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BREDEKAMP riassunto completo del libro "Immagini che ci guardano", Appunti di Antropologia

riassunto completo del libro "Immagini che ci guardano"

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 17/02/2024

cecilia-magri-2
cecilia-magri-2 🇮🇹

3 documenti

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Scarica BREDEKAMP riassunto completo del libro "Immagini che ci guardano" e più Appunti in PDF di Antropologia solo su Docsity! BREDEKAMP Introduzione : i motivi dell'importanza delle immagini// iconic turn → immagini che si rivelano capaci di fare propri e impossessarsi di ampi settori della società . La nostra cultura è pervasa da un diluvio costante di immagini che ci avvolge in una sorta di bozzolo iconico, le immagini hanno anche un impiego politico,possono esserne alleate o nemiche. Le immagini trovano spazio anche in ambito militare,possono fungere da simbolo di vittoria, da strumento informativo e di propaganda,e sono usate come vere e proprie armi dai media e da internet Anche le scienze naturali usano l’immagine per visualizzare oggetti spesso invisibili. L’immagine qui non ha uno scopo solo illustrativo ma viene usata come uno strumento di analisi. Le immagini godono anche di una regolazione giuridica,sono sottoposte a una tutela legale. In tutti questi ambiti si è impostata un'evoluzione secondo la quale le immagini vengono trattate come elementi primari della vita esteriore. Si apre quindi un dibattito circa lo status delle immagini scaturito dalla contraddizione tra l’ipotesi che la conoscenza si fonda al di fuori del campo sensoriale visivo e quella che sostiene che l'immagine non solo sia necessaria a formare il pensiero ma che influenzi anche sensibilità e comportamenti. -Leonardo e l’opera velata → parlando di un opere velata Leonardo dice che scoprirla e cedere alla visione implicherebbe la perdita di libertà da parte dell’osservatore. Sacrificando l’esperienza visiva si rimarrebbe invece liberi. Il quadro di Tiziano “ritratto dell’arcivescovo Archinto” pare incoraggiare un'analoga riflessione: le immagini possono decidere il destino di chi le guarda. Il paragone di Leonardo sottolinea un’ autonomia iconica: una volta prodotte le immagini diventano autonome e capaci di suscitare emozioni in chi le guarda. Questo pensare all’immagine in modo autonomo ha generato il sospetto di un pensiero magico con numerose storie e leggende di “immagini vive”. Capitolo 1 → Già l'homo habilis aveva le capacità per lavorare il basalto ma si nota che, oltre ad un aspetto funzionale, ce n’è uno deliberatamente estetico. L’uomo modella la natura in forme che acquisiscono una loro autonomia anche estetica. ( fossili, gusci perforati,utensili ecc) La produzione di immagini, già dalla preistoria, costituisca un aspetto fondante della specie umana. -Definizione di immagine secondo leon battista alberti: si ha un'immagine dal momento in cui un oggetto naturale mostri un minimo di rielaborazione umana. -Platone e l’importanza delle immagini: il mito della caverna ricopre un ruolo fondamentale. La critica alle immagini sottesa al mito vale come conferma della loro efficacia,le immagini e le ombre sono più forti della realtà; seppur negativamente Platone conferma l’infinita potenza delle immagini. -Heidegger: affronta il tema delle immagini, sostiene che l’opera d’arte non appartiene al regno delle cosa ma che debba mostrarsi per se stessa. Parlando del leprotto di Durer , Heidegger sostiene che questo sembri poter respirare, che sembri vivo. -Lacan: affronta il problema partendo dalla capacità dell’opera di guardare l’uomo, parla di teoria della reciprocità. Sia H. che L. aprono la questione ma non giungono a conclusioni. Atto Iconico → Analisi del problema dell’autonomia comportamentale delle immagini, degli effetti che queste possono sortire in chi le guarda. Spesso si è tentato di applicare la teoria dell'atto linguistico al campo delle immagini. Serve però un modello di studio proprio per quest’ambito. L’atto iconico consiste nell’individuare la forza che consente all’immagine di passare da uno stato di latenza a, tramite la visione, una grande efficacia percettiva. Capitolo 2 → L’ Io nelle immagini: In molti artefatti, tramite delle iscrizioni, è l’opera stessa a parlare di sé in prima persona singolare. Con questa modalità gli artefatti hanno potuto parlare delle relazioni tra esse e i committenti, tra creatori e proprietari. Oggetti che rinnegavano i propri creatori con le parole “non mi hai fatto tu” sottolineano una potenziale volontà dell’artefatto. (fibule, tazze, statuette,vasi coppe ecc). Le immagini si esprimono per chiarire la loro appartenenza e il loro utilizzo fino a reclamare un credito. Assumono quindi un ruolo attivo. L’uomo, leggendo le iscrizioni, incorpora la pretesa dell’artefatto di essere vivo. Anche nel medioevo erano numerose le opere dotate di iscrizioni in prima persona (es. Gislebertus portale della chiesa di saint lazare), ricorreva spesso la formula “ nome artista me fecit”. La troviamo anche in epoche successive, come per esempio nell’opera “ritratto di uomo con turbante rosso" di Van Eyck: nella cornice compaiono due iscrizioni : Nei miei limiti/ Van Eyck mi ha fatto. Sembra come che il dipinto abbia incaricato il pittore della propria realizzazione. I ritratti di V.E. acutizzano il problema su come sia possibile che le opere sembrino, per quanto prodotte, dotate di vita propria. La formula del “me fecit” compare molto spesso anche nelle armi. Alle opere è stata spesso attribuita la possibilità di parlare: la statua di pasquino divenne una colonna per affissioni di critica politica, i biglietti che venivano affissi criticavano il potere come se fosse proprio la statua l’autore di quei pensieri. -Opere che parlano in prima persono nel contemporaneo: Niki de saint Phalle con le sue opere “Tiri” compie una sovrapposizione fra opera e artista e, sparando alle sue opere, compie una sorta di omicidio-suicidio Queste forme di espressione dell’io sono già espressive dell’atto iconico schematico. Capitolo 3 : ATTO ICONICO SCHEMATICO Raccogliere le forme delle immagini viventi sotto il concetto di atto iconico schematico. Definizione di schema: corpo umano modellato in specifiche pose convenzionali capaci di rappresentare determinati effetti da usare per precisi scopi. Schema come modello corporeo capace di generare effetti che rendano le immagini capaci di simulare la vitalità. Tableau vivant → i primi risalgono ai tempi dell’ellenismo, qui il legame tra vita e forma d’arte è più che mai esplicito. Esseri umani immobili sono elevati a opere d’arte, questi vengono percepiti come vere e proprie immagini e sono capaci di sucitare un effetto esemplatre (es: uomo, durante un esibizione di tab.viv. aggredisce prima una statua e poi una persona, mettendo sullo stesso piano immagine e immagine viva). (Il tableau vivant diventerà anche un escamotage ripreso nella pittura che ne simulerà le messe in scena.) Nei t.v l’arte si trasforma nella vita senza passaggi intermedi. Anche durante il 900 si è continuato a fare uso del tableau vivant: Man Ray parte da busti scultorei ai quali integra le parti mancanti con l’uso di modelle che completano, del tutto o in parte i torsi scultorei, resi immobili e fruibili tramite la fotografia. Indistinguibilità tra opera, immagine e corpo. Escamotage usato anche nel cinema, si pensi a “la ricotta” di Pasolini o simbolo della potenza degli usa) sia le persone al loro interno. Non vi fu differenza fra la distruzione di opere e persone. Un altro esempio sono le persone uccise per mano dell'Isis: vengono mostrati cadaveri quali immagini di morte, le persone vengono uccise non per essere “punite” in prima persona ma per poter essere mostrate come immagini. L’atto iconico sostitutivo ha un duplice valore, positivo e negativo:con l’esempio della vera icon e della stampa naturale vediamo come l’immagine possa diventare sostituzione autentica di un corpo consentendo di valutarla come un sostituto egualmente potente e giuridicizzato del corpo. La sostituzione delle persone con l’immagine permette tuttavia l’iconoclastia e l’interpretazione dei corpi come immagini può significare, in casi estremi,che gli esseri umani possono essere maltrattati a fini iconoclastici. Capitolo 5: ATTO ICONICO INTRINSECO Tramite degli esempi (coprire gli occhi a statue che vengono abbattute o coprire quadri in determinate circostanze) B. indaga il timore del pericolo rappresentato dalla vista delle immagini. Questa paura derivata dal guardare l’opera d’arte risale al mito di Medusa. L’artista conferisce una tale energia vitale all’opera da renderla capace di pietrificare l’osservatore tramite lo sguardo. Convinzione epicurea secondo cui gli oggetti siano in grado di guardare (e far sentire guardato l'osservatore)ma c'è quindi una reciprocità tra vedere ed essere visti. Di questa reciprocità di sguardi parla Niccolò Cusano , definendo questo come un chiasmo di sguardi. Conclude dicendo che L'immagine possiede vita propria dato che, indipendentemente dai punti di vista, o dai nostri movimenti ci guarda tutti, nello stesso momento, ma per il singolo osservatore sembra guardare solo lui. Mentre l'atto iconico schematico prende le mosse dell'inclusione della vita dell'immagine e quello sostitutivo prevede lo scambio di corpo immagine, l'atto iconico intrinseco agisce mediante la potenza formale. Leonardo conclude che la pittura in sé non è viva ma esprimitrice di cose vive. In questa definizione che la vede al contempo inanimata ed esprimetrice di vita risiede lo sviluppo di quell’ energia collegabile all “ porre davanti agli occhi” della filosofia aristotelica. Il colore → Vari studi hanno riflettuto se la tela vada considerata alla stregua di un corpo; per esempio in una pala di una crocifissione del 1400, il sangue del Crocifisso non cola nello spazio vuoto bensì scorre sulla superficie dipinta. E’ come se la tavola stessa fosse uscita da sé per fungere da pelle di Cristo in un'altra forma. Nel contemporaneo vediamo un ritorno del concetto della vera icon nelle antropometrie di Klain, dove il corpo femminile svolge il ruolo di quello di cristo rispetto al lenzuolo di S. Veronica. Artiste come Yoko Ono hanno dipinto con il sangue di ferite autoinflitte , Lucio Fontana ha evocato con pari intensità la ferita al costato di cristo elevandolo a materia stessa della sua pittura. Nel dripping il colore rende l'atto creativo medium perfetto dell’atto iconico intrinseco. Un ulteriore aspetto della forma attiva dell’opera d’arte è la sua capacità di resistere alla memoria. Il modello → Il termine modello è un vezzeggiativo di Modus (misura) L'origine di questa parola richiama alla vocazione del rimpicciolimento; per antonomasia l'architettura in miniatura funge da strumento per esprimere e rendere visibile qualcosa di non ancora esistente. I modelli però,spesso sanno assumere un valore ancora maggiore di ciò che rappresentano. (es: bozzetti di darwin). L’ornamento mosso→ Leon Battista Alberti non ascrive solo al viso e ai gesti la capacità di esprimere i moti dell'anima ma anche ai movimenti dei capelli e delle vesti. L'ornamento mosso, ripreso da Warburg, diventò un elemento utilizzato in maniera sistematica dall'atto iconico intrinseco, capace di elevare l'efficacia della forma a motivo di se stessa. Il nucleo spirituale dell'uomo non giace nelle aree centrali dell'osservazione bensì nelle attività motorie inconsce. Nella loro presenza viva i corpi possono essere immagini: era questo il presupposto della vera icon. I corpi possono essere distrutti nel nome delle immagini, questa per la perversione sostitutiva. Ma le immagini possono anche dominare quelle energie distruttive sotto il segno di una strategia decongestionante , ecco la possibilità offerta dalle formule di pathos. In esse, la posizione contrapposta alle forme distruttive dell'atto iconico sostitutivo trova il proprio modello teorico, il quale ci permette di parlare di un diritto alla vita delle immagini. Per poter loro ascrivere un potenziale autonomo, l'uomo deve mettere in conto di potersi rapportare all'immagine solo dal momento in cui essa è soggetto di diritto. In assenza di energia formale intrinseca l'immagine manca all'uomo quella controparte capace di attivare una riflessione distanziata su se stesso. Conclusioni→ Darwin lega le forme della natura alle arti figurative secondo lui le penne degli uccelli sono come delle pittoriche capaci di influenzare l'evoluzione non meno della capacità di adattamento a nuove condizioni di vita punto anche l'uomo è coinvolto in questo processo dalla pittura della pelle ai tatuaggi dalle acconciature il corpo è diventato oggetto di ornamento facendo del proprio stesso corpo oggetto di creazione e gli uomini completano la transizione verso l'immagine nel senso stretto del termine. è quindi la sensibilità estetica secondo Darwin il vero motore della selezione naturale….” la selezione sessuale è la ricerca del bello nella peculiarità del partner la regolazione genetica della forma corporea è il pennello con cui la natura porta avanti la mutazione della specie. Atto iconico intrinseco → Forza dell’opera // autonomia dell’opera. L'atto iconico schematico con i suoi tableau vivant, i suoi automi e i bio artefatti, riesce a fornire ai modelli di pensiero e di comportamento immagini capaci di prendere vita. L’atto iconico sostitutivo per contro non evoca la vitalità delle immagini bensì effettua uno scambio tra corpo e immagine. L'atto iconico intrinseco, efficace e immanente tanto nella sua natura quanto nell'arte, trae la propria efficacia non meno radicale dall’irresistibilità della forma come forma. Essa scatena la propria forza grazie alla distanza garantita da tale autonomia .
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