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Rivoluzione Francese: dal feudalesimo al capitalismo e oltre, Schemi e mappe concettuali di Economia Politica

Come la Rivoluzione Francese portò all'evoluzione economica dal feudalesimo al capitalismo e al sistema di Welfare. Viene descritto come lo Stato regola le condizioni sociali e offre supporto ai più deboli, mentre i mercati controllano l'andamento economico quotidiano. Inoltre, vengono introdotti concetti come il mercato di output e input, la specializzazione, la moneta e la funzione dello Stato in un'economia di mercato.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 04/10/2022

Gaiacec
Gaiacec 🇮🇹

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Scarica Rivoluzione Francese: dal feudalesimo al capitalismo e oltre e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Economia Politica solo su Docsity! Mercati e Stato in un’economia moderna. Durante il Medioevo, la maggior parte dell’attività economica veniva controllata dall’aristocrazia e dalle corporazioni cittadine. Con l’avvento della Rivoluzione Francese, l’organizzazione economica mutò dal feudalesimo al mercato, o meglio quello che viene definito “meccanismo di mercato” e “capitalismo concorrenziale”. Alla fine degli anni successivi al capitalismo, ci si rese conto che gli eccessi che questo portava, dovevano essere ridotti, cercando di concentrare il ruolo nello Stato applicando delle imposte sul reddito e cercando di offrire supporto ai più deboli e ai disoccupati. In questo nuovo sistema che si andava creando, denominato WELFARE ovvero, lo stato del benessere, i mercati controllando l’andamento della vita economica quotidiana, mentre lo Stato regola le condizioni sociali e sostegno per i poveri e i più deboli. Durante la fine del 20esimo secolo ci fu un nuovo cambiamento, in cui vennero limitate le imposte e il controllo dello Stato sull’economia, vennero inoltre privatizzate molte imprese determinando un’inversione di tendenza nella spesa per i programmi a favore della popolazione. I primi Paesi ad eliminare la pianificazione furono la Russia e l’Europa orientale, successivamente paesi come la Cina, e paesi in via di sviluppo come Taiwan, Hong Kong, Brasile e Cile, hanno ottenuto una rapida crescita rispetto ai redditi. Che cos’è un mercato? La maggior parte delle decisioni economiche in paesi come gli Stati Uniti, e l’Europa, vengono prese in base alle considerazioni di mercato. In un’economia di mercato nessun individuo, organizzazione o Stato è responsabile della soluzione dei problemi economici. Grandi metropoli possano svilupparsi, deve esserci una grande fornitura di beni. La risposta a questo problema può essere data dal fatto che queste attività economiche vengano coordinate dal mercato, senza alcuna coercizione o direzione centralizzata. Il sistema di mercato, non è né il frutto del caos né il risultato di un miracolo; è un sistema che ha una sua logica interna e funzione. Possiamo quindi affermare che esiste un ordine economico. Quando parliamo di economia di mercato, ci riferiamo ad un complesso meccanismo che coordina individui, attività e imprese tramite un sistema di pressi e mercati. Questo è un mezzo di comunicazione atto a mettere in comune le conoscenze e le azioni di milioni di individui diversi: senza alcuna direzione o programmazione centralizzata, si risolvono problemi di prodizione e distribuzione che riguardano migliaia di variabili e relazioni sconosciute. In un’economia di mercato nessun singolo individuo è responsabile di produzione, consumo, distribuzione e determinazione dei prezzi, in origine il mercato era un luogo dove acquirenti e venditori potevano trattare direttamente o interagire per fissare i prezzi e scambiarsi beni e servizi. Possiamo riassumere il concetto di MERCATO definendolo come un meccanismo che consente ad acquirenti e venditori di interagire al fine di determinare il prezzo e la quantità di un bene o di un servizio. In un mercato ogni cosa ha un prezzo, costituito dal valore del bene in termini di monete. I prezzi sono i termini in base ai quali gli individui e le imprese scambiano volontariamente beni diversi. I prezzi inoltre hanno il compito di fungere da segnali per i produttori e per i consumatori in quanto nel momento in cui i consumatori richiedono quantità maggiori di ciascun bene, il prezzo subisce un incremento che segnala ai produttori di aumentarne l’offerta. I PREZZI coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori in un mercato. Prezzi più elevati tendono a ridurre gli acquisti dei consumatori e a incoraggiare la produzione: prezzi più bassi incoraggiano il consumo e frenano la produzione: nel meccanismo di mercato i prezzi fungono da equilibratori. L’ equilibrio di un mercato è il punto in cui la quantità offerta dai venditori è uguale alla quantità richiesta dai compratori. Quando vengono unito tutti i diversi mercati, questi opereranno in maniera simultanea per determinare un equilibrio generale dei prezzi e produzione. Possiamo spiegare questo in maniera molto semplice. Le imprese cercano di massimizzare il profitto, abbandonando i settori in cui sono in perdita, mentre i profitti elevati le inducono a produrre i beni più richiesti. La concorrenza che viene a verificarsi tra i vari produttori, viene risolta mantenendo i costi ad un livello minimo adattandosi ai metodi di produzione più efficienti. Infine in base alla quantità di domanda e di offerta sul mercato dei fattori di produzione; i salari, le rendite, i tassi di interesse e i profitti sono detti prezzi dei fattori. Nel momento in cui vengono sommati tutti i ricavi derivanti dai fattori, possiamo calcolare i redditi di mercato degli individui. L’omogeneità del reddito tra la popolazione è data dalla quantità di fattori posseduti e dai prezzi dei fattori stessi. Le due categorie che muovono tutto il sistema economico sono i consumatori e la tecnologia, i consumatori da soli però non possono imporre cosa produrre, poiché le risorse disponibili e le tecnologie esistenti limitano le loro decisioni. IL SISTEMA DEI PREZZI E DEI MERCATI. La vita economica è un flusso circolare, infatti i consumatori e i produttori interagiscono tra di loro per determinare i prezzi e la quantità degli input e degli output. In questa circolarità vengono dimostrati due tipi di mercati: i mercati di prodotti o output, e i mercati degli input o fattori di produzione. I mercati degli input sono quelli caratterizzati dal prodotto che esce dalle imprese come pizza o scarpe; il mercato degli output è quello caratterizzato dal lavoro, dalla Terra e dal capitale di un determinato fattore. Il consumatore acquista beni che vengono venduti dalla fabbrica che a sua volta acquista fattori di produzione. I prezzi vengono fatti dalle imprese sulla base del prezzo del bene, sul costo del lavoro e su altri fattori vari. Uno dei primi a studiare il sistema del mercato fu Adam Smith, in cui in uno dei suoi più famosi brani, spiega come l’economia esamina il problema dell’armonia tra profitto privato e interesse pubblico. Smith predicava una dottrina rivoluzionaria in quanto sosteneva che l’interferenza dello Stato nel mercato concorrenziale sarebbe stata quasi sicuramente dannosa. Lui proponeva come non esiste una perfezione nel mercato e come l’economia non funzioni in modo ottimale: esistono infatti i fallimenti di mercato e il mercato non garantisce risultati ottimali. Adam Smith e il suo principio della mano invisibile non si verifica più ed è lo Stato che può decidere di intervenire per intermediare ai malfunzionamenti del sistema del mercato. Adam Smith scoprì un’importante proprietà di un’economia di mercato concorrenziale. In una situazione di concorrenza perfetta e in assenza di fallimenti di mercato, i mercati produrranno, con le risorse a loro disposizione, la massima quantità di beni e servizi utili. Ma quando prevalgono monopoli o altre forme di fallimento di mercato, le notevoli caratteristiche di efficienza della mano invisibile possono venir meno. SCAMBI, MONETA E CAPITALE. Stati Uniti, Giappone e Europa occidentale presentano tre caratteristiche distintive:  COMPLESSA RETE DI SCAMBI: basata sulla specializzazione
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