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capitolo 27 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente, Schemi e mappe concettuali di Storia Medievale

Riassunto del capitolo 27 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 29/10/2023

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4.5

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Scarica capitolo 27 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! CAPITOLO 27: UN SECOLO TRA PAURE E NUOVI ORIZZONTI (1291-1402) I CRISTIANI E I MUSULMANI Gerusalemme era il cuore dei dibattiti politici e delle discussioni religiose dell’Occidente. Il pellegrinaggio a Gerusalemme divenne un viaggio organizzato, un’esperienza per riportare le impressioni sui caratteri religiosi del Medio Oriente. In queta direzione operavano gli ordini mendicanti fiduciosi in una futura conversione grazie all’aiuto dei mongoli, ma questo era impossibile visto il ilkhanato di Persia si era convertito all’islam. Raimondo Lullo, studioso delle lingue orientali e della filosofia, pubblicò molte opere finalizzate a promuovere il cristianesimo. Durante il Concilio di Vienna (1311-1312), Clemente V ufficializzò l’abolizione dei templari, vennero progettate le maggiori università del tempo con cattedre di arabo e lingue orientali per preparare i futuri missionari. La letteratura del 300 vide una crescente produzione di opere religiose nel cristianesimo e nell’islamismo. Nel primo caso gli esponenti più importanti furono Pierre Dubois e Nicola di Lyra, quest’ultimo fu un commentatore dell’Apocalisse e sostenne che le sconfitte dei cristiani segnavano l’arrivo dell’anticristo. Nell’islam, protagonista era Ibri Taymiyya che scrisse molte opere contro il cristianesimo ma era solo una parte del suo obiettivo: egli attaccava gli eretici sciiti e i mongoli convertiti chiamandoli “falsi musulmani”. Questo scontro divenne intenso nel XIV sec perché, con i continui conflitti dell’Europa, era nata l’ossessione della pace che si poteva compiere solo con le crociate (desiderio mai realizzato). Anche a Bisanzio vi fu la letteratura contro l’Islam da parte degli stessi imperatori. IL MEDITERRANEO ISLAMICO I mamelucchi, anche nel corso del XIV sec, continuarono con lo stesso sistema di gestione del potere; di fatto però, erano le famiglie degli emiri a trasmettere i propri poteri e a controllare la scelta dei sultani. Dopo un periodo di dominazione del gruppo turco, nel 1382, essi vennero sostituiti con i circassi (provenienti dalle coste orientali del M. Nero). Tra la fine del 200 e l’inizio del 300, la Siria venne più volte devastata dai mongoli senza mai conquistarne il territorio. La conseguenza di queste devastazioni fu il crescente spopolamento tanto che, quando nel 1399 arrivarono le truppe di Tamerlano (conquistatore asiatico), la Siria venne devastata. Nel frattempo, l’Egitto subì gli effetti della peste nera portando il dimezzamento della popolazione che causò il crollo del sistema agricolo facendo diventare il terreno arido. I Merinidi (Marocco) desideravano espandersi nella penisola iberica però il loro sogno venne stroncato con la battaglia del Rio Salado nel 1340. I sovrani hafsidi portarono il titolo di califfi del Maghreb, mantennero una politica diplomatica nei confronti degli altri Paesi. I SOGNI DELLA CROCIATA MARITTIMA Per i cristiani, il recupero della Terrasanta doveva avere inizio con il blocco navale ai danni dell’Egitto per impedire ai sovrani del Cairo ogni intervento verso la Siria. Il carattere irrealistico di questo progetto era che, lo stesso Egitto era una base irrinunciabile per i commerci delle potenze europee, inoltre i sultani stipularono dei trattati con l’Aragona offrendo anche ai pellegrini dei trasporti sicuri. Il Mediterraneo orientale era diventato, per i cristiani, simbolo di un disordine politico molto ampio. In Grecia, gli eredi della quarta crociata si erano spartiti i territori. A metà del 300, i signori più potenti erano i fiorentini Acciaiuoli, preceduti negli anni 20 del 300 dalla Compagnia catalana di Ruggero da Flor che approfittando del disordine politico si era guadagnata il territorio. I Catalani si prestarono come mercenari tra le varie parti in lotta, diventando una specie di piccolo principato territoriale nell’Acaia (regione tra Atene e Tebe). Nel 1394, Neri Acciaiuoli strappò ai Catalani il ducato di Atene, occupandolo fino all’arrivo dei turchi nella seconda metà del 400. Nell’arcipelago, le grandi potenze italiane avevano acquisito punti di appoggio e colonie nell’Egeo. Il controllo della rete di porti era motivo di conflitti continui tra le varie potenze. Nel fronte bizantino si venivano a creare continue lotte di potere e gli stessi sovrani ricorsero più volte all’appoggio del sultano per difendersi dalle congiure di palazzo. Le crociate del XIV sec furono tutte imprese marittime perché l’uso delle flotte era il sistema più ragionevole per raggiungere l’Oriente e anche perché vi era la necessità di acquisire il controllo dei porti. Nel 1310 l’ordine dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni prese possesso di Rodi e resero l’isola una roccaforte impenetrabile, divennero poi una società di guerrieri esperti di marineria confermata dallo spostamento della loro sede a Malta. L’altra roccaforte decisiva era Cipro, retta da una dinastia francese legata alla discendenza dei re di Gerusalemme, i Lusignano. Il ruolo di Cipro era quello di essere una vera e propria porta dell’Oriente per gli occidentali anche in ambito commerciale. Da essa partì un’impresa militare che prese la forma di crociata del XIV sec: Pietro I Lusignano, guidò una flotta contro l’Egitto che arrivò a saccheggiare Alessandria nel 1365. In seguito, si diresse verso la Terrasanta compiendo saccheggi contro le città della costa ma venne assassinato nel 1369.
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