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Dinamiche e gerarchie nei gruppi sociali: status, ruoli e leadership, Dispense di Psicologia Sociale

Sociologiapsicologia socialeAntropologia

L'ingresso in un gruppo esistente richiede la conoscenza e il rispetto delle regole esistenti, pena l'accettazione di una sanzione. L'inserimento è più facile se si assume un atteggiamento poco esposto e rispettoso delle regole. I sociologi distinguono tra gruppo sociale, aggregato sociale e categoria sociale. Il concetto di status si riferisce alla posizione di una persona in un gruppo e alla valutazione di tale posizione in una scala di prestigio. Nei gruppi, le differenziazioni di status si compongono in una gerarchia e il ruolo può essere definito come un insieme di aspettative condivise circa il comportamento di un individuo in una determinata posizione nel gruppo. Le norme sono aspettative condivise rispetto a come dovrebbero comportarsi i membri del gruppo e servono a promuovere l'avanzamento del gruppo, mantenerlo, costruire la realtà sociale e definire i rapporti con l'ambiente sociale. Le norme di gruppo, una volta formate, sono resistenti al cambiamento.

Cosa imparerai

  • Quali sono le funzioni principali delle norme di gruppo?
  • Quali sono le due teorie alla base dello sviluppo del sistema di status nei gruppi?
  • Come viene definito il concetto di gruppo sociale?

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 16/10/2022

Io1234
Io1234 🇮🇹

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Scarica Dinamiche e gerarchie nei gruppi sociali: status, ruoli e leadership e più Dispense in PDF di Psicologia Sociale solo su Docsity! 7° CAPITOLO Studi antropologici e di etologia umana confermano l’esistenza in natura di tanti tipi di raggruppamenti, che facilitano l’ingresso nel mondo: è rilevante soprattutto il rapporto con la madre biologica. I cuccioli umani sono, rispetto ad altri mammiferi, molto lenti a rendersi autonomi e il loro inserimento nella vita collettiva avviene grazie a processi sociali complessi; nel processo di socializzazione dei piccoli umani entrano in gioco fattori naturali e culturali. Nel corredo innato degli esseri umani è presente una predisposizione costituzionale alla vita sociale: il piccolo umano non è un’entità puramente istintuale né una tabula rasa come sosteneva il comportamentismo, ma dispone già alla nascita di una propria organizzazione biologica che produce, fin dai primi giorni di vita, condotte dal significato sociale in grado di influenzare gli adulti che si prendono cura di lui. Come si formano i gruppi? Eraldo De Grada nel suo volume sostiene che si costituiscono per un’associazione spontanea fra attori sociali in ogni situazione di stare insieme nella quale siano presenti elementi atti a consentire o stimolare una autocategorizzazione comune, come il semplice abitare nello stesso caseggiato. Non basta incontrarsi fra simili per costituire un gruppo: occorre attivare un progetto comune, anche se di portata limitata. L’ingresso in un gruppo esistente, con una propria storia e tradizioni consolidate, non avviene in modo semplice, richiede sempre che le regole ivi esistenti siano conosciute e rispettate: se capita di infrangerle, sia pure in modo involontario, il neofita deve accettare una sanzione inflitta da chi rappresenta il gruppo stesso. In una fase iniziale di inserimento ha più probabilità di essere accolto chi assume un atteggiamento poco esposto, rispettoso delle regole in una sorta di captatio benevolentiae; una volta che si sia socializzato alle regole del gruppo, il nuovo arrivato può cominciare a far valere le sue idee. I sociologi distinguono il concetto di gruppo sociale da quello di aggregato sociale e categoria sociale: il gruppo sociale è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l’uno con l’altro con regolarità; gli aggregati sono insieme di individui che si trovano nello stesso luogo allo stesso momento, senza tuttavia condividere un preciso legame. Gli aggregati possono diventare gruppi. La categoria sociale è un raggruppamento statico, costituita da individui classificati nella stessa categoria in base a una particolare caratteristica comune, come il livello di reddito. I gruppi primari sono insiemi di persone che interagiscono direttamente e sono legate da vincoli di natura emotiva; i gruppi secondari sono formati da persone che hanno rapporti più o meno frequenti ma di tipo prevalentemente impersonale. Incontri ripetuti di gruppi secondari possono trasformarli in gruppi primari. Lewin sostiene che esistono entità collettive che hanno una logica propria, diversa e superiore a quella individuale; ogni totalità è diversa dalla (non superiore alla) somma delle sue parti per la totalità dinamica, cioè vi è interdipendenza fra i membri. Non è la somiglianza o diversità che decide se due individui appartengono o meno allo stesso gruppo, ma l’interazione sociale o altri tipi di interdipendenza. Un gruppo è definito meglio come una totalità dinamica basata sull’interdipendenza invece che sulla somiglianza. Vi è inoltre il criterio di “destino comune”. Anche se lo studio della dinamica dei gruppi è concentrato prevalentemente sullo studio di piccoli gruppi, i processi che ne governano la vita, anche di quelli molto grandi, possono essere studiati e compresi attraverso lo studio di gruppi di piccole dimensioni. Lewin fonda questa assunzione sulla teoria di campo secondo cui la struttura del campo psicologico è più importante delle sue dimensioni e sostiene che sia possibile esaminare le proprietà di gruppi di ampie dimensioni mediante modelli di scala ridotta. Il concetto di status si riferisce alla posizione che una persona occupa in un gruppo sociale e alla valutazione di tale posizione in una scala di prestigio. Sono considerati centrali due indicatori: la tendenza da parte di chi occupa uno status elevato a promuovere iniziative che vengono poi continuate dal gruppo e una valutazione consensuale del prestigio connesso ad un certo status. All’interno dei gruppi le differenziazioni di status si compongono in una gerarchia; coloro che occupano uno status elevato tendono ad avere più degli altri una posizione eretta, a parlare con voce ferma, a mantenere il contatto visivo, parlano più delle altre, esprimono critiche e ricevono un maggior numero di comunicazioni. Ovviamente la gerarchia di status non è immutabile; diversi eventi, come l’introduzione di un nuovo membro o un conflitto, possono cambiarla. Il sistema di status si sviluppa con incredibile rapidità, appena dopo la formazione del gruppo; vi sono due teorie a fondamento: - i teorici degli stati di aspettativa sostengono che già nei primi incontri le posizioni vengono attribuite in base al possibile contributo di ognuno e tali aspettative si basano su caratteristiche personali; - i teorici della corrente etologica sostengono invece che fin dai loro primi approcci i membri valutano la forza di ciascuno a partire dal suo aspetto e dal suo contegno. Le differenziazioni di status nei gruppi corrispondono ad un bisogno di prevedibilità e di ordine. Il ruolo può essere definito come un insieme di aspettative condivise circa il modo in cui deve comportarsi un individuo che occupa una determinata posizione nel gruppo. I ruoli principali sono quello del leader, del nuovo arrivato e del capro espiatorio. Vari tipi di conflitto sono connessi alle differenziazioni di ruolo nei piccoli gruppi, sia a livello personale (avvertire incompatibilità fra il ruolo ricoperto rispetto a quello ricoperto altrove) che a livello di gruppo (non concordare sulla persona che occupa un determinato ruolo). L’insorgere di conflitti non porta solo a tensioni, ma anche ad un decremento della produttività; uno dei modi per risolvere i conflitti può essere operare una transizione di ruolo. Nei gruppi esistono delle pressioni che spingono i membri verso una certa uniformità di comportamenti e atteggiamenti; ciò è evidente per i gruppi formali (in tali ambiti è riconosciuto al leader il diritto di esercitare legittimamente tali pressioni) ma anche per i gruppi informali, in cui non è prevista una gerarchia di status ma si basano ugualmente su un qualche sistema normativo. Le norme possono essere definite come aspettative condivise rispetto a come dovrebbero comportarsi i membri del gruppo; c’è un set limitato di comportamenti e opinioni a cui ci si attende che i membri debbano uniformarsi, un insieme di norme consensuali la trasgressione delle quali può comportare delle sanzioni per coloro che deviano. Le norme inoltre permettono di definire la latitudine dell’espressione delle differenze individuali, cioè i limiti entro i quali la diversità di opinioni o comportamenti individuali può essere accettata sena essere giudicata come devianza. Le norme non hanno lo stesso carattere di obbligatorietà per tutti i membri: quelli di status più elevato sono vincolati più alle norme centrali, mentre sono più liberi di altri membri per le consuetudini strettamente interne al gruppo. Le funzioni a cui le norme assolvono sono 4: - avanzamento del gruppo, - mantenimento del gruppo - costruzione della realtà sociale - definizione dei rapporti con l’ambiente sociale. Le norme di gruppo, una volta formate, sono resistenti al cambiamento, anche se possono trasformarsi attraverso tecniche di tipo partecipativo. La comunicazione è essenziale alla vita del gruppo: sono trama, causa e riflesso della sua struttura interna. Bales e colleghi, nonché lo stesso Flament, hanno studiato le strutture di comunicazione per come emergono spontaneamente dai gruppi di discussione: nella struttura cosiddetta centralizzata il leader riceve e trasmette più comunicazioni di tutti gli altri, seguito da colui che occupa il secondo posto nella gerarchia e così via. Festinger e Schachter hanno analizzato i processi comunicativi in rapporto con altri fenomeni di gruppo; per esempio, il deviante riceve più comunicazioni degli altri almeno fino al momento in cui si uniforma alle opinioni o viene abbandonato al suo destino (in entrambi i casi assiste alla fine della comunicazione intensiva nei suoi confronti). Bavelas, allievo di Lewin, propose un modello matematico per descrivere le strutture di gruppo, incluse alcune comunicative. Fra gli indici per descrivere vari tipi di reti, importanti sono quello di distanza (il numero minimo di legami di comunicazione che un individuo deve attraversare per comunicare con un altro membro del gruppo) e di centralità, che misura quanto le comunicazioni in un gruppo siano centralizzate in una persona o distribuite più o meno uniformemente fra i membri. Ci sono delle correlazioni tra l’indice di centralità di una rete e certe espressioni del lavoro di gruppo: più la rete è centralizzata, meno numerose sono le comunicazioni e più rapido è lo svolgimento del compito, anche se il morale medio del gruppo diminuisce con la centralità. Ciò vale per compiti molto semplici, mente per compiti complessi le reti decentralizzate (circolari) forniscono prove più rapide.
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