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Biografia di Giovanni Boccaccio: Decameron - La Principessa Galeotta, Appunti di Letteratura Italiana

Storia della letteratura italianaStoria della cultura italianaBiografia di Autori Italiani

Biografia di Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano del Trecento. la vita di Boccaccio, dalla sua nascita a Firenze o Certaldo fino alla composizione del Decameron. Il testo illustra come Boccaccio si ispirò alla cultura classica e alla letteratura cortese francese durante il suo apprendistato bancario a Napoli. Successivamente, Boccaccio tornò a Firenze e conobbe Petrarca. Egli svolse incarichi diplomatici per il comune di Firenze e viaggiò a Napoli. In Avignone, offrì il supporto di Firenze a Urbano V per il ritorno a Roma della sede papale. Nel 1373, iniziò la lettura pubblica della Commedia di Dante. Il Decameron, una raccolta di cento novelle, fu scritto per il piacere e l'intrattenimento, e fu ispirato da modelli di narrativa breve e moralistici come le lais, fabliaux e exemplum.

Cosa imparerai

  • Che è il significato del titolo 'Decameron'?
  • In quale città Giovanni Boccaccio è nato?
  • Che tipo di opere ha Boccaccio scritto?
  • Come Boccaccio si è ispirato alla cultura classica e alla letteratura cortese francese?
  • Che tipo di attività svolse Boccaccio a Napoli?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 15/11/2022

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valentina-gullo-1 🇮🇹

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Scarica Biografia di Giovanni Boccaccio: Decameron - La Principessa Galeotta e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Giovanni Boccaccio Biografia essenziale 1313: Boccaccio nasce a Firenze o a Certaldo, figlio di Boccaccino di Chelino, agente della compagnia mercantile dei Bardi. 1327-1340/1341: segue il padre a Napoli. Apprendistato bancario e frequentazione della corte di Roberto d’Angiò; qui inizia a nutrire interesse per la cultura classica e la letteratura cortese di Francia. 1341: il rientro a Firenze. 1350: conosce Petrarca (di passaggio a Firenze mentre era diretto a Roma per il Giubileo). A NAPOLI - Pubblico di corte. - Influenza della tradizione classica e della lirica cortese. - Argomento prevalentemente amoroso. - Scopo: diletto e intrattenimento. - Sperimentazione di generi e forme. • Caccia di Diana (1334 ca.): poemetto in terzine. • Filocolo (1336-1338): prosa romanzesca che rielabora i contenuti del romanzo francese Floire et Blancheflor. • Filostrato (1339 ca.): poemetto in ottave di materia troiana. • Teseida (1339-1340): poema epico in ottave. A FIRENZE - Filtro mitologico e intenzioni allegoriche. - Suggestione della tradizione poetica toscana. - Sperimentazione di generi e forme. • Comedia delle ninfe fiorentine (1341-1342 ca.): prosimetro. • Amorosa visione (1342-1343): poema in terzine. • Elegia di Madonna Fiammetta (1343-1344): romanzo in prosa nella forma di un lungo monologo modellato sul tono elegiaco. • Ninfale fiesolano (1344-1346): poemetto in ottave. DOPO IL DECAMERON 1. Incremento della produzione in lingua latina e prevalenza di interessi eruditi, morali, filosofici (in virtù anche del magistero petrarchesco). → Apertura alla cultura pre-umanistica. →Trattati: De genealogiis deorum gentilium (dal 1350); De mulieribus claris (1362 ca.); De casibus virorum illustrium (completato nel 1373). 2. Gli omaggi a Dante: Trattatello in laude di Dante (1351- 1355) Esposizioni sopra la «Comedia» di Dante (1373). 3. Corbaccio (1365 ca.): satira in prosa contro le donne. Boccaccio ha contribuito a: →codificare il genere della novella; →costruire il ‘libro’ delle novelle (una macro-struttura imitativa del Canzoniere); →elevare la novella alla dignità letteraria, assegnandole un nuovo statuto retorico e stilistico. PROEMIO 1. Rubrica di apertura: «Comincia il libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle in diece dì dette da sette donne e da tre giovani uomini». [explicit: «Qui finisce la Decima e ultima giornata del libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto»]. →Boccaccio riconosce alla sua opera la forma di libro (per esempio, le rubriche servono anche a consolidare l’identità del Decameron come libro; i temi delle giornate sono predefiniti). → Il titolo e il sottotitolo. Déca heméra ‘dieci giornate’ (verosimilmente modellato sul titolo del trattato di sant’Ambrogio, Hexaemeron). Il sottotitolo è allusivo al canto V dell’Inferno di Dante: «Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse» (v. 137). Paolo e Francesca hanno trasformato la lettura in esperienza di vita; mentre nel Decameron i narratori mantengono separate letteratura e vita. 2: «Intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo, raccontate in diece giorni da una onesta brigata di sette donne e di tre giovani nel pistelenzioso tempo della passata mortalità fatta, e alcune canzonette dalle predette donne cantate al lor diletto» (Proemio, 13). → Il primato del racconto e la narrazione di carattere selettivo. → «[…] un libro di novelle non è il luogo per discutere di forme letterarie e delle loro funzioni, né tanto meno per fare discorsi di teoria letteraria […]. Boccaccio cerca solo di rappresentare la varietà linguistica disponibile a metà Trecento per le forme brevi del racconto». (A. Quondam, Introduzione, in G. Boccaccio, Decameron, Milano, Rizzoli, 2020, pp. 5-65: 44, 48) →Raccolta di 100 novelle (101 se si considera anche quella raccontata dall’autore all’inizio della quarta giornata) divise in 10 sezioni (le giornate) = 100 canti della Commedia. →Dieci giovani narratori (7 donne e 3 uomini, che hanno nomi riconducibili all’universo narrativo di Boccaccio): prevale la componente femminile («savia ciascuna e di sangue nobile e bella di forma e ornata di costumi e di leggiadra onestà»; Introduzione). I tre giovani sono qualificati così: «assai piacevole e costumato ciascuno» e «discreti giovani e valorosi [= nobili]» (Introduzione). → Nobiltà di nascita, virtù, educazione. «L’‘onesta brigata’ trova […] senso e funzione quando, seduta in cerchio, a turno dice e ascolta novelle: in modo ordinato e composto, perché dirsi le novelle è una forma dello stare insieme […]. Solo se sa soddisfare questa condizione primaria, la brigata assume le funzioni di efficiente dispositivo narrativo: solidale e collaborativo». → Il primato del racconto e dell’ascolto. (Quondam, Introduzione, p. 29) Le novelle sono raccolte nella cosiddetta ‘cornice’: la peste del 1348 che sconvolge Firenze, il ritrovo della «onesta brigata» nella chiesa di Santa Maria Novella, la scelta di rifugiarsi in campagna per evitare il contagio. 1. La cornice, che trova riscontro nella tradizione narrativa orientale (Mille e una notte, Libro dei sette savi), media tra le voci dei narratori e quella dell’autore; 2. contiene e ordina le novelle secondo il principio tematico. «Tutti acconsentono al novellare per due buone ragioni […]: 1) perché il ludus narrativo […] non presuppone un procedimento competitivo […] che produca una frizione tra vincitore e vinto […]; 2) perché il ludus narrativo non è istituito nella forma della gara frontale tra due gareggianti, ma è un […] piacere collettivo, che coinvolge e interessa tanto chi parla quanto chi ascolta, creando un circuito virtuoso per cui si impara tanto a raccontare quanto a commentare, in un duplice esercizio che è sia creativo sia critico». (Luigi Surdich, Boccaccio, Bologna, il Mulino, 2008, p. 60) I piani narrativi: 1. La voce dell’autore (proemio, introduzione alla quarta giornata, conclusione). 2. Le voci dei componenti della brigata (produttori e fruitori delle novelle). 3. Alcuni personaggi delle novelle diventano narratori quando raccontano una storia. Si veda, per esempio, la novella di Madonna Oretta (VI, 1) sulla capacità di sapere raccontare bene. Piano metaforico: disordine morale ordine morale smarrimento equilibrio Denuncia dei vizi Modelli di virtù Ser Ciappelletto Griselda (I giornata) (X giornata) 3: «Nelle quali novelle piacevoli e aspri casi d’amore e altri fortunati avvenimenti si vederanno così ne’ moderni tempi avvenuti come negli antichi […]» (Proemio, 14). → Amore e Fortuna (laica). «quantunque Amor volentieri le case de’ nobili uomini abiti, esso per ciò non rifiuta lo ’mperio di quelle de’ poveri» (IV 7, 4). → L’amore non tiene conto delle differenze di classe. TESTO Decameron V, 9 Federigo degli Alberighi Espressione di etica cortese (nobiltà d’animo, ‘vassallaggio amoroso’) → Espressione della civiltà mercantile («miglior massaio fatto»). Il rovesciamento del motivo del ‘cuore mangiato’ (falcone = simbolo del sistema di valori a cui aderisce il protagonista). Boccaccio presenta qui una sintesi di due codici di comportamento (aristocratico e borghese/mercantile). Prima di replicare a ciascuna critica, l’autore racconta una novella, che definisce incompleta, «acciò che non paia che io voglia le mie novelle con quelle di così laudevole compagnia […] mescolare». L’autore gioca di anticipo. L’istinto ad amare è naturale (la novella di Filippo Balducci e delle papere). →Ammessa la naturale inclinazione umana ad amare, ognuno sceglie liberamente come orientarla: • verso esiti infelici (eccesso irrazionale): IV giornata. • verso esiti felici (autocontrollo razionale dei sentimenti): V giornata. - Boccaccio dichiara di avere una disposizione innata ad amare le donne. - Intende continuare a parlare di amore; tema su cui si sono esercitati anche Cavalcanti, Dante, Cino da Pistoia («vecchissimo»). → Questi nomi legittimano la difesa di Boccaccio. - Afferma che le Muse, anche se in vesti umili, lo hanno sostenuto durante la stesura delle novelle. → L’autore assegna dignità letteraria alla sua opera. - Boccaccio rivendica l’autonomia della figura del poeta. - Rivendica il primato della forma narrativa.
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