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La Conquista Normanna della Sicilia: Il Regno di Ruggero II, Appunti di Storia Del Diritto Medievale E Moderno

La conquista normanna della Sicilia, passando dalla dominazione musulmana all'età di Ruggero II. La comparsa dei Normanni in Italia meridionale bizantina, della conquista dell'isola e della ripristinazione della cristianità. Vengono descritte le motivazioni dietro le invasioni, le dinamiche politiche e le conseguenze culturali e giuridiche.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 16/02/2018

giampiero.carbone.31
giampiero.carbone.31 🇮🇹

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Scarica La Conquista Normanna della Sicilia: Il Regno di Ruggero II e più Appunti in PDF di Storia Del Diritto Medievale E Moderno solo su Docsity! CAP 20 Il regnum di Sicilia La comparsa dei Normanni nell’Italia meridionale bizantina → La monarchia siciliana è un regno che si estende su determinati territori e che esprime un diritto suo proprio e utilizzabile esclusivamente da coloro che hanno lo status di cittadinanza estesa. Agli inizi del 9 secolo(intorno all'827) iniziano le prime invasioni musulmane, la Sicilia è ancora bizantina e sostanzialmente e formalmente ancora parte dell'impero romano di oriente. Dall '827 però la Sicilia passa in rapidissimo tempo tutta sotto i musulmani e si cominciano a dare concretezza a queste note arbareggianti ; quindi l'isola diventa parte delle terre di stretta osservanza musulmana → prima sotto il dominio dei Califfi di Tai wan e poi passa sotto l'Egitto (califfi che hanno la capitale al Cairo; dopo diventa addirittura un emirato autonomo. ) Cosa succede con i musulmani? La conquista musulmana non coincide con una completa islamizzazione dell'isola, i musulmani non pretendono la conversione forzata e ognuno può continuare a professare la propria fede a condizione che si paghi una tassa “Agiza” che consente la libertà di culto; quindi in Sicilia la popolazione cristiana, latina, greco- ortodossa ed ebraica continuano in gran parte perché l'islam non chiede una conversione forzata. La Sicilia occidentale è quasi interamente convertita all'islam(quella dove siamo noi) mentre quella orientale rimane prevalentemente cristiana. Dal 1060 cominciano le prime spedizioni normanne in Sicilia. I Normanni sono dei guerrieri che vengono dal nord e sono più assimilabili,almeno come inizio, ai vichinghi che non agli abitanti della Normandia, Sono tutti guerrieri feroci (biondi con occhi azzurri) che vengono chiamati come braccio armato e si stanziano nel Mezzogiorno di Italia avendo ,come premi per le battaglie, le terre;comincia quindi uno stanziamento normanno che non è immigrazione del popolo ma è l'arrivo di centinaio di uomini armati, quindi si attestano e si espandono nel sud di Italia cominciando a diventare essi stessi signori stringendo alleanze militari sposando le figlie dei longobardi. Narra la leggenda che verso l'anno Mile, quaranta cavalieri normanni, di ritorno da un pellegrinaggio ai Luoghi Santi, si fermarono a Salerno assediata dai Saraceni e vennero in aiuto del principe longobardo Guaimario che, avendo liberato la città, li coprì di doni e mandò un'ambasciata in Normandia per arruolare un corpo di ausiliari. Altre leggende raccontano che un gruppo di normanni accusati di assassinio lasciò la patria per sfuggire alla collera del duca Riccardo; vennero a Capua e in seguito in Puglia al servizio mercenario del pugliese Melo nella rivolta contro i Bizantini: ebbe la meglio la casata di Altavilla;Roberto il Guiscardo, dopo essersi fatto eleggere dai suoi “conte di Puglia”, riuscì a mutare questa qualifica in titolo feudale facendosi investire da papa Niccolò II “Dei gratia et Sancti Petri Dux Apulie et Calabrie”.Da quell'investitura feudale ebbe inizio la subordinazione vassallatica che gravò per secoli sul Mezzogiorno e consentì alla Santa Sede di chiamare dinastie straniere di suo gradimento e occupare il trono. Dunque Roberto Guiscardo stringe un patto con il papa per liberare dagli infedeli l'isola in cambio della riconquista della Sicilia, diventando quindi signore dell'Isola; quindi il papa fa una concessione per il futuro. I cavalieri normanni cominciano le incursioni militari in Sicilia; la conquista inizia a Messina nel 1061 e l'ultima è Noto nel 1091 . Ma conquista non è affidata tutta alle forze militari e le fonti documentano molti tentativi di accordo tra normanni e musulmani: accordo che passa anche per la presenza di interpreti ed esperti di leggi musulmani e di consuetudini; Le cronache del tempo ci dicono che le mediazioni dovevano essere fatte servendosi di gente che parlavano arabo e che erano esperti di leggi. Golfredo Monaterra accenna infatti ad un certo Filippo che era stato inviato a Siracusa e che parlava bene sia l'arabo e il greco perché le lingue in gioco sono 3 → Latino, Greco e Arabo e,chi le padroneggia tutti è tre ,è un personaggio completo. Vengono fatti dei patti che ricalcano quello musulmano e cioè non chiedono la conversione al cristianesimo ma chiedono il pagamento della tassa chiamato “Censium” che rende i soggetti che lo pagano “Confederati”(stanno sotto la Dimma : protezione dell'Emiro).Mentre Roberto il Guiscardo s’impadroniva dei territori del continente, il fratello minore Ruggero I completava la conquista della Sicilia araba entrando a Palermo nel 1072. Ruggero viene nominato, una volta completata la conquista, Conte di Sicilia (Grand Conte) e ricrea una situazione di Terra di nuovo portata alla sua cristianità; è una situazione particolare perché il papa sarebbe il dominus ennens e quindi concede la Sicilia ma è Ruggero che ripristina e crea le circoscrizioni territoriali sottoposte alla giurisdizione ecclesiastica (Le Diocesi) e le gestisce come se fossero gestioni feudali ; a questo punto Ruggero ha un controllo capillare dell'Isola. Sarà poi suo figlio (Ruggero II) a riunire anche il Ducato di Puglia e di Calabria e il principato(già longobardo) di Salerno: a tale potenza mancava solo il titolo regio che gli fu concesso dall’antipapa Anacleto II, e l’arcivescovo di Palermo incoronò solennemente Ruggero II il giorno di Natale 1130. La Legazia apostolica di Sicilia e l’incoronazione regia di Ruggero II → Alla morte di Ruggero I sale come erede al titolo, nominato conte, suo figlio anche lui chiamato Ruggero;gli succede a soli 10 anni e intraprende da grande (Tra il 1112 e il 1130) delle campagne militari e alleanze politiche che lo portano ad essere Duca di tutta la parte meridionale della penisola + la Sicilia. Il papa muore improvvisamente e vi è uno scisma in cui vi è una confusione del papato;Ruggero appoggia Anacleto II che in cambio lo incorona ,nella notte di Sicilia del 1130, re di Sicilia ; nasce quindi il Regnum di Sicilia( e non regno delle due Sicilia, che avverrà dopo ). (Quindi il punto di partenza è Sicilia e Palermo). A Palazzo nei Normanni , Ruggero progetta la sua incoronazione che verrà poi in cattedrale che era il centro del potere e lo è ancora; La cattedrale era anche una fortezza dove i militari si muovevano per difendere il luogo. Quindi Ruggero si fa incoronare re con una cerimonia sfarzosissima per accrescere la gloria di Dio e ,questa incoronazione, è particolarmente solenne e il palazzo reale era tutto tapezzato cosi da far sembrare ,tutti che coloro camminavano, elevati da terra. Subito I Normanni utilizzano fidati e segretari arabi importando una serie di caratteristiche esteriori degli arabi come appunto quello dei tappeti morbidi; Quindi questo sfarzo è il segnale esteriore del distacco del suo sovrano rispetto ai suoi sudditi. Un mosaico alla chiesa Martorana di Palermo, che ritrae l'incoronazione di Ruggero ,è un vero e proprio manifesto politico. La cosa fondamentale del mosaico è che Ruggero II riceve il regno da cristo e non da una figura intermedia come il papa quindi non riceve la grazia per volontà del papa. I papi, anche nei secoli seguenti, rivendicheranno di avere il regno in Sicilia e saranno sovrani scomunicati perché non si riconoscono i papi in Sicilia. Ruggero nel mosaico ha un abbigliamento tipico dell'imperatore → sciarpa incrociata, vestito in tessuto d'oro e la corona ha dei pendenti ; quindi Ruggero è vestito da imperatore d'oriente, ma non è affatto un imperatore perché re e imperatori sono diversi; eppure il sovrano di Sicilia può farlo. Ruggero in questo mosaico sta parlando con i suoi sudditi e quell'immagine ci spiega quindi tante cose. Altre rappresentazioni di Ruggero sono sul soffitto della cappella palatina , unico esempio di soffitto fatto con affreschi musulmani; ogni soffitto ha una scena e in particolare una in cui Ruggero ha le gambe incrociate. E’ presumibile che Ruggero II intendesse impersonare quel modello imperiale bizantino che si deve a Carlo Magno, tratto a rappresentare le incoronazioni normanne negli splendidi mosaici palermitani della Martorana e di Monreale. La concezione bizantina della dignità e dei poteri monarchici si accompagnava necessariamente all'idea di una Chiesa istituzione dello Stato, sottoposta al governante. I Normanni però erano stati irremovibili e la Sede Apostolica non poteva tollerare dipendenze dal potere laico che la riforma gregoriana rifiutava. La Chiesa allora ricorse all'espediente di mascherare di una legittimità canonica l'esercizio dei poteri che i re normanni si per questa operazione di Liber Augustalis ,Federico viene scomunicato perché non si comporta molto bene con il papa. La prima volta viene scomunicato perché si era già impegnato con Innocenzo III a fare una crociata,crociata che rimanda sempre dal 1215 fino al 1228 . Quando va a farla fa un accordo di ferro con un sultano e torna in Sicilia con l'accordo commerciale più forte di tutto il mediterraneo e, quando torna viene ,scomunicato; Federico II era riuscito ad entrare a Gerusalemme riprendendolo dalle mani di tutti gli infedeli e infatti in questo accordo tra le altre cose ottiene il titolo di re di Gerusalemme. La goccia che fa traboccare il vaso per la scomunica fu comunque il Liber Augustalis perché il papa lo considera come una bestia dell'apocalisse,un anti cristo , perché sovverte l'ordine voluto da Dio → Federico è colui che è artefice del mondo ma il cambiamento non era una cosa positiva ma era il più grande segno di ribellione. Il contrasto straordinario e letteralmente molto forte è che Federico ha al suo servizio un certo signore che si chiamava Pier delle Vigne ,funzionario e straordinario letterario. Vi è una costituzione fondamentale che è stata molto oggetto di attenzioni che dall'incipit prende il nome di Puritanem in cui Federico fa una gerarchia delle fonti del diritto nel suo Regum → i giudici dovranno giudicare secondo il Liber Augustalis che è fatto di costituzioni. (queste leggi valgono solo per il regnum ma non unisce mai impero e Regnum e infatti ha due cancellerie distinte → Una per il Regnum di Sicilia e uno per l'Impero; quindi fa due lavori contemporaneamente e quindi mai La Sicilia fa parte dell'Impero.) Quindi le costituzioni sono utilizzate come fonti primarie ma , in caso di lacune , i giudici potranno utilizzare le Consuetudines approbatae che si tratta di consuetudini cittadine ,di norme cittadine ,che esistevano in Italia meridionale (quindi all'interno del regno esiste una legislazione locale) e infine si possono utilizzare i diritti comuni alla popolazione del regnum e sono il diritto romano e il diritto longobardo. Il Liber augustalis in realtà viene continuamente arricchito da altre norme che Federico emana sino al 1246 (quasi tutta la sua vita) e queste norme si chiamano Novelle che vengono aggiunte poi al liber augustalis. Le norme contenute nel Liber sono disposizioni che riguardano tante materie ; innanzi tutto si apre con un Proemio letterariamente forte dove Federico parte dalla creazione del mondo per creare se stesso; Dio inoltre gli da una legge . In questo proemio si dice che Dio crea i sovrani perché qualcuno deve governare le guerre che ci sono tra gli uomini e lo può fare solo con le leggi che gli da Dio; questa metafora arriva sino alla fine, fino a quando Federico dice che le due prerogative del re sono amministrare giustizia e fare leggi per restituire il favore a Dio e cioè il fatto di avergli dato il potere. Le leggi di Federico sono le uniche valide nel regno; quindi è una legislazione che rimane in vigore per 6 secoli e la maggior parte delle norme delle Liber augustalis riguarda il processo. Quindi antiche ‘leggi' di cui Federico II dovette tenere conto nel suo codice erano la longobarda(diffusissima nei territori dei vecchi principati di Benevento e di Salerno) e la romana, che si andava identificando in quella giustinianea a scapito della tradizione bizantina. La costituzione federiciana Puritatem dichiara la legge lombarda e romana come diritti comuni del regno ed era una costituzione che non si poteva prendere alla lettera perché in ogni ordinamento possono essere molti i diritti speciali ma uno solo il comune ; inoltre era inconcepibile affidare al complesso longobardo funzioni sussidiarie delicate che sono riservate in altre norme federiciane al solo diritto romano. Inoltre la costituzione Puritatem voleva che la scelta dell'uno o dell'altro diritto comune avvenisse ai sensi del principio della personalità della legge che solo il corpus giustinianeo poteva fungere da 'diritto comune’ in senso tecnico . La glossa di Marino da Caramanico alla Puritatem tace sui due diritti comuni che sono punto saliente della legge.;Andrea Bonello invece parla del diritto longobardo come di un diritto speciale che deroga al diritto romano per antica consuetudine. Vi sono altre costituzioni dove i due diritti vengono citati insieme, ma li si chiama iura e non iura communia. Il sistema ufficiale del duplice Diritto comune ,dall'età angioniana avanzata ,fu effettivamente riconosciuto dai giuristi. Il diritto longobardo, che non svolge una funzione tanto complessa, in realtà la svolse ma in misura limitata e non tanto ratione personae quanto ratione rei; Fu infatti applicato in tema di successioni feudali, relativamente a quei feudi iure longobardorum di cui erano stati investiti all'epoca normanna i signori venuti dall'Italia settentrionale; quei feudi richiamavano ab origine direttamente la disciplina della Lombarda e continuarono ad evocarla, per il tramite dei libri Feudorum , quando questi fecero il loro ingresso nel Mezzogiorno verso la metà del 200. Carlo di Tocco e la nascita di una scuola longobardistica in Campania Nel Duecento il diritto longobardo ebbe un momento di splendore in Campania. Fu sul testo di editti e capitolari, e non su quello delle leggi romane, che prese l'avvio la scienza giuridica meridionale agli albori del secolo. Mentre i longobardisti settentrionali cominciavano a scendere la china della decadenza, Carlo di Tocco confezionava in qualche città della Campania un eccellente apparato alla Lombarda. Originario di Tocco presso Benevento, Carlo, era andato a studiare e poi a insegnare le leges giustinianee a Piacenza. Scrisse la sua glossa densa di richiami romanistici e la destinò ai tribunali e alla scuola professionale di giudici a Benevento, o Capua e persino a Salerno. Un allievo anonimo di Carlo scrisse altre glosse alla Lombarda. Andrea Bonello di Barletta, professore di diritto romano a Napoli nella prima età angioina, e alto magistrato, trasse da Carlo il materiale che inaugurò il genere letterario destinato a culminare in quel monumento che sono le Differentiae di Biagio da Morcone. Lo Studio di Napoli → Al tempo in cui Carlo di Tocco insegnava il diritto longobardo, la dottrina romanistica cominciava a premere sul Mezzogiorno. Nel 1224 Federico la impiantò ufficialmente nel regno istituendo lo Studio di Napoli che privilegiò il diritto e fece concorrenza a Bologna; La didattica verteva sulle leges giustinianee e si tennero corsi sui liber augustalis . La prima università statale fondata da Federico vede i primi professori che vengono stipendiati dallo stato (primo esempio quindi di università statale); non si studia però il liber augustalis e federico intende creare un luogo dove i suoi sudditi si formano a Napoli e poi lavorano nel regnum o come funzionari o come operatori del diritto ; quindi l'apparato amministrativo dell'impero fedriciano è complesso e opera in più fronti → il sovrano tanto più è potente tanto più controlla . La scuola funzionò poco e male ai tempi di Federico e l’opera forse più significativa è la nota lectura dei Tres Libri di Andrea Bonello. L’accademia però restava sorda alle richiesta dei tribunali affamati di ius Regni e provvide a soddisfarli una scienza di giudici alacre e importante che cominciò presto a impegnarsi sul codice federiciano. Alla glossa appaiono aggiunti i commenti del grande Andrea d’Isernia che doveva frequentare poco l'Accademia dopo aver assunto l'impegnativo ufficio di Maestro razionale. Nei suoi commenti sono intercalati quelli del celebre Bartolomeo da Capua il quale, dopo una breve esperienza di docente, era stato elevato dal 1290 all'altissima carica di Protonotaro. Nulla vieta di supporre che accanto ai corsi ufficiali sulle leges se ne svolgessero anche sul ius Regni. Jacopo di Belviso tenne per pochi anni lezioni sul diritto feudale perché i Libri feudorum comparivano nel Corpus iuris in appendice all’Authenticum giustinianeo. Apparati di minore ampiezza ebbero i capitoli che i re angoini andarono aggiungendo alla legislazione; una esauriente glossa fu confezionata altresi per le Consuetudini di Napoli, che godevano di autorità pari a quella delle leggi perché furono solennemente promulgate da Carlo II d'Angiò nel 1306 e acquistarono quindi veste ufficiale
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