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La Russia tra le Due Guerre: L'Età della Crisi - Dalle Rivoluzioni ai Regimi Totalitari, Dispense di Storia Contemporanea

Storia dell'Unione SovieticaStoria del XX secoloStoria politica russaStoria economica russa

La Russia tra le due guerre, dal termine del conflitto fino alla consolidazione del potere bolscevico. Vengono trattati i principali eventi storici, come l'impatto della prima guerra mondiale, la nascita del potere bolscevico, la rivoluzione di ottobre, la formazione della Terza Internazionale e la firma del trattato di Brest-Litovsk. Vengono inoltre analizzate le conseguenze di questi eventi sulla società russa e sullo sviluppo del comunismo di guerra.

Cosa imparerai

  • Quali furono le conseguenze dell'impatto della prima guerra mondiale sulla Russia?
  • Come si formò il vuoto di potere nelle città russe dopo la guerra?
  • Quali furono le conseguenze della militarizzazione e della collettivizzazione in Russia negli anni '20?

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 24/12/2018

manuela-guadagni-
manuela-guadagni- 🇮🇹

4.2

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Scarica La Russia tra le Due Guerre: L'Età della Crisi - Dalle Rivoluzioni ai Regimi Totalitari e più Dispense in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Tra le due guerre: l'età della crisi Dal termine del conflitto in poi, tanto la sponda americana aveva conosciuto un progresso generalizzato di tutti gli Nascita e consolidamento del potere bolscevico 1917-21 Impatto della prima guerra mondiale enorme: contadini tantissimi morti; nei villaggi la guerra faceva fallire riforme, indeboliva aziende privandole dei giovani maschi adulti e imponeva un tributo crescente. Ciò spinse molti a ridurre la superficie coltivata e a destinare al mercato nero parte della produzione. Nelle città il conflitto ebbe prima effetti benefici producendo piena occupazione e crescenti salari, presto erosi dall'inflazione. Crebbe ruolo dello stato nella gestione e delle risorse, incluso lavoro umano. Trasformazioni delle strutture decisionali, delle mentalità e dei comportamenti. I miti dell'uomo forte, dell'assalto, della violenza divennero patrimonio collettivo. Febbraio 1917 esplosione insurrezione a Pietrogrado, moto si diffonde in tutto l'impero. Movimento dilaga trasformandosi in una rivoluzione popolare che costringe lo zar all'abdicazione e ovunque si ricostituiscono i soviet. I liberali (privi di sostegno popolare e favorevoli alla continuazione della guerra), assunsero la guida del governo provvisorio perchè socialisti rifiutarono di assumere il potere e al governo salì L'vov. Nelle città si formò un vuoto di potere che i socialisti rifiutavano di riempire, mentre la crescente crisi economica minacciava le conquiste operaie sanzionate dalla rivoluzione, spingendo i lavoratori su posizioni radicali. Soldati scontenti del governo che, dopo aver parlato di pace, promosse un'offensiva che si concluse in sconfitta. Nei villaggi cresceva l'insofferenza contadina. Quando fu chiaro che il nuovo governo non aveva intenzione di risolvere il problema della pace e della terra, le campagne iniziarono a muoversi applicando metodi appresi con la guerra. Proprietà signorili attaccate sempre più spesso. Della crescente radicalizzazione beneficiarono i bolscevichi. Al suo ritorno dall'esilio, Lenin aveva enunciato le “tesi di aprile”. Innovative rispetto alla tradizione marxista dato che sostenevano la possibilità di una rivoluzione a guida socialista nell'arretrata Russia zarista. La maggioranza del partito le accettò e anche l'ex menscevico Trockij si avvicinava alle conclusioni di Lenin. A luglio tentativo insurrezionale represso e costringe bolscevichi a entrare nella clandestinità. Alla guida dell'esercito nominato il generale Kornilov per riportare l'ordine. Agosto alla guida del governo socialista rivoluzionario Kerenskij, senza però risolvere dualismo di potere creatosi tra soviet e governo provvisorio. In questo clima Kornilov mosse verso Pietrogrado per sbarazzare la città dai reparti schieratisi con i bolscevichi però bolscevichi approfittarono di questa mossa perchè si erano posti alla guida della vasta opposizione suscitata da quello che venne ritenuto un tentativo di golpe reazionario. Grazie alla sconfitta di Kornilov, i bolscevichi riescono a conquistare la maggioranza dei soviet. Rivendicavano tutto il potere ai soviet, la pace, la terra ai contadini e l'autodeterminazione per le nazionalità oppresse. Con questo programma in ottobre i bolscevichi passano all'attacco, più forti dei nemici. Si costituisce allora un governo con a capo Lenin, appoggiato dai bolscevichi e dalla sinistra socialistarivoluzionaria. Questa era una rivoluzione anticentralista: prendendo e distribuendo la terra, contadini chiedevano uno stato più leggero e pacifico, che lasciasse ampi margini alle autonomie locali. Elezioni della costituente danno la maggioranza ai socialisti-rivoluzionari, quindi, anche al culmine della loro popolarità, i bolscevichi non godevano dell'appoggio della maggioranza. Si trattava del primo parlamento eletto liberamente e con suffragio universale: ma la scelta dei bolscevichi fu quella di scioglierlo nel 1918 rivendicando ai soviet la funzione di strumento della sovranità. 1919 fondata a Mosca internazionale comunista (terza internazionale) con il compito di coordinare i partiti comunisti che in tutto il mondo si andavano scindendo dai partiti socialdemocratici, giudicati traditori del proletariato perchè avevano appoggiato la guerra o rifiutavano comunque di seguire la strada della rivoluzione mondiale indicata da Lenin. Dicembre 1917 offensiva tedesca costringeva il nuovo potere a una scelta fondamentale: sacrificarsi in una resistenza militare eroica e inutile nel nome della rivoluzione mondiale oppure difendere lo stato e concludere una qualsiasi pace con i tedeschi. Con l'astensione di Trockij e il sostegno di Stalin, Lenin riuscì a imporre la seconda alternativa e la firma del trattato di Brest-Litovsk con gli imperi centrali nel 1918. questo trattato rappresentò un evento decisivo: provocando l'uscita della sinistra socialista- rivoluzionaria dal governo, esso inaugurò la vicenda del potere monopartitico del bolscevismo. Malgrado la propaganda, nel giro di pochi mesi gli operai e i contadini smisero di rappresentare il sostegno del nuovo regime. Vennero sostituiti dai nuovi apparati statali gestionali e repressivi in velocissima crescita. I bolscevichi reclutarono il personale necessario a questi apparati senza alcuna discriminazione. Il primo passo fu la costruzione dell'armata rossa, compiuto da Trockij. Seguì la formazione degli organi locali della polizia politica, dei distaccamenti di requisizione, dei comitati dei contadini poveri. 1918 a questi organi viene affidato il compito di riaffermare la presenza di un forte stato centralizzato, basato sulla continuazione della guerra, sulla coscrizione obbligatoria, sul monopolio statale dei beni fondamentali, sulle requisizioni dei prodotti agricoli e infine sulla spietata repressione di ogni opposizione. Ciò generò due grandi ondate di rivolte contadine: gli stessi contadini che avevano sostenuto a ottobre i bolscevichi si ribellavano. Durissima repressione e vittoria contro i Bianchi, cui i contadini imputavano la restaurazione dell'ancien régime nelle campagne e che erano invisi alle nazionalità per la loro ottusa e feroce politica nei loro confronti, basata sullo slogan “Russia una e indivisibile”. Al loro confronto i bolscevichi potevano così sembrare il male minore. la lotta violentissima vide anche un limitato intervento militare inglese, usa, italiano e giapponese al fianco dei Bianchi. Da tutto ciò i bolscevichi vennero spinti a estremizzare i caratteri più duri e statalisti del loro programma, e ad aggiungervene di nuovi. Nasceva così il comunismo di guerra, basato sull'assoluta supremazia dello stato, la lotta spietata al mercato e a ogni forma di spontaneità socio-economica, la max concentrazione delle risorse e la loro redistribuzione in base a priorità decise centralmente. Esso aveva come contraltare l'esplosione del mercato nero e la proliferazione di ogni sorta di comportamento illegale. Altre componenti del comunismo di guerra erano fortissime illusioni ideologiche dei vertici e l'esaltazione di coercizione e violenza come strumenti comunisti. 1919 decosacchizzazione: idea che si potesse rimediare all'arretratezza del paese attraverso l'eliminazione di interi strati sociali, inclusa quella fisica. Il comunismo di guerra raggiunse il suo apogeo nel 1920 con la militarizzazione, che includeva la giustificazione teoria del lavoro forzato come strumento di costruzione del socialismo. Ostilità dei contadini e nuova serie di rivolte. Anche se singolarmente esse non minacciarono il potere bolscevico, nel loro insieme si rivelarono più pericolose del movimento bianco e costrinsero il regime a scendere a patto. Le rivolte contro la militarizzazione culminarono all'inizio del 1921 e il regime è costretto a varare una Nuova politica economica (Nep). Questo rappresentava l'ammissione dell'impossibilità di continuare nella politica del comunismo di guerra. Nep si fondava sulla fine delle requisizioni di prodotti agricoli e dell'intromissione statale nella gestione delle aziende agricole, e cioè sul riconoscimento del diritto dei contadini a condurre come meglio credevano la loro terra e a commerciare i loro prodotti. 1921 carestia provoca milioni di morti e fine agitazioni nelle campagne. Ci volle un anno prima che la Nep facesse sentire i suoi effetti. La Nep 1922-27 Il buon raccolto del 1922 segnò il vero inizio della Nep. Esso fu seguito da una ripresa economica e il regime guardò con timore il successo delle sue politiche economiche, es. riemergeva ceto di contadini intraprendenti. Tre compromessi formavano il nocciolo della Nep. Il primo con i contadini: tornava il programma che Lenin aveva formulato ispirandosi alla linea filo-contadina dei socialisti rivoluzionari e che aveva permesso la vittoria bolscevica nel 1917, la libertà di conduzione delle aziende familiari e quella di commercio. Il secondo era quello con le nazionalità in quanto tali: nascita stato federale, Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS 1922) in cui entrano le varie repubblica. Il terzo quello con i borghesi: ai piccoli imprenditori è permetto di riaprire le imprese, mentre gli altri sono associati alla nuova burocrazia. Compromessi hanno risultati notevoli per industrie e città. Ma contraddizioni nella politica economica, la diffidenza verso gli specialisti borghesi e l'atteggiamento ostile di Mosca verso le crescenti richieste di autonomia delle repubblica erano indicatori del fatto che la Nep mancava di vitalità politica. 1922-23 conflitto tra Lenin e Stalin. Russia si trovava nella paradossale situazione di disporre di una sovrastruttura (Stato) più avanzata della sua base economico-sociale. Negli anni 20 si afferma nel partito la proposta staliniana di costruire il “socialismo in un paese solo”. Si delinearono allora una sinistra, una destra e un centro, rappresentato dalla frazione staliniana. La destra viene generalmente identificata con il gruppo capeggiato da Bucharin, favorevole ad un ulteriore sviluppo della Nep, vista come fase di transizione verso quel socialismo che non era possibile raggiungere attraverso scorciatoie. Sinistra ispirata da Trockij sosteneva l'urgenza di accelerare la modernizzazione del paese, spostando capitali ed energie dall'agricoltura all'industria. Mentre dibattiti avevano luogo, la Nep era verso la crisi. Decisione di costruire un'economia di stato imperniata sull'industria pesante determinò la concentrazione delle risorse disponibili in settori che non potevano dare alle campagne i beni che queste chiedevano. Ciò spinse i contadini a orientare le produzioni verso settori non toccati dalle politiche dei prezzi e nel 1927 si verifica il primo drastico calo delle quantità
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