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Capitolo 2 STORIA ROMANA Livio Zerbini, Dispense di Storia Romana

"La creazione della Repubblica", capitolo 2 del manuale di LIVIO ZERBINI

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 04/05/2021

francescagioia02
francescagioia02 🇮🇹

4.5

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Scarica Capitolo 2 STORIA ROMANA Livio Zerbini e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Capitolo 2: LA CREAZIONE DELLA REPUBBLICA LA NASCITA DELLA REPUBBLICA Il 509 a.C., secondo la tradizione, fu l’anno della costituzione della repubblica. Il passaggio al nuovo passaggio politico fu un processo molto lento e graduale. Nel VI secolo a.C. Roma, per la sua collocazione geografica e grazie all’influenza etrusca, divenne una città importante con un livello di civiltà più elevato rispetto a quello delle popolazioni vicine, tanto da assumere un ruolo preminente su tutto il territorio. Di conseguenza, alcune funzioni e compiti del re, che aumentarono in seguito allo sviluppo della città, furono delegate ai membri del senato, il cui potere iniziò gradualmente a crescere. Per ridimensionare il ruolo del patriziato, l’ultimo re, Tarquinio il Superbo, decise di appoggiare le classi mercantili e artigiane emergenti; l’aristocrazia gentilizia romana, per riguadagnare il proprio potere, provocò dunque la caduta della monarchia. Il cambiamento più rilevante fu la separazione dei poteri dello Stato. Il senato aveva compiti giuridico- legislativi ed era il garante della legalità e dell’onorabilità. Le leggi venivano approvate dai comizi ma il potere esecutivo era affidato a magistrati annuali eletti dalla città. Le magistrature non erano remunerate ed è per questo che solo quanti possedevano una cospicua rendita patrimoniale potevano esercitarle  i patrizi. Alla fine del VI secolo a.C. il re di Chiusi, Porsenna, cercò di riconquistare la città di Roma all’influenza etrusca ma senza successo. Venne infatti sconfitto e costretto a ritirarsi da Roma. Roma, dunque, si stava affermando come potenza autonoma, ruolo riconosciutole anche da Cartagine, con cui stipulò nel 509 a.C. un trattato di navigazione e come primo atto cercò di espandersi nel territorio laziale. I Latini, prontamente, si organizzarono in una lega, opposta all’Urbe. Nel 496 a.C. Roma sconfisse le forze della Lega latina e la guerra di concluse con un trattato di alleanza, il foedus Cassianum, secondo il quale Romani e Latini si impegnavano a difendersi reciprocamente. In questo modo, Roma assumeva una posizione egemone nella Lega latina. Questo accordo si rivelò particolarmente importante quando Roma dovette fronteggiare le incursioni, lungo le zone costiere del Lazio, delle popolazioni dei Volsci e degli Equi. Con una serie di operazioni militari i Romani riuscirono a contenerne gli assalti ma il vero grande nemico di Roma fu la città etrusca di Veio, interessata anch’essa al controllo del Tevere. Dopo un assedio che durò dieci anni, Roma riuscì a conquistare la città rivale. FOEDUS CASSIANUM del 493  nasce lo status giuridico dei “Latini” L’alleanza fra Romani e Latini prevedeva: - libertà di matrimonio (ius connubii) - libertà di commercio (ius commercii) - libertà di residenza (ius migrandi) - alleanza militare - fondazione in comune di colonie. LE ISTITUZIONI REPUBBLICANE Il principale organo della repubblica romana rimase sempre il senato, dove si raccoglievano i rappresentanti delle famiglie aristocratiche. Composto da 300 membri, il senato consigliava i magistrati, approvava tutte le misure politiche importanti e preservava i valori dello Stato. I primi magistrati esecutivi della repubblica furono chiamati PRAETORES ma con il tempo il sistema istituzionale repubblicano divenne sempre più complesso: alla fine si ottennero due CONSOLI, quattro PRETORI, quattro EDILI, dieci TRIBUNI DELLA PLEBE, otto QUESTORI e due CENSORI. Dopo molti cambiamenti, agli inizi del III secolo a.C., il sistema magistraturale si presentava gerarchizzato in una scala di poteri e competenze ben definita: - QUAESTORES  amministravano le finanze pubbliche - AEDILES  incaricati dell’amministrazione delle strade, degli edifici e dei mercati - PRAETORES  giudici ed esperti di diritto - CONSULES  rappresentavano lo Stato romano, guidavano la politica interna ed estera I consoli e pretori erano magistrati (= capo politico eletto dai cittadini) forniti di imperium, ossia di comando militare. In caso poi di improvviso pericolo il senato designava un dictator, un ex console cui assegnava poteri straordinari per la durata di sei mesi. Ogni cinque anni venivano eletti anche due CENSORI che restavano in carica per diciotto mesi. Privi di imperium, essi avevano il compito di redigere le liste dei cittadini in base al censo, di stabilire l’ingresso in senato degli ex magistrati e di fissare l’entità delle imposte  il loro ruolo era particolarmente importante perché ogni cinque anni stabilivano la gerarchia nella società, decidendo chi avesse diritto a far parte dell’élite sociale. L’intera progressione delle magistrature prendeva il nome di CURSUS HONORUM = nessuno poteva diventare console se prima non aveva rivestito le altre cariche  aveva l’intendimento di vietare ogni indebito accesso al potere, nonché ogni suo esercizio arbitrario e illecito: rappresentava un elemento per difendere la legalità e la costituzionalità dello Stato. I consoli, i pretori e coloro che discendevano in linea diretta da un console o da un pretore, facevano parte della NOBILITAS. Dopo l’equiparazione dei diritti tra patriziato e plebe la NOBILITAS fu espressione di entrambe queste classi, tanto che si può parlare di NOBILITAS PATRIZIO-PLEBEA. La nobilitas era obbligata a dedicarsi alle cariche pubbliche e a servire lo Stato, cioè la comunità dei cittadini. Ai nobiles, ossia coloro che appartenevano alle famiglie benestanti consolare o pretoria, si contrapponevano gli HOMINES NOVI  coloro che, privi di senatori tra i loro antenati, cercavano di prendere parte alla vita politica. Roma scelse un sistema del tutto originale anche per quanto riguarda le ASSEMBLEE POPOLARI. Nell’Urbe i cittadini che avevano diritto al voto si raccoglievano in diverse assemblee, i COMITIA. In età repubblicana, Roma ebbe tre assemblee popolari, con struttura e compiti peculiari. La prima assemblea fu quella dei VECCHI COMIZI CURIATI, sopravvissuta dall’età regia e rimasta sempre attiva, anche se le sue competenze furono gradualmente ridotte. Un’altra struttura fu originata dalla crescita continua di Roma e dalla diffusione dei cittadini romani nel territorio che Roma stava ampliando. I cittadini vennero ripartiti in tribù territoriali: quattro urbane e sedici rustiche. Queste nuove tribù – 20, 21 e infine 35 – si affiancarono alle tre antiche tribù delle origini. La partizione territoriale diede vita a un’altra forma assembleare: i COMITIA TRIBUTA. In questi comizi i cittadini si raggruppavano e votavano per tribù, indipendentemente dall’appartenenza gentilizia di ciascuno. I comizi tributi sostituirono, dal III sec. a.C., i vecchi CONCILIA PLEBIS. Nella seconda metà del V secolo a.C. esisteva anche la strutturazione centuriata dei cittadini romani. Essi furono divisi in cinque classi di reddito, articolate in 193 unità, le CENTURIE  unità patrimoniali (e non gentilizie) che raggruppavano uomini di simile fortuna, che funzionavano come base del reclutamento militare = ciascuna, infatti, doveva fornire un identico numero di soldati. Le centurie, però, non erano uguali. Le classi censitarie superiori formavano numerose centurie di piccole dimensioni mentre le categorie più povere costituivano poche centurie con moltissimi componenti. - La prima classe di censo era formata da 80 centurie  raccoglieva i possessori di un reddito superiore ai 100.000 assi
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