Scarica Bramante e Leonardo e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Bramante Egli fu il primo architetto del Rinascimento maturo, inaugurò una nuova visione dell’architettura. Creò edifici monumentali realizzati secondo un’unità spaziale. Nacque nel 1444 e si formò nell’ambiente della corte di Federico da Montefeltro. Perfezionò la tecnica della prospettiva che applicò sia dal punto di vista pittorico che architettonico. Si specializzò nella creazione di scenari dipinti. nel 1478 giunse a Milano dove realizzò importanti opere. Santa Maria presso San Siro (1482-86) il primo intervento di Bramante a Milano fu la costruzione della chiesa di Santa Maria presso San satiro. Realizzò nitide forme voluminose e geometriche, cappelle laterali ricavate nello spessore murario e la volta a botte a cassettoni nella navata. Bramante adottò una pianta a T per ovviare alla mancanza dell’abside e concepì un geniale illusione ottica: un finto coro prospettico profondo meno di 1 m con la volta a botte digradante da un grande arco verso una lunetta più piccola. Entrando nell’edificio sia la sensazione di procedere verso un coro maestoso e profondo. È la prima volta in architettura che la prospettiva diventa il mezzo per creare uno spazio virtuale. L’antico sacello fu inglobato nel nuovo edificio, esternamente la piccola struttura fu raccordata alla chiesa tramite un rivestimento uniforme e un’uguale tiburio con lanternino. Tribuna di Santa Maria delle Grazie (1492-98) L’altro capolavoro milanese di Bramante fu la realizzazione della tribuna quadrata absidata che costituì il presbiterio nella chiesa domenicana di Santa Maria delle grazie. La tribuna era un grandioso spazio a pianta centrale ed era pensata come parte di un progetto più ampio e completo. Lo spazio a pianta centrale era monumentale, razionale, luminoso e puro e si innesta a forza sull’impianto longitudinale della chiesa più angusta e buia. Bramante concepì la tribuna come un ambiente cubico delimitato da quattro grandi archi a tutto sesto e sormontato da un’ampia cupola emisferica segnata da 16 costoloni. Sul lato opposto all’ingresso si apre una scarsella a pianta quadrata coperta da una piccola volta a ombrello. I fianchi e la parete di fondo della tribuna presentano tre apsidi semi cilindriche, due che si collegano direttamente al volume della cupola e il terzo che prolunga lo spazio del coro. Si hanno finestre alla base del tamburo, finte e reali, con colonnine centrali a candelabra. Il vano non era perfettamente quadrato ma dilatato verso il fondo e lab side al termine del coro era più stretto delle altre. All’interno vi era una ricchissima decorazione delle pareti e della cupola. All’esterno il tiburio poligonale era costituito da un loggiato di bifore separate da colonnine in marmi policromi e con un ricco rivestimento in mattoni e terrecotte. La tribuna dà l’impressione di una luminosa leggerezza. La luce per me all’ambiente diventando un elemento fondamentale che modula le superfici. Lo spazio prospettico e dunque spazio-luce. la tribuna è dominata da leggi matematiche e da sottili rimandi simbolici, vi sono allusioni numeriche agli evangelisti e agli apostoli. Cristo sulla colonna (1490) L’opera realizzata su tavola sintetizza due momenti: Gesù è raffigurato legato alla colonna e al contempo indossa la corona di spine che rimanda a un evento successivo. Cristo viene rappresentato dalla vita in su, nudo e sofferente, con la corda al collo e piccole lacrime. Si ha una complessa costruzione della luce la quale entra da sinistra nitidissima ma penetra di riflesso anche dalla finestrella sul retro. La luce evidenzia i dettagli fisici e accende di bagliori dorati i capelli e la barba, quella riflessa e secondaria invece ammorbidisce i contorni della figura creando contrasti e controluce sul fianco e sul braccio sinistro. Il paesaggio sullo sfondo si intravede da una finestrella a sinistra e al centro del davanzale di tale finestra è posto un calice dorato. Tempietto di San Pietro in Montorio (1502-08) il capolavoro dei primi anni romani fu il tempietto di San Pietro in Montorio commissionatogli dal re di Spagna. L’edificio è un piccolo tempio rotondo circondato da colonne. Il tempio è a pianta centrale simmetrico in tutte le sue parti. Proporzioni e forme sono equilibrate ed essenziali: su un basamento a tre gradini poggia un primo corpo cilindrico in cui 16 colonne doriche reggono una Trabia azione. Un secondo corpo cilindrico, arretrato dietro una balaustra, è scandito dall’alternanza di paraste e nicchie rettangolari ed è coperto da una cupola. La larghezza del primo ordine è pari all’altezza del secondo esclusa la cupola. nonostante le dimensioni molto ridotte il tempietto risulta grandioso, dominato dalla simmetria e conforme a una concezione dell’architettura al tempo stesso antica e attuale. L’edificio sarebbe dovuto sorgere all’interno di un vasto cortile circolare che però non venne realizzato. Basilica di San Pietro Bramante per questa basilica scelse una pianta centrale. L’architetto abbandonò l’impianto a croce latina a favore di una croce greca iscritta in un quadrato, con i bracci terminanti in quattro cappelle absidate cupolate e raccordati da altrettanti sacelli negli angoli, sopra i quali si dovevano innalzare i campanili. questo tipo di planimetria si ispirava agli edifici termali romani. La grande cupola era circondata da quattro più piccole. Le dimensioni enormi e la con catena azione ritmica di linee curve avrebbero dovuto revocare a loro volta le architetture imperiali. Bramante fu costretto a rielaborare il progetto originario diverse volte anche perché era necessario moltissimo denaro e vi era una contro indicazione di ordine pratico: la pianta centrale era poco adatta la distribuzione dei fedeli e del clero. Bramante continuò a lavorare ai lavori ma morì nel 1514 prima di poter condurre a termine il progetto. Cortile del Belvedere L’architetto progettò il cortile del belvedere perché fosse realizzato sulla collina omonima, un’area verde che si estendeva per 300 m per palazzi vaticani. Bramante seppe unificare gli spazi sfruttando in modo scenografico i dislivelli del terreno collegandoli con maestose scalinate, circondandoli di logge porticate, creando piccoli e grandi cortili, in modo da esaltare l’asse longitudinale che da un lato terminava in un teatro all’aperto e dall’altro in un enorme esedra. L’ultimo cortile presso la residenza papale venne concepito come antiquarium. oggi però la situazione è diversa perché nel corso dei secoli sono stati eseguiti lavori che hanno mutato l’aspetto del complesso. Leonardo Leonardo si colloca all’inizio della maniera moderna. Egli è considerato il genio per eccellenza del romanticismo e fu sempre animato da un immisurabile sete di sapere. Egli viene posto alle radici del metodo scientifico moderno e applicò il metodo sperimentale in ogni campo. Per egli la pittura era una scienza che richiedeva esattezza nelle rappresentazioni dello spazio e della realtà naturale. egli capì che era necessario uno studio attento della realtà per comprendere i comportamenti della luce e rappresentava le sue opere con diverse sfumature di colore per creare la prospettiva. Leonardo nacque a vinci nel 1452 e si formò nella bottega di verrò occhio. Imparò le arti del disegno, della pittura, della scultura in terracotta e dell’orificeria. Negli anni 70 entrò nella cerchia di Lorenzo il magnifico. La prospettiva area Per tutta la sua carriera Leonardo si dedicò allo studio della prospettiva. Leonardo rivolse la propria attenzione all’osservazione diretta del mondo naturale. Si accorse che l’aria non è del tutto trasparente, ha la sua densità e in qualche modo sporca la percezione delle cose. A seconda della vicinanza o meno dell’oggetto rappresentato variano le condizioni di luminosità. Gli oggetti più lontani non appaiono solo più piccoli ma anche meno distinguibili e con un colore attenuato. Leonardo definito questo aspetto della rappresentazione che costituì una delle più grandi innovazioni della sua pittura, la prospettiva aerea. Leonardo porta a compimento la tecnica dello sfumato, impiegando una serie di leggerissime velature trasparenti sovrapposte che gli permetteva di graduare colori e luci. Egli applicò questa tecnica sia ai paesaggi sia alla rappresentazione dei corpi eliminando i contorni e fondendoli così nell’atmosfera. Annunciazione (1473-74) Uno dei primi dipinti di Leonardo fu l’annunciazione. La grande tavola mostra a destra la vergine, seduta accanto a un leggio sulla soglia di casa, mentre a sinistra è inginocchiato l’arcangelo Gabriele, rappresentato nel momento in cui si inchina salutare Maria, davanti a un paesaggio di alberi e montagne. Lo spazio mostra un’ampiezza e una profondità notevoli. Si ha una delicata modulazione luministica, una resa naturalistica della realtà e l’attenzione agli elementi del paesaggio. La scena è collocata all’aperto permettendo di rappresentare sullo sfondo una serie di alberi in primo piano un prato fiorito. Il leggio è decorato con decorazioni classicheggianti. Nel paesaggio che si perde all’orizzonte viene impiegata la cosiddetta prospettiva. L’aria possiede una densità è un colore per cui le cose più lontane non solo appaiono più piccole ma anche con contorni indistinti e tendenti a un’unica sfumatura grigio azzurra. Battesimo di Cristo (1475-80) Il battesimo di Cristo è frutto di una prova collettiva di Verrocchio e di alcuni suoi allievi tra cui Leonardo. Verrocchio impostò la composizione ed eseguì le figure di Cristo e di San Giovanni. A Botticelli si deve probabilmente l’angelo con lo sguardo volto verso l’esterno. Leonardo realizzò invece lo sfondo paesaggistico delicatamente sfumato, con un no suggestione di monti e acque, unificò l’atmosfera della scena e l’angelo visto di schiena. Leonardo tende ad addolcire i contorni delle figure e a fonderli delicatamente nell’atmosfera. Studiò l’espressione dei volti e il carattere dei personaggi, infatti il viso dell’angelo era caratterizzato da sottilissime tramature luminose si volta con movimento lento a un divinissimo sorriso e lo sguardo intenso. Adorazione dei magi (1481-82) Il dipinto, grandioso per dimensioni, numero di personaggi e complessità nell’organizzazione della scena, è rimasto allo stato di abbozzo con una parziale stesura soltanto del primo strato di colore. Le figure sono modellate dal chiaroscuro e dipinte per velature sovrapposte infine evidenziate nei punti di luce con pennellate di biacca. La Madonna e il bambino sono al centro della composizione ripresa da un punto di vista piuttosto alto, alle loro spalle é