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Capitolo 30 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente, Schemi e mappe concettuali di Storia Medievale

é il riassunto del capitolo 30

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 29/10/2023

DokiDoki00
DokiDoki00 🇮🇹

4.5

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Scarica Capitolo 30 di Un medioevo mediterraneo. Mille anni tra Oriente e Occidente e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! CAPITOLO 29: GOVERNARE CON IL CONSENSO LA STAGIONE CONCILIARE Il concilio di Costanza divenne il momento centrale di tutta la storia dell’Europa tardomedievale, fu la soluzione dello scisma aperto del conclave (1378) e delle diverse obbedienze papali deponendo i tre Papi in carica (Benedetto XIII, Gregorio XII, Giovanni XXIII). Benedetto XIII fu quello che si oppose apertamente creando un piccolo scisma supportato dall’appoggio aragonese ma che ebbe una resistenza inefficace. Venne eletto un nuovo pontefice, Ottone Colonna, che divenne Martino V e riuscì a riportare la sede papale a Roma. Il concilio introdusse un nuovo modo di governare, egli rappresentava il corpo invisibile della Chiesa universale e inoltre venne rafforzato dal Concilio di Costanza con due canoni: - Haec sancta: facoltà del concilio di decidere sulle questioni di governo delle Chiesa - Frequens: convocazione del concilio a cadenza quinquennale Martino V fece di tutto pur di non applicare la regola del Frequens procrastinandola fino al 1423. Il papa successivo, Eugenio IV, decise di disconoscere l’assemblea di Basilea però i prelati continuarono comunque. Nel 1434 Eugenio decise di abbandonare l’Urbe e inserirsi a Firenze dove riuscì a convocare un concilio che avrebbe svolto le funzioni di quello di Basilea. I padri di Basilea arrivarono al punto di ritirare l’obbedienza al pontefice ed eleggerne uno alternativo: il duca di Savoia Amedeo VIII, nominato papa Felice V nel 1440. Nel frattempo, a Firenze, il Papa aveva stretto un patto con Giovanni VIII Paleologo (imperatore di Bisanzio) dove gli prometteva l’aiuto militare per difendere Costantinopoli in cambio della sottoscrizione di un atto di unione con la Chiesa romana. Questo patto non ebbe grandi effetti perché la gerarchia ecclesiastica greca si rifiutò di accettarlo. Papa Pio II, divenuto pontefice con la bolla Execrabilis vietò l’appello al concilio nelle controversie interne della Chiesa inaugurando un periodo di assolutismo papale. Gli Stati monarchici, però, erano riusciti ad imporre un effettivo controllo sulle nomine delle sedi ecclesiastiche come con la Prammatica sanzione di Bouges del re francese Carlo VII. Allo stesso tempo, il rilancio del papa come vertice della cristianità suscitava resistenze molto forti a causa della pesante fiscalità papale che alimentava profondamente l’ostilità delle chiese regionali verso la Curia. Per il movimento hussista, da Jan Hus, il concilio avrebbe dovuto assumere una funzione di riforma, che restituisse ai fedeli la dimensione comunitaria della vita ecclesiale. Jan Hus tentò di trarre i padri conciliari di Costanza nella discussione, ma dopo il suo arrivo al concilio venne sottoposto a giudizio per eresia e bruciato al rogo. Questo non eliminò il movimento ma anzi divenne sempre più radicale tanto da manifestare l’esplicito rifiuto dell’obbedienza alla gerarchia della Chiesa e agli ufficiali imperiali del sovrano germanico, Sigismondo di Lussemburgo. Il conflitto si risolse solo nel 1436 con i Compactata, una serie di accordi tra i capi del movimento e l’imperatore che permettevano l’accesso ai laici alla comunione sotto le due specie (l’ostia consacrata e il vino del calice dell’altare). L’Europa del XV sec fu segnata da una profonda inquietudine religiosa amplificata dalla paura dell’espansione ottomana. L’esplosione di fenomeni di violenza religiosa erano parte di un clima più generale di cambiamento della cristianità. Le violenze contro gli ebrei si fecero sempre più ricorrenti, tanto che si arrivò al processo contro gli ebrei, a Trento nel 1475, accusati di aver rapito e trucidato un bambino per orribili riti blasfemi e questo portò a una vera e propria persecuzione. L’ossessione per il diabolico e per la stregoneria venne interpretata nella pubblicazione del trattato Martello delle streghe del 1484. LA FINE DELLA GUERRA DEI 100 ANNI E I RAPPORTI TRA SOVRANI E NOBILTÀ NEL 400 La Francia di Carlo VI, dilaniata dalle divisioni interne, minata dalla politica ambigua e interessata dei duchi di Borgogna, mostrava il fianco a ogni tentativo ostile. Ne approfittò il re d’Inghilterra, Enrico V, che condusse le proprie truppe sulle coste settentrionali della Francia vincendo la battaglia di Azincourt nel 1415. Questa fu una vittoria schiacciante sulla cavalleria francese che portò l’estensione inglese in tutta la parte settentrionale della Francia. Carlo VI fu costretto ad accettare la Pace di Troyes del 1420 con la quale si stabiliva che, dopo la sua morte, la corona sarebbe passata all’erede del trono inglese invece che a suo figlio Carlo detto il Delfino. Enrico VI venne incoronato re di Francia e d’Inghilterra nel 1422, egli però era troppo giovane per governare e ben presto scoppiarono delle lotte politiche interne. Allo stesso tempo, in Francia, il principe Carlo stava organizzando una resistenza dell’aristocrazia fedele ai Valois contro il nuovo re. In aiuto arrivò la storia di Giovanna d’Arco, che nel 1429, si presentò al Delfino sostenendo di avere visioni dove Cristo la incoraggiava a combattere e nei due anni successivi partecipò all’azioni militari diventando simbolo dello spirito di fedeltà alla causa Valois. Giovanna d’Arco cadde però prigioniera dell’esercito borgognese, venne accusata di stregoneria e bruciata sul rogo nel 1431  assume il ruolo di martire dell’identità francese. Nel 1435 ad Arras venne firmato un trattato con il duca di Borgogna, Filippo il Buono, che riconosceva Carlo come re di Francia. Con questo trattato, l’esercito inglese si trovò sempre più in difficoltà a mantenere la propria posizione e all’inizio degli anni 50, la guerra si concluse definitivamente con l’incoronazione di Carlo VII a Parigi. I decenni successivi non furono quieti a causa dei feroci conflitti interni delle due monarchie.
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