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Capitolo 14 - COMUNICAZIONE DEL RISCHIO E PERICOLO, Sintesi del corso di Psicologia della Comunicazione

Riassunto del libro "Introduzione alla psicologia della comunicazione"

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 05/01/2020

valentina-mondello-1
valentina-mondello-1 🇮🇹

3.1

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Scarica Capitolo 14 - COMUNICAZIONE DEL RISCHIO E PERICOLO e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia della Comunicazione solo su Docsity! COMUNICARE I RISCHI E I PERICOLI (CAP. 14) Comunicazione del rischio = mittente (esperti) messaggio ricevente (pubblico) Errore trasferimento del messaggio  scontentezza e “colpa” di mittente e ricevente mittente-esperti : mancanza di comprensione dei reali pericoli e rischi. Compito di confezionare/formulare il messaggio in modo tale che il ricevente possa comprenderlo. ricevente-pubblico : mancanza di informazioni. Compito di ascoltare il messaggio. La formulazione di un messaggio di rischio può migliorare o peggiorare l’impatto che esso avrà su chi lo riceve. Cause: differenze nella rappresentazione mentale del rischio tra esperti e pubblico pubblico  codifica informazioni pericoli in modo intuitivo esperti  codifica informazioni pericoli in modo scientifico Questo non necessariamente provoca una comunicazione inefficace. - FENOMENO DI AMPLIFICAZIONE Quando una notizia trasporta informazioni negative ha sempre una risonanza maggiore rispetto a una che veicola notizie positive.  PERICOLO = caratteristica dell’oggetto, del prodotto o della situazione che può provocare danno se viene a contatto con la persona. La FONTE del danno.  RISCHIO = probabilità di venire a contatto con il pericolo (calcolo del rischio). Comprensione/percezione del pericolo: o Meccanismi innati o Meccanismi sociali FORME ELEMENTARI DI COMUNICAZIONE DEL PERICOLO o Meccanismi innati studi di Gibson e Walk: se si lascia un neonato muoversi su una lastra di vetro al di sotto della quale vi è un dislivello percepibile, il neonato manifesterà un comportamento di evitamento del pericolo (innato). Modulo mentale innato (predisposizione innata)  percezione del pericolo 1. Predisposizione innata interagisce con apprendimento  APPRENDIMENTO CONDIZIONATO (paura = reazione emozionale appresa) (Pavlov) es. Il piccolo Albert e la paura dei topi associazione PERICOLO- STIMOLO NEGATIVO Il pericolo viene appreso attraverso l’associazione con uno stimolo negativo. o Meccanismi sociali Le scimmie nate in gabbia non avevano paura dei serpenti. Hanno imparato ad averne paura osservando altre scimmie manifestare le reazioni di paura (cond. sociale di tipo classico) Le scimmie apprendevano bene ad avere paura dei serpenti ma non a temere fiori e conigli. predisposizione verso alcuni stimoli ma non altri (stimoli-sensibili) 2. CONDIZIONAMENTO SOCIALE DI TIPO CLASSICO La reazione di timore non si manifesta fin quando gli stimoli-sensibili non sono associati a una forma di condizionamento sociale di tipo classico (hanno paura dopo l’osservazione di altre scimmie che hanno paura)  Predisposizione verso stimoli-sensibili reazione di PAURA  Condizionamento sociale di tipo classico INTERAZIONE STRUTTURE INNATE - APPRENDIMENTO La comunicazione di un pericolo fa uso di una predisposizione innata (verso alcuni stimoli-sensibili) a cui viene associata paura a causa di uno stimolo aversivo o attraverso la comunicazione involontaria: l’osservazione del comportamento altrui (forma di comunicazione del rischio più usata) o l’imitazione dell’altro (i genitori trasmettono determinate paure ai figli). RISCHIO classificazione in base a caratteristiche riassumibili in 2 fattori:  Paurosità: quanto sono giudicati terrificanti, in base alle conseguenze.  Osservabilità: alcuni rischi non sono osservabili ad occhio nudo. I rischi più temuti nella società sono quelli con il grado più alto di paurosità, ma esistono anche dei rischi non rilevabili altrettanto pericolosi (pesticidi, fertilizzanti, farmaci, raggi X…) Comunicazione inefficace: difficoltà nel trasferimento dell’informazione dal mittente al ricevente perché il ricevente elabora un messaggio del quale non trova conferma empirica. La paurosità sicuramente rappresenta bene la rischiosità di un pericolo. Ma nella rappresentazione mentale della gente contano anche altre caratteristiche del pericolo : controllo personale del rischio, catastrofico, gravità conseguenze, generazioni future, esperienza personale, esposizione collettiva, conoscenza del rischio, effetto di immediatezza, volontarietà del rischio  molto o poco pericoloso. Forza della natura  catastroficità  incontrollabilità  involontarietà  gravità delle conseguenze - EFFETTO DELLA VITTIMA IDENTIFICABILE Quando la natura colpisce una nazione culturalmente simile alla nostra entra in gioco l’empatia.  Comunicazione attraverso via esperienziale Pensiamo attraverso immagini. Immagini sensoriali  giudizi, scelte Comunicazione verbale  pochi connotati emotivi (numeri)  fallimento comunicazione Scelta immagini, parole, suono  aumento emotività, cattura l’attenzione Comunicazione efficace: Comunicazione verbale  creazione immagini mentali  via esperienziale emozione reazione emozionale spontanea FORMATO DI PRESENTAZIONE DEL RISCHIO La stessa informazione presentata in modi matematicamente equivalenti ma psicologicamente diversi viene valutata in maniera diversa. Variazione formato di presentazione  modifica della percezione del rischio Probabilità  valore di rischio individuale (“Qual è il mio rischio?”)  EFFETTO DELLA GRANDEZZA ASSOLUTA Le persone tendono a giudicare alti i rischi quanto più elevato è il numeratore di una frazione, senza considerare il denominatore o senza considerare il numero in proporzione. Numeratore elevato di una frazione  rischi alti Percezione 1 su 10 come meno probabile di 10 su 100 (ratio bis) spiegazioni: le frazioni più grandi sono più difficili da capire, le persone si concentrano sul valore assoluto piuttosto che fate una proporzione: più grande è il numero, maggiore è la percezione che l’evento accada.  EFFETTO DEL VALORE ASSOLUTO Quando i numeri sono trasformati in un valore tra 0 e 1 sono percepiti come meno probabili (0.05 rispetto a 1 su 20) È VERO CHE i numeri più grandi rappresentano le probabilità più grandi, ma NON SEMPRE Lo sbaglio della nostra mente è applicare la regola sempre anche quando la situazione non lo richiede (tendenza più marcata in chi ha una bassa capacità numerica) Offrire uno scenario di confronto aiuta le persone a capire quanto alto o basso è un certo valore e ne facilita la valutazione. Noi valutiamo i fatti per confronto, non in isolamento
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