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Vita e opere di Giovanni Boccaccio: biografia e contesto storico-culturale, Sintesi del corso di Italiano

Una panoramica sulla vita e le opere di Giovanni Boccaccio, figlio di un mercante fiorentino nato nel 1313. Boccaccio trascorse la maggior parte della sua vita tra la Corte Angioina di Napoli e la Toscana, entrando in contatto con intellettuali e nobili. Tra le sue opere più famose, il Decameron, una raccolta di 100 novelle ambientate in una villa di campagna durante la peste del 1348. Il documento approfondisce anche il rapporto di Boccaccio con Dante e Petrarca, e i temi principali delle sue opere.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 04/04/2022

Samirasharma.
Samirasharma. 🇮🇹

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Scarica Vita e opere di Giovanni Boccaccio: biografia e contesto storico-culturale e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! DECAMERON: Guido Cavalcanti Guido Cavalcanti e la nona novella della sesta giornata del Decameron (storie in cui un “motto” o una risposta pronta salvano i protagonisti). La novella è narrata da Elissa, regina della giornata, ed è ambientata a Firenze del ‘200. In quegli anni, era solito, per le persone influenti, riunirsi in brigate. Queste erano compagnie che si dilettavano insieme, con banchetti o altro. Tra le più famose, c’era quella di Betto Brunelleschi e la sua compagnia. Da tempo, la brigata desiderava che Guido Cavalcanti, il famoso poeta, si unisse a loro, ma lui declinava l’invito, poiché era più interessato alle sue meditazioni filosofiche. Un giorno, Cavalcanti passeggiava per la città verso le grandi tombe di marmo. Li incontro Betto e la sua brigata, che cercarono di importunarlo, accerchiandolo con i cavalli. Gli rimproverarono di non voler far parte della brigata e discussero sul suo ateismo. Cavalcanti rispose, con indifferenza, che era loro diritto, in casa loro, dirgli qualsiasi cosa e, oltrepassando una tomba con un salto, si allontanò da loro. I membri della brigata rimasero perplessi e non capirono il significato della frase del poeta. Ma Betto, che aveva intuito, spiego loro che erano stati paragonati a cadaveri. La brigata si vergognò della propria condotta e Betto si guadagnò la fama di cavaliere saggio. DECAMERON: Ser Ciappelletto Ser Ciappelletto e la prima novella (comica) raccontata dal narratore Panfilo durante la prima giornata (regina Pampinea, tema libero). Tratta di un ricco mercante, Musciatto Franzesi, che necessita di un notaio per concludere dei conti in Francia. A Franzesi non viene in mente notaio più perfido e malvagio di Ser Ciappelletto, che essendo un notaio disonesto e crudele con pessima reputazione, sarebbe stato perfetto per chiudere i conti con gli infidi borgognesi. Egli accetta perché si trovava in difficoltà economica.Quindi lo fa chiamare e alloggiare in Borgogna, presso due fratelli usurai (avidi) fiorentini. Ma presso quella casa, Ser Ciappelletto si ammala ed è prossimo alla morte. I due fratelli molto preoccupati, conoscendo tutti i malfatti compiuti in vita del notaio, non sapevano se: chiamare un cappellano per fare un’estrema unzione, o, se non avrebbe funzionato seppellire il suo corpo in un terreno non consacrato. Il notaio malato, udendo queste parole di indecisione, ebbe un piano e chiamo lui un prete, e lo avrebbe convinto ad essere un uomo buono; cosicché potesse essere sepolto in un luogo consacrato e raggiungere la beatitudine. Così avvenne: il prete rimase esterrefatto all’udire della vita di un uomo così puro d’animo. Il notaio apparse un uomo di chiesa, pentito amaramente persino dai più piccoli peccati quindi, Ser Ciappelletto con la sua furbizia, ottenne il perdono dalla chiesa, ed ebbe un funerale degno di un santo, però non si sa se alla fine finisce all’inferno. Boccaccio in questo racconto fa notare l'ingenuità della chiesa e l'ingegno umano. DECAMERON: Lisabetta da Messina È la quinta novella (tragedia) della quarta giornata ed è narrata da Filomena (Re Filostrato, tema amori infelici) . La novella racconta di una ragazza di buona famiglia messinese che vive con tre fratelli. I tre fratelli fanno affari con Lorenzo, l’uomo di cui è innamorata Lisabetta, quando però i fratelli scoprono quest’amore, portano Lorenzo fuori per un viaggio d’affari e lo uccidono, nascondendo il cadavere. A Lisabetta viene raccontato che era stato trattenuto la per lavoro, ma ella si insospettisce. Una notte a Lisabetta appare in sogno Lorenzo, che le dice la verità, e il luogo del suo sepolcro. Lisabetta si reca lì, e disperata, mozza la testa al cadavere di Lorenzo per avere un suo ricordo. Tornata a casa. Lisabetta mette il capo dentro una pianta di basilico, di cui prende cura. La ragazza piange ogni giorno su quella pianta, e i fratelli, insospettiti, gliela rubano e scoprendo il contenuto del vaso, i fratelli scappano a Napoli per paura che la sorella, preda della disperazione, confessi l’omicidio commesso dai fratelli. La ragazza si ammala poiché è triste di non avere più Lorenzo al suo fianco e muore sola, soffocata dal dolore, invocando il vaso e Lorenzo. DECAMERON: Tebaldo È a terza novella della seconda giornata ed è narrata da Pampinea (regina Filomena, tema storie a lieto fine) Tebaldo (de' Lamberti o degli Agolanti) è un ricco cavaliere e ha tre figli. Alla sua morte i figli ereditano tutti i suoi averi però cominciano a sperperarli. Dopo aver sperperato quasi tutto si accorgono del loro errore e, raccolte le loro ultime cose, vanno in Inghilterra dove ritornano ricchi. I tre fratelli tornano a Firenze e mettono su famiglia e lasciano in Inghilterra Alessandro, un loro nipote, a seguire gli affari. A Firenze i fratelli ricominciano a sperperare i loro guadagni, ma Alessandro continua a mantenerli grazie ai grandi guadagni inglesi. In Inghilterra scoppia una guerra tra il Re e suo figlio, quindi l'attività di Alessandro viene sospesa, cosicché i fratelli vengono imprigionati perché non sono più in grado di far fronte ai debiti. Dopo alcuni anni Alessandro decide di tornare in Italia. Sulla via del ritorno incontra un corteo, guidato da un abate, che è diretto a Roma e, su invito dell'abate stesso, si unisce a loro diventando una specie di maggiordomo. Una sera, dopo aver sistemato tutti i suoi compagni in una villa, va a coricarsi in una stanza vicino all'abate, questi lo chiama e gli rivela di essere una donna e che sta andando a Roma per farsi trovare marito dal Papa, ma gli dice anche di essere innamorata di lui e di volerlo sposare. Alessandro si fa convincere e accetta la sua proposta perché capisce che lei è molto ricca. Arrivati a Roma la donna racconta tutto al Papa e lo prega di sposarli .Alessandro scopre in questa occasione che la sua sposa è in realtà la figlia del Re d'Inghilterra. Il Papa celebra il matrimonio e i due si recano a Firenze dove fanno liberare i tre fratelli pagando i loro debiti. Gli sposi arrivano, infine, in Inghilterra dove il Re accetta Alessandro e lo nomina Conte di Cornovaglia. Alessandro fa da mediatore tra il Re e suo figlio e riesce a riappacificarli, inoltre riesce a conquistare la Scozia e ne diventa Re. viene esposta nel Proemio del Decameron quindi, la letteratura serve a dare piacere, ma non è buona letteratura quella che non insegna qualcosa. Il tema delle opere giovanili: l’amore-passione Nelle opere giovanili di Boccaccio, i temi classici e mitologici, la materia cortese e cavalleresca e gli elementi autobiografici vengono sfruttati per mettere in scena il trionfo dell’amore. A differenza di Dante e Petrarca, per i quali il canto d’amore tende ad aprirsi ad una prospettiva morale religiosa, cioè a sublimarsi in amore per Dio, l’amore narrato da Boccaccio è sempre terreno, anche quando è fonte di perfezione e di elevazione morale. La novella Il genere nel quale Boccaccio ha ottenuto il suo più grande successo è ovviamente la novella. Boccaccio, nel Proemio del Decameron, afferma di voler raccontare 100 novelle o favole. La novella non era considerata un genere nobile quanto il poema epico o la poesia lirica. Boccaccio rivendica invece la dignità delle sue novelle scritte in volgare, in prosa e con uno stile che può essere anche umile e dimesso. Il pubblico Il Boccaccio delle opere giovanili è un poeta cortigiano. I suoi scritti si rivolgono a un pubblico di corte. Il pubblico delle opere fiorentine e del Decameron è invece più vasto: infatti il libro di novelle ebbe uno straordinario successo soprattutto tra le file di quel ceto mercantile al quale anche Boccaccio apparteneva. Più volte Boccaccio afferma esplicitamente di rivolgersi preferibilmente alle donne. Le opere di Boccaccio sono state scritte per un pubblico esclusivamente femminile. Le donne rappresentano per lui un certo tipo di pubblico che si avvicina ai testi volgari soprattutto per il puro piacere che trova nella letteratura. Lo studioso. L'eredità di Dante e Petrarca Boccaccio comprese la grandezza di Dante e di Petrarca. Trascrisse e commentó le loro opere, infatti senza di lui, le nostre conoscenze su Dante e Petrarca sarebbero molto più limitate. Boccaccio copió più volte le opere di Dante e Petrarca. Il caso più interessante è quello di una raccolta manoscritta nella quale Boccaccio trascrisse il suo Trattatello in laude di Dante, La “Commedia", il canzoniere di Petrarca e “donna me prega” di Guido Cavalcanti. NEL MONDO DELLE CORTI Nelle opere della giovinezza, che traggono ispirazione principalmente dalla mitologia della storia antica, Celebra la splendida corte angioina di Napoli. Per questo motivo si può parlare di opere cortesi: sia perché il pubblico per il quale sono scritto è quello di una corte, sia perché i valori che essi veicolano sono quelli dell’amore cortese. Sono la Caccia di Diana, il Teseida e il racconto lungo in prosa, il Filocolo.Il Filocolo è un romanzo in prosa ispirato alla vicenda dei due giovani innamorati Florio e Biancofiore. La vicenda del romanzo si colloca in un’età molto antica.I protagonisti sono il figlio di un re pagano, Florio, e la figlia di due romani cristiani, biancofiore, educati insieme fin da piccoli insieme destinati ad affrontare molte avventure. Alla fine, Florio si converte al cristianesimo e l’amore trionfa. Il magistero di Dante Boccaccio legge Dante già a Napoli.Quando si stabilisce a Firenze,nei primi anni 40 del Trecento, le opere di Dante diventano i suoi modelli e Dante il suo maestro. L’influenza dantesca è evidente in due delle opere: - la Comedía delle ninfe fiorentine, è un prosimetro composto di versi e prosa. É ambientata sui colli fiorentini e narra l’incontro tra il pastore Ameto e alcune ninfe devote a Venere; - L'amorosa visione, è un poema in terzine, racconta un sogno allegorico: una nobile donna lo conduce in un castello nel quale sono dipinti i trionfi della sapienza, della gloria, dell’avarizia, dell’amore e della fortuna. Il primo romanzo psicologico L’opera più importante è l’Elegia di Madonna Fiammetta. Il racconto autobiografico, ha la forma di una lettera scritta a tutte le donne innamorate da Fiammetta, una fanciulla napoletana abbandonata dall’amante Panfilo, partito per Firenze. Le origini di Firenze Nel Ninfale fiesolano si narra la storia del pastore Africo, innamorato della ninfa Mensola, alla quale la dea Diana ha imposto la castità. Africo riesce a possedere la ninfa con l’inganno, ma poiché essa continua a rifiutarlo, decide di suicidarsi. Il bambino che Mensola che darà alla luce si chiamerà Pruneo, mitico fondatore di Fiesole. LE OPERE IN LATINO Boccaccio scrisse molte opere in latino. Scrive il Buccolicum Carmen, il De casibus virorum illustrium, il De mulieribus claris e le Genealogie deorum gentilium. La critica dantesca Boccaccio scrive in volgare il Trattatello in laude di Dante, la prima vera biografia di Dante Alighieri. Boccaccio raccolse notizie e aneddoti per comporre un elogio del poeta. Egli dovette compiere un massiccio lavoro di ricerca, lesse le opere di Dante e quelle che potevano servire a illustrare episodi della sua vita, parló con le persone che l’avevano conosciuto o che ricordavano episodi della sua vita. Contro le donne Nella tarda maturità compone il Corbaccio ovvero una satira antifemminile. L’autore è tormentato da una passione amorosa e non ricambiata e sogna di smarrirsi in una valle oscura. Qui incontra il marito defunto della donna amata, che gli elenca i vizi delle donne per convincerlo a dedicare la sua vita anziché all'amore, agli studi. IL DECAMERON Decameron significa “dieci giornate” e deriva da due parole greche: deca (dieci) ed hemera (giorno) Il Decameron è una raccolta di 100 racconti narrati in 10 giorni da 10 giovani. Ogni giorno, ciascuno dei 10 giovani racconta la sua novella; al termine di ogni giornata, tutti insieme si ritrovano per commentare le novelle, cantare e danzare una ballata. Le 100 novelle sono inserite in una struttura narrativa più ampia la cosiddetta “cornice”. La cornice è una struttura narrativa che serve per differenziare il narratore del Decameron e quello delle diverse novelle, in questo modo si ottiene un racconto nel racconto. La cornice narrativa del Decameron è però più complessa. Boccaccio immagina che la grande epidemia di peste del 1348 spinga 10 giovani sette donne e tre uomini a scappare da Firenze e rifugiarsi in una villa di campagna. Qui, per trascorrere il tempo, la compagnia stabilisce che ogni giorno,per 10 giorni, tutti racconteranno una storia, che ogni giorno a turno, ciascuno di loro avrà il ruolo di RE o REGINA e avrà quindi il privilegio di scegliere il tema di tutte le storie di quella giornata.Al mondo sconvolto e caotico della cornice, che in questo caso è Firenze, si oppone quindi il cosmo ordinato dell’onesta brigata rappresentata dai 10 ragazzi, che pensano che la lettura è un rimedio contro la morte. I temi delle giornate Il primo giorno la prima regina, Pampinea, decide che il tema sia libero; nel secondo (con Filomena a fare da regina) si narrano racconti nei quali vi sia un passaggio da una situazione negativa a una positiva; nella terza giornata (la regina è Neifile) si narra di coloro che hanno conquistato qualcosa che avevano fortemente desiderato, o di coloro che hanno ritrovato ciò che avevano perduto; nella quarta (il re è Filostrato), i giovani raccontano amori infelici; nella quinta, con Fiammetta che fa da regina, si parla di amori infelici che finiscono bene; il sesto giorno, la regina Elissa stabilisce che i giovani raccontino storie nelle quali un motto di spirito, una battuta arguta, riesce a tirare fuori dai guai il protagonista; il settimo giorno, Dioneo chiede alla compagnia di raccontare una novella comica che tratti delle beffe (cioè degli inganni) fatte dalle donne ai mariti; l'ottava giornata (la regina è Lauretta) è dedicata alle beffe in generale; il nono giorno, Emilia decide di nuovo che il tema sia libero; nella decima e ultima giornata, su decisione del re Panfilo, il cui nome significa "tutto amore", «si ragiona di chi nobilmente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno a' fatti d'amore o d'altra cosa». Titolo e sottotitolo
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