Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Capitolo 21 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente, Schemi e mappe concettuali di Storia Medievale

Riassunto del capitolo 21 di storia medievale

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 29/10/2023

DokiDoki00
DokiDoki00 🇮🇹

4.5

(2)

21 documenti

1 / 2

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Capitolo 21 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! CAPITOLO 21: L’EUROPA E IL MEDITERRANEO NEL 200 L’APOGEO Dopo più di un secolo di crescita economica, il 200 ha raggiunto un livello di integrazione tra Europa e Mediterraneo tale da costruire una rete di produzione e scambi. I protagonisti di questa rete sono i mercanti italiani che rappresentavano un fattore consolidato e comunità stabili tanto che in alcuni casi si parlava di vere e proprie colonie occidentali (specialmente di Venezia). Leonardo Fibonacci, figlio di un pisano, ha vissuto nella città di Bugia (oggi Béjaïa) dove ha tratto l’uso delle cifre indiane per disegnare i numeri  ”numeri arabi”, pubblicati nel “Libro dell’abaco”. I conflitti politici non riuscirono a ostacolare gli interessi commerciali a causa di una natura culturale: la presenza di stranieri nel proprio paese era motivo di vanto per i sovrani locali che dimostravano le bellezze uniche del regno. Il mediterraneo restava uno spazio complicato a causa di circostanze politiche e questo si rifletteva sulle caratteristiche delle navi; un esempio erano le galere, navi lunghe, guidate dal vento e dai rematori che riuscivano a trasportare sia merci che uomini armati. Ogni sera, esse approdavano in un diverso porto e questo favoriva la produzione di cartografia nautica. Si svilupparono degli strumenti di natura giuridica, tipici del mondo portuale. I primi si svilupparono a Genova con i registri di notai che redigevano i documenti scritti per i mercanti, qui nasceva la commenda, una società temporanea, finalizzata a un solo viaggio, tra tractor o negotiator, che partiva da oriente, assumendo i rischi materiali del viaggio e i suoi soci stanziali che fornivano il capitale con la divisione a metà degli utili. Nasceva in seguito la società maris (più complessa) che prevedeva la partecipazione parziale del socio viaggiante al capitale iniziale. Nelle città di terra, come Firenze, si sviluppava la compagnia: società stipulata per un periodo di vari anni tra più soci, ciascuno con la propria quota, che concorrevano alla creazione di un capitale (corpo di compagnia) da impiegare per le attività comuni. La durata nel tempo e la consistenza del capitale permettevano alla compagnia di investire a vari livelli: transazioni commerciali; imprese manifatturiere; prestito a terzi. Le più famose compagnie toscane erano: Ricciardini, Chiarenti; Bonsignori e Frescobaldi. La costruzione giuridica del commercio internazionale ha dato luogo alla creazione del “Libro del consolato del mare” (mai promulgato da un’autorità superiore), una raccolta di regole e consuetudini della navigazione. Nel 1308, nasceva il Tribunale della mercanzia (Firenze) che regolava le controversie che coinvolgevano i mercanti stranieri. Nel XIII sec. fiorirono le fiere della Champagne, un luogo di abituale attività dei mercanti italiani. Si sviluppò anche la Lega anseatica  confederazione di mercanti attivi dal Baltico alle Fiandre e l’Inghilterra. Fulcro di questo sistema era il Kontor (=magazzini gestiti collegialmente per ospitare merci e le persone dei mercanti stranieri). Nel 1277 le navi genovesi, invece di passare per le fiere di Champagne, iniziarono una rotta regolare attraverso l’Atlantico toccando Portogallo, Inghilterra e Fiandre. Da qui iniziarono imprese sempre più ardite, un esempio è il viaggio verso il Golfo di Guinea dei fratelli Vivaldi (1292) finito, però, tragicamente. L’apertura della rotta atlantica portò a sistemi commerciali più integrativi; la navigazione genovese convogliava verso il Mediterraneo le pregiate lane inglese, ma allo stesso tempo alimentava le produzioni agricole del Sud della penisola iberica. All’inizio del XIV sec. La manifattura laniera fiorentina ha iniziato a lavorare in proprio la lana inglese e quella spagnola. I mercanti italiani potevano contare su capitali ingenti che potevano mettere a disposizione delle autorità straniere in cerca di risorse, questo ha portato l’insediamento di uomini d’affari (specialmente toscani) nei ruoli chiave dell’amministrazione del regno. Vi è la rinascita della moneta aurea, dimostrazione del valore d’affari tale da sostenere l’uso di metalli preziosi; ebbe inizio a Firenze con il fiorino, a Genova con il genoino, poi nel ducato di Venezia e poi in Francia. IL PROTAGONISMO DELLE CITTÀ ITALIANE Il XIII sec. era il periodo di apogeo dell’egemonia dei mercanti italiani nel Mediterraneo  culmine della crescita demografica (fino a 100.000 abitanti) a Genova, Milano, Venezia, Firenze. Era anche una fase di feroci conflitti cittadini, specialmente tra Genova e Pisa, entrambe desiderose di controllare la Sardegna. Mentre Genova otteneva sempre di più maggior potere, Pisa aveva preso il controllo di una collina dominante il golfo e il porto cagliaritano. Nel 1217 nasce Castel di Castro dove si trasferirono numerosi pisani e nel 1258 si arriva al predominio politico  dopo una lunga guerra riuscirono a sconfiggere il giudice di Cagliari (Chino di Massa) e conquistarono Santa Igia che suddivisero tra i membri delle grandi famiglie pisane: Donoratico-della Gherardesca, Capraia, Massa, Visconti. Nel frattempo, i pisani occuparono terreno anche in Sicilia dove Federico II aveva tolto ai genovesi i loro privilegi commerciali. Il 6 agosto 1284 avveniva la battaglia della Meloria nel Porto Pisano, tra Genova e Pisa. Quest’ultima viene sconfitta e deve ridimensionare i suoi traffici marittimi ma rimane comunque un importante porto per l’entroterra toscano e mantiene anche i privilegi su Tunisi, Mahdiyya e Bugia. Pisa, dopo la sconfitta, si concentra sulle attività bancarie recuperando anche i rapporti con Genova.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved