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Callimaco, vite ed opere; evoluzione storico-culturale del V-III secolo a.C., Sintesi del corso di Greco

Callimaco come editore di sé stesso; evoluzione del contesto storico-culturale dell'età ellenistica; polemica callimachea; la vita di Callimaco; tutte le opere in modo generale; poetica callimachea e polemiche letterarie; prologo degli Aitia; concetti chiave: oligostichie, leptotes, poliueideia; gli Inni; gli Aitia;

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 12/12/2020

sed11
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Scarica Callimaco, vite ed opere; evoluzione storico-culturale del V-III secolo a.C. e più Sintesi del corso in PDF di Greco solo su Docsity! Callimaco, il poeta della verità È stato il primo poeta ad essere anche editore di sé stesso, organizzando consapevolmente le proprie opere dal punto di vista editoriale. Callimaco per questo motivo sarà un modello di riferimento per ogni altro liber poetico, anche fuori dalla Grecia (Catullo). Poté essere editore di sé stesso per due motivi: 1. Fu poeta e critico letterario allo stesso momento. I suoi studi critico-letterari su poeti e generi del passato furono fonte di ispirazione per le sue creazioni. 2. Il nuovo quadro storico dell’età ellenistica, che ha reso il libro nuovo mezzo di comunicazione. L'evoluzione del contesto storico-culturale dell’età ellenistica: Durante l’età arcaica, composizione, trasmissione e pubblicazione erano integralmente orali (oralità). In epoca classica, composizione e trasmissione erano affidate alla scrittura, mentre la pubblicazione era rimasta orale, come il teatro del V secolo (auralità). In età ellenistica, la scrittura si afferma in tutte e tre le fasi (scrittura), portando a dei cambiamenti significativi: • Al pubblico di ascoltatori si sostituisce quello di lettori e la scrittura rompe il rapporto diretto tra il poeta e l’auditorio. • Muta il contesto della performance poetica: il poeta non si esibisce più in occasioni legate alla polis, poiché questa si è disgregata con la conquista dei Macedoni sulla Grecia. I cittadini sono diventati sudditi, quindi non sono più i protagonisti della vita politica, come non lo è più il poeta. • Il poeta non è più l’intellettuale integrato nella polis e la cultura diventa patrimonio solo di una minoranza: la società più ricca ed erudita. • La poesia perde così il carattere collettivo, diventando più individualistica, personale ed erudita, ma c’è anche una grande desiderio di novità: i poeti modificano le regole interne dei generi tradizionali. Infatti ad ogni genere erano assegnati un metro, un dialetto ed un argomento specifico da trattare: queste erano, leggi non scritte in età arcaica, scritte in età classica, sempre rispettate, ed invece volontariamente trasgredite in età ellenistica. • Il poeta ellenistico rimane sempre rispettoso della tradizione, infatti ne modifica le regole interne per rinnovarla e non farla perire. La polemica callimachea all’epica omerica è mirata al modo di fare ridotto ad imitazione, non al genere in sé. I generi non cambiano drasticamente, rimangono ben riconoscibili nonostante la contaminazione di altri generi, per mantenere l’allusività. La vita: Nacque a Cirene intorno al 300 a.C. e da giovane si trasferì ad Alessandria. Prima di entrare nella corte dei Tolomei fu un maestro per lungo tempo. La sua attività letteraria si svolse sotto Tolomeo Filadelfo e Tolomeo Evèrgete. La data della sua morte ci è ignota, ma sappiamo che la sua ultima opera che possiamo datare è la chioma di Berenice, del 264 a.C. Sappiamo che ebbe uno stretto legame con i Tolomei (fu un poeta di corte) e che lavorò per molti anni nella biblioteca di Alessandria, senza però ricoprire mai l’incarico di bibliotecario. Le opere: Ci sono pervenuti integri solo 6 inni e 63 epigrammi però sappiamo come erano ordinati i suoi altri componimenti: 1. Gli Aitia aprivano l’edizione, una raccolta di elegie di tipo eziologico. 2. Seguivano i 13 Giambi. 3. Poi 4 carmi lirici a carattere vario per forma e contenuto. 4. Infine l’epillio Ecale, che narra la storia dell’ospitalità data a Teseo dall’anziana Ecale. La poetica callimachea e le polemiche letterarie: Le novità portate da Callimaco verranno successivamente accolte da tutta la produzione alessandrina, ma inizialmente ci furono molte critiche mosse dai tradizionalisti. Nel prologo degli Aitia può essere ritenuto il suo manifesto poetico per le novità che descrive: i Telchini lo criticano perché non scrive un unico poema continuato (ἕν ἄεισμα διηνεκὲς), composto da molti versi ed al contrario scrive poco come un ragazzo, anche se è molto più grande. Callimaco non nega le accuse mosse dai suoi oppositori, anzi si definisce da solo un poeta da pochi versi, che quindi preferisce l’ ὀλιγόστιχιη. Si deve giudicare un’opera in base alla qualità, non alla grandezza. Callimaco dice che Apollo stesso gli disse di ricercare la λεπτότης e di percorrere sentieri non battuti (una sorta di investitura poetica, come quella di Esiodo). Conosciamo l’identità dei Telchini di cui parla Callimaco grazie ad un papiro trovato di recente e sappiamo che tra questi c’era anche un peripatetico. Dopotutto la posizione presa dal poeta è antitetica a quella della scuola peripatetica per vari motivi: per Aristotele gli elementi fondamentali di un’opera artistica erano l’unità, la compiutezza, la continuità e l’estensione, prendendo a modello i poemi omerici, tutti elementi trasgrediti da Callimaco. È possibile notare ulteriori novità portate da Callimaco nel Giambo 13, dove teorizza la contaminazione dei generi, la πολυείδεια, contro la tradizionale specializzazione del poeta in un solo genere, ed anche in questo caso viene criticato dagli oppositori, che lo definiscono addirittura pazzo. Gli Inni Sono 6 e sono gli unici ad esserci giunti in stato non frammentario. Un modello per quest’opera è l’inno omerico, composizioni funzionali alle feste religiose. In età ellenistica, in un contesto culturale diverso da quello dell’epoca arcaica, Callimaco predilige questa forma poetica perché: • L'inno tratta tematiche mitiche come l’epica ma è molto più breve. • L'inno cletico (dove si invocava una divinità) dava la possibilità di scrivere degli aitia, excursus di natura eziologica che spiegavano l’origine di varie cose. Dal punto di vista formale presenta aspetti innovativi, mutano la lingua ed il metro: il metro tradizionale era l’esametro, ma Callimaco usa anche distici elegiaci; mentre la lingua tipicamente usata era il dialetto ionico dell’epica, mentre il poeta usa anche il dorico. Molto spesso è assente il legame con l’occasione religiosa e Callimaco ricrea contesti culturali fittizi. Anche qui gli dei vengono umanizzati, cosa tipica dell’età ellenistica. Per quanto riguarda i temi è possibile vedere negli inni una fonte contaminazione dei generi: • Excursus eziologici, aitia • Vita quotidiana, commedia • Scene eroicomiche, dramma satiresco • Simposio nell’inno a Zeus, inno lirico • Narrazione di un singolo episodio mitico, elegia (che infrange la tradizione dell’inno cletico) Gli Aitia Sono una raccolta di 4 libri in distici elegiaci, che descrivono l’origine di culti, usanze, nomi, ecc...
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