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breve sintesi dell'età vittoriana., Appunti di Letteratura Inglese

cenni storici, letterari, autori ecc.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 17/01/2023

laviniaaaaaa.
laviniaaaaaa. 🇮🇹

4.6

(8)

10 documenti

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Scarica breve sintesi dell'età vittoriana. e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! 1. I caratteri principali del periodo vittoriano. Il regno della regina Vittoria è durato da giugno del 1837 a gennaio del 1901. Nei primi decenni del ‘900 l’epoca vittoriana era stata fortemente ridimensionata dai grandi intellettuali modernisti, che avevano denunciato l’ipocrisia e il conformismo dei suoi ceti dirigenti, il presunto o reale asservimento di molti artisti dell’800 al perbenismo borghese e la bruttura delle condizioni materiali di vita. In modo più ironico, Virginia Woolf presenta in Orlando (1928) l’epoca vittoriana come un periodo intriso di umidità spirituale e materiale, tetro e opprimente soprattutto per le donne; e il suo attacco è significativo tanto più perché Virginia è la figlia di Leslie Stephen. L’epoca vittoriana appare attraversata da alcune figure memorabili come : Charles Darwin, Karl Marx e da intellettuali come William Morris ed Oscar Wilde ; ma è anche occupata da quelle che venivano chiamate ‘hands’, ovvero le masse proletarie impiegate negli opifici, relegate nei quartieri squallidi ( ‘ slums’ ) delle grandi città industriali. La Rivoluzione industriale è un processo lento, ma traumatico, che gli storici fanno partire dagli ultimi decenni del ‘700 e che raggiunge il suo culmine verso la metà dell’800. Si modificano radicalmente le condizioni di lavoro e nasce un nuovo ceto, il proletariato ‘working- class’, mentre la borghesia mercantile e imprenditoriale erode il potere della vecchia nobiltà terriera, con cui tuttavia stabilisce una collaborazione fruttuosa per entrambi i ceti, rappresentati a livello politico dall’alternanza dei governi Tory ( i conservatori vicini all’aristocrazia incarnata dalla Corona e dalla Chiesa d’Inghilterra ) e dei governi Whig ( composti da liberali aperti all’espansione commerciale, al progresso della scienza ecc..). In generale, conservatori e liberali condivisero, però, l’esigenza di arrivare a un graduale allargamento dell’elettorato come dimostrano i Reform Bills del 1832 e del 1867. Alcuni dati, danno un’idea della condizione dell’Inghilterra durante il periodo vittoriano : la grande Londra conta 1 milione 900 mila abitanti nel 1831, 2 milioni 600 mila nel 1851 , nello stesso anno il censimento mostra che più del 50% degli inglesi vive in città. Tanto più drammatica è la contrazione della popolazione irlandese, che passa da 8,2 milioni di abitanti nel 1841, a 6,5 milioni nel 1851 a causa della carestia delle patate che esplode nel 1845. Dal 1845 al 1851 si calcola che morissero circa 700mila irlandesi, mentre 1 milione emigrò soprattutto in America. Il sovraffollamento urbano costringe i governi britannici a intervenire con le ‘leggi sui poveri’ , che tuttavia sono sentite come crudeli perché obbligano le persone indigenti a risiedere nelle cosiddette ‘workhouses’, a metà tra l’ospizio ed il penitenziario. L’esistenza di istituzioni caritatevoli non attenua le orrende condizioni di vita di un esercito di orfani, destinati a ingrossare le fila della miseria e della criminalità, ben lontani dal lieto fine concesso da Dickens al suo ‘Oliver Twist’. Il processo di industrializzazione si compie nella prima metà del secolo, con la progressiva espansione della produzione tessile, metallurgica, del carbone e la creazione di una rete ferroviaria. L’Inghilterra comincia a conoscere però le conseguenze delle crisi dell’economia. Gli ‘hungry forties’ (‘ affamati anni 40’ ) rinfocolano un periodo di tensioni sociali; in questi anni si manifesta in modo minaccioso la protesta dei sostenitori di una nuova carta costituzionale (Charter) , tra i cui principi radicali troviamo : suffragio universale maschile, la segretezza del voto, un salario ai deputati, l’elezione su base annuale del Parlamento, la riforma dei distretti elettorali. L’eco delle proteste cartiste risuona in romanzi come ‘Mary Barton’ (1848) di Elizabeth Gaskell. Gli sforzi per giungere a riforme capaci di migliorare l’esistenza di lavoratori e di dare rappresentanza parlamentare ai ceti esclusi dal governo della nazione continuano durante il corso dell’800 : si rafforzano le organizzazioni sindacali (Trade Unions) che ottengono un pieno riconoscimento nel 1871. Un paese sottoposto nel giro di pochi decenni al trauma violento delle Rivoluzione industriale non poteva ignorare il pericolo delle tensioni interne, delle fratture che si creavano tra le diverse classi sociali, tra zona e zona del Regno Unito. Marginalizzata la Scozia, che tuttavia conservava in alcuni settori una propria autonomia, rimaneva l’Irlanda. La spaventosa carestia del 1847 che tolse agli irlandesi la patata, il loro principale mezzo di sussistenza alimentare, fu assorbita attraverso una massiccia spinta migratoria verso gli Stati Uniti e verso le colonie. La politica coloniale celebrò il suo trionfo nel 1876 con la proclamazione di Vittoria a ‘Imperatrice delle Indie’ e che conobbe i suoi successi maggiori nell’ultimo quarto di secolo per unificare ideologicamente un paese diviso : emigrare, trovare benessere materiale all’estero, partecipare alla creazione dell’Impero britannico divenne una visione della vita ampiamente condivisa da larghi strati sociali. Il dominio inglese di estese in gran parte dell’Africa : dall’Egitto, al Sudan, dalla Nigeria all’Uganda, e la vittoria sui Boeri consentì l’annessione del Transvaal e dell’Orange. 2. La rivoluzione del pensiero scientifico e la diffusione della cultura. L’epoca vittoriana coprendo l’intera espansione temporale del regno di vittoria, è talmente lunga da rendere impossibile una sua trattazione omogenea e onnicomprensiva. Uno storico ha preferito insistere su una tripartizione del regno di Vittoria : -il primo periodo tra il 1837 ed il 1851, sarebbe caratterizzato da una serie di conflitti interni. -il secondo periodo ha inizio nel 1851 e si esaurisce alla fine degli anni ’60. -il terzo periodo è fino alla morte della regina Vittoria nel 1901. Le forti divaricazioni si trasferiscono anche nella sfera intellettuale : la formulazione delle leggi della selezione naturale, resa esplicita da Darwin in ‘On the Origin of Species’ rivoluziona la concezione biblica e provvidenziale della storia umana e della natura, e ha conseguenze profonde su molte discipline. Nel 1888 l’editore ungherese Vizetelly viene multato per aver tradotto in inglese ‘La terre’ di Zola, quindi, ormai è chiaro che il realismo didascalico del romanzo vittoriano non è più uno strumento efficace x indagare la realtà contemporanea. 4. CHARLES DICKENS (1812-1870). Dickens è uno scrittore tragicomico, la sua ricchezza verbale gli permette di rappresentare Londra nei suoi aspetti multiformi, esplorando la miseria più squallida e coglie quanto di più rozzo e vitale esisteva nel ceto piccolo e medio borghese. Il successo giunse prestissimo con ‘The Pickwick Papers’ pubblicato a puntate tra il 1836 ed il 1937. La carica comica di Dickens, che spesso sconfina nella parodia e nel grottesco, fa parte di una strategia di smascheramento delle apparenze, che riguarda soprattutto le istituzioni e le ipocrisie dell’epoca ( l’orfanotrofio di ‘ Oliver Twist’, 1837 ), ma anche le fondamenta illusorie dell’esperienza quotidiana. Dickens lavora all’interno delle convenzioni del romanzo vittoriano : narratore onnisciente, colpi di scena, trame melodrammatiche e lieto fine. Dickens tentò anche la strada del romanzo storico in ‘Barnaby Rudge’ (1841) e ‘A Tale of Two Cities’ (1859). D’altra parte, il motivo ricorrente della iniziazione alla vita di un eroe di fragile identità (già presente in ‘Oliver Twist’) porta Dickens alla rivalutazione dell’io narrante, ovvero, il romanzo dickensiano si carica di sfumature autobiografiche come in ‘David Copperfield’ (1850). In ‘Great Expectations’ (1860) introduce elementi onirici del romance gotico e fiabesco. In ‘Oliver Twist’, Dickens vede la città come un luogo in cui Dio è assente; l’enfasi sulla preminenza del denaro come valore nella vita degli individui crea un mondo senza valori. ‘Hard Times’ (1854) è l’opera in cui lo scrittore si avvicina di più al mondo industriale, cercando di rappresentarne sofferenze e tensioni sociali. 5. ELIZABETH GASKELL (1810-1865). Gaskell offre una visione più diretta dei ceti umili, grazie anche all’uso efficace di forme dialettali. Sia ‘Mary Barton’ che ‘North and South’ mettono a fuoco la realtà degli emarginati sociali partoriti dalla Rivoluzione industriale : in primis gli operai delle fabbriche, a cui vanno aggiunte le categorie femminili. L’impianto della narrazione, infatti, valorizza il ruolo delle donne : in ‘Mary Barton’ : pubblicato anonimo in 2 volumi nel 1848, le disavventure dell’eroina coinvolta nei disordini cartisti, riflettono un’identità turbata e schiacciata da eventi terribili, ma nonostante gli eventi tragici, non manca il convenzionale happy ending. In ‘North and South’ (1854) : la giovane Bessy si ammala e muore a causa della polvere e dei fumi tossici della fabbrica in cui lavora. In ‘Cranford’ (1851) : Cranford è una cittadina fittizia, abitata da vedove e zitelle che vivono senza uomini, la cerchia femminile viene ironicamente paragonata ad un gruppo di Amazzoni, ma in realtà si tratta di gentildonne pacifiche che conducono una vita autosufficiente. In ‘Ruth’ (1858) : le problematiche legate alla rappresentazione delle figure femminili più umili viene indagata ed incentrata sulla sorte della ‘fallen woman’, ovvero della donna caduta, che all’epoca veniva condannata al ruolo della prostituta, ma anche x Ruth è possibile il riscatto. Gli ultimi romanzi di Gaskell ribadiscono la volontà della scrittrice di porre in primo piano la condizione dell’universo femminile, che si afferma, grazie a lei e alle sorelle Bronte, come uno dei grandi temi del romanzo vittoriano. 6. Thackeray e Trollope. Entrambi concepiscono il loro impegno letterario come una professione da esercitare con dedizione. Entrambi scelgono il novel con una forte impronta realistico-didascalica e con un’esplicita vocazione satirica. Entrambi propugnano per l’intellettuale un ruolo sociale e tentano, pur senza successo, la strada della politica. Il momento di maggior successo per Thackeray si situa nel 1847 quando egli pubblica ‘Vanity Fair’ a puntate, in questo capolavoro si sofferma sulle turbolenze e gli arrivismi sociali che contraddistinguono Londra : è basato sulla vita di due figure femminili, l’angelica Amelia e la sua amica povera, opportunista e spregiudicata Rebecca, pronta a tutto pur di compiere la sua scalata sociale e dunque anche a mettere in gioco il valore sacro della sessualità, come solo le ‘fallen women’ erano pronte a fare. Trollope ottiene successo con due cicli narrativi ‘Barchester novels’ (1855-1872) : che mettono in luce i conflitti ed i problemi della vita di provincia e clericale nell’immaginaria cittadina di Barchester. Entrambi i romanzieri sono saldamente legati alle convenzioni del narratore onnisciente, elevato da Thackeray in un ruolo di burattinaio che muove le sue creature di legno a suo piacimento con l’intenzione di fornire un’amara lezione morale. Il metodo fondamentale dei due romanzieri è quello di accompagnare il racconto delle vicende nella loro linearità cronologica e con i commenti del narratore onnisciente. Entrambi calano il lettore nel mondo della mediocrità umana, dove i valori si indentificano con il denaro, unico grande oggetto di desiderio, necessario per il soddisfacimento del proprio ego. Thackeray visse per tutta la sua carriera il confronto diretto con Dickens. 7. GEORGE ELIOT (1819-1880). Romanziera, traduttrice e critica letteraria, interessata a problematiche religiose e filosofiche, Marian Evans, che pubblicò con lo pseudonimo maschile di George Eliot, è figura dominante della scena vittoriana. Anche se rimane fedele all’artificio del narratore onnisciente, che interviene con giudizi e commenti sui suoi personaggi, George Eliot impone una sua personale interpretazione del romanzo, in cui l’attenzione al quotidiano e al minuto dettaglio esistenziale diventa fondamentale. Come Dickens, anche G. Eliot si occupa dei cambiamenti apportati nella vita quotidiana dalla Rivoluzione industriale, ma la sua attenzione si concentra piuttosto sulle comunità di provincia. Fin dalla prima opera ‘Scenes of Clerical Life’ (1858) la sua prospettiva sociologica si articola nel tentativo di esplorare la psicologia e le emozioni dei singoli personaggi, la cui esistenza, non esclude mai la responsabilità delle scelte individuali in nome di una moralità di cui si fa garante la voce onnisciente del narratore. Il romanzo ritenuto suo capolavoro è ‘Middlemarch’ : in quest’opera la minuzia dei dettagli realistici e la ricchezza della trama, che si frastaglia nelle vicende di varie coppie, trovano una straordinaria unità narrativa nelle vicende della giovane eroina orfana Dorothea, con una forte tensione morale. Ciò che emerge è il senso della complessità delle relazioni interpersonali, ma soprattutto l’impegno di difendere una propria integrità morale che nella vita di provincia, tanto +, acquista dimensioni universali. La questione è acuita dalla centralità delle figure femminili, il cui diritto alla proprietà era limitato dalle leggi patrimoniali dell’epoca. 8. THOMAS HARDY (1840-1928). La narrativa di Hardy trova ispirazione nella consapevolezza che il mondo rurale dell’Inghilterra sta x essere annientato dall’arrivo della civiltà meccanica; questa visione tragica coinvolge anche i personaggi, proiettati pessimisticamente sullo sfondo di uno scenario cosmico che ne decreta l’inevitabile sconfitta x mano del fato. Hardy approfondisce la sua vena tragica e fatalistica. I suoi romanzi suscitarono molte polemiche a causa di contenuti sessuali e di seduzione, che indussero lo scrittore ad abbandonare il romanzo e dedicarsi, invece, alla poesia. 15. IMMAGINARIO SCIENTIFICO. L’avanzata del pensiero scientifico influenza anche il romance : il romanzo di H.G. Wells (1866-1946) è basato sull’immaginario scientifico, mescolando abilmente utopia e gotico e con particolare attenzione per le tecnologie e fantasticherie futuristiche. Wells inizia una sequenza di scientific romances, in cui il viaggiatore del tempo visita il futuro , vi è la presenza di mostri partoriti dalla mentalità scientifica ed alieni, come in ‘The War of the Worlds’ (1898) e ‘The Island of Doctor Moreau’ (1896). Wells, però, abbandonò la via del scientific romance, per farsi commentatore sociale, giornalista ed ideologo del progresso. 16. L’AUTOBIOGRAFIA. L’epoca vittoriana è un periodo contrassegnato da un’attività di indagine interiore, che viene portata a conoscenza del pubblico attraverso scritti autobiografici. Ad esempio : in ‘Autobiography’ (1876) di Charles Darwin vengono riepilogati eventi privati e pubblici. Ma anche ‘Praeterita’ dell’artista John Ruskin ed ancora le ‘Confessions of a Young Man’ di George Moore. 17. LA RIFLESSIONE ESTETICA. La riflessione sull’arte si accentua in Inghilterra intorno alla metà del secolo 19 in funzione antindustriale e antiutilitaristica. Da Ruskin a Morris, da Pater a Wilde, la cultura inglese arriva alla cosiddetta definizione dell’arte per l’arte = ‘ art for art’s sake ‘ , che risulta cruciale per preparare il passaggio alle estetiche novecentesche. Walter Pater condivide molti aspetti del rifiuto del materialismo vittoriano, ma situa nel Rinascimento il luogo di un’armonia spirituale che può indicare la strada di una nuova modernità, dove arte e vita diventano una sola entità. L’impressionismo di Pater è essenziale per la nuova sensibilità estetica, a cui fa da suggello l’opera di Oscar Wilde (1856-1900). ‘The Picture of Dorian Grey’ (1891) consente a Wilde l’operazione geniale di creare un romance gotico, ma radicato nella Londra contemporanea. ‘Dorian Grey’ è un romanzo inquietante che mostra la faccia nascosta della rispettabilità vittoriana all’interno di un’invenzione narrativa che affascina i lettori. 18. GLI ANNI ’90. L’ultimo decennio dell’800, immerso nell’atmosfera della fin de siècle, vive l’ambivalenza di una cultura che da una parte troviamo l’artista decadente sostenitore dell’art for art’s sake che esibisce la diversità del dandy alla Oscar Wilde, mentre dall’altra parte, un produttore di cultura per le masse attraverso l’impiego di mezzi di comunicazione come romanzi di consumo, riviste ecc. Nel frattempo le traduzioni dei grandi romanzieri russi e l’ammirazione per l’arte francese, modificano le tecniche ed i linguaggi narrativi. Tra gli scrittori più consapevoli e convinti dell’artisticità del romanzo vi sono Henry James e Joseph Conrad che rivoluziona il romanzo d’avventura caricandolo di tensioni psicologiche attraverso una tecnica narrativa sempre più complessa. Nello stesso periodo si sviluppa anche una corrente narrativa che esplora la ‘condizione dell’Inghilterra’ in una prospettiva realistica. Si tratta di autori che, proseguendo la loro attività nel primo decennio del ‘900, verranno qualificati da Virginia Woolf come ‘edoardiani’ e criticati per la loro superficialità psicologica ed eccesso di sociologismo, come : Arnold Bennett, John Galsworthy e H.G. Wells. 19. IL TEATRO. La cultura degli anni ’90 tende alla spettacolarizzazione, x cui il teatro diventa lo strumento espressivo + importante. Il teatro poté vantare grandi forme di spettacolo popolare come il melodrama ed il music hall. Il recupero del teatro non riguarda solo la scena inglese, ma coinvolge anche la cultura irlandese del Celtic Revival. In questo ambito il tentativo compiuto soprattutto da W.B. Yeats è quello di rivalutare la parola poetica in opposizione al naturalismo di Ibsen. Insieme ad altri intellettuali irlandesi tra cui Lady Gregory e George Moore, Yeats fonderà nel 1899 l’Irish Literary Theatre che intende recuperare il retaggio folklorico delle campagne irlandesi. Nell’ultima parte del secolo si afferma un genere tutto inglese di operetta, trovando la sua massima espressione nella produzione di W.S. Gilbert ed Arthur Sullivan. Alcuni intellettuali partecipano al revival del teatro di Shakespeare, questo rinnovato interesse teatrale è testimoniato dal potenziamento della Royal Shakespeare Company, la quale attiva la dimensione patriottica. I dominatori della scena inglese di fine secolo furono Henry Arthur Jones e Arthur Wing Pinero, abilissimi artigiani del teatro, debitori per la forma drammatica della pièce bien fait importata dalla Francia ed artefici del society drama ambientato nell’alta società. 20. SHAW. Il contributo più innovativo nell’ambito teatrale della fin de siècle è dato da George Bernard Shaw, di origine irlandese, amante di Wagner e apologeta di Ibsen in ‘The Quintessence of Ibsenism’ (1891); in effetti, alle spalle di Shaw c’è il forte impatto del teatro naturalistico di Henrik Ibsen. Shaw debutta con ‘Widower’s Houses’, attaccando l’ipocrisia dei benpensanti. Ancora più trasgressivo è ‘Mrs Warren’s Profession’ (1893), qui Shaw riesce a rendere con compiuta ironia il conflitto tra morale pubblica e morale privata nelle figure di Mrs Warren (una tenutaria di bordelli) e sua figlia Vivie. Nella prefazione ai ‘Plays Unpleasant’ (1898) che raccolgono tre commedie, Shaw si rivolge direttamente ai lettori, sottolineando il suo distacco da una certa tradizione vittoriana. Egli costituì una voce rivoluzionaria e per ricchezza di humour e geniale capacità nel costruire ‘macchine drammaturgiche’.
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