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La Tragedia: Ambiguità e Plurivalenza nel Teatro Letterario Inglese del Cinquecento, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Inglese

Storia della Letteratura IngleseStoria del teatroTeatro Letterario

Come i drammaturghi inglesi del tardo cinquecento hanno reinventato un universo tragico, integrando elementi eterogenei, forme classiche e medievali, realismo e astrazione, arte e industria, letteratura e vissuto. La tragedia, come genere, spettacolo e senso del tragico, è caratterizzata dalla costante ambiguità, che entra nel cuore della tragedia come idea generatrice e struttura profonda. La tragedia non afferma valori o verità assoluti, ma mostra il conflitto tra le verità e i valori e presenta l'irriducibile complessità dell'esperienza umana, comprensiva di un rapporto inspiegabile tra il piano umano e quello sovraumano.

Cosa imparerai

  • Come la tragedia mostra il rapporto tra il piano umano e quello sovraumano?
  • Come i drammaturghi inglesi del Cinquecento hanno integrato elementi eterogenei nella tragedia elisabettiana?
  • Come la tragedia è descritta nel testo e come è differente dalla filosofia umana?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 31/08/2022

sara_uniroma
sara_uniroma 🇮🇹

4.6

(5)

36 documenti

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Scarica La Tragedia: Ambiguità e Plurivalenza nel Teatro Letterario Inglese del Cinquecento e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! LETTERATURA INGLESE IL DOTTOR FAUST - IL CRISTIANESIMO col suo ottimismo metafisico aveva esorcizzato la sapienza tragica dall’orizzonte europeo. - Tale sapienza rinasce sui palcoscenici londinesi dell’ultimo decennio del Cinquecento, dove il genio empirico degli inglesi spezzò l’endogenesi del teatro letterario con la sua pesante e ormai sterile ipoteca classica, e riuscì ad integrare nel congegno letterario elisabettiano:  elementi eterogenei, forme classiche e medievali, colte e popolari, tradizioni e sperimentalismo, realismo e astrazione, arte e industria, letteratura e vissuto. - Nei loro impasti (dove tratti sprezzanti, bislacchi e provvisori di sperimentalismo artigiano si uniscono a un’alta e colta coscienza formale) i drammaturghi inglesi riuscirono a reinventare un universo tragico, che al di fuori delle loro invenzioni non esiste, come una breve parentesi di libera e creativa meditazione sull’uomo tra un’epoca e l’altra dominate da violente concezioni totalitarie. - Sia il Cristianesimo come ideologia feudale e protestante, sia le ideologie razionalistiche che maturano nell’Illuminismo, queste due grandi civiltà occidentali furono sistemi chiusi e rigide depositarie di verità assolute: spiegazioni univoche nel mondo, imposero risposte indiscutibili a tutte le domande. Fondate sul principio di non-contraddizione, negarono la coincidenza degli opposti, il discorso ambiguo, l’enigma della tragedia, ne tacitarono l’interrogativo senza risposta. - COSA SIA LA TRAGEDIA. Nella loro ermeticità gli archetipi greci, ogni epoca e ogni pensatore li hanno visti e vissuti a loro modo. - L’UNICA COSTANTE NEL CONCETTO DI TRAGICO è LA PLURIVALENZA, LA CONFLITTUALITà INTERNA o, nell’accezione positiva data dalla parola dal nostro secolo, L’AMBIGUITà.  L’ambiguità della tragedia come genere, spettacolo e senso del tragico. Costante inevitabile del linguaggio e dell’operare artistico, essa entra nella tragedia come nucleo generatore, idea e struttura profonde. - La tragedia, come si attua nel V secolo greco e nel XVI secolo inglese, non afferma alcuna verità o alcun valore assoluti, è anzi una critica implicita dei sistemi assoluti di valori. - Mostra il conflitto tra le verità e tra i valori nella complessità irriducibile dell’esperienza; e presenta come inspiegabile il rapporto tra il piano umano e sovraumano (del Sacro in senso antropologico) che le confessioni religiose spiegano e strumentalizzano e le ideologie scientiste e razionalistiche negano o trascurano. - LA RELIGIOSITà DELLA TRAGEDIA è coscienza di un’economia universale più vasta di quella della ragione e rispetto amletico per le cose in cielo e in terra che le filosofie umane non sospettano.
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