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Capitolo 29 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente, Schemi e mappe concettuali di Storia Medievale

Riassunto del capitolo 29 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 29/10/2023

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Scarica Capitolo 29 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! CAPITOLO 30: IL 400, POLITICA E CULTURA GLI ECHI DA BISANZIO La caduta di Costantinopoli (1453) ebbe conseguenze molto profonde in Italia, che, dopo i Balcani, era l’area maggiormente interessata all’espansione ottomana, per molti motivi: vicinanza geografica, presenza delle colonie genovesi e veneziane, secolare familiarità dei mercanti italiani con l’Impero bizantino e posizione del papato. Nel 1454, si tenne a Lodi un incontro tra tutti i maggiori Stati italiani, presieduto dal pontefice (Niccolò V), che mise capo alla firma di una pace per l’equilibrio territoriale dei diversi soggetti politici italiani al fine d’impegnarsi comunemente per la difesa della fede. Un’impresa ardua fu unire i sovrani italiani in un’iniziativa condivisa a livello militare. Nel 1455 venne firmata la Lega italica che da subito si dimostrò un progetto troppo debole; molti stati italiani prestarono poca attenzione al progetto della crociata, concentrati su problemi più urgenti. Per Venezia era preferibile una negoziazione con il sultano piuttosto che entrare in guerra. Poi vi era il re aragonese che aveva altri piani politici: nel 1451 aveva messo sotto la sua protezione il condottiero albanese Giorgio Castriota (Skanderbeg) che da anni combatteva contro l’impero ottomano ma che non era riuscito a evitare l’invasione dell’intero paese. Alfonso si proponeva come protettore della resistenza anti-ottomana con gli obiettivi di creare piccola crociata in proprio e di rinnovare le ambizioni di dominio sul regno napoletano precisamente sulla sponda balcanica dell’Adriatico. Di fronte alla resistenza dei sovrani italiani, papa Pio II dedicò alla crociata le ricchissime rendite dei giacimenti di allume scoperti a Tolfa (vicino a Roma) ma non ebbero l’effetto sperato e anche i suoi successivi tentativi fallirono. Per il papa, la crociata era un modo per rilanciare il ruolo del pontefice alla guida della cristianità occidentale. Conclusa la stagione conciliare, che lo stesso Pio II aveva contribuito ad archiviare con la bolla Execrabilis (1460), prendeva forma una Chiesa “monarchica” incentrata sul ruolo del papa: figura che tuttavia, aveva bisogno di un motivo speciale di prestigio e la crociata forniva proprio questo elemento. Perciò il papa decise di scrivere una lettera diplomatica direttamente al sultano Muhamad II, lodandolo per i propri meriti di grande condottiero e illustre sovrano, proponendogli così di assumere la corona imperiale, a patto che accettasse il battesimo e la guida spirituale del papa. Questo fu un gesto di forte provocazione ai sovrani europei dimostrando quanto forte fosse il suo potere. Le conquiste ottomane ispirarono anche altre iniziative come nel caso di Niccolò di Cusa che scrisse l’Esame critico del Corano, in cui riprendeva l’antica idea di Pietro il Venerabile, compose inoltre un trattato in forma di dialogo, Pace della fede, in cui gli interlocutori si interrogavano su come trovare una vi di conciliazione tre il cristianesimo e l’Islam. Un altro caso fu quello di Giovanni di Segovia che nel 1455 si ritirò in un monastero assieme a un maestro musulmano per scrivere una versione del testo sacro dell’Islam in tre ligue. Questi episodi avevano in comune l’idea che la diversità delle fedi potesse essere superata e che il sultano potesse essere la figura adatta per una nuova stagione di pace e unità. Ovviamente queste speranze occidentali non vennero prese in considerazione da Muhamad II, tuttavia egli assorbì alcuni tratti dell’impero di Costantinopoli; ad esempio, si fece rappresentare nelle medaglie celebrative o adottando l’appellativo trionfale di basileus. Dal 1472 la città-Stato di Ragusa riconobbe l’autorità del sultano e iniziò a pagare un tributo a Costantinopoli in cambio di una totale autonomia interna. Nel 1480, gli ottomani occuparono militarmente Otranto  reazione dei sovrani italiani discordante. Venne riconquistata dal re Ferrante l’anno successivo lasciando alle sue spalle una vicenda di martirio (migliaia di cristiani vennero trucidati al rifiuto di convertirsi all’Islam). Nel 1516, gli ottomani conquistarono tutto il dominio mamelucco (Egitto) e poterono godere di una posizione privilegiata per il controllo delle coste mediterranee e di un ruolo difensivo dei luoghi santi dell’Islam. Allo stesso tempo il Medio Oriente, compresa la Terrasanta, entrò a far parte dell’impero ottomano vedendo il sultano come loro protettore. L’atteggiamento dell’Occidente rimase sempre assai ambiguo: da una parte stava il sogno della crociata, con il terrore per la diversità religiosa e l’ideologia della guerra per la fede; dall’altra l’attrazione per un grande sovrano, per le ricchezze dell’Oriente e per l’efficienza di un’enorme macchina militare. Non mancarono le occasioni di conoscenza reciproca: i mercanti fiorentini e veneziani circolavano abitualmente nelle terre ottomane. Djem (fratello di Bayezid II) visse per anni come ospite-ostaggio presso la corte papale o quella francee. Muhamad II decise di raffigurarsi in un ritratto tipicamente rinascimentale dal pittore Gentile Bellini e partecipò alla cattura un attentatore di Lorenzo de Medici che si era rifugiato a Costantinopoli. LA GRECIA IN ITALIA L’avanzamento ottomano portò la fuga verso Occidente di una parte del ceto dirigente bizantino. Il fenomeno divenne macroscopico nel 1439 con il tentativo papale di ricomprendere le chiese greche sotto l’autorità della sede pontificia. Gli intellettuali bizantini portarono con sé le proprie esperienze culturali e in alcuni casi le biblioteche, come accadde a Bessarione che nel 1469 donò la sua preziosa collezione di manoscritti greci alla Repubblica di Venezia.
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