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CAP 4 GUERRE D'ITALIA, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunti Manuale Ago - Vidotto

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012

Caricato il 18/02/2012

cohiba846
cohiba846 🇮🇹

4.4

(37)

11 documenti

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Scarica CAP 4 GUERRE D'ITALIA e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! GUERRE D’ITALIA E FORMAZIONE DEGLI STATI TERRITORIALI La pace di Lodi del 1454 avrebbe dovuto inaugurare un periodo di stabilità tra i diversi Stati italiani ma in realtà quello che si aprì fu un periodo di congiure destinato a degenerare dopo il 1492 quando scomparvero i principali protagonisti politici di questo periodo: Papa Innocenzo VIII e Lorenzo de’ Medici signore di Firenze. A capo della Chiesa venne eletto lo spagnolo Alessandro VI (Rodrigo Borgia 1492-1503): dotato di grandi ambizioni per se e per la sua famiglia, aveva come obiettivo principale quello di costituire uno Stato territoriale per il figlio Cesare. Altri fattori di instabilità erano anche: • La Repubblica di Venezia, con la sua aspirazione a ingrandire i propri possedimenti di terraferma; • Ludovico il Moro signore di Milano, desideroso di consolidare il proprio potere, sottratto illegalmente al nipote Gian Galeazzo Sforza. • Le mire egemoniche di sovrani straniere, come ad esempio il Re di Napoli Ferrante di Aragona, che dopo il matrimonio di Gian Galeazzo Sforza con sua nipote, avanzava pretese sulla successione del Ducato di Milano; e il Re di Francia Carlo VIII (1483-1498) che avanzava pretese sul trono di Napoli dal quale gli Angioini erano stati cacciati nel 1442, contando su una buona parte della nobiltà napoletana rimasta fedele alla deposta dinastia. La situazione precipitò quando Carlo VIII, rispondendo anche all’appello di Ludovico il Moro e della nobiltà napoletana, intervenne in Italia a capo del suo esercito nel 1494. La sua spedizione fu rapidissima: giunse a Milano, dove fu accolto con tutti gli onori, poi puntò su Firenze dove la signoria medicea gli aprì le porte della città e infine su Napoli che conquistò quasi senza combattere. La discesa di Carlo VIII incontrò così pochi ostacoli da spaventare gli Stati italiani che si allearono tra loro in funzione antifrancese: ciò portò alla sconfitta di Carlo VIII, da parte di un’alleanza di stati, dopo solo un anno di permanenza in Italia. Costretto a ritornare in Francia riuscì a mantenere solo il controllo sul Ducato di Milano ma non quello sul Regno di Napoli e a Firenze, la signoria medicea, fu rovesciata da un governo repubblicano ispirato alle idee del frate rigorista Girolamo Savonarola, il cui obiettivo era di dare vita a una società improntata a costumi ascetici e egualitaria (cfr. Memoria “Condanna e morte del Savonarola” Piero Parenti) In breve tempo però la situazione in Italia fu di nuovo messa in gioco. Nel 1498, con la morte di Carlo VIII, il nuovo re Luigi XII (1498-1515) si sentì tenuto a proseguire la politica espansionistica del suo predecessore con due obiettivi principali: Milano e Napoli. Per quanto riguarda Napoli, Luigi XII optò per una lunga azione diplomatica, cercando di ottenere il trono di Napoli accordandosi con Ferdinando il Cattolico a scapito del legittimo sovrano Federico III. L’accordo prevedeva la spartizione del regno tra i due sovrani: a Luigi XII sarebbero andati la Campania e l’Abruzzo mentre a Ferdinando d’Aragona la Calabria e la Puglia. Il trattato però non resse e la guerra si concluse con la sconfitta di Luigi XII che dovette riconoscere la sovranità assoluta di Ferdinando sul Regno di Napoli. Nel frattempo gli stati italiani continuavano a tessere le loro trame e il Papa, Alessandro VI, era riuscito ad investire il figlio Cesare Borgia (Duca Valentino) della signoria delle Marche e della Romagna, ma fu un potere effimero perché si dissolse alla morte del Papa. Di tutta questa situazione tentò di approfittarne Venezia, conquistando la Romagna ma contro di essa si formo immediatamente una lega, formata dal nuovo Papa Giulio II della Rovere, che sconfisse la Repubblica e le sottrasse tutti i principali possedimenti in terraferma. A Firenze, con l’arresto e la condanna al rogo del Savonarola nel 1498, si ebbe una prima svolta caratterizzata dall’instaurazione di un regime repubblicano di stampo oligarchico, regime che fu a sua volta sconfitto nel 1512 da un’alleanza guidata da Giulio II che restaurò la signoria dei Medici. Alla morte del bellicoso Giulio II, il suo successore Leone X (1513-1521) cambiò totalmente politica e con la pace di Noyon del 1516 pose fine ad un ventennio di guerre, almeno apparentemente. CARLO V Dopo la pace di Noyon tutti i principali protagonisti delle vicende italiane erano cambiate: A Giulio II Leone X de’ Medici Luigi XII Francesco I di Valois (1515-1547) Ferdinando d’Aragona Carlo I d’Asburgo (1516-1556) Carlo I regnava su un territorio molto più vasto del suo predecessore perché ereditava non solo i domini aragonesi di Ferdinando, ma anche quelli castigliani di Isabella (che comprendevano i nuovi possedimenti americani) e da suo padre, Filippo d’Asburgo, gli veniva il dominio dei Paesi Bassi e dei territori appartenente al Ducato di Borgogna. A tutto ciò si aggiunse anche il fatto che da un secolo la casa di Asburgo era riuscita a monopolizzare la carica di imperatore del Sacro Romano Impero e lo stesso avvenne con Carlo nel 1519 che, grazie all’appoggio di potenti banchieri tedeschi, potè comprare i voti e fu dunque eletto all’unanimità. Quindi, ai domini provenienti dall’eredità spagnola si aggiunsero i territori austriaci (ereditati dagli Asburgo) e quelli tedeschi. Il paragone da sempre fatto con Carlo Magno, influenzò molto Carlo V a cui si attribuiva il compito di portare avanti l’unità religiosa e, dal piano di vista politico, l’idea di un impero sovrastatale, garante della giustizia e della pace tra cristiani. L’Italia continuò però a costituire il terreno di scontro tra le due nazioni rivali: l’elezione di Carlo d’Asburgo a imperatore aveva rotto gli equilibri della pace di Noyon: la Francia doveva necessariamente rompere l’accerchiamento in cui si trovava e Carlo V doveva riconquistare il Ducato di Milano, situato all’interno dei confini dell’Impero. Le ostilità in Italia si riaprirono quindi nel 1522 quando i francesi furono scacciati da Milano e Massimiliano Sforza potè riprenderne possesso. Questa disfatta era stata preceduta da una sconfitta militare, infatti pochi mesi prima era stato eletto Papa con il nome di Adriano VI l’ex precettore di Carlo V, Francesco primo non tardò a reagire e a marciare su Milano per poi assediare Pavia; qui però i francesi furono sconfitti e lo stesso Francesco I fu costretto a piegarsi e ad accettare la pace di Madrid del 1526 con la quale si impegnava a rinunciare al Ducato di Milano e a cedere la Borgogna. Tornato in patria però, il re di Francia denunciò il trattato di pace e avviò un’azione diplomatica convincendo gli stati italiani, preoccupati
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