Scarica Cancionero general di Hernando del Castillo e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! CANCIONERO GENERAL DI HERNANDO DEL CASTILLO Venne pubblicato a Valencia nel 1511. E' la più importante raccolta di testi poetici dell’epoca dei re cattolici. | testi erano disposti in tre colonne per pagina, quindi l’opera conteneva più di 1000 componimenti. Messo a punto e curato da Hernando del Castillo che non è l’autore ma l'ideatore di questo ‘monumento della poesia spagnola’, poiché è colui che ha raccolto tutti i manoscritti e ha deciso di pubblicarli a stampa, ed è colui che ha scelto i testi da pubblicare. Scrive un prologo dove spiega ci ha impiegato 20 anni a raccogliere queste poesie e una volta raccolte, ha deciso di pubblicarle e in più, si scusa con gli autori originali per la presenza di qualche errore li invita gli a mandargli le correzioni, infatti nel 1514 uscirà la Il edizione. La sua organizzazione è mista: -agli estremi iniziale e finale del libro compaiono due sezioni ottenute con un criterio tematico. (religiodso/burlesco) -nella parte centrale, si alternano varie sezioni suddivise o per autori o per generi poetici. Nelle sezioni tematiche o per autore il componimento viene rubricato come Obra o Coplas. -COPLA: oscillava da 7 a un massimo di 12 versi generalmente divisa in due parti in base alla disposizione delle rime anch'esse oscillanti tra 2 e 6. Non c’era limite al numero di coplas di un componimento ma la poesia che era costituita da una sola copla dava origine al genere dell’esparsa. La novità nell'uso della copla consisteva nel tipo di verso utilizzato, infatti le coplas de arte mayor costituito da 12 versi raramente venne utilizzato poiché si preferiva sempre l’ottonario. -specifiche sezioni suddivise per generi metrici dove la cancion era senza dubbio quella maggiormente frequente. -CANCION: (diversa dalla canzone italiana) genere prettamente lirico per eccellenza, più complesso e più raffinato, caratterizzata da contenuti e concetti più comples Dal punto di vista metrico si componeva di 12 ottonari suddivisi in 3 quartine divise a loro volta in: -cabeza quartine di ottosillabi a rima alternata -mudanza(4) muta lo schema metrico -vuelta(4) torna lo schema metrico della cabeza Le rime difficilmente superavano il numero di 4. (oscillavano tra 2 e 6) E' nel paradigma del genere che nella prima quartina sia affidata la funzione di esporre il concetto, un topos della poesia amorosa, che viene poi spiegato o glossato nella Mudanza, per essere infine ripreso nell'ultima strofa. La propensione all’interpretazione e al commento trova la sua piena espressione in quel genere poetico che è la glossa. -GLOSSA: si intende un componimento che, dal punto di vista del genere metrico, può essere di volta in volta un villancico, una canzone, un’esparsa ecc, ma si caratterizza per il fatto che prende a prestito un breve testo poetico, quasi sempre preesistente per farne oggetto di commento e, inoltre, per incorporarlo a guisa di estribillo. Massima espressione di una poesia intesa come intrattenimento cortigiano sono proprio quei generi a cui, per altri versi, saremmo disposti a concedere una minore considerazione, come il motto, l'impresa, le domande e risposte. -MOTE: Si tratta di generi che si caratterizzano per la brevità e la concentrazione espressiva, ma soprattutto per il loro esplicito legame col contesto ossia con quella vita di corte, al di fuori della quale essi non avrebbero più alcun motivo di essere. Il motto, per esempio, era costituito da un solo verso, un ottonario, a cui veniva affidata la sintetica espressione di un concetto, di un sentimento, 0, addirittura, di un progetto di vita. Un'intera sezione del Cancionero general è dedicata al genere che, in ultima istanza, può farsi risalire alla tensò o al joc partit provenzale. -TENSONE: che consisteva nello scambio di testi poetici tra due poeti, uno dei quali poneva una pregunta, generalmente una copla real, e un altro forniva la respuesta con una strofa che riproduceva esattamente la struttura metrica della prima. L'ultimo dei 3 generi brevi mensionati - l'impresa - che forse rivela maggiormente una concezione della poesia come intrattenimento di corte da parte della raffinata aristocrazia tardomedioveale. «IMPRESA: univa un immagine a una massima in versi che esprimeva una regola di vita o un proposito personale di chi la portava. Ricamate sui bei vestiti di dame e cortigiani, o sulle armi e bandiere dei cavalieri, le imprese facevano bella mostra di sé, e altempo stesso fungevano da segno di riconoscimento delle persone che le portavano. Delle 6 sezioni che il Cancionero general dedicava ai generi con una peculiare struttura metrica, la penultima raccoglieva poco meno di una 50ina di poesie col nome di “Villancicos -VILLANCICO era un componimento tipico di “tipo tradizionale” con delle peculiarità riguardo sia alla forma metrica che ai temi e al linguaggio poetico. Verso questo tipo di componimento, gli ambienti colti avevano sviluppato un interesse che si realizzò seguendo una doppia strada: da un lato, accogliendo e conservando la produzione più antica e, dall'altro, sperimentando il nuovo genere del villancico colto, nato dalla confluenza dell’imitazione del genere popolare nelle forme della poesia aulica. Potendo senz'altro rimandare la trattazione del primo tipo al paragrafo sulla lirica tradizionale, per il momento rivolgeremo la nostra attenzione al villancico, quale concretamente lo praticarono i poeti aulici della corte dei Re Cattolici.