Scarica cancion de jinete y lucia martinez e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! CANCION DE JINETE e LUCIA MARTINEZ – Federico Garcia Lorca La struttura circolare di entrambi i componimenti, che si aprono con due versi corti, di misura metrica variabile, che si ripetono in modo uguale (in Cancion) o parziale (in Lucia) alla fine del componimento. Si tratta, come chiarisce Cristina Assumma, di una “tecnica diffusa nel canto flamenco basata sulla ripresa con variazione enfatica dell’incipit o della prima strofa alla fine del componimento”. Cornice formata in entrambi i componimenti da frasi nominali e in entrambi i componimenti il primo verso è composto solo da un nome, e il secondo da uno o due aggettivi relazionabili con il nome. Aggettivi anticipano la situazione sviluppata nel corpo della poesia: lontana e solitaria è Cordoba per il cavaliera, mentre Lucia Martinez è ombrosa di seta rossa, un bell’ossimoro che anticipa la sensualità oscura della donna il cui nome dà il titolo alla poesia. Nessuna di queste due poesia ci racconta nulla: evocano atmosfere e situazioni, grazie alla giustapposizione di frasi brevi, spesso nominali, che enunciano fatti difficilmente spiegabili razionalmente, o immagini ardite, piene di sensualità. Differenze e somiglianze tra le due poesie. In entrambe è molto marcata l’attenzione alle contrapposizioni cromatiche: rosso e nero, bianco e nero. Immagini, paragoni e metafore sono presenti soltanto in “Lucia”, dove servono ad alludere all’eros: l’ombra verso cui vanno le cosce, come la sera, sono metafore trasparenti del sesso femminile, mentre la luce e le magnolie, per il loro colore bianco brillante, metaforizzano il colore della palle; madrugada de conchas (conchas, oltre a significare “conchiglia”, “guscio”, è metafora lessecalizzata per il sesso femminile). “Cancion de jinete” si caratterizza per la costruzione parallelistica, ripete la prima parte di un verso cambiando soltanto la seconda parte, con una variazione minima. Procedimento tipico di un genere della lirica medievale galego-portoghese, quello delle cantigas de amigo, che Lorca conosceva assai bene; procedimento di probabile origine popolare connesso con la musica e il ballo. La coppia di versi che chiude ogni strofa si basa su un procedimento di ripetizione/variazione centrato sul nome che compare all’inizio della cornice. La serie di esclamazioni che apre i versi dell’ultima strofa, con quell’AY introduttivo, richiama i moduli espressivi della siguiriya, una delle forme del cante flamenco tanto amato da Lorca. E la siguiriya si struttura appunto in strofe di cinque e quattro versi con rima assonante nei pari. Due poesie queste relativamente “semplici” ci dicono moltissime cose: dell’amore di Lorca per la musica gitana e per il patrimonio poetico tradizionale; della depurazione e riutilizzazione in chiave moderna di due stereotipi del folklore andaluso come possono esserlo il cavaliere e la donna sensuale; della presenza pervasiva nell’immaginario lorchiano dei temi della morte, della violenza, del fato, associati all’eros, alla luna.
