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Borghesia e classe operaia, Appunti di Storia Contemporanea

Riassunto primo capitolo del libro di Vidotto

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 19/03/2024

valentino-ciaccio
valentino-ciaccio 🇮🇹

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Scarica Borghesia e classe operaia e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 1. BORGHESIA E CLASSE OPERAIA CARATTERI DELLA BORGHESIA> Le rivoluzioni del 48-49 si sono rivelate un fallimento e nessuna delle spinte democratiche ha vinto l’ondata restauratrice e il ritorno ai metodi assolutistici è inevitabile. Clima generale> conservatorismo e staticità delle strutture politiche; tuttavia, vi fa riscontro un processo di mutamento profondo della società. Questo processo ha come principali protagonisti i ceti borghesi e le classi proletarie. Tra il 1850 e il 1870 la borghesia europea riuscì a presentarsi come portatrice e depositaria di elementi di novità e trasformazione> Sviluppo economico; Progresso scientifico; Merito individuale; Libera iniziativa; Concorrenza; Innovazione tecnica. La borghesia, oggi come allora, è un ginepraio di figure e posizioni sociali al cui vertice troviamo i magnati dell’industria e della finanza; al di sotto troviamo gruppi e categorie sociali più propriamente borghesi, i ceti emergenti, la cui fortuna era legata allo sviluppo dell’industria e del commercio (imprenditori, dirigenti, mercanti, banchieri); poi una borghesia più tradizionale (chi traeva i propri proventi dalla terra, chi esercitava le professioni (avvocati, medici, ingegneri) e i gradi medio-alti della burocrazia statale; ancora più in basso impiegati, insegnanti, piccoli commercianti e piccoli professionisti. Lo stile di vita borghese doveva essere visibile nei segni esteriori: cura per abbigliamento, arredamento ricco. Valori borghesi> austerità, moderazione, propensione al risparmio, capacità di reprimere gli istinti. > componente moralistica si riflette nella struttura familiare, una struttura patriarcale basata sull’autorità del capofamiglia e sulla subordinazione della donna, esclusa dalle attività lavorative, ma attiva nella sfera privata. La povertà era un difetto morale o comunque il frutto di colpe ataviche: chiunque poteva raggiungere i traguardi più ambiziosi in termini di ricchezza e rispettabilità se non avesse ceduto ai propri bassi istinti. I principi morali giustificano la posizione sociale dei borghesi. POSITIVISMO> il borghese europeo dell’800 era animato da un’illimitata certezza nel progresso generale dell’umanità. Quest’atteggiamento positivo poggia le basi sullo sviluppo economico e sulle conquiste scientifiche. Il positivismo è una nuova corrente intellettuale che nasce da queste condizioni e considera la conoscenza scientifica, basata su dati positivi, oggettivi, l’unica valida e applica i metodi delle scienze naturali a tutto lo scibile umano, dall’arte all’economia, dalla psicologia alla politica. Rappresentante di questo rinnovato spirito> Charles Darwin. La teoria evoluzionistica contraddiceva le credenze religiose sulla creazione dell’uomo per mezzo di una divinità, inserendosi nel più ampio quadro del positivismo che tendeva a liberare l’uomo da condizionamenti di tipo soprannaturale. Darwinismo sociale> la teoria dell’evoluzione si prestava a essere interpretata in chiave ottimistica, ma il principio della selezione naturale poteva essere usato per consacrare il diritto del più forte nei rapporti tra individui, tra classi e tra Stati. SVILUPPO DELL’ECONOMIA> all’ascesa della borghesia corrisponde un periodo di forte espansione economica sia nel settore industriale che in quello agricolo. Fattori dello sviluppo> rimozione dei vincoli giuridici che ostacolavano le attività economiche; l’affermarsi del libero scambio; ruolo assunto dalle banche nelle operazioni di investimento sul lungo e medio termine e la nascita di numerose società per azioni. RIVOLUZINE DEI TRASPORTI E DELLE COMUNICAZIONI>Sul piano produttivo questa è l’età del ferro e del carbone e la macchina a vapore costituita in ferro e alimentata a carbone vi svolge un ruolo da assoluta protagonista: si usa come forza motrice nelle fabbriche e come locomotiva nelle ferrovie e come motore per la navigazione. Lo sviluppo economico avvantaggiava le nuove potenze industriali (Francia, Secondo Impero e Germania) consentendo loro di ridurre il divario che le separava dalla Gran Bretagna. La rivoluzione dei trasporti non ebbe solo conseguenze di ordine economico, ma influenzò abitudini e modi di pensare dei borghesi e dei ceti popolari. Si diffuse nell’immaginario comune la visione di un mondo unito le cui parti erano interdipendenti tra loro. DALLE CAMPAGNE ALLE CITTÀ> alla metà dell’800 in tutta l’Europa continentale erano i lavoratori della terra a costituire la maggioranza della popolazione attiva. Diversi furono gli effetti della privatizzazione delle terre: in alcune zone la scomparsa del regime feudale lasciò il posto alla piccola e media proprietà, in altre andò a vantaggio dei grandi latifondisti; an altre si crearono situazioni di convivenza tra azienda capitalistica e piccola proprietà terriera, lavoro salariato e mezzadria. Ovunque i lavoratori agricoli occupavano il gradino inferiore della scala sociale. Fra il 1840 e il 1870 milioni di persone lasciarono i loro paesi per andare a dissodare le terre vergini del Nord America o si trasferirono nelle aree urbane in cerca di una nuova occupazione. Nell’800 la popolazione urbana aumentò notevolmente, così come aumentò effettivamente il numero delle grandi città. In Gran Bretagna, per via della rivoluzione industriale, piccoli centri si trasformarono in città nel giro di pochi decenni. Nella seconda metà dell’800 furono soprattutto gli Stati Uniti a offrire un nuovo modello di sviluppo delle città, con la costruzione di grattacieli e l’espansione dei sobborghi periferici. Punti di riferimento essenziali divennero le stazioni ferroviarie, la Borsa, i centri commerciali, il tribunale, i palazzi dei ministeri. I ceti popolari si addensarono nelle periferie, ben distinte dai quartieri residenziali borghesi. Nello stesso periodo quasi tutte le grandi città europee videro moltiplicarsi le iniziative dei poteri pubblici per favorire lo sviluppo dei trasporti e per cercare di risolvere i più urgenti problemi igienici. RINNOVAMENTO URBANO: PARIGI, LONDRA, VIENNA E CHICAGO> la ristrutturazione di Parigi fu un esempio di intervento attuato dallo Stato. Il prefetto Haussmann, sotto il comando di Napoleone III, sventrò buona parte del centro medievale e aprì una serie di larghi viali e dotò Parigi di 15 nuovi ponti sulla Senna, 4 nuove stazioni ferroviarie, un nuovo sistema di fognature, di parchi e edifici pubblici. Londra> qui l’intervento pubblico risultò quasi assente e l’iniziativa di ampliamento della città rimase nelle mani dei privati (i proprietari terrieri, tramite un meccanismo di leasing cedevano agli imprenditori edilizi diritti di usufrutto per periodi determinati); i quartieri venivano addirittura chiamati con i nomi delle famiglie proprietarie dei terreni; nacquero eleganti complessi residenziali dove si concentravano i ceti benestanti. Vienna> tra il 1815 e il 1857 furono abbattute le antiche mura e nella zona liberata fu costruita la Ringstrasse, una strada circolare dove furono costruiti i più importanti edifici pubblici ed eleganti palazzi con abitazioni private. Chicago> uno dei simboli più evidenti del dinamismo americano. Nel 1871 fu quasi completamente distrutta da un incendio, ma fu ricostruita in breve tempo e cominciò a espandersi con ritmi straordinari. Luogo privilegiato per la costruzione di grattacieli. NASCITA DEL MOVIMENTO OPERAIO E PRIMA INTERNAZIONALE> con lo sviluppo della grande industria, il proletariato di fabbrica veniva assumendo maggiore consistenza. I salari dell’industria erano superiori a quelli del settore agricolo, ma gli orari di lavoro, le condizioni abitative e l’assenza totale di sicurezza sul proprio futuro non rendevano la vita dell’operaio migliore di quella del lavoratore agricolo. Le condizioni di vita e di lavoro dell’operaio di fabbrica favorirono il formarsi di una coscienza di classe e delle prima associazioni operaie, soprattutto in Gran Bretagna, in Germania e in Francia. Il movimento operaio britannico, l’unico a vantare una struttura organizzativa solida, si era concentrato sul rafforzamento delle Trade Unions. Questo sviluppo, iniziato negli anni 50 e 60 dell’800, fu coronato nel 1868 dalla costituzione del Trade Unions Congress, che riuniva i delegati di tutti i maggiori sindacati e che rappresentò da allora il nucleo basilare del movimento operaio in Gran Bretagna. La contrapposizione tra proletariato e borghesia favorì la nascita di un’organizzazione internazionale di coordinamento del movimento operaio. La fondazione dell’Associazione internazionale dei lavoratori, o Prima Internazionale, fu un evento capitale nella storia del movimento operaio. L’Internazionale costituì subito un punto di riferimento ideale per i lavoratori di tutta Europa. Ma la sua capacità di rappresentare realmente le organizzazioni operaie dei singoli paesi e di guidare la loro attività fu scarsa e il suo funzionamento venne gravemente compromesso dall’eterogeneità delle sue componenti e dalle rivalità che dividevano i suoi capi. Socialisti e proudhoniani> fino alla fine degli anni ’60, il dibattito ai vertici dell’Internazionale vide contrapposti da un lato i socialisti e dall’altro i proudhoniani, fautori di un sistema fondato sulle cooperative e sulle autonomie locali. Nei primi congressi dell’associazione le posizioni proudhoniane furono ripetutamente sconfitte, ma gli ideali libertari conobbero nuova fortuna nella versione più radicalmente rivoluzionaria che ne diede il russo Michail Bakunin, massimo teorico dell’anarchismo.
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