che risultano più semplici rispetto a quelle di Boccaccio e in alcune c’è un che di moralistico. CRONACHE, storie di alcune città o territorio in un determinato periodo, e sono racconti di fatti. Nelle cronache: - Non c’è un vero metodo storico, si basano su racconti… - Sono testimonianze importanti per quel determinato periodo - Autori principali: Giovanni Villani: Storia di Firenze, grazie a lui sappiamo molto della vita di Dante (vedi pag. 571) Anonimo Romano: Storia della Roma medioevale, parla di una rivolta scoppiata in cui si manda via il Papa e si forma una prima Repubblica Romana anche se dopo viene cacciato. Riassumendo quindi la prosa nel Trecento in Italia: - Epicentro di diffusione a Firenze e in Toscana - Pubblico Borghese Si divide in 2 parti: La CRONACA LA NOVELLISTICA Riguarda cronache di città o di singoli personaggi o famiglie. “Trecentonovelle” di Franco Sacchetti. “Nuova cronica” di Giovanni Villani, tratta storia di Firenze dall’antichità agli anni quaranta del 300 “Vita di Cola di Rienzo” di Anonimo romano, (storia dal 1325 al 1357). Caratteristica “trecentonovelle”: - Assenza di cornice - Protagonisti: borghesi, artigiani, abitanti del contado - Aneddoti e motti di spirito - Tono moralistico FRANCESCO PETRARCA Introduzione della sua figura di Francesco Viene definito come “il poeta del conflitto interiore” perché lui da una parte sente l’attrattiva di tutto ciò che è terreno (su tutto la fama ecc…) ma dall’altra capisce che dovrebbe avere una attrazione verso la spiritualità. Francesco può essere definito anche come un uomo di passaggio, che rappresenta il passaggio tra epoche e epoche grazie anche alla sua figura molto medioevale e innovativo. Inoltre Dante, i stilnovisti e Boccaccio definiscono Petrarca come il poeta dell’incertezza, Francesco non ci conduce verso una strada, non sa neanche lui “dove sta andando”. Risulta talmente dubbioso che non si interessa di politica tanto che in età giovanile non aveva interessa sulla giuridica e quindi si tuffa nella letteratura classica, vuole volutamente stare distante dalla realtà. Francesco Petrarca pensava di diventare famoso tramite l’utilizzo del latino (lingua della cultura e della scienza, pensa in particolare di acquisire molta fama tramite la sua principale opera, IL CANZONIERE) anche se alcune sue opere sono scritte in volgare, infatti lui unisce cultura classica con le esigenze di suo vissuto da Grande letterario. Vita di Francesco - Vive ad Avignone (Francia) considerata la sede del papato e dunque vive tra lì e l’Italia. La sua vita può essere divisa in 2 parti: 1. La prima lui e suo fratello spensierati 2. Suo fratello decide di prendere la carriera religiosa, e dopo di che muore suo padre. Lui a causa di questi fatti è molto scosso e proprio per questo, fa voti minori (sacerdote) però ha 2 figli. Petrarca era amante della vita mondana quindi decise che doveva avere un certo reddito, quindi entrò a far parte dell'ordine dei chierici (prese i voti), aveva possibilità di stare nei conventi, luoghi splendidi per riflettere e dedicarsi alla poesia e nello stesso tempo aveva una rendita mensile - La sua vita è stata molto avventurosa (Viaggi in Italia e in Europa), nasce ad Arezzo. - Fu incoronato nel 41 come sommo poeta. Opere - Un’opera importante di Francesco Petrarca è stata sicuramente, l’Epistolario considerata un’opera di mezzo, è un’opera un po’ particolare perché lui va alla ricerca di opere sconosciute e perdute nelle biblioteche. L’epistolario può essere considerata una raccolta di lettere, in gran parte destinate ai Posteri (dove lascia una testimonianza di lui al futuro, ricerca di fama). Contiene circa 500 lettere e le lettere più antiche appartengono alla prima giovinezza del poeta e le ultime invece risalgono agli ultimi mesi di vita. L’epistolario testimonia quindi, attraverso circa mezzo secolo, l’intero percorso della vita del poeta offrendo numerose notizie sulla vita dal poeta, sulle sue letture e riflessioni, ma anche notizia che riguardano rapporti umani e culturali. In questa opera SCRITTA IN LATINO, il filologo Petrarca (padre della filologia, ovvero lui cerca di costruire per intero un’opera, tramite la ricostruzione di opere degli autori classici mantenendo la propria struttura e stesso significato), si inspira alle lettere di Cicerone, in parte riportare in luce da Petrarca ma si inspira anche alle lettere di Seneca, che sono lettere immaginarie. L’epistolario dunque è una raccolta di lettere, dove troviamo raccontati episodi della vita, ma troviamo anche delle riflessioni quasi filosofiche (con questo ci da un’idea della sua vita). Alcune delle lettere dell’epistolario, vengono rielaborate domo molti anni e non sembrano così vere. Queste lettere rivisitate partono da una vicenda di stati d’animo e poi si arriva ad una riflessione più ampia. Es. L’ACENSIONE AL MONTE VENTOSO 1. Viene considerata la lettera più famosa dell’epistolario petrarchesco. 2. È rivolta a DIONIGI, frate agostiniano molto legato al poeta a tal punto che gli dona una copia delle confessioni di S. Agostino. S. Agostino rappresenta colui che vede cose terrene ma anche spirituali. 3. Il testo parla della gita di Petrarca sul monte Ventoso insieme alla compagnia del Fratello Gherardo diviene per il poeta occasione di rappresentare la chiave per raggiungere la salvezza, la conquista della vetta diviene metafora della conquista della salvezza, o almeno la tentazione di raggiungere essa. Tutta la fatica durante il percorso sono gli ostacoli che vanno superati per raggiungere Dio. 4. Il testo inizia quindi con l’inizio di un vero e proprio tragitto molto difficile. Successivamente fu fermato da un vecchio per dirgli di fermarsi ma Francesco non lo ascoltò. In questo testo è molto più affaticato del fratello e sviluppa un Pensiero: - Lui percorre con più fatica il tratto per raggiungere la vetta perché non ha una scelta certa - Il fratello invece fa meno fatica perché in senso allegorico, percorre una strada dritta, scelta di una vita radicale. 5. Allora Francesco, per evitare questa fatica, dovuta anche dalla pigrizia, cerca la strada più comoda ma non riesce a trovarla. Nel testo sono presenti tratti dove si capisce che il testo è stato rivisitato in età adulta. 6. Il testo si conclude con una rivisitazione in età adulta, più precisamente c’è la concezione del conflitto interiore tra cosa è terreno ed eterno, le cose eterne non hanno niente di male e sono destinate a svanire, facendo perdere di vista lo spirito, e il testo quindi si conclude con Petrarca che ci parla della divisione di cose terrene ed eterne. - Un’altra opera importanze è il SECRETUM, abbreviazione di “Il segreto conflitto delle mie preoccupazioni”. Più specificamente è un’opera in prosa scritta in Latino, e in questa opera c’è la presenza della fusione tra caratteristiche opere classiche (per parlare di se) e la vita concreta del poeta (contemporaneità propria interiorità e attualità). In particolare importante risulta il dialogo tra Sant’Agostino (autore di letteratura latina molto tradotto) e il Poeta Francesco. In particolare Sant’Agostino è un santo molto gradito, dopo una giovinezza lontana da Dio aveva scoperto la fede (percorso simile al poeta) e riscopre la fede, diventando un dottore della chiesa. Il SECRETUM è caratterizzato da 3 libri: 1. Rime in VITA 2. Rime in MORTE, comincia un progressivo svanimento di Laura, e nel poeta subentra il pentimento delle energie spese per Laura (tempo e energia che gli uomini perdono nelle cose terrene, tanto che il canzoniere si conclude con una canzone alla Madonna che sostituisce Laura). La Madonna assomiglia a Laura, e questo ci fa capire che il suo conflitto interiore non è mai stato risolto. Protagonista La protagonista del canzoniere è LAURA (persona terrena destinata a morire): non se ne parla del canzoniere ma si sa che potrebbe avere i capelli biondi. Compare già nel Secretum. Laura può avere numerosi significati: - Nome proprio femminile - Femminile di “LAUROS” -> Alloro, simboli di desiderio, di gloria - L’AURA che può dividersi a sua volta in 2 significati: 1. ARIA, elemento vitale in questo mondo 2. AURA, emancipazione/campo magnetico che tutte le cose hanno in questo mondo, più emancipazione hanno più aura hanno. “Emancipazione” delle creature particolarmente virtuose (Madonna, Santi ecc…) Laura rappresenta sicuramente qualcosa di bellissimo, ma terreno destinato a scomparire: Laura è simbolo di tutto ciò che è meraviglioso ma terreno. Ma questa meraviglia (entra in concorrenza con DIO e le cose celesti) non conduce a DIO, anzi rischia di confondere e distrarre l’uomo tenendolo nella dimensione di questo mondo. Letture VOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO (pagina 629) INTRODUZIONE Il canzoniere si apre con questo sonetto, che sicuramente è in realtà l’ultima che è stata scritta perché fa molte anticipazioni, divenendo la CHIAVE DI LETTURA, con le quali possiamo capire molte poesie (Poesie vengono riordinate secondo dei precisi schemi). TRAMA Petrarca, racconta d provare vergogna per questa follia che ha eseguito in età giovanile, Laura è solo stata un breve sogno, non dura perché cosa non eterna e quindi lui capisce che bisogna fare affidamento alle cose eterne (anche se poi sembrerebbe che la Madonna assomigli a Laura…). L’errore giovanile viene interpretato in 2 modi: 1. L’AMORE 2. VAGARE senza meta. Dunque il sonetto si conclude, con la speranza di essere perdonato dalla Madonna, e afferma che DOLORE E SPERANZA, sono solo tempo perso. ERA IL GIORNO CH’AL SOL SI SCOLARONO (pagina 634) Questa è la terza poesia del canzoniere, e parla dell’immoramento per Laura, avvenuto il 6 Aprile 1327, Venerdì Santo, un giorno di lutto per il cristianesimo ma lui viene catturato dall’amore (Petrarca rappresenta un ruolo passivo, lui non ci poteva fare niente). È PROPRIO QUI CHE INIZA LA CONFUSIONE (DONNA-> Domina, DOMINUS- > Dio). Questo amore sarà motivo di pianti e sofferenze per lui. SONETTO 61 (pag 638) Viene descritto l’attaccamento di Petrarca verso le cose terrene, di cui Laura diventa simbolo, la descrive tramite la rievocazione). Qui Petrarca è innamorato e benedice ARCO, FRECCIA E IL GIORNO CHE LA VIDE PER LA PRIMA VOLTA. Questo risulta una contradizione con la precedente poesia… ERANO I CAPELLI D’ORO A L’AURA SPARSI (pagina 661) Capelli biondi unico riferimento, e il poeta ci parla di Laura, in particolar continua a confondere le cose terrene con quelle spirituali (finisce di paragonare addirittura Laura ad un Angelo). Lui afferma che l’amore provoca sentimenti contrastanti. PACE NON TROVO ET NON O’ DA FARE GUERRA Il cuore del poeta, è tormentato dal contrasto di emozioni. Petrarca 21 anni dopo (7*3 numeri perfetti) il primo incontro, proprio lo stesso giorno MUORE LAURA. - All’inizio c’è tanto dolore, molta disperazione - Poi c’è un tentativo di collocare Laura in un’ottica quasi come un Santo. - Poi Laura si dissolve, fino a sparire dalla scena del canzoniere, infatti nell’ultima scena di questa opera Laura viene sostituita dalla Madonna. Da qui lui afferma che l’uomo è costretto ad abbandonare le cose terrene, ma deve abbracciare le cose divine. Da qui iniziano le rime immorte… OIMÈ IL BEL VISO - Viene espressa la disperazione, il rimpianto, x quello che è accaduto e lui rievoca lei e quello che gli faceva provare. Laura gli ha aperto il cuore, e animo si è nobilitato grazie all’amore. LA VITA FUGGE, ET NON S’ARRESTA UNA HORA Progressiva sparizione di Laura, il poeta non capisce più nulla della sua vita. I’VO PIANGENDO I MIEI PASSATI TEMPI Sparizione di Laura si è completata, poeta si affida a Dio l’unico che può dare salvezza, eternità ecc… Petrarca non è riuscito a vivere nella grazia di Dio, ma comunque lui cerca di uscire da questa faccenda cercando di essere perdonato VERGINE BELLA, CHE DI SOL VESTITA Canzone della Madonna, afferma che la vergine è bella (un po’ strano) e non si capisce se è una soluzione o una resa, fatto sta che Petrarca ha una conclusione rassegnata, forse più umana. CANTO VII In questo canto vengono raffigurati gli Avari, ovvero quelle persone che si sono fatti attirare dai beni materiali, e l’avarizia dimostra il principale ostacolo con dio. Accomunati con gli Avari, troviamo i Prologhi, ovvero quelli che con il denaro hanno il rapporto opposto, e sono condannati ad una pena molto dura, visto che sono messi insieme a delle anime che pensano l’opposto. Il contrappasso è per ANALOGIA: Questi tizi sono condannati a spingere con il petto dei grossi massi, e coprono tutta la loro visuale perché sono più grandi di loro. Il masso rappresenta la cosa più terrena che esista, e come loro nella loro vita hanno visto solo cose terrene per l’eternità saranno condannati a vedere il masso per il resto della loro vita. Queste due schiere (avari e prologhi), percorrendo una sorte di cerchio e ogni volta che si scontrano iniziano a litigare. Poi tornano indietro e si scontrano di nuovo litigando, rinfacciandosi a vicenda i peccati dell’altro. Questo ciclo dura all’infinito. Dante e Virgilio successivamente incontrano Pluto (che rappresentava la ricchezza, infatti ricchezza in greco si dice Plutos). Pluto qui, viene dimostrato come un mostro (un cane enorme) e come cerbero, ha il compito di guardiano delle anime. Quando però Pluto vide Dante e Virgilio esplode in una esclamazione che ha dato molto lavoro ai filologi (“Papè Satàn, Papè Satan Aleppe”) Che cosa significa questa frase? 1. Linguaggio Demoniaco 2. Papè-> Esclamazione che indica meraviglia e splendore 3. Aleppe-> Signore /principe 4. Satan-> Chiamano il loro principale Virgilio dice a Dante di non prendere paura di questo mostro e Virgilio dice a Pluto di non rompere (dice su al lupo-> Avari, lupa avidità). Virgilio e Dante scendono nel 4 livello, che racchiude tutto il male dell’universo. Dante dice che questo cerchio è molto popolato e ad un certo punto il poeta chiede a Virgilio che gente è questa e lui li risponde in generale, dicendo che sono dei PECCATORI. Sembra che Dante poi successivamente lancia un’accusa contro l’avidità e avarizia degli uomini di chiesa (papi, clerici e cardinali). Dante critica aspramente quello che era un comportamento diffuso negli uomini di chiesa di quel tempo. Anche questi uomini erano attaccati all’avidità e all’avarizia tanto che si trovano all’inferno. In questo Canto, Dante vede persone con la chierica e prosegue con un ragionamento: Ci sono parti, lungo questo Canto, che Dante dove Dante affronta delle questioni teologiche, ovvero parti dottrinali chiamate dai teologi. Alcuni teologi, consideravano queste questioni in secondo piano, ma in realtà sono molto importanti e non bisogna considerarle di secondo piano perché la DIVINA COMMEDIA è formata da molte parti, tutte importanti. Con questo Dante ci da una dritta su come affrontare la vita. In questo girone, importante risulta LA FORTUNA: - In antichità, veniva rappresentata come una dea, ovvero un’entità non prevedibile che fa succedere determinate cose. - La fortuna non è causale, solo Dio sa come funziona. - Dante sa come funziona il mondo, la fortuna diventa qualcosa si più: La fortuna diventa un disegno di Dio, che l’uomo non saprà mai perché vengono o meno determinate cose. Ad un certo punto DANTE CHIEDE A VIRGILIO CHE COSE’ LA FORTUNA, e Virgilio gli dice che in ogni parte del cielo si riflette in ogni parte della Terra, distribuendo in modo uniforme la luce. Virgilio gli spiega la fortuna non è causale ma dipende dal volere di Dio, la fortuna persegue, giudica, fa succedere delle determinate cose, come gli angeli che girano i mondi. LA vita degli uomini influisce su questi influssi, e in mezzo c’è la fortuna che permette di far cambiare la vita degli esseri umani e dipende dalla volontà di Dio. I cambiamenti non si fermano mai, se non ci fosse la fortuna non si andrebbe avanti. Spesso succede di cambiare, la fortuna è molto criticate e odiata dagli uomini, invece di lodarla, non risulta sensato sperare in una sorte diversa. La fortuna è così tanto beata (viene da Dio) che non fa caso alle critiche. Assieme ai gruppi angelici, fa rimuovere i beni umani e se ne sta lì imperturbabile. Successivamente Dante e Virgilio scendono ad una pena maggiore, si imbattono in una palude STIGIA (nera), dove immersi ci sono gli iracondi (perdita totale del controllo di sé) e gli accidiosi (caratterizzati da accidia, peccati-> Pigrizia spirituale, non fare il bene). IRACONDI: Sono coloro che hanno ceduto all’ira, è il momento in cui l’uomo perde il controllo, agendo tramite impulso, divenendo una “bestia”. Contrappasso per analogia: Gli iracondi, che in vita percossero e dilaniarono gli altri, ora si percuotono e mordono (se ne danno di santa ragione subendo anche l’ira degli altri, pugni, morsi, calci), stando in una palude. -> Virgilio afferma che queste anime nude sono le anime vinte dall’ira. Vicino ci sono gli accidiosi (accidia, indolenza, pigrizia spirituale). ACCIDIOSI: Sono coloro che non sanno prendere una decisone, sono immersi nel fango della palude Contrappasso per analogia: Come loro si sono nascosti nel loro guscio, senza prendere una decisione, questi rimangono nascosti sotto l’acqua della palude, e così non si pronunciano, passando l’eternità nella palude. Quelli che sono sotto l’acqua, hanno coltivato l’ira nel cuore senza sfogarla. Ad un certo punto del loro percorso, arrivano ad una torre raggiunta grazie all’attraversamento della palude. Nuovo Barcaiolo * li prende, e il viaggio tra gli iracondi non è proprio tranquillo. Dante pian piano che i peccati diventano più gravi, cambia atteggiamento. Da questo momento salvo alcune eccezioni come ULISSE e …, esprime il suo giudizio molto duro. * Flegias, figura mitologia, che ha ceduto all’ira, si vendicò quando era vivo mandando a fuoco il tempio di Apollo, Dante considera questo uomo come il guardiano degli iracondi, facendolo diavolo. CANTO VIII Dall’altra parte della cima, ci sono due fiammelle, ovvero segnali che i diavoli si trasmettevano, per dire al barcaiolo che c’è gente. La barca è piccola e stretta, molto maneggevole tanto che risulta più forte di una freccia lanciata dall’arco. Quando però Flegias arriva, come tutti i guardiani dell’inferno, si arrabbia, però riesce trattenendosi dall’ira. Virgilio inizia a rispondere molto duramente a Flegias, dicendo che lui viene ma non rimane, e gli chiede chi è lui, mostro imbruttito dall’atteggiamento. Flagias risponde di essere un dannato, e DANTE per la prima volta a una reazione iraconda, Virgilio è molto fiero di Dante, addirittura lo benedice e benedice anche la donna che lo ha creato. Dante tratta male, con cattiveria Flegias perché si pensa che risulti proprio FILIPPO ARGENTI, personaggio realmente esistito e chiamato così perché era molto famoso visto che aveva fatto fare al suo cavallo, i ferri di Argento per mostrare la sua nobiltà. Essendo Dante un guelfo bianco, e invece Filippo guelfo nero, sono due avversari (astio di DANTE) e sembrerebbe che durante una discussione abbiano litigato, e Dante ne abbia anche prese. CANTO XIII VIOLENTI, con la loro azione non hanno fatto male solo a sé stessi ma anche con il prossimo. Ci sono tipi di violenza più sottili e altri più gravi… - Dante e Virgilio giungono in un bosco, buio/umido/tetro. In questo bosco ci sono le arpie (creature mitologiche), con volto da donna e artigli da aquila. Le arpie si fondano negli alberi, spogli senza frutti, con rami aggrovigliati, che rappresentano le anime, distruggendoli. - Dante sente in lontananza un lamento, e Virgilio li dice di staccare un ramo dalla pianta, e Dante lo fa e si accorge che esce sangue **, capendo che c’è qualcosa dentro la pianta, più che qualcosa all’interno c’è qualcuno. - Pier delle Vigne, ha usato violenza contro sé stesso, distruggendo il corpo voluto da Dio, possiamo capire che è una violenza molto grave, perché non è stato un incontinente, ma ha rifiutato IL DONO DI DIO. Contrappasso: Come loro hanno ucciso il corpo che avevano, così per l’eternità non avranno più un corpo. Le arpie continuavano a tormentare la loro nuova conformazione di albero, come loro si sono danneggiati lungo la vita terrena. ** Fa riferimento ad un episodio dell’Eneide: “Polidoro”. Enea scopre la sorte di Polidoro, ucciso dai compagni. Quando Enea, sbarcato nelle coste della Tracia (dove Polidoro era stato ucciso), strappò dei rami da un cespuglio per ornarne l'altare del sacrificio, ne sgorgarono gocce di sangue, e ne uscì la voce di P. ad avvertirlo della maledizione del luogo dove egli era stato ucciso. L’ECO DEL L’EPISODIO VIRGILIANO è BEN PRESENTE. Canto II Dante e Virgilio assistono all’arrivo delle anime in questa isola, un arrivo che risulta essere ben diverso, rispetto a quello dei dannati nell’inferno. Nell’inferno c’erano urla pianti, bestemmie, con la presenza di Caronte che li colpisce affinché anime si muovano a salire nella barca; invece qui abbiamo un angelo che con le sue ali fa da vela a questa barca che se ne va via velocissima e queste anime che arrivano cantando “Inni al signore, inni di ringraziamento, perché anime sono salve”. - Quando anime arrivano in questa spiaggia, e vedono Virgilio e Dante, che non sono arrivati nel loro stesso modo, quando queste scoprono che Dante respira si accalcano addosso a lui, perché anime gli chiedono se lui quando ritornerà in Terra di salutare i propri familiari, e dirli di pregare per me affinché le preghiere possano accelerare il percorso che l’anima deve scontare. - Notiamo come sempre più spesso non è Dante che va dalle anime, ma queste che vanno da Dante, perché vogliono raccontare la loro esperienza. Questo accade sempre di più andando verso il paradiso. Nell’inferno anime si vergognano. - Nel nostro caso amico di Dante, si dirige da lui, si chiama Casella. È un musico, ovvero colui che eseguiva con accompagnamento musicale i componimenti dei poeti, anche quelli di Dante, visto che dimostra di ricordarsi bene le poesie di Dante. VERSO 75 - Anima si va avanti per abbracciare Dante, un abbraccio molto intenso e Dante ricambia l’abbraccio. Abbraccio non riesce, visto che sono anime, non trovo il corpo, alla fine le mani di Dante si ritrovano nel suo petto. Le definisce ombre vane (perché hanno l’aspetto delle persone me mancano nella consistenza). Cerca di abbracciarla tre volte, ma invano. -> Scena presa dell’Eneide, quando Enea scende nell’Ade per abbracciare il padre (Anchise). Abbraccio non viene, padre era morto, in questo caso, c’è malinconia, invece nel caso di Dante non è così. - Anima si ferma a parlare con Dante, adesso Dante riconosce chi era (casella). Casella afferma che vuole bene a Dante, sia quando era vivo ma anche adesso, sembra che l’anima sia stata segnata. Casella chiede a Dante cosa fa qua? Dante risponde dicendo che fa questo viaggio per poi tornare un’altra volta nel mondo dei vivi. - Dante si accorge che Casella è morto da alcuni anni, e si domanda perché è ancora li (sembra che Casella abbia perso tempo). Come mai? - Non ti preoccupare Dante, condottiero della nave non voleva che io salissi. Ma va bene così. Se Dio ha deciso che devo aspettare prima del percorso di purificazione, va bene così. Accettazione del volere di Dio punto di partenza della purificazione. - Casella nota che sono 3 mesi che Angelo imbarca tutti quelli che vogliono salire nella barca. Cosa sta succedendo da tre mesi nel 1300? Sta succedendo il GIUBILEO, ovvero la possibilità di accorciare pene del purgatorio con carità, vendite di indulgenze. - Senti Casella, se la nuova legge dei questo nuovo mondo non ti toglie la memoria o l’abitudine di cantare, quel canto amoroso (bello, che placava miei dolori), dai consolami attraverso il tuo canto. - Tutti si mettono a cantare, no pianto (ambiente totalmente diverso). - Tutti si fermano ad ascoltare, c’è un’assoluta letizia. Anche Virgilio ascolta divertito. - Salta fuori catone, urlando fermando questa ferma. “Spiriti lenti, dovete muovervi, andate su per il monte non siamo in gita, siamo in un cammino di espiazione”. - Anime smettono subito, ma anche Dante e Virgilio riprendono il percorso. NON SIAMO ANCORA ENTRATI NEL PURGATORIO, QUESTO NON è TEMPO PERSO, IL TEMPO è PERFETTO. CANTO III PURGATORIO - Dante e Virgilio capiscono che l’anti-purgatorio, questa spiaggetta, è molto affollato, troveranno diversi gruppi di anime, la porta del purgatorio è al 9 canto, 1/3 del percorso del purgatorio, si svolge prima di entrare nel purgatorio. - In questo anti-purgatorio trovano tutte quelle persone che si sono salvate, ma che si sono pentite all’ultimo momento o molto tardi. C’è un contrappasso (avete aspettato una vita per pentirvi) adesso dovete aspettare per percorso di purificazione. - Troviamo anche eretici, Dante ci dice che Eretici devono fare anticamera per un periodo di tempo 30 volte quello del loro periodo di errore. - Dante e Virgilio cercano un posto per poter salire, verso l’ascesa del monte. Vedono in lontananza una schiera di anime che arrivano molto lentamente (vorrebbero correre, ma devono aspettare). Anime diteci dove la montagna si abbassa, per poterci salire. Virgilio ha fretta, ma non sa che anime non possono andare più veloce. Anime sembrano un gregge, le anime seguano l’andamento e movimento dell’anima che sta davanti, se questa si ferma tutte si fermano. - Anime notano che Dante fa ombra (e appena vedono questo anime fanno passo indietro). - Dante incontra Manfredi, entrambi su guardarono, biondo, di aspetto nobile, ma ha un taglio in una delle due ciglia, sembra che ferita sia incisa nell’anima, Manfredi mostra una ferita nel petto, quindi è una persona morta in battaglia. Io sono Manfredi, sorridendo (siamo al purgatorio), nipote di costanza d’Altavilla, era colui che completò la guerra contro il papato intrapreso da Federico II. Lui quindi guida esercito tedesco-ungarico-svevo. Manfredi è stato scomunicato, come mai è in purgatorio? - Dante che aveva messo il papa nell’inferno, adesso Manfredi lo mette in purgatorio, era un messaggio per criticare la chiesa del suo tempo. Manfredi dice a dante di salutare sua figlia nella Terra (digli che Manfredi è in purgatorio, digli di pregare fare messe, carità così si accelera processo verso paradiso). - Manfredi riconosce suoi sbagli, li definisce orribili. Dio accogliere con un abbraccio immenso coloro che si pentono. - Dopo battaglia di Benevento, dopo la morte, il cadavere di Manfredi viene smembrato. Le mie ossa sono sparpagliate. UMANESIMO E RINASCIMENTO - L’umanesimo e il rinascimento sono due correnti letterarie e culturali, nate rispettivamente nel XV secolo e nel XVI. - Con l’Umanesimo si assiste ad una vera e propria rivoluzione dell’immaginario, viene infatti esaltata la dignità dell’uomo (la vita dell’uomo non è in funzione di un’altra vita (quella celeste), ma c’è un mondo terreno dove noi tutti viviamo, e che in fondo non è così male) e la sua centralità nel cosmo, mentre si diffonde una nuova fiducia nella capacità della ragione. - Per esaltare la dignità dell’uomo *, dobbiamo cercare di imitare come facevano una volta gli antichi proprio perché l’antichità è stato il periodo in cui l’uomo ha dato il meglio di sé. BISOGNA QUINDI IMITARE I CLASSICI. Con classici si intende l’arte, la letteratura ma anche l’architettura classica. L’arte sarà imitazione della classicità, introducendo il RINASCIMENTO. In architettura, Palladio esegue nelle sue principali opere, delle entrate che ricordano il tempio Greco, e fino a questo momento non ci sono molti problemi. I problemi iniziano proprio con la letteratura, infatti nell’Umanesimo gli autori si chiedono “Come si possono imitare i classici in letteratura”? - * Testo che sottolinea la dignità dell’uomo e del libero arbitrio, è proprio quello di Pico della Mirandola (nel quale vengono messe assieme tradizioni della Bibbia e del Timeo di Platone). Pico della Mirandola è un ottimo rappresentante di questa epoca e è un uomo di grandissima cultura, e afferma delle cose molto significative (tempi stanno cambiando). In questo testo l’uomo viene esaltato per la sua condizione privilegiata, intermedia tra divinità e cose materiali. L’uomo, cui Dio gli ha concesso il libero arbitrio, può plasmare la propria vita. L’uomo inoltre, caratteristica dell’Umanesimo, viene posto al centro del cosmo e dipende solo da lui se innalzarsi verso le cose superiori o degenerare verso le cose inferiori. Analisi del testo: - “Questo mondo (terreno) è qualcosa di divino in sé, non deve essere disprezzato”. - “L’uomo è superiore a tutte le altre creature”. - “Sta all’uomo scegliere di diventare quello che vorrà” - “L’uomo non è né celeste né terreno, è in grado di fare cose che lo rende immortale”. - “Dentro all’uomo c’è sia il bene che il male, sta a lui bilanciare questa grande potenzialità”. Conclusione finale: Uomo centro della creazione, protagonista del mondo e dotato di una grande dignità. - L’Umanesimo ha portato numerosi interessi anche nella cultura e nell’arte, e quest’ultima sarà imitazione della classicità, introducendo il RINASCIMENTO. - Nel rinascimento c’è stata una grande produzione artistica, molto importante per la storia Italiana. L’Enorme fioritura artistica tra il 400 e il 500 in Italia è dovuta ad interpretare a modo loro, queste regole/norme; ARIOSTE E MACCHIAVELLI (anche perché parla dio attualità), sono quelli che si muovono con più libertà all’interno rispettivamente del poema epico e della trattatistica; RINNOVATORI. NOVITÀ DEL 500 In questo periodo prende vigore un discorso in questo periodo: - Generi letterari, si codificano, prendono delle regole, diventando una classificazione rigorosa poiché ad ogni genere letterario corrispondono determinati parametri, caratteristiche e regole. Nella letteratura del 500, più di personaggi si parla di generi letterali. Si cerca di dare delle regole, dei modelli: Nel momento in cui scrivo in latino, posso rifarmi come modello la poesia alle letterature classiche. Nel momento in cui scrivo in volgare devono prendere a modello qualcuno che si è inspirato ai classici: Novellistica (si potranno inspirarsi a Boccaccio), poema cavalleresco, lirica e poesia. Lirica viene modellata sull’esempio di Petrarca. Autori quindi dovranno utilizzare in questo caso, testi armoniosi e la tematica (poesia d’amore). AUTORI SACRIFICANO ORIGINALITÀ PER COPIARE IL MODELLO DI PETRARCA - Importante della letteratura dei generi letterari del 500, è quello del Trattato. In un momento in cui andiamo alla ricerca di regole, o qualcuno che ci dica cosa e come lo dobbiamo fare; trattato insegna una determinata cosa, divenendo un genere molto frequentato nella cultura rinascimentale. Ci sono trattati che ci parlato di retorica, letteratura, filosofia e architettura, ma anche trattati che ci insegnano una buona educazione. - Altra novità è la rinascita del trattato laico, spesso basato sulle unità aristoteliche, nomi di artisti pochi; novità nell’elaborazione teorica e non tanto sulla esibizione. - Altra novità, organizzazione della cultura, mecenatismo dei signori fondamentali. Il frutto di questa azione è la nascita di un ambiente di corte, formata da cortigiani, dando vita a questo ambiente caratterizzato da bellezza, raffinatezza e armonia. Le corti, non solo MILANO E FIRENZE, ma anche altre piccole signorie diventano centri cultural importanti. Ci sono altre signorie molto importanti, come la ROMA DEI PAPI, forte mecenatismo. - Accanto alle corti, nascita di associazioni: a. Cenacoli, gruppi ristretti/occasionali b. Accademie, gruppi organizzati - Nascita di Biblioteche pubbliche (grande passo in avanti), iniziativa del signore che fa da mecenate, compra un tot di libri letterali e li metteva a disposizione. Non è ruolo di massa, poche persone infatti sanno leggere. - Diffusione della cultura, data anche dalla NASCITA DELLA STAMPA. Con questo inizia una maggiore diffusione della cultura, la stampa inoltre velocizza la stampa dei libri. Avviene la riduzione delle falsificazioni, e degli errori (amanuensi non devono più copiare). L’invenzione della stampa a caratteri mobili in piombo avvenne per la prima volta a Magonza, e l’inventore fu Gutenberg. - Nel 500, ci sarà nel mondo germanico, una spinta decisiva ovvero quella di Lutero, principio della libera interpretazione della sacra scrittura. Gruppi di studiosi, artisti, poeti, intellettuali che condividono la loro passione, discutono QUESTIONE DELLA LINGUA (500) La lingua deve essere normalizzata al più possibile, e ci si chiede quel è la lingua volgare migliore per la letteratura? Non è detto per forza che la lingua migliore sia quella del momento, anzi si arriva addirittura a costruire una lingua elevata, in volgare che serve per la letteratura. La questione riguarda il volgare, e ci sono 3 scuole di pensiero: 1. PIETRO BEMBO, su un trattato “Prosa della volgar lingua”, afferma che i due modelli da seguire sono Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. Modello che guarda indietro, ma Bembo afferma che non bisogna guardare il tempo trascorso 2. LINGUA CORTIGIANA, basata sul modello della lingua mista utilizzata nelle corti, prendere dunque un po’ di elementi del linguaggio di una corte all’altra (ECCLETISMO), creando una lingua unica. È una lingua costruita artificialmente, non è presente in nessuna parte del mondo se non in testa di chi lo pensa. Vuole essere una lingua di tutti ma alla fine non è di nessuno. 3. FIORENTINO COLTO, come lingua della letteratura, e chi lo propone è stato Machiavelli. Dopo 300 anni, stessa idea proposta da Alessandro Manzoni Dal 500 all’800, Italia era ancora divisa, e non troverà una soluzione. Quello che prevale fino a Leopardi, è la prima idea, ovvero Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. LORENZO DE’ MEDICI detto LORENZO IL MAGNIFICO - Non solo mecenate ma anche principe e artista, cultura delle corti trova l’espressione migliore. - ASPETTO LETTERARIO: Lorenzo nelle sue opere attraversa diversi generi, come poemetti pastorali (Nencia da Barberino) raccontate con molto garbo e grazia. Scrive anche liriche amorose. L’opera più rappresentativa della sua personalità, è la canzone di BACCO *. *CANZONE DI BACCO da canti carnascialeschi - La canzone di Bacco, la prima cosa che ci colpisce è che nel 1400 a Firenze, c’è chi scrive un componimento di argomento MITOLOGICO. Questo argomento mitologico è una variante del mito poco conosciuta (Lorenzo ha studiato molto). - Teseo e Arianna, stanno tornando ad Atene. Teseo impazzisce per un’altra fanciulla e scarica Arianna in un’isola. Mentre Anna è nell’isola che si dispera, arriva un CORTEO di gente (ninfee, satiri, Sileno satiro di eccellenza), in particolare la figura più importante è BACCO, che secondo la mitologia è il dio dell’ebrezza, e si ferma in questa isola. Bacco sposa Arianna, e la canzone di Bacco ci parla quindi del corteo nuziale. - Questo argomento mitologico è una variante del mito poco conosciuta (Lorenzo ha studiato molto). La mitologia non viene reinterpretata in senso morale o riferimenti cattolici, non c’è nulla di trascendente, no figure allegoriche, no amore spirituale. È un mito che viene raccontato per il gusto di raccontare un mito, però c’è la presenza di una morale, che viene ripetuta come un ritornello e possiamo trovarla fin dalla prima strofa. “QUANTO È BELLA LA GIOVINEZZA CHE FUGGE RAPIDAMENTE, CERCHIAMO DI ESSERE CONTENTI, PERCHÉ DOAMNI NON SI SA COSA ACCADRÀ.” Non è una morale di stampo CRISTIANO, ma una morale che ricorda da vicino gli aspetti della cultura e della filosofia degli antichi Romani. -> ISPIRATORE CARPEDIEM - C’è l’idea di una moralità laica, una concezione della vita che proviene dai classici. Umanesimo non solo riguarda forme, linguaggio, ma diviene insegnamento di vita. Analisi: - Satiri cercano di farsi vedere dalle ninfe, anche se non sono così belli, sono felici, del domani non c’è certezza. Ninfe hanno piacere di essere ingannate. Morale storia: - Gente aprite le orecchie, nessuno deve fare affidamento sul domani, oggi siate felici e non dopo. Tutti devono essere felici, pensiero triste vada al diavolo, facciamo sempre festa, tanto quello che deve succedere è inevitabile. - RIFERIMENTI CHE FANNO DI QUESTO TESTO UN MANIFESTO ESEMPLARE DELL’UMANESIMO (CLASSICISMO ENTRATO NELL’UMANESIMO) Confronto con l’Ode “Leuconoe” di Orazio. - Questo pensiero, riflette una corrente filosofica, che si chiama EPICUREISMO. È una visione totalmente realistica della realtà, qualcosa di molto casuale. Noi siamo frutti del caso, di aggregazione e disgregazione dell’atomo, dei esistono ma stanno solo nel cielo celeste. Realtà non dipende da noi e neanche dagli Dei, e come dicono Epicurei bisogna vivere l’oggi senza fare aspettative lunghe. come Leonardo da Vinci e Giovanni dalla Casa (grande umanista). Quest’ultimo si collega all’ambito culturale. Personaggi devono distinguersi dalla massa, lui scrive il GALATEO. Tema principale è il comportamento in pubblico, comportamento che riguarda tutti e non solo una elite ristretta. L’UOMO NON DEVE METTERE IN DIFFICOLTÀ L’EQUILIBRIO DEL LUOGO IN CUI SI TROVA, NO COMPORTAMENTI ANTICONFORMISTICI PER NON CONTRADDIRE QUESTO EQUILIBRIO. TESTO “Perbenismo e omologazione” 1. Atteggiamenti conformistici, valore comportamento che deriva dalla consapevolezza di essere inseriti in un determinato contesto. 2. Abbigliamento, bisogna vestirsi bene, uomo deve conformarsi su come sono vestiti gli altri, e anche al luogo/situazione. Un altro importante esponente è stato CORTIGIANO DI CASTIGLIONE (vive nella corte di Monte-Feltro, non sarà mai una potenza decisiva nella politica ma forte in situazioni culturali), che scrisse tre libri: 1. Concetto della grazia, la trasformazione dell’artificio in qualcosa di naturale 2. Altre qualità del cortigiano, deve saper combattere nei tornei cavallereschi 3. Attenzione si sposta nelle donne, non ha una grande opinione a riguardo, afferma che donna non ha grandi doti morali. 4. Arte del cortigiano Chi va contro al pensiero di Bembo e Castiglione è proprio, Pietro Aretino. È un frate che va in direzione completamente opposta ai due precedenti, e questo si può capire da poesie intitolate “Sonetti lussuriosi”. Opera successiva “Ragionamenti” (donna anziana da consigli osceni su come tradire gli uomini). Questo era un frate, e era molto colto nonostante queste opere, era addirittura paragonabile a Boccaccio. LEONARDO DA VINCI: Scrisse molto ma non in maniera organica, tutti i suoi pensieri/ragionamenti/considerazioni e idee sono state trovate in appunti sparse. Ci sono elementi nei suoi appunti, che lo portano molto vicino al rinascimento e altri che lo portano distante. Gli manca il fondo matematico per trattare questioni che verranno presentate successivamente, ma lui era un uomo molto intelligente. Leonardo esalta la potenzialità dell’uomo, perché si sforza di fare qualcosa e crede molto nelle capacità dell’uomo (centro dell’umanesimo) TESTO: HOMO SENZA LETTERE: Risponde dicendo che non è un letterario, e sembra che lui voglia distinguersi. Lui non era tanto senza lettere visto che fa riferimenti alla classicità, come la storia romana. GENERE EPICO-CAVALLERESCO Il genere epico presenta da una parte presenta un evidente di continuità di un’ispirazione alla tradizione ma dall’altra presenta anche delle innovazioni. Il poema epico- cavalleresco (epico ci fa capire che siamo davanti ad una tradizione gloriosa che affonda le proprie radici nella classicità (Odissea, Omero, Virgilio) fino a qualcosa di più vicino, ovvero la Chanson de Geste considerata sicuramente qualcosa di importante visto la sua antichità di 500 anni). Dunque epico deriva dalle Chanson de Geste. Le caratteristiche principali di questa erano: - Ciclo carolingio (guerra contro gli infedeli), una grande serie di ideali (fede, valore, lealtà). Valori che alimentano i protagonisti di questo poema che erano i Paladini di Francia (Orlando con la Chanson de Roland, che racconta le eroiche gesta di questo fino alla sua morte per mano degli infedeli, Rinaldo). Il romanzo Cortese/Cavalleresco, invece è quello che ha come protagonisti i cavalieri della tavola rotonda, Lancillotto e re Artù. (Personaggi sono quelli del CICLO BRETONE). Gli elementi caratteristici di questo genere sono: Amore e avventura, amore che non è necessariamente spirituale. Queste due tradizioni dal punto di vista letterario viaggiano separate per un bel periodo, però un po’ alla volta iniziano ad interferire una con l’altra, e vengono fuori storie in cui si prendono i protagonisti del poema epico, dunque i paladini di Francia e si comportano non più come facevano nella Chanson de Geste ma come i protagonisti del romanzo cavalleresco, divenendo protagonisti dell’amore e dell’avventura. Poema epico- cavalleresco, è un poema che fonde queste due tradizioni (dalle chanson de Geste i protagonisti e il contesto (lotta contro gli infedeli) ma dal romanzo cavalleresco prendono l’amore e l’avventura). Orlando delle Chanson de Geste è un essere completamente spirituale che muore quasi come un martire, e invece adesso è un ragazzo arrabbiamo perché tradito dalla sua ragazza. Dove avviene questa fusione? Questa fusione avviene soprattutto a partire dalla tradizione orale, fatta dai GIULLARI (che si esibiscono nella corte dei signori, cercano di parlare di cose elevate come i Paladini di Francia ma devono cercare in qualche modo di intrattenere di movimentare queste avventure, per non annoiare il pubblico.) E DAI CANTASTORIE (persone che girano per i paesi, con pubblico di gente comune, e questo rafforza l’azione divertente/movimentate (mediante l’utilizzo della mimica ecc…) come le cose avventurose). -> PRIME FORME DI TEATRO, con cartelloni ecc… Tradizioni Reali di Francia, sono andate avanti per un bel po’ a livello di tradizione popolari. Ad un certo punto, Pulci, poi Boiardo con un tentativo più azzardato e alla fine Ariosto, che sposta questa fusione anche nella letteratura (mettendo in discussione quello che era l’ordine nella letteratura nel rinascimento). LUIGI PULCI, con questo poema sicuramente si collega alla tradizione ma lo fa in una maniera molto particolare. Morgante e Margutte, sono due personaggi minori del ciclo carolingio e c’è questo intendo dissacratorio tipico del “credo” gastronomico. * Hanno ideali sicuramente ben differenti dai protagonisti della Chanson de Geste. È un fiorentino, vive nella corte dei Medici, però si pensa che abbia avuto una vita complicata (ha litigato con diversi suoi signori, fino a essere cacciato da Firenze). Il Morgante è la sua principale opera. Trama: Orlando lascia i suoi compagni di Parigi, addirittura quasi convertendosi al paganesimo. Durante il viaggio libera un’abazia da tre giganti: ne uccide due mentre il terzo di nome Morgante, diventa un suo scudiero. Accanto a Morgante c’è un'altra figura, Marguette un mezzo gigante, con il quale condivide varie imprese eroicomiche. Marguette muore dalle risate vedendo una scimmia che si infila i suoi stivali, mentre Morgante muore mentre porta in salvo la nave dai paladini, perché pizzicato da un granchio. PREDOMINA IL GUSTO DEL PARADOSSO. Paradosso e la dissacrazione sono le due caratteristiche che rende unico il Marguette, nella chanson de Geste nessuno si è sognato di fare questo. *Il “credo” gastronomico di Margutte (dentro all’opera di Morgante) Marguette parla con Morgante, si sono conosciuti da poco. Marguette spiega qual è la sua concezione della vita e lo fa con una parodia, che risulta una presa in giro del credo cristiano. Marguette risponde nel corso di questo brano: Io non credo più a una cosa che ad un’altra, non ho grandi ideali; ma credo invece nelle cappone (gallo castrato) lesso o arrosto e credo qualche volta anche nel burro (cosa rara all’epoca) e la cervogia (birra) e nell’aspro che il mangurro (mi fido solo dei soldi). 3 CAPISALDI DI UNA LOGICA COMPLETAMENTE TERRENA. Ho fede solo sul buon vino e credo che sia salvo a chi gli successivamente da Astolfo, dopo di che si converte sposò con Bradamante e il giorno delle nozze si scontrerà contro RODOMONTE dove vincerà. In particolare durante la battaglia tra RUGGIERO (guerriero mussulmano) E BRADAMANTE (guerriero cristiano), Bradamante perde il velo e Ruggiero scopre che è una donna e si innamora, ma purtroppo devono amarsi di nascosto perché sono nemici e all’epoca non erano tollerabili questi comportamenti. Si pensa che la figura di Ruggiero e di Bradamante sono un omaggio agli Estensi perché si diceva che i due fossero progenitori della stirpe degli estensi. L’Orlando furioso presenta anche delle innovazioni: - Non ci sono unità aristoteliche e c’è anche la reinterpretazione del tema della quete. Angelica non è raggiunta né da Rinaldo, né da Orlando, né da nessun altro fra quelli che la ricercano. Cade invece a un semplice soldato, mai visto prima, incontrato per un caso fortuito: TEODORO - La quete è la ricerca di qualcosa di sacro (ricerca del Sacro Graal) ma in questo caso non è più qualcosa di sacro ma una fanciulla. - La figura femminile di Angelica è fuori dagli schemi, è una figura femminile a qui tempi fuori corrente perché decide da sola per sé stessa, deciderà di scappare e di sposare un soldato musulmano. - L’umanizzazione degli eroi è evidente, questi portano ad una attualizzazione delle situazioni. Gli eroi diventano pazzi per una ragazza, comportandosi come persone qualunque. - In questo modo il poeta usa l’ironia, interviene in prima persona nella narrazione spiegando e commentando. Facendo così crea un parallelo tra protagonisti e lettori. - Le nostre debolezze risaltano di più negli eroi facendoci ragionare. - Quanto in un testo narrativo si raggiunge il momento di massima tensione, viene cambiato l’argomento, ci si ritorna dopo lungo il poema. È usata per creare suspense e per tenere l’attenzione del lettore alta. LABIRINTO COME METAFORA DELLA VITA - I personaggi corrono in questo labirinto avanti e indietro - Ci affanniamo tanto per qualcosa ma dopo ci troviamo senza niente in mano. Il punto più importante che fa unico l’Orlando furioso nella letteratura Italiana, il fatto che l’autore usi il poema epico (genere più antico che ci sia), usa vicende che appartengono una tradizione del passato ma le usa per parlare dell’umanità (cosa molto umanista e innovatore). In pratica trasforma i suoi eroi in uomini comuni, nel momento in cui parla di loro finisce a parlare di noi. In particolare questo si nota sicuramente nel “Il proemio” (CONCENTRATO DELLE GRANDI NOVITA’ CHE ARIOSTO PORTA NELLA LETTERATURA, DALL’UMANIZZAZIONE ANCHE DEGLI EROI, che si paragono con Orlando), che in realtà è l’inizio del primo libro del poema, e noi prendiamo le prime 4 strofe e ne facciamo il proemio. Già dalle prime quattro possiamo capire che donne, cavalieri, armi, amori, cortesie, e audaci imprese io canto. In questo verso c’è un modello nascosto, ovvero il modello di Virgilio, perché ricalca molto da vicino il primo verso dell’Eneide (Io canto le armi e l’eroe). Abbiamo quindi una reinterpretazione, perché la prima parola è la donna, l’amore DESTABILIZZANDO LA MENTALITA’ AUTOMATICAMENTE ASSOCIATA AD UN POEMA EPICO, la seconda è il cavaliere (avventura) come nei poemi cavallereschi e per ultime le l’AUDACI IMPRESE, che dovrebbe essere per primo invece. Ariosto sembra dirci che la vita non è solo eroismo, ma anche questa confusione/mescolamento. Trama: La strofa 1 e 2 - Ariosto ricorda le imprese coraggiose che ci furono nel tempo in cui i Mori dell’Africa attraversarono il mare e spiega che fecero gravi danni in Francia, guidati dalle ire di Agramante, che si vantava di vendicare/far pagare a Carlo Magno, la morte di Troiano, fratello di Agramante. - Orlando, Ariosto spiega che dirà una cosa che non era mai stata detta in prosa e in versi, non ci parlerà dell’Orlando delle Chanson de Geste; ma ci spiega che è come un ragazzetto qualsiasi che diventò matto (un termine di registro basso, di fronte ad una persona molto importante come Orlando) per amore, lui che prima era considerato saggio. C’è anche la presenza di autoironia (che nel proemio del poema epico si mette a fare una battuta, quando in realtà i poeti sono la che aspettano di autoincoronarsi, lui invece fa la battuta e questo sicuramente nel poema epico tradizionale non avveniva proprio perché era il momento più solenne e serio), vi dirò queste cose di lui se Alessandra non farà diventare matto per amore me (riferimento alla sua compagna, Alessandra, amore tormentato). Nonostante la battuta, si è messo nello stesso piano di Orlando (nessuno nella storia dell’epica si era paragonato a un protagonista). La strofa 3 è la dedica al signore Vi piaccia Ippolito, nobile figlio di Ercole, che sei l’ornamento di questa epoca. (sembra ironia). Quello di cui io sono debitore posso pagarvelo in parte, con parole e opere di inchiostro, sono un povero letterato e non posso essere accusato di dar poco perché io vi sto dando di tutto quello che son capace. 4 strofa (aggancio alla stirpe degli Estensi) Voi sentirete tra gli eroi più nobili, lodandoli è Ruggiero (progenitore degli Estensi). Io vi farò cogliere il grandissimo valore e i suoi chiari gesti (CLARUS, illustre e nobile, umanista rinascimentale padroneggia sfumatura del latino, se mi date orecchio (registro molto popolare). Passa continuamente da un registro basso a quello alto continuamente. LA FUGA DI ANGELICA. Dal proemio e il raccordo con le vicende dell’Orlando innamorato, si passa alla fuga di Angelica. Dalle prime strofe c’è un riassuntino delle vicende raccontate dall’Orlando innamorato di Boiardo, che funge da aggancio. Orlando, aveva sconfitto molti nemici per riuscire a conquistare la bella Angelica, e tornò in Occidente con lei perché Carlo magno lo chiamò per combattere contro gli infedeli, per battersi contro i guerrieri del re Marsilio (re dei saraceni di Spagna) di e Agramante (re dei saraceni dell’Africa) e Carlo Magno volveva che questi due si prendessero a sberle per essersi permessi di sfidare Carlo Magno. 1. Per aver portato dall’Africa, tutti quelli che erano in grado di combattere. 2. Marsilio per aver spinto la Spagna, a mettere in difficoltà il bel regno di Francia. Ma Ariosto dice che presto si pentirà (nella chanson the Geste nessuno si era mai permesso di dire una cosa del genere). Carlo è arrabbiato con Orlando perché non ha fatto bene a portare (narratore commenta, cosa che nell’epica non era mai successa, ma non è solo un commento che fa riferimento a questa determinata situazione, proprio perché in qualche modo ci tocca anche noi SEMPRE, ecco come il giudizio umano spesso sbaglia.) Angelica sta distraendo i guerrieri, proprio perché fa una strage di cuori tutti si innamorano e non si concentrano sulla guerra. Fu Carlo Magno a toglierla, perché stava mettendo nei guai tutta la spedizione. Nel corso del poema, emergerà anche la personalità di Angelica, che iniziò a pensare con la propria testa. Si inizia a fregarsene non solo di orlando, che aveva vinto il concorso a premi indetto dal padre, per il destino della figlia, ma anche Rinaldo e soprattutto tutti i guerrieri che vanno alla ricerca del suo amore. Deciderà di mettersi insieme a un soldato semplice (non un eroe, mussulmano), ovvero TEODORO, e i due scapperanno (non si sa dove). Angelica salta fuori dalla finestra, sale sul cavallo e scappò verso la foresta, solo che mentre stava andando con il suo cavallo intravede un cavaliere che era Rinaldo e decide quindi di evitarlo, girando il cavallo e correndo il più possibile. Angelica dalla rabbia e dalla paura correndo in tutte le direzioni (come noi nella nostra vita ci facciamo trasportare da tante cose, in tutte le direzioni, Ariosto sembra volerci dire che molte volte non siamo nemmeno noi i padroni della nostra vita). Ad un certo punto arriva sulla riva del fiume, e incontrò Ferraù (guerriero mussulmano), che si era preso un po’ di pausa per la battaglia per bere. Nella fretta di bere, gli cade l’elmo nell’acqua, e tornare in battaglia senza l’elmo non era possibile. Mentre stava cercando, arriva Angelica molto spaventata, Ferraù la guarda nel volto e anche lui se ne innamora. E siccome era un cavaliere, tirò fuori la spada e corre minaccioso incontro a Rinaldo. (questi si erano visti più volte in battaglia, ma questo giro non combattono per i grandi ideali della Fede, ma duellano per una ragazza, UMANIZZAZIONE DEGLI EROI). Mentre i due si bastonano, ANGELICA se ne va. La scena finisce con questi due rivali, che decidono di aiutarsi per andare in cerca di Angelica (CRISTIANO E MUSSULMANO FANNO FRONTE IN COMUNE, ALLEANDOSI PER CERCARE ANGELICA) e addirittura Ferraù da un passaggio sul suo cavallo a Rinaldo e si dirigono verso il bosco. Nel bosco tutti vanno in cerca della bella Angelica, c’è chi finisce dentro al palazzo di Atlante, un palazzo incantato dove non riesci più ad uscire e chi finisce vittima degli incantesimi della maga Alcina. Nel frattempo Angelica trova Medoro ferito in un ruscello, lo ha medicato e i due si INNAMORANO. Per un breve periodo rifugiano nella casa di un pastore. Nel frattempo Orlando arriva in un posto molto carino (tipico locus amenos), stagno, piante. ORLANDO PAZZO PER AMORE Orlando si leva l’elmo, si ferma per riposarsi in questo bellissimo posto perfetto e vede delle scritte incise sui tronchi degli alberi, sulle pareti delle rocce, cuori con nomi scritti dentro. Si accorge subito che è la scrittura di Angelica e Ariosto ci dice che spesso Angelica e Medoro venivano li, ma ovviamente Orlando non poteva saperlo. Vede che c’è scritto dappertutto Angelica e Medoro. Si sforza di credere che sia un’altra Angelica, però essendo che ha riconosciuto la scrittura, e inizia a pensare che Medoro sia un Come lo perdono? 1. Per Amore (come Orlando) 2. Per Onori (ricerca del continuo mettersi in mostra) 3. Per ricchezza 4. Per la confidenza totale dei potenti 5. Per magiche sciocchezze (c’è chi va via di testa perché si mette a credere ai maghi) 6. Per opere di arti, arredamento, oggetti preziosi Trama: Astolfo e Giovanni si dirigono verso la luna mediante l’Ippogrifo, e 100 anni prima di Galileo si accorgono che la Luna (non è una palla luminosa, come si credeva), ma è formata da montagne, valli (si pensava che le macchie lunari erano nuvole o problemi della vista degli uomini). Lungo il testo c’è un lungo elenco di cose: - Non si trova solo la perdita di regni e di ricchezze, ma anche altre cose che non le hanno perse per caso (per colpa della sorte). - Il poeta si concentra soprattutto sulle cose che noi perdiamo per colpa nostra, e che se stessimo un pochino più attenti non ci faremmo fuggire, e si concentra in particolare anche di cose che lui stesso possiede. La fama (gente famosissima dei suoi tempi adesso è tutto l’incontrario), e si trovano anche infinte preghiere e voti che gli uomini fanno (VISIONE LAICA DELLA REALTA’), tutte quelle preghiere inesaudite che si fanno a dio perché gli uomini peccano. - Si trovano anche le lacrime per un amore non corrisposto, il far nulla deli uomini (l’OZIO) e progetti (mai realizzati). - Astolfo mentre cerca il senno di Orlando, chiede a Sangiovanni cosa c’è dentro quel sacco che si muove. Sangiovanni affermano che queste rappresentano le grandi civiltà della storia, hanno fatto anche loro il loro tempo e adesso facciamo fatica a ricordarcele. - Moltissimi oggetti che hanno valori simbolici, ci sono mucchi di ami d’orati di oro e argento (rappresentano i doni che si fanno ai re, ai principi, con speranza di mercede, sperando quindi di accalappiarli (significato dell’amo). Se stanno sulla Luna significa che non hanno avuto un grande effetto. - SI trovano anche lacci e ghirlandi di fiori (rappresentano l’ADULAZIONE, fare dei complimenti a qualcuno poco sinceri a scopo di tirarci qualcuno dalla nostra parte). - Nodi di oro, gemmati ceppi (Amori finiti mali e quindi perduti, nodi di oro, oro perché ci sembravano tanto belli e nodi perché c’erano due persone “legate”, ceppi perché sono comunque qualcosa che ti tiene prigioniero e gemmati perché sono belli, ma intanto ti tengono imprigionato). - Mantici pieni di aria, Favore dei principi che danno ai loro favoriti, ma come l’aria del mantice fuoriesce; anche i loro favoriti cambiano. - Gran mucchio di rami con vischio (bellezza femminile e uomini intrappolati, anche la bellezza finisce e ritorna anche questa nella Luna). - L’UNICA COSA CHE NON SI TROVA SULLA LUNA è LA PAZZIA. - Attenzione viene attratta da recipienti. Giovanni spiega ad Astolfo che questa è il recipiente del senno di ORLANDO. La più grande è proprio quella di Orlando e la riconoscono perché fuori c’è scritto il nome del proprietario. Astolfo vede ad un certo punto che c’è anche il suo senno, e decide quindi di riprenderselo, ma soprattutto si meraviglia di persone che sembrano tanto buone e che in realtà il loro senno si trova in gran parte sulla Luna. (ARIOSTO CI DICE CHE GLI UOMINI FANNO PRESTO A COMPIERE DELLE PAZZIE, ANCHE GLI EROI). - Ci sono anche il senno di molti filosofi, ma soprattutto POETI. Prendono il senno di Orlando (anche se molto pensato). - Per lungo tempo Astolfo compie azione sensate, però a causa di un errore che fece le perse di nuovo. I due andranno in cerca di Orlando, e mentre dorme riacquista il suo senno. Carlo Magno lo perdona da tutte le cretinate che ha fatto, e il poema si conclude con orlando che si dirige in battaglia, e grazie alla Chanson de Geste, sappiamo che troverà la morte. NICCOLÒ MACCHIAVELLI * Machiavellico: significa conforme alle dottrine di Macchiavelli, quindi già capiamo che questo personaggio aveva delle dottrine, capiamo che è un personaggio che nella sua opera ci trasmette una sua determinata teoria/visione. Queste dottrine vengono interpretate con enfasi particolare sul CINISMO E SULLA SPREGIUDICATEZZA. * Nel principe infatti lui insegna al principe, tutti i mezzi e strumenti con cui deve riuscire a impossessarsi del potere e tenerlo per sé, anche rincorrendo ALLA VIOLENZA. Riassumendo in Italiano machiavellico, indica chi per raggiungere i propri scopi non guarda in faccia nessuno, non ha scrupoli. Il suo genere letterario che praticherà di più è il TRATTATO. Sostanzialmente tra i trattati quelli più importanti sono: - “Il principe” * - “I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio”. La prima deca sarebbero i primi 10 libri delle storie di Tito Livio. È un politico, e anche un letterato molto fine. Personaggio molto dentro alle vicende politiche di Firenze (la Firenze di fine 400 e inizio 500), in cui c’è la cacciata dei medici, l’affermazione della repubblica fiorentina, il ritorno dei medici, e poi la cacciata definitiva dei medici. Essere un politico in vista in quei tempi, era molto difficile e anche pericoloso, infatti gli ultimi suoi 20 anni finirà emarginato, proprio perché verrà considerato come una persona che si adottò ai vari cambiamenti. * Da dove ha avuto origine questo modo di vedere/intendere? Già dal titolo della lettera, fatta in latino; ripropone quelle intestazioni dell’epistole delle lettere degli autori latini (Umanesimo e modello classico ben presente) Per capirlo, ci può aiutare la “La lettera dedicatoria” del “Il principe”, che Macchiavelli scrive a Lorenzo de Medici, che inizialmente doveva essere il destinatario di questa opera. Da questa lettera notiamo subito che non c’è più quella situazione di pace, che la pace di Lodi aveva garantito. Le signorie iniziano a scontrarsi tra di loro, e combinano un guaio grosso, che avrà conseguenze fino a tutto l’800. Le signorie vanno a chiamare in aiuto le MONARCHIE. Per fare la guerra le signorie si tirano in casa (Italia) spagnoli, francesi, austriaci e tedeschi. L’ITALIA TERRA DI CONQUISTA DEI PAESI STRANIERI. Trama: - Chi vuole ingraziarsi un principe, di solito si va incontro a questo con cose che loro considerano preziose. (Cavalli, Armi, pietre preziose). - Non c’è niente di più prezioso della conoscenza delle azioni degli uomini grandi, imparati da Macchiavelli con l’esperienza delle cose attuali. (Lezzio, latinismo forte; lettura studio). - Macchiavelli afferma che dobbiamo conoscere il passato per imparare quelli che sono i meccanismi che regolano il i meccanismi della realtà nel suo complesso (è qualcosa che si forma in questo mondo e non su altri mondi). (MACCHIAVELLI MOLTO UMANISTA). - Caro principe, potete imparare tutte quelle cose che io ho capito/elaborato ragionato, nel giro di tanti anni di studio. - In questa opera afferma di non aver messo dentro parole magnifiche (non è del tutto vero, ci sono latinismi molto farti TALEN (TUTTAVIA)). - Scrive le cose come stanno, senza giri di parole (COMINCIAMO A CAPIRE IL DISCORSO DEL CINISMO E DELLA SPREGIUDICATEZZA). Già da questo brano, ricaviamo 3 punti che sono fondamentali per capire il pensiero di Macchiavelli: 1. È un politico, in anni complicati per Firenze e per l’Italia. 2. Ha una formazione umanistica, unità terrena è il punto di partenza dei suoi ragionamenti con un approccio materialistico. 3. Concetto importante, HISTORIA MAGISTRA VITAE: Storia maestra di vita (ci permette di capire l’interessa che lui ha per la storia, negli stessi anni in cui scrive il Principe, scrivere anche opere storica, quei discorsi sopra la prima deca di Tito degli INFEDELI. Come si fa a bloccare i crociati? Tendandoli, soprattutto con l’amore, infatti uno tra i protagonisti è proprio RINALDO. Per bloccarlo le forze demoniache, Rinaldo viene circuito dalla maga Armida, che tramite la sua bellezza, lo tiene lontano dai combattimenti. È chiaro il parallelismo con l’episodio della tradizione epica, più precisamente l’episodio di Ulisse, prima con Circe e poi con Calipso. Anche Ulisse viene trattenuto nelle isole da queste due, Circe tra l’altro risulta essere anche una maga. (Analogia con Maga Armida). L’amore diventa quindi arma di distrazione di massa, un tranello teso nei confronti di questi eroi per distoglierli dal loro dovere. C’è però un altro incantesimo, ovvero l’incantesimo della selva di Sarroch: Crociati dovrebbero andare in questa selva per tagliare la legna necessaria per la costruzione dell’accampamento, ma trovano delle ninfee nude, questo rappresenta un intoppo per la spedizione. Ariosto ci dice che gli eroi non esistono, sono uomini come noi. In questo caso è diverso, Rinaldo riesce a vincere la tentazione, facendo convertire Armida al cristianesimo. In Ariosto è normale che l’amore distragga, dimostrando l’umanità dei personaggi, in questo caso c’è una regola, amore diventa una delle tante tentazioni che distraggono i personaggi, con conseguenze anche tragiche (facendo riferimento a Tancredi e Clorinda). Tancredi guerriero cristiano e Clorinda guerriera mussulmana (ricordano molto Ruggero e Bradamante dell’Orlando furioso). Il piano è che Clorinda doveva far innamorare di sé Tancredi, per far perdere di vista il suo dovere. I due però si innamorano per davvero, e succede che per sbaglio durante un combattimento lui uccide lei e questo provoca in Tancredi grande Turbamento. Anche questo viene superato (se per Ariosto importante è l’umanità dei suoi personaggi), per Tasso i suoi personaggi devono tendere alla Perfezione, anche a costo di grandi sacrifici personali -> Come quello di Tancredi, e di Rinaldo. ** La scena è molto seria, al contrario magari dell’Orlando furioso (che si mette a rompere tutto), quello che fa parte dell’umanità, è visto come tentazione, che mette a rischio IL TENDERE ALLA PERFEZIONE. *** **La lacerazione interiore dei personaggi è la caratteristica principale dei personaggi della “liberata”. **** “Il proemio” della Gerusalemme Liberata 1-3 strofa Canto l’arme pietose (Ariosto era partito con Armi, le donne, i cavalieri; scritti in modo disordinato per rappresentare l’umanità degli uomini, invece qui c’è un ordine, canta le armi devote (a servizio della fede) e il capitano (che sarebbe Goffredo di Buglione che oltre a pregare non fa niente, non vive travagli interiori, va via per la sua strada), già da questo incipit è chiaro il parallelismo con il modello virgiliano dell’Eneide, e non risulta essere un caso. Tasso afferma che nella sua poesia ci mette un po’ di fantasia, però è per rendere più digeribile la storia dell’eroe della fede e della lotta contro il maligno. -> Paragone con il bordo dolce della tazza con all’interno medicina amara, questa immagine Tasso la prende da un poeta della letteratura latina, che è Lucrezio. Lucrezio aveva scritto “De rerum natura”, opera molto laica, non nega esistenza degli Dei, ma se esistono stanno dove sono -> Si traduce in una teoria filosofica, Epicureismo. Tasso va a prendersi (tipico del manierismo) una cosa lontanissima dalla mentalità cristiana ripiegandola ai scopi propri. Strofa 5 Se il cristianesimo ritornerà compatto (siamo in piena controriforma), cerchi di riprendersi con navi e cavalli la Terra Santa, di cui si erano impossessati i feroci Turchi, è necessario che contribuisca a te (Alfonso d’Este) il comando in Terra oppure il comando della flotta. Alfonso deve fare la parte di Goffredo di Buglione nell’ipotetica riconquista dei luoghi santi. Riassumendo Nel proemio troviamo i temi che stanno al centro delle Gerusalemme Liberata: Da una parte il tema della lotta tra il bene e il male, l’idea che ci sia il bene (rappresentato dagli dei cristiani che sono inviati da Dio), contro il male (il demonio). Maligno è bravo a travestirsi in maniera seducenti, e ricorre pur di ostacolare l’impresa degli eroi, a tutti i mezzi, perfino l’amore viene utilizzata dai nemici del cristianesimo per allontanarli dall’impresa. Armida circuisce Rinaldo, distraendolo. -> Episodio simile a quello di Ulisse con Circe o quello di Calipso. Rispetto all’Orlando furioso cambia il clima (per Ariosto Umanità dei personaggi era molto sottolineata), per Tasso invece l’umanità è un ostacolo ALL’EROISMO. *** Non è stato solamente Rinaldo a essere distolto dal suo dovere, ma anche gli altri Eroi vengono fatti innamorare, siamo nel caso del “Duello di Clorinda e Tancredi”. Tancredi (guerriero cristiano) e Clorinda (guerriero mussulmana), i due alla fine finiscono per innamorarsi per davvero, giustamente durante la battaglia è difficile riconoscere il soggetto che sta sotto all’elmo, tanto che Tancredi ucciderà il suo grande amore, è vero che lui uccide un infedele, fa il suo dovere, ma il dolore all’interno di Tancredi rimane. Esempio di come compiere il Dovere per Tasso sia spesso qualcosa di lacerante, di terribile. **** Da verso 62 Tancredi perdona di aver ucciso, non tanto il corpo (che non ha nulla da temere visto che sta morendo), ma l’anima del suo avversario (non aveva ancora capito di chi si trattava). Prima di morire, Clorinda li chiede di pregare per la sua anima e di donarmi il battesimo. Per eseguire il battesimo c’è bisogno dell’acqua, infatti lui va a raccoglierla con l’elmo in un ruscello lì vicino. Nel punto di morte, qualsiasi persona poteva compiere il processo del battesimo. Quando Tancredi tolse l’elmo al suo avversario, si rese conto di chi si trattava, dovette unire tutte le sue forze per non morire anche lui. Clorinda riceve battesimo con felicità, sorridendo. Con la morte di Clorinda, Tancredi perde il colorito della pelle, rimane fermo immobile (come se fosse morto anche lui). Questo dimostra come l’eroismo a volte costa anche dei sacrifici, che in questo caso lacera l’animo di Tancredi, strazia il bene di una persona IN LOGICA DI UN BENE SUPERIORE. Arte Barocca Il portare l’esasperazione l’esigenza di fare le cose secondo una determinata maniera, un determinato modo. Un’opera d’arte risulta tanto più bella, se segue determinati principi e canoni, soprattutto anche con l’introduzione oltre al seguire i canoni classici del rinascimento, anche tutti i dettami introdotti dalla controriforma. Ad un certo punto questo tipo di arte (soprattutto in letteratura) che fa passare in secondo ordine tutto quello che è originale, a lungo andare diventa qualcosa di pesante, soprattutto nel momento in cui compaiono nella scena della cultura europea delle personalità importanti (Shakespeare in Inghilterra e Cervantes in Spagna) perché originali, che avvertono queste regole come qualcosa di soffocante. Siamo verso la fine del 500 e l’inizio del 600. Successivamente questa originalità, passa anche nell’arte e non solo nella letteratura. Il 600 (periodo in cui queste idee si diffondono) risulta un’epoca piuttosto contradditoria, si parla dell’età del BAROCCO. Usciamo da un secolo (il rinascimento) in cui tutto deve essere regolare, perfetto, armonico, secondo regole prestabilite; entriamo in una fase dove queste vanno sempre più strette, e quindi per reazione si vuole buttare all’aria tutte queste regole, più una cosa è bizzarra, fuori dagli schemi meglio è. C’è uno slancio quindi verso l’irrazionalità (ad esempio nella scultura non vengono più rispettate tutte quelle proporzioni e del fasto estremo. Come si capisce? Già dalla complessità, la sofisticazione della trama, è un elemento molto barocco. C’è un’estrema elaborazione (termini, metafore, riferimenti mitologici, similitudini), passione (razionalità molto bassa), amore va contro regole, sofisticazione della poetica. Analisi “Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo soave profumo” -> Non conta come chiamiamo una cosa, conta come è effettivamente, non mi interessa se tu sei un Montecchi, sono innamorata di te. In questo momento Giulietta sta parlando da sola e non sa che Romeo è sotto la pianta che la sta sentendo. “Ma tu chi sei che protetto della notta inciampi nel mio segreto pensiero” -> Molta sofisticazione Romeo scavalca i problemi sulle ali leggere dell’Amore, perché le due famiglie erano in conflitto. “Luna con veste d’argento” -> Immagine elaborata e difficile da pensare. Tragedia 2-> “Amleto” Trama molto complessa Dilemma che Amleto si trova ad affrontare “Essere o non essere, cioè vivere o non vivere”? La vita ha senso? Questo è il problema… È meglio vivere affrontando tutti i problemi che piovono addosso agli uomini o farla finita? Ma farla finita non è da vigliacchi? La grandezza d’animo non sta nell’affrontare dei problemi? IN CHE COSA È BAROCCO SHAKESPEARE? - La tragedia è il regno dell’irrazionalità (personaggi mossi da passioni, fenomeni paranormali, come la presenza anche di fantasmi ecc…) - Rompe con tradizione generi letterali rinascimentale (intrecci complessi, rifiuta unità aristoteliche) - Scrive vari generi letterari (tragedie, commedie e poesie) - A volta incrocia/contamina i generi (situazione di equivoco in Romeo e Giulietta, è un meccanismo della commedia, lui lo prende e lo cala dentro la tragedia). - Utilizza un lessico molto raffinato, registro elevato, uso di immagini e metafore - Lessico molto raffinato, registro elevato, uso di immagini e metafore, riferimenti mitologici e grandissima elaborazione/sofisticazione. Questa elaborazione non risponde a dettami esterni, non è fine a se stessa, ma è lo strumento con cui Shakespeare riesce a esprimere l’animo dei personaggi nelle sfumature più raffinate. Miguel De Cervantes, che scrive “Don Chisciotte Della Mancia” (la Mancia è una regione) Caratteristiche generali: - Romanzo molto corposo (usciamo dall’ambito del Poema). Romanzo molto avventuroso come in realtà è la sua vita (fece il mercenario, fu imprigionato, fu venduto come schiavo e ricomprato da uno spagnolo). - Protagonista e suo aiutante vanno incontro a peripezie. Nella letteratura del 500 in Spagna c’era un’altra tendenza, il romanzo picaresco. L’esempio più famoso è il “Lazarico de Tormes”, è un picaro (vagabondo), personaggi che vivono per strada, vivono di espedienti, che vanno in contro ad avventure e disavventure. ->Don Chisciotte ha si dei caratteri originali ma è anticipato da qualcosa che c’era già. Storia: - Don Chisciotte è un cavaliere, un nobile decaduto, nobile di cui famiglia è di antica nobiltà che però è caduta in miseria. - Don Chisciotte si mette a leggere i poemi dei cavalieri, cavalieri erranti, dei paladini di Francia, e a un certo punto impazzisce, va via di testa; crede di essere un cavaliere destinato a compiere grandi imprese. Confonde realtà con fantasia. Ad un certo punto molla tutto, prende il suo cavallo (un ronzino, che non è un cavallo di razza; lo ri-nomina Ronzinante) e va in cerca di avventure. Accompagnato dal suo scudiero (Sancio Panza), che cerca di tenere a bada Don Chisciotte, ma ovviamente non viene mai ascoltato. - Ovviamente per essere un vero cavaliere, deve scegliersi anche una dama, dovrebbe essere una nobile, ma invece è una contadina che ribattezza con il nome di “Dulcinea del tovoso”, invece si chiama “Aldonza Lorenzo”, esercita il mestiere più antico del mondo. Verso la fine dell’opere Don Chisciotte rinsavisce ritorna in sé, mentre impazzisce Sancio Panza. Cervantes vicino al Barocco per i seguenti motivi: - L’ampiezza e la complessità del racconto (Romanzo consistente, con avventure stravaganti, perché il punto di partenza è la follia del protagonista, irrazionalità tratto tipicamente barocco). - Follia del protagonista - Varietà dei registri linguistici, adeguati alla verità delle situazioni - Sofisticazione mai fine a sé stessa, ma serve a rendere al meglio le situazioni più diverse. - Intento satirico nei confronti della Spagna del 600’, in particolare rivolta alla nobiltà spagnola del 600, che confonde la realtà e la fantasia e non si rende conto che le cose cambiano (perché non si rendono conto che la Spagna è in declino). C’è anche però una satira di tipo letterario, l’impazzimento di Don Chisciotte rappresenta una chiara presa in giro alla letteratura rinascimentale, il continuare a insistere su cose fuori dalla realtà, le persone vanno via di testa (come Tasso). “La follia di un Hidalgo” - Fratello capisce gravità di Don Chisciotte, ogni tanto di nascosto va a casa sua e porta via i libri, visto che sono pericolosi. Don Chisciotte pensa che ci sia un mago cattivo che li porta via i libri. - Leggeva dalla mattina alla sera, andando via di testa, confondendo realtà con fantasia. - Per crescere il proprio nome, servire la patria li sembrò necessario diventare un cavaliere errante, andarsene per il mondo con le sue armi e cavallo, cercando avventure (vuole compiere imprese). - Ripulisce alcune armi dei suoi antenati, armi arrugginite e ammuffite, le sistema. Manca però una parte di elmo, e si fece un ermo di cartone. Per provarlo prova a colpirlo con la spada, e lo rompe (il lavoro di una settimana). - Decide di sistemare l’elmo con dei rinforzi di ferro interni - Passa poi altri 4 giorni per decidere il nome del cavallo, cerca un nome famoso e assonante, finì per chiamarlo Ronzinante, facendolo diventare un “cavallo nobile”. - Passò altri 8 giorni per pensare a come chiamarsi, “Don Chisciotte”, forse il vero nome era Chisciada. - Cerca una dama per innamorarsi, un guerriero senza amore è come un corpo senza anima. In Italia parlare di letteratura in particolare poesia barocca, significa parlare di: “Giovanni Battista Marino” Poeta non di successo - Rompe gli schemi della tradizione come fa anche nella sua vita. Non rispetta quindi regole, anche per via del suo carattere. - Padre della “Poetica della Meraviglia”, scopo del poeta è quello di far suscitare meraviglia, stupore al pubblico, anche con effetti speciali; e chi non è capace è meglio che cambi mestiere. Come fa poeta a suscitare meraviglia? - Tramite giochi di parole - Tramite immagini inconsuete - Metafore complesse - Tutto quello che comporta a un’estrema sofisticazione - Complessità - Grande uso di figure retoriche - Citazioni dotte e mitologiche (molto rinascimentale e classicheggiante) (+ il mito è poco conosciuto + stupore proverà il pubblico). Cosa scrive? Scrive “Adone” -> Poema epico + lungo (quasi 20000 versi) della letteratura italiana. Scrive “Galeria” -> Descrizione fatta a parole, di opere d’arte. Bisogna saper giocare con immagini e termini per fare tutto questo. (riprende genere di letteratura greca, questo dimostra la sua conoscenza di fronte alla sua letteratura.) Scrive “La sampogna” e “La lira” che sono due raccolte poetiche. A tutte queste opere vengono applicate tutte le caratteristiche scritte in precedenza. - Modello tolemaico: Claudio Tolomeo (ultima versione aggiornata), sostiene che la Terra è al centro dell’Universo e il sole le gira attorno. - Modello copernicano: Il sole è al centro di un sistema e la Terra gira attorno. - Galileo inizia a dare ragione a Copernico, quando lo insegna nella scuola di Padova i problemi non erano accentuati, i problemi iniziano quando lui lo scrive e il punto di arrivo sarà appunto l’abiura. * “L’abiura di Galileo” - Dovette affermare che crede a tutto quello che la chiesa afferma, ritiro tutto quello che ho detto. - Visto che mi era stato detto di non dire che il sole è al centro dell’universo e la Terra gira attorno, io povero peccatore l’ho fatto lo stesso, divulgando questa falsa dottrina. - Abiuro, maledico, detesto tutte quelle eresie contrarie alla Chiesa. - Riceve anche delle penitenze dall’Inquisizione “arresti domiciliari”. Perché l’inquisizione faceva tutto questo? Si temeva che si aprisse una porta, si parte con un approccio diverso (Aristotele, sacre scritture non vanno presi alla lettera, ma dobbiamo partire dal nostro punto di vista, e questo risultava un problema). I problemi erano ancora contenuti quando scriveva in latino (perché il latino era conosciuto solo dalle persone colte, quindi chi leggeva quello che scriveva erano gli intellettuali), ma iniziano ad accentuarsi quando inizia a scrivere in volgare (allargando il pubblico), e quando nelle lettere parla del rapporto che la fede ha con la scienza, che erano viste dalla CONTRORIFORMA come un grande pericolo. Una delle sue prime opere risulta essere “Sidereus Nuncius”, che significa letteralmente “Il messaggero delle stelle”, è come se le stesse ci parlassero afferma Galileo, dobbiamo vedere le cose come sono nella realtà, adattando il nostro pensiero. In questa opera viene messo in discussione il principio di autorità, Galileo infatti afferma che lui stesso vede la Luna diversa da come era stata percepita dal principio di autorità. Opera scritta in latino (molto chiaro e pulito), destinato a una cerchia non vasta visto che il latino era conosciuto solamente dagli intellettuali, ma nonostante questo provocherà scalpore nell’ambito scientifico. Brano “La Luna come non l’avete mai vista” In questo brano Galileo inizia a fare delle osservazioni sistematiche, tramite il suo cannocchiale che ha costruito con le sue stesse mani. Analisi: - Distinzione della luna in due parti: una più chiara e una più scura. - Individua delle macchie più o meno grandi, più o meno profonde. Le macchie più grandi lui stesso le chiamerà antiche perché visibili da tutti. - Dopo ripetute osservazioni, sottolinea che la Luna non è rotonda, non è perfettamente sferica (come avevano detto una cerchia di filosofi). La Luna quindi è irregolare, piena di cavità e sporgenze. - Afferma anche la presenza di fasi lunari, in base all’esposizione che la Luna ha con il sole. Questo significa che anche la Luna si muove. - Nella parte tenebrosa ci sono delle punte lucenti, che si ingrandiscono con il passare delle ore. Finché scrive a pubblico di scienziati, e si occupa di questioni della Luna il problema è contenuto. Il problema vero e proprio inizia quando lui vuole divulgare, convincere tutti (non solo scienziati), vuole CAMBIARE IDEA PUBBLICA, CERCA DI CONVINCERE PERFINO UOMINI DI CHIESA. Altre opere, “Lettere copernicane” - Viene trattato il rapporto tra scienza e fede, dove secondo lui a partire dal dibatto del sistema tolemaico e quello copernicano, la cultura della Chiesa deve rifondarsi, tenendo conto delle sue idee. - Lui stesso capisce che accuse a lui accreditate, sta dicendo che Bibbia e Aristotele non sono veri, in questa lettera lui Cerca di CONCILIARE, spiegando che Aristotele non aveva semplicemente i mezzi, l’errore lo facciamo noi pretendendo delle informazioni che la Bibbia non ha, non è il suo scopo parlare di Astronomia, il suo vero scopo è quello di insegnare la religione. Brano “Dalla lettera a Cristina di Lorenza” Analisi: - Lettera scritta in volgare, così la divulgazione diventa per tutti - L’unico passo che la Bibbia potrebbe fare a livello economico è un piccolo verso. - Galileo è d’accordo che la Bibbia non sbaglia, purché si sia veramente capito il significato, che ha volte è nascosto è difficile da capire. La scrittura sacra parla per immagini, figure e metafore, non possiamo prendere quel piccolo verso che potrebbe avere un possibile riferimento naturale come una verità scientifica. - La scrittura parla incidentalmente della natura, e noi vogliamo prendere questi esempi come delle verità assolute?? - Non si deve partire da piccoli riferimenti, MA DALLE ESPERIENZE CONCRETE E DALLE LORO DIMOSTRAZIONI (SENSATA ESPERIENZA). ILLUMINISMO L’illuminismo nasce come reazione all’irrazionalità del barocco, nasce in Francia. Reagisce scoprendo il lume della ragione, che permette all’uomo di vedere la realtà e di essere padrone del proprio destino. La ragione è la dote che contraddistingue l’uomo da qualsiasi altro essere, tutti gli uomini ne sono dotati, quindi tutti gli uomini hanno la stessa dignità, sono uguali tra di loro. (sia dal punto di vista del piano politico ma anche sul piano sociale, ma di innovativo con l’illuminismo è anche l’uguaglianza sul piano civile). In questo periodo diverse opere sottolineeranno, con spirito critico, che tutti gli uomini devono comprendere la consapevolezza della fortuna che hanno (ovvero il possesso della RAGIONE). -> La ragione distingue uomo da qualsiasi essere, rende uomini quindi tutti uguali. Che cos’è l’illuminismo? Una prima risposta viene data da Emanuel Kant, per Kant l’illuminismo esprime il momento in cui l’uomo esce dallo stato di minorità e afferma la piena libertà e autonomia della ragione umana. Kant in questo articolo incita agli uomini, la necessità di avere coraggio nel servirti della propria intelligenza (punto di svolta dell’illuminismo), bisogna che gli uomini prendono in mano la loro vita, in fonda la natura ci ha creati liberi, siamo in grado di affrontare la nostra vita, bisogna perdere quel ruolo di “minorenni” ovvero sottostare a un altro pensiero, infatti poi Kant ragiona molto anche sulla parola libertà. Grazie alla libertà, usiamo la nostra ragione esprimendo il nostro giudizio, bisogna metterlo in pratica, anche a costo di rogne. Per Kant infatti non basta sapere solo ragionare, bisogna che questo si traduca in un cambiamento vero. Kant risulta avere anche una forte visione della libertà sociale, sempre grazie alla ragione, arriva a ragionare anche sull’uso privato e pubblico della ragione, andando a sottolineare che l’uso privato della ragione è buono se finalizzato al bene dell’intera società. -> ABBIAMO QUINDI UN CAMBIAMENTO ENORME, NELLA CULTURA E ANCHE NELLA POLITICA. Facendo riferimento alla prima, in Europa, la diffusione dell’illuminismo porta la diffusione della cultura nella società. Come vengono divulgati i principi dell’illuminismo? sopravvissuto e si ritrova in un’isola diversa da solo. Nel romanzo viene raccontato cosa gli succede nell’isola deserta, come lui si organizza, come riesce a sopravvivere. - Questo romanzo è un’avventura non come tutte le altre, ha un fondo culturale (esempio della cultura illuminista), Robinson è un uomo che grazie alla sua intelligenza/ragione/anche grazie quello che ha studiato e imparato, riesce a cavarsela benissimo in questa isola deserta e a organizzare la sua vita. Un giorno incontra venerdì, un indigeno, lui lo salva da un sacrificio umano, interviene con la ragione andando a rompere delle usanze inconcepibili. Un bel giorno, dopo anni, verrà recuperato da una nave di passaggio. - Robinson una volta tornato a casa, decide di ripartire subito, andando verso l’Antartide (uomo a sete di conoscere). -> Defoe pecca sul discorso dell’ELIGATERISMO, visto che Robinson è il padrone e venerdì il servitore. “ROBINSON ORGANIZZA LA SUA VITA SULL’ISOLA” - Innanzitutto capisce subito dove si trova, questo dimostra come la sua conoscenza fosse elevata. - Si organizza subito, crea un suo calendario, calcola tempo diviso per settimane, per mesi, per anni. - Descrizione di quello che aveva portato con sé, libri, cane, gatto (necessari soprattutto perché quest’ultimo mangiava i topi, altrimenti questi mangiavano a sua volta le provviste, aveva portato con sé anche penne con inchiostro. A lui servivano perché questi sono gli strumenti che permettono al cervello di rimanere in allenamento. - Lui si fabbrica strumenti tramite utilizzo della sua ragione, per organizzarsi al meglio. - Il modo di affrontare razionalmente questa situazione è il seguente, affrontare la situazione eseguendo un bilancio tra male e bene (ragionamento distaccato dalle sensazioni, caratterizzato dalla ragione). -> Ragione non ha limiti, ti permette di affrontare qualsiasi situazione anche quella apparentemente più disastrosa. Un altro esempio è JONATHAN SWIFT, che ad una prima lettura si presenta un autore per ragazzi, visto che all’inizio del suo romanzo intitolato “I viaggi di Gulliver” abbiamo la descrizione del paese dei Lillipuziani, dove lui è il gigante e tutti gli altri nani; dopo di che si trova a che fare anche con dei giganti dove lui è il più piccolo, poi si ritroverà nell’isola dei cavalli sapienti. Dietro a questi elementi si nasconde qualcos’altro, un filone che accompagnerà l’illuminismo non solo in Inghilterra ma anche un po’ d’dappertutto, ovvero la satira sociale. Dietro ai giganti, nanetti e cavalli che parlano, autore prende in giro mancato uso della ragione, affermando che i cavalli vivono secondo ragione e uomini vivono come animali, proprio per fare satire. Di fondo abbiamo un pessimismo, uomo è incapace di utilizzare ragione per vedere realtà. “La guerra tra Lilliput e Blefuscu: Puntalarghisti e puntastrettisti. “ - Scoppia una guerra tra i lillipuziani e i loro vicini (i blefuschiani), questa inizia da una discussione. Il tema è il seguente: “quando bevi un uovo, devi romperlo sulla punta, o sull’estremità più larga”. Siamo in un secolo dove le guerre sono molto presenti, il messaggio di Swift è chiaro, la lotta tra uomini avviene per stupidaggini. - Nell’introduzione abbiamo una presa in giro anche della politica, spesso i politici si scannano tra di loro per idiozie, ci fa capire Swift, discutono su fatti che non incidono sulla vita della società. Accanto al problema dell’uovo, ancora prima c’era quello dello scontro tra i Tramecksan fautori dei tacchi altri, e degli Slamecksan fautori dei tacchi bassi. -> Chiara presa in giro. - Satira sulla cultura del suo tempo “Centinaia di volumi sono usciti su come rompere l’uovo”, significa che gli uomini di cultura molte volte si occupano di scemenze, che non hanno nessun senso o importanza per la vita degli uomini. (Non c’è un vantaggio concreto sulla condizione di vita degli uomini). - Nemmeno la religione si salva dalla satira di Swift, scisma religiosi non hanno senso. - Inglesi hanno sempre avuto idea che fossero al centro del mondo, e quindi Swift vuole dirci che c’è un mondo che noi non calcoliamo che però esiste, oppure può essere una critica all’Europa, che pensa di essere al centro del mondo quando invece dal 1500 e in poi, Europa era diventata sempre una parte meno cospicua del mondo conosciuto. IN ITALIA? L’illuminismo in Italia si concentra prevalentemente su 3 grandi filoni: 1. Illuminismo/scuola milanese (principali esponenti furono Cesare Beccaria (nonno materno di Alessandro Manzoni), i fratelli Verri). Sono intellettuali che ragionano sull’attualità, la ragione serve per capire al meglio il mondo in cui viviamo e cercando di migliorarlo. Parteciperanno a una esperienza politica particolare di quei anni, che permetterà loro di ragionare con una certa libertà, benché la Milano del tempo fosse sotto all’impero Austro- Ungarico. 2. Illuminismo/scuola napoletano (sistema politico assoluto Borboni e Francesi, per cui le idee che caratterizzano l’illuminismo napoletano arrivano anche indirettamente dalla Francia, un esponente risulta essere Giovan Battista Vico). 3. Carlo Goldoni (attraverso elemento comico, fa della satira. Critica aspetti della società). Giuseppe Parini (Milanese ma della generazione successiva di Verri e Beccaria, si dedicherà alla satira sociale, se la prende con chi si sente superiore a qualcun altro, e lo farà non tanto con i trattati come invece fa Beccaria e Verri ma con la poesia). MILANO Cosa sta succedendo a Milano nel corso del 700? A Milano e nell’impero austro ungarico si verifica una situazione particolare: - Regnano due personaggi, l’imperatrice Maria Antonietta e poi suo figlio Giuseppe II. Che idee maturano? Questi due imperatori sono persone colte, sensibili alla cultura e all’idee dell’illuminismo anche se non vogliono che il potere assoluto venga sminuito. Si forma una tendenza tra la politica e la cultura che prende il nome di Dispotismo illuminato. Dispotismo (forma politica più ottusa, idee esercitate solo dal comandante nessuno può metterle in dubbio) e l’aggettivo illuminato sembrano quasi un ossimoro perché sono due cose completamente opposte. Praticamente questi imperatori pur non cedendo di un passo per quanto riguarda il potere assoluto, sono sensibili all’idee dell’illuminismo, non tanto perché l’illuminismo afferma che tutti gli uomini sono sullo stesso piano ma perché vedono nelle idee dell’illuminismo la possibilità di rendere più moderno/funzionale il loro stato. -> Gestione più razionale dello Stato può tornare utile Es. Il catasto Austro-ungarico (beni immobili), era un modo razionale per organizzare riscossione delle tasse. Si crea un clima di apertura verso i principi dell’Illuminismo che poi possono andare a trattare anche altri aspetti dello stato. Si crea un circolo di intellettuali, a Milano, importante è anche la NASCITA DEI GIORNALI, che dà l’opportunità ad ogni persona della società di farsi una propria opinione sulla realtà, e non solo i potenti. -> CREAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA A Milano nasce una rivista Il caffè, il caffè inteso come “Il bar”, inteso quindi come il ritrovo, le persone si parlano, si vengono a sapere le notizie. Chi ha fondato il Caffè sono alcuni esponenti dell’Accademia dei pugni, infatti il caffè derivava a sua volta da un gruppo di intellettuali, questo gruppo si chiama “Accademia dei pugni”. -> Intellettuali si ritrovano per discutere su problemi di attualità, dei pugni perché spesso la situazione degenerava. I più importanti protagonisti di questo clima sono: - Cesare Beccaria (nonno materno di Alessandro Manzoni) - Pietro Alessandro Verri. Il Caffè Il caffè di cosa parla? Si concentra sul DIBATTITO sull’amministrazione della giustizia. Come possiamo far funzione la giustizia in modo efficacie/efficiente, in modo da non creare ulteriori problemi? Intervengono sulla faccenda i due autori maggiori: 1. Pietro Verri (Grande promotore del caffè), scrive un’opera “Osservazione sulla tortura”. Tortura strumento normalmente utilizzato, lecito. Verri si interroga su questo, non è d’accordo, non si può fare giustizia con tortura. Le sue osservazioni sulla tortura prendono vita da un fatto storico, che dimostra come alcune torture del sistema giudiziario siano poi pericolose. Questo fatto storico risulta essere “I processi contro gli untori”. Verri mette in evidenzia l’assurdità, la non razionalità di questi processi che venivano condotti, e da questo formula la sua ipotesi. 2. Cesare Beccaria, scrive un’opera “Dei delitti e delle pene”. Prima opera che mette in discussione la pensa di morte, fino ad ora accettata, lui si interroga se abbiamo molto della commedia dell’arte proprio perché non scrivevano. Spesso gli attori improvvisano a seconda del pubblico. - I personaggi (non hanno una loro personalità) sono delle MASCERE E DEI TIPI FISSI (personaggi che sono riconoscibili da atteggiamenti esteriori, personaggi fissi che sappiamo già cosa fanno). Le vicende possono essere inverosimili. - L’AMBIENTAZIONE nello spazio e nel tempo è poco curata e non è importante. - Il suo unico scopo è far ridere il pubblico. - A lungo andare esaurisce la sua varietà per via della ripetitività. Goldoni si trova in questo momento di crisi teatrale, e allora matura l’idea di rivitalizzare il teatro portando il mondo nel teatro, e soprattutto il teatro diventerà un canale, per cui le idee dell’illuminismo cominciano a mettersi in luce, vengono trasmesse. “Il Mondo e il teatro” - Goldoni conosce gli autori dell’antichità, comunque i due libri su cuoi ho più meditato furono “IL MONDO” e “IL TEATRO”. - Il primo (“Il mondo”) mi mostra vari caratteri di persone, e pare fatto apposta per somministrare a me molti argomenti di istruttive commedie. (Aggettivo molto illuminista, una commedia istruttiva, una commedia che non mi fa solo ridere ma deve anche insegnarmi qualcosa, questo qualcosa è la capacità di esercitare lo spirito critico sulla società del suo tempo, vuole fare SATIRA SOCIALE). È così che si fa teatro, NON POSSIAMO TIRARCI INDIETRO DAL DIRE LA NOSTRA NELLA Società, discorso molto illuminista. - Il secondo (“Il teatro”) invece mi fa conoscere con quali sfumature si devono rappresentare sulle scene i personaggi, i caratteri, è sostanzialmente la realizzazione concreta di quello che viene letto nel libro precedente. Goldoni fa satira sociale con il sorriso, tipico della commedia, teatro mi insegna a fare le mie osservazioni sul mondo con il sorriso. NASCE LA RIFORMA GOLDONIANA DELLA COMMEDIA, UN CAMBIAMENTO DEL TEATRO. Differenze, i passaggi da una all’altra avviene attraverso delle fasi: Goldoni nasce come Attore, per poi diventare autore (e questo rappresenta l’elemento di rottura con la commedia dell’arte). A Venezia Goldoni non riesce più a lavorare, non gli danno un teatro, evidentemente le persone non apprezzavano i suoi tentativi di satira sociale, per questo decide di andare verso Parigi (nel mezzo di rivoluzione francese, voglia di far satire poca). Scrive le “Memuar” in Francese, che sono utili per ricostruire il suo pensiero e le fasi goldoniane. LE FASI DELLA COMMEDIA GOLDONIANA Donna di garbo prima commedia scritta di Goldoni. Siamo in una fase di transizione “LA LOCANDIERA” - La locandiera è una borghese, una imprenditrice, è una ragazza giovane che ha perso i genitori da giovane, ed ha ereditato la gestione di questa locanda. È ambientata in Toscana e non a Venezia. È una ragazza giovane, donna, che compie un mestiere che al tempo era da uomo, quindi è una persona che con la sua testa e capacità riesce a mandare avanti la propria vita. Lei si chiama Mirandolina. È una che nella sua vita vuole fare di testa sua, pur essendo una donna, vuole decidere lei cosa fare nella sua vita. - Lei gestisce questa locanda, e a un certo punto si trova due ospiti che pagano l’affitto, che sono: Il conte d’Alba fiorita e il Marchese di Forlimpopoli. Questi due nobili, stanno lì perché sono attratti da Mirandolina, il marchese è un poveraccio “So ben chi sono” e non ha soldi, vuole garantire protezione a Mirandolina, invece l’altro nobile (il conte) che dice “Io ho i soldi” e compra sempre regali a Mirandolina, con questo è convinto che Mirandolina cederà al suo corteggiamento. - Mirandolina si prende gioco di questi due. - Un terzo personaggio compare e completa la scena, il Cavaliere di Ripafratta, un altro nobile, che è misogino (odia le donne). Esempio di una mentalità ottusa, è un esempio di pregiudizio. - Mirandolina farà di tutto affinché il misogino si innamora di lei, e così sarà, ma è tutto un gioco, infatti lei gli rinfaccia tutti i suoi pregiudizi. - Mirandolina alla fine sposerà Fabrizio, il Garzone, il cameriere, il suo dipendente. Dice anche una cosa abbastanza cattiva, sposo Fabrizio, però farà tutto quello che dico io. - > Manda al diavolo la nobiltà. Bisogna andare in villeggiatura, non perché è necessario, ma perché la villeggiatura è diventato uno status simbol. Goldoni cerca una via diversa, trama molto complicata, molto raffinata (riflessioni, personaggi giocano a carte a un certo punto ci sono tutte queste riflessioni, le mosse che fanno nelle carte sono le mosse che i personaggi fanno poi nella vita.) Difficile da rappresentare, è una commedia più da leggere. GOLDONI CERCA DI FAR QUALCOSA DI DIVERSO. Passato diventa il modello che ci può dare la possibilità di esprimere nel modo migliore l’attualità, quello che stiamo vivendo. In Italia arrivano grandi studiosi, il più famoso risulta essere Winckelmann, che è il primo a individuare una linea evolutiva nella storia dell’arte. A partire dall’illuminismo e il suo razionalismo, anche la ricerca sul passato viene condotta in modo razionale ecco quindi che archeologia diventa sempre di più qualcosa di rigoroso, che viene condotto su base scientifica e razionale. Dalle scoperte archeologiche si passa al neoclassicismo, ovvero la classicità come modello, basata su armonia di forma e bellezza ideale (Winckelmann). Questo influenza sia le arti figurative che la letteratura. In letteratura Vincenzo Monti fa la prima grande traduzione in Italiano dell’Iliade, anche se in realtà lui traduce da una traduzione dal greco al latino che aveva fatto Pin de Monte (amico di Foscolo). - Nell’età napoleonica il neoclassicismo è più evidente. - Pazzaglia sottolinea che non è un ritorno al passato, è un mettere addosso all’attualità i panni della classicità, è questa la funzione del neoclassicismo. - Vincenzo Monti è l’uomo simbolo di questa fase, scrive alcune opere che trattano argomenti legati all’attualità però rivestite con forme classicheggianti. Scrive, ad esempio, un’ODE che si chiama “Ode al signor di Montgolfier”, altro non è l’inventore della mongolfiera. Parla quindi di un’innovazione attuale, grande progresso scientifico (quanto più di illuminista ci possa essere). Per parlare di mongolfiera, Monti Scrive anche “Per il giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler” è un’ODE, onomastico può diventare occasione di esibizione di mitologia, di storie classicheggiante. Foscolo prendeva in giro Monti, perché l’altra grande opera di Monti fu “La traduzione dell’Iliade”, traduce in Italiano il poema omerico nella sua interezza, in realtà, lui traduce una traduzione dal greco al latino fatto da Ippolito Pindemonte. -> In questo periodo che qualcuno si prenda il compito di fornire al pubblico italiano una traduzione integrale per far conoscere nella sua interezza ILIADE, è cosa non da poco. -> Questa fusione tra neoclassicismo e illuminismo la vediamo in modo molto evidente in un autore, GIUSEPPE PARINI. Giuseppe era un sacerdote, quale aspetto del cristianesimo si può conciliare al meglio con gli ideali dell’Illuminismo? Parità di dignità di tutti gli uomini (egalitarismo), era proprio su questo che Parini insiste, sia come sacerdote che come letterato. ->Parini scrive “IL GIORNO”, dove fa della satira sociale. - Nell’età napoleonica il neoclassicismo è più evidente. - Pazzaglia sottolinea che non è un ritorno al passato, è un mettere addosso all’attualità i panni della classicità, è questa la funzione del neoclassicismo. - Vincenzo Monti è l’uomo simbolo di questa fase, scrive alcune opere che trattano argomenti legati all’attualità però rivestite con forme classicheggianti. Scrive, ad esempio, un’ODE che si chiama “Ode al signor di Montgolfier”, altro non è l’inventore della mongolfiera. Parla quindi di un’innovazione attuale, grande progresso scientifico (quanto più di illuminista ci possa essere). Per parlare di mongolfiera, Monti Scopo: SATIRA In particolare a Nobiltà -> Scrive anche “Il dialogo sopra la nobiltà”, in questo piccolo dialogo, Parini si immagina che per un errore compiuto nel cimitero, nobile e un pezzente si trovano sepolti nella stessa tomba (sepolcro), e questo fatto scatena proteste nel nobile e inizia un battibecco tra i due. Luoghi -> Classi sociali tra i cadaveri - Per Parini poeti sono pezzenti - Pezzente dice che vermi hanno poco da mangiare (magro). - Lei non sa chi sono io (dice il nobile), perché mi stai così vicino. - Poeta sta così addosso a Nobile perché ormai non sente più la sua puzza, cattivi odori nella vita misera ci sono abituato. Poeta dice che Nobile puzza, come un morto qualsiasi, adesso non siete più profumati come in vita. - Nobile dice: Mi prendi in giro? Se io do la possibilità ai vermi di mangiarmi, questo perché durante la vita ero pratico a mangiare molto, tu invece Poeta potevi solo andare a chiedere carità eri un buon annulla, e con te i vermi morirebbero di fame. - Nobili avevano approfittatori che li stavano attorno proprio per trarre dei vantaggi, quanti corrotti, buffoni, ruffiani. Caspita (dice il poeta) perché sono morto, sennò avrei scritto una poesia per la tua morte nominandoli tutti (coloro che il nobile a avuto a che fare). -> Quelli che si affannano tanto in questa vita per soldi, potere, prestigio in realtà non stanno facendo un grande affare. Questa parte è molto illuminista. C’è una parte poco razionale (morti parlano) però molto illuminista. Pag 670 Analisi:  Siamo noi artefici del nostro destino (ci può entusiasmare questo fatto), ma ci può dare anche incertezza.  Destino umano triste, sottolineato anche da avvenimento come il disastroso terremoto di Lisbona. -> Materialismo che era fondamentale per la cultura illuminista e che il neoclassicismo non aveva mai messo in discussione, alla fine risponde a tantissime domande ma non a tutte, non alla domanda di senso. Materialismo porta uomo a senso di inquietudine. Autori significativi (che chiudono un’epoca e ne aprono una nuova) sono: 1. Vittorio Alfieri, è piemontese, il Piemonte della metà del 700, è il Piemonte dei Savoia, erano identificati come i Francesi, erano dei dominatori stranieri. Vittorio nasce in questo clima, lui si ribella di questo clima, questo è estraneo a sé (inquietudine). Studia la cultura illuminista, studiando illuministi francesi lo porta paradossalmente a rifiutare quella situazione politica, sociale e culturale in cui vive. Alfieri è il poeta della libertà individuale, è molto illuminista questa cosa, ma allo stesso tempo no (Uomo per illuminismo deve essere sì libero, ma ci parla anche di cosmopolitismo), per Alfieri no cosmopolitismo, vera libertà è l’affermazione dell’individuo, non della società o massa, questi sono solo delle limitazioni. RIASSUMENDO: Alfieri è illuminista: - A una visione materialista - Idea della dignità dell’uomo - Libertà e critica alla società. Alfieri è preromantico: - Inquietudine e sofferenza (per i sentimenti) - Individualismo - Italianità (si contrappone al cosmopolitismo). Si sente come italiano sottomesso a una potenza straniera, scrive opera contro i francesi “IL MISOGALLO”. In Alfieri compare anche Neoclassicismo: - Riprende la tragedia con canoni classici, riprende unità aristoteliche. Lui riprende anche argomenti mitologici. Alfieri scrive anche dei trattati politici, “Della tirannide”.  Trattato molto illuminista, uomo solo non può essere arbitro del popolo intero. Ogni uomo libero deve ribellarsi al tiranno, arriva a legittimare l’uccisione del tiranno. Letterato o intellettuale non deve avere paura di andare contro la tirannide, il potere assoluto. Letteratura diventa un’arma. -> Viene sottolineata libertà dell’individuo, e il ruolo che l’uomo deve avere nei confronti del tiranno. Ecco che per Alfieri ci deve essere una risposta individuale di libertà, no del popolo (Preromanticismo). Il ruolo del letterario e dell’uomo di cultura viene ripreso anche nel “Del PRINCIPE E DELLE LETTERE”. Pag 673 “Come si possa vivere nella tirannide”, brano preso dal trattato “Della tirannide”. 1. In che modo uomo libero può vivere mantenendo la propria libertà in un regime politico in cui c’è un tiranno, come si fa? 2. Uomo deve girare alla larga dal tiranno, non deve arrivare a compromessi, non deve cercare di fare il ruffiano (probabilmente Alfieri era contro certi letterati). 3. Bisogna che uomo abbia dignità, non vengo a patti con il tiranno. Eroe è quello che afferma la propria dignità. 4. Uomo è riuscito a farsi libero (illuminista). 5. Letterato deve scrivere per proprio sfogo, spesso chi si oppone alla tirannide viaggia contro corrente, molti sono quelli che favoriscono per paura il tiranno, questo non deve succedere.  Altra operetta “Il Misogallo”, è un’opera satirica, illuminista. 2. Ugo Foscolo VITTORIO ALFIERI - Alfieri è innovativo perché con le sue opere, rappresenta l’affermazione dell’individuo e la sua libertà, che in un primo momento è intesa in senso politico che però diventa sempre di più una libertà interiore. LA VITA (opera) - Autobiografia, chiaro esempio di individualismo. È divisa in varie opere, il punto di arrivo è il progressivo maturare in lui, lo porta a diventare poeta. Nascita di un poeta (fa parte della vita) - Scrive autobiografia a 27 anni - Racconta che ha iniziato a scrivere tragedie (rappresenta il massimo distacco dalla attualità). - Parla delle doti dell’animo (va oltre all’illuminismo, animo definisce la personalità, un illuminista non avrebbe mai parlato di questo, anche perché parlare di animo significa parlare di cose molto soggettive). - Un cuore ridondante di affetti (Parola molto romantica). - Prova molta rabbia e odia contro qualsiasi tipo di tirannide -> Vediamo il punto di arrivo, poesia come forma di libertà (distacco completo dalla realtà). Cosa centra la tragedia? Da una parte Alfieri ha la volontà di riprendere la tragedia con le sue unità aristoteliche, però ci mette anche del suo i personaggi della tragedia sono quelli che lottano per difendere la loro libertà interiore, sono emarginati con questa libertà finiscono per fare cose contro società. -> Tragedia si distacca dalla polemica politica Esempio di tragedia “LA MIRRA” -Esempio estremo, affronta tema dell’incesto. - Questa ragazza di nome Mirra, prova passione per il padre, tuttavia accetta matrimonio con un fanciullo. Il giorno delle nozze manda a monte il matrimonio, e questo si uccide. Dopo questo primo atto, c’è un confronto tra padre e figlia, pensa di consolarla per la morte del suo futuro marito, Mirra poi si rivela al padre. -> Libertà interiore, passione verso padre, ma non è ammessa. Conflitto, tragica fine della protagonista. Brano tratto da questa tragedia, “LA TERRIBILE CONFESSIONE DI MIRRA” - Perché hai rifiutato Pereo? - Padre cerca di capire ragazza, ma ti sei innamorata di un altro? - Sì, in modo disperato e invano. Effetto tragico, pubblico sa situazione, Mirra aumenta climax. amore che finisce male, che si conclude con il suicido del protagonista. La donna di cui era innamorato si sposa con un altro. - Ci sono dei punti di contatto, Foscolo aveva letto questo romanzo. Foscolo parte da questo romanzo però ci mette anche del suo, troviamo infatti anche dei punti di distacco: A) Corrispondenza tra Jacopo e Foscolo, in Goethe non c’era. B) Jacopo va sui Colli Euganei, incontra Teresa: è esule, padre di Teresa sceglie Odoardo, pieno di soldi. C) Foscolo aggiunge faccenda politica e l’inquadramento storico. - Jacopo poi va in giro per l’Italia, ma continua a pensare a Teresa. Alla fine lui pensa, torno e me la riprendo, però Teresa era già sposato. Abbiamo il doppio fallimento di Jacopo (sia di riprendere in mano Venezia e anche quello sentimentale), pone fine alla vita con il suicidio. - Punti di contatto: A) Romanzi epistolari, amore impossibile, entrambi si concludono con il suicidio del protagonista. “Il bacio e le illusioni” brano dall’Opera in precedenza. - Passione destinata a portare alla rovina - Essendo in un romanzo Epistolare, Jacopo racconta a un suo amico le vicende a un suo amico. - Durante Passeggiata Jacopo si dichiara a Teresa, i due si baciano ma lei poi fa finta di niente, è già promessa sposa verso un altro uomo e deve rispettare patto con la famiglia. - I due stanno parlando di Petrarca, Jacopo e Teresa dopo la salita decidono di riposarsi, Jacopo indica con il dito un gelso. Teresa si era portata con sé sua sorella. - Teresa e Jacopo stanno facendo la strada verso il ritorno, si siedono per riposarsi e Jacopo racconta “ODI DI SAFFO” visto che Jacopo vede Luna. Poetessa Saffo parlava alla Luna “Io e te siamo simili, perché siamo soli”. - Caro amico, io e Teresa ci siamo baciati, te lo dico adesso, prima non avevo il coraggio. - Dopo bacio tutto era meraviglioso. Massimo ROMANTICISMO: viene fuori un Foscolo classicista, riprende LOCUS AMOENUS (natura perfetta). - Teresa mi abbracciò tremante (citazione di Dante riferita a Francesca) - “Io non potrò mai essere tua”, dice Teresa. - Silenzio imbarazzato per strada. Anche Venere non si vedeva più (Dea dell’amore). -> Tensione emotiva presente, Jacopo dopo si allontana da quei luoghi non vedrà più Teresa. Viaggia in giro per l’Italia però non riesce a scordarsela. “La lettera da Ventimiglia” - Jacopo fa riflessione sulla situazione dell’Italia. La ragione non porta alla felicità, ma inquietudine ci porta a scoprire le nostre debolezze. - “Ombre magnanime” -> Termine classicheggiante - Siamo orgogliosi della nostra tradizione, ma ormai accettiamo tutto. - Non è solo questione dell’Italia, visione pessimista della realtà (le nazioni si divorano tra di loro, una deve essere per forza superiore rispetto alle altre). - Tutte le nazioni attraversano fasi: 1. In una prima fase sono tiranne e un domani schiave. Terra foresta di belve, uomini fanno lotta tra di loro, ma c’è anche la natura che fa del suo (peste, epidemie, ecc…). “Alla Sera” - Forma metrica tradizionale (è un sonetto). - Inquietudine esistenziale (preromanticismo), poeta fa paragona tra angoscia (morte) e la calma della sera. - “O sera, tu vieni così gradita a me, forse perché sei l’immagine della quiete”. Immago e quiete termini latini. - E del terso verso e E del verso 5, Et … Et (sia sia) latinismo molto potente. “Sia quando è primavera sia quando è inverno, arrivi sempre gradita (notte)”. Aere-> Parola molto latina - 2 quartine che si legano tra di loro e due terzine. Nelle prime due quartine troviamo 4 Enshambemant (soggetto verbo, nome aggettivo), questo crea un legame tutt’uno tra i versi, ma anche tra le prime due strofe. - Tu sera fai vagare con i miei pensieri sulle orme di quel percorso che porta al nulla eterno (materialismo, illuminismo). - Mentre io guardo la tua pace, riposa lo spirito guerriero che rugge dentro di me. -> Volontà di ordinare suo pensiero mediante lo schema del sonetto, enshambemant aiutano a introdurre sentimenti e sensazioni del poeta. -> Struttura del sonetto manomessa “A Zacinto” - A Zacinto è l’isola dove Foscolo nasce, isola sotto il controllo veneziano. Isola si chiamerebbe Zante, ma lui ripesca l’isola che ricorda Omero, vediamo la tendenza neoclassica. - Questo sonetto parla della nostalgia, parla della sua infanzia, e la sua spensieratezza che aveva in quei anni. - Nel mare di Zacinto nasce dalla spuma del mare, non abbiamo una struttura equilibrata. Sonetto formato da prime quartine e 1 terzina che fanno da blocco unico, ultima usata per la conclusione. - Celebra amor di patria, celebra sua isola, attraverso Venere, Omero e Ulisse (molto classicheggiante). - Colui che cantò i viaggi sull’acqua (Odissea). - Cercherò modi diversi per fare poesia, basta sonetto. “In morte del fratello Giovanni” - Faccenda molto romantica, sensazioni forti. Muore suicida per debiti. Ci parla poco niente del fratello, parla di sé stesso. - Impianto anche molto neoclassico, perché risulta essere un rifacimento della poesia di Catullo che aveva scritto anche lui una poesia, situazione diversa, Catullo non era un esule, muore fratello in un lungo viaggio, può andare a vedere sua tomba, attraversando mari e monti. Foscolo utilizza tali parole per indicare qualcosa di diverso, sono in giro per il mondo che non riesco nemmeno a arrivare. - Siamo cenere -> Pessimismo - Interpretazione verso 11 due interpretazione: 1. Spero anch’io che tu abbi trovato la pace nella morte. 2. Spero di trovare anch’io la pace nello stesso modo in qui l’hai trovata, quando morirò. -> Prende argomenti di Catullo per basare il proprio pensiero (Catullo piange sulla tomba e basta) infatti le parti più importanti sono: - Compianto su sé stesso (Foscolo), no da Giovanni. - Conclusione invito agli stranieri, di restituire corpo ai famigliari.
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