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Potere, Azione Sociale e Strutture: Comportamenti, Istituzioni e Relazioni Sociali - Prof., Sintesi del corso di Sociologia

La struttura sociale come modelli di comportamento ricorrenti e come vincola e agevola l'interazione sociale. Il potere è un meccanismo ambivalente che consente la funzionalità della società, ma può essere messo in discussione dall'azione collettiva. Le ricerche sociologiche mostrano come le strutture sociali non siano naturali o inevitabili, ma prodotte dall'azione umana. I concetti chiave di status e ruoli, analizza l'etnometodologia e i metodi di esame sociale a livello microsociologico, mesosociologico e macrosociologico.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 03/11/2021

anna-vicentini
anna-vicentini 🇮🇹

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Scarica Potere, Azione Sociale e Strutture: Comportamenti, Istituzioni e Relazioni Sociali - Prof. e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! CAPITOLO 5: potere, azione sociale e strutture La struttura sociale consiste in modelli di comportamento ricorrenti. Essa vincola il comportamento sociale ponendo dei limiti, ma lo agevola anche, mettendo a disposizione delle persone un contesto e dei modelli di comportamento entro cui possono interagire. Le persone inoltre conservano una capacità di azione, ovvero la capacità di operare indipendentemente dai vincoli sociali, anche in contrasto con le aspettative della società. Il potere è un meccanismo ambivalente, in quanto da una parte la struttura ne ha bisogno per funzionare, e dall’altra l’azione collettiva delle persone può mettere in discussione queste situazioni consolidate, dando avvio al mutamento della struttura sociale stessa. Le ricerche dimostrano che la struttura sociale è costituita da comportamenti schematizzati e ripetitivi, queste routine stanno alla base delle istituzioni sociali, cioè le grandi aree della vita sociale in cui si creano routine e modelli di comportamento destinati a durare nel tempo. Le istruzioni sociali includono, tra l'altro, il governo, le scuole, le imprese e le istituzioni religiose. L'analisi sociologica dimostra che i modelli di comportamento di cui si compone la struttura sociale non sono naturali, immodificabili o inevitabili, al contrario, in quanto prodotto dell'azione umana, gli esseri umani posso modificarli. Le strutture sociali possono variare anche nel tempo e da cultura a cultura (es. educazione dei bambini a livello interculturale o l'emancipazione delle donne negli ultimi 50 anni). I sociologi usano due concetti chiave: status e ruolo, per capire cosa lega una persona un'altra e ai modelli che costituiscono la struttura sociale. Lo status è la posizione che un individuo può occupare all'interno di un sistema sociale e può essere ascritto o acquisito. Il primo è una posizione che viene assegnata a una persona dalla nascita indipendentemente dai suoi desideri, mentre lo status conseguito è una posizione che una persona ottiene volontariamente per effetto delle sue azioni. Infine, i ruoli sono insiemi di comportamenti attesi nei diversi contesti che si associano a determinati status. Anche i ruoli possono variare nel tempo (es. il ruolo del genitore negli anni). I membri di una società interagiscono tra di loro con modalità che si consolidano i modelli, i quali si protraggono nel tempo trasformandosi in routine. Queste interazioni microsociologiche costituiscono i mattoni su cui si fonda una società. Uno dei metodi più usati dai sociologi per esaminare le interazioni sociali a livello microsociologico è l’etnometodologia: un approccio che analizza i metodi utilizzati dalle persone per dare senso alle proprie attività quotidiane enfatizzando le modalità con cui creano collettivamente una struttura sociale nelle proprie attività di tutti i giorni. Un metodo utilizzato è quello dei “breaching experiments”, ovvero situazioni sociali controllate in cui si infrangono deliberatamente le regole sociali violando regole di base modelli di comportamento consolidati. Violando queste norme sociali, gli esperimenti mettono in luce l'esistenza di norme inespresse che strutturano innumerevoli aspetti della vita sociale e che diventano visibili solo quando vengono infrante. A livello mesosociologico possiamo scoprire come funziona la struttura sociale delle organizzazioni. La struttura organizzativa designa le regole e la routine che disciplinano l’attività quotidiana all’interno delle organizzazioni. Ogni gruppo ha norme e aspettative specifiche, associate a un ruolo preciso. A livello macrosociologico, è possibile riconoscere la struttura sociale nei molteplici modelli di comportamento di una società. A questo livello di analisi, molti sociologi ricorrono spesso alla prospettiva funzionalista, concentrandosi in particolar modo sull’interazione tra le istituzioni (famiglia, economia, governo, educazione, religione). Le strutture sociali hanno funzioni specifiche che soddisfano i bisogni della società nel suo complesso; per garantire la sopravvivenza di una società, le sue strutture e le sue istituzioni devono continuare a soddisfare tali bisogni. | funzionalisti si occupano di temi come l’integrazione sociale, ovvero il processo mediante il quale le strutture e i valori sociali uniscono le persone all’interno di una società. Si può fare l'esempio del lavoro, che ha sia funzioni economiche che sociali, come la creazione di routine quotidiane stabili ecc. Inoltre, secondo i funzionalisti, dal momento che le istituzioni sociali sono interdipendenti, il loro equilibrio è precario per definizione: un cambiamento in un'istituzione indurrà un cambiamento anche nelle altre. Le strutture possono anche avere funzioni negative e quindi essere disfunzionali (es. nella società americana lo erano la schiavitù e la discriminazione razziale). Pertanto, per capire come funziona una struttura all’interno di una società, dobbiamo stabilire chi ne beneficia e chi ne viene danneggiato. Gli esseri umani però non sono meri prodotti della struttura, ma pensano, decidono ed agiscono. Max Weber voleva capire soprattutto cosa motiva le nostre azioni e dimostrò che gli obiettivi dell’azione umana si modificano con iltempo e da una cultura all'altra. Identificò 4 ideal-tipi di azione umana: Azione tradizionale motivata dal costume e guidata dal passato Azione affettiva, guidata dalle emozioni e dai sentimenti (es. i tifosi che invadono il campo) Azione razionale rispetto al valore, orientata da un’ideale sia nel suo svolgersi sia nei suoi fini Azione razionale rispetto allo scopo, motivata da logiche di efficienza (definire degli obiettivi e come raggiungerli) PONE Max Weber definì il potere come la capacità di conseguire un risultato desiderato, anche andando contro l'opposizione di altri. Quindi si distingue il “potere di”, inteso come raggiungimento di un obiettivo, e “potere su”, per dominare sugli altri. | due principali approcci che si basano sul concetto di “potere di” sono quello funzionalista e quello dell’empowerment. Per i funzionalisti, l'approccio del “potere di” può essere applicato anche a sistemi sociali come le scuole, i governi o intere società: le società dotate di potere possono assicurare un tenore di vita più elevato ai propri cittadini grazie a denaro, conoscenze tecnico-scientifiche ecc. L’empowerment riguarda invece l'ampliamento della capacità delle persone di raggiungere un obiettivo desiderato, quindi individualmente riguarda ad esempio la crescita personale, ma può coinvolgere anche organizzazioni e intere categorie di persone (es. movimento femminista). Le strategie finalizzate ad accrescere l'empowerment si basano sull’educazione, l’organizzazione e il networking: e Educazione; alcuni approcci pedagogici si focalizzano sull’emancipazione degli studenti anziché sul mero apprendimento di nozioni e Organizzazione; mettere insieme persone con obiettivi comuni e tentare di raggiungerli ® Networking; esigenza di cercare nuovi alleati Per quanto riguarda il “potere su”, viene definito così perché vuole dominare sugli altri. Robert Dahl scrisse che “A ha potere su B nella misura in cui può indurre B a fare qualcosa che altrimenti non farebbe”. Le leve del potere sono 3: 1. Persuadere = ottenere il consenso delle persone convincendole della correttezza della propria posizione e dei propri obiettivi (potere limitato in quando non è in grado di superare un’opposizione ostinata) 2. ‘ompensare = promuovere il consenso delle persone offrendo loro un incentivo positivo 3. Costringere/coercizione = imporre il consenso attraverso la minaccia e la violenza. Il potere è presente in tutti i livelli della vita sociale. Per quanto riguarda i piccoli gruppi e le organizzazioni, sono state identificate 6 basi di potere: 1. Potere di gratificazione = il controllo che un soggetto esercita su risorse ritenute preziose, che possono essere usate per fornire incentivi positivi 2. Potere coercitivo = la capacità di punire (maltrattamento verbale o fisico)
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