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Stratificazione Sociale e Teorie delle Classi: Differenze e Disuguaglianze di Classe, Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Il tema delle differenze e disuguaglianze di classe, esaminando i sistemi di stratificazione sociale e le principali teorie delle classi sociali. Della stratificazione sociale come sistema di disuguaglianze tra gruppi sociali, basato su fattori economici, età, genere e religione. Vengono presentate le teorizzazioni di karl marx e max weber sulle classi sociali, con un focus sulla pauperizzazione della classe operaia e la previsione di una rivoluzione comunista. Il documento inoltre introduce il concetto di intersezionalità e la complessa interazione tra classe, status e partito.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 05/01/2024

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sara-capitani-1 🇮🇹

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Scarica Stratificazione Sociale e Teorie delle Classi: Differenze e Disuguaglianze di Classe e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! CAPITOLO 5. STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI. In questo capitolo affronteremo il tema delle differenze e disuguaglianze di classe. Cominceremo esaminando i diversi sistemi di stratificazione sociale, per poi passare alle principali teorie delle classi sociali. Il capitolo si conclude con un'analisi della mobilità sociale. 1.SISTEMI DI STRATIFICAZIONE. Per descrivere le disuguaglianze tra gruppi nelle società umane, i sociologi parlano di stratificazione sociale. Questa può essere fondata su fattori economici sul genere, l'età, la religione… La stratificazione può quindi essere definita come un sistema di disuguaglianze strutturate tra gruppi sociali. La società è un insieme di “strati” ordinati gerarchicamente, in cui i privilegiati occupano le posizioni più alte, i meno privilegiati quelle più basse. Tutti i sistemi di stratificazione possiedono tre caratteristiche fondamentali. ● La stratificazione riguarda categorie di individui accomunati da determinate caratteristiche. In alcuni casi i singoli individui possono spostarsi da una categoria all'altra (ad esempio un povero che diventa ricco, o viceversa), ma la categoria in quanto tale rimane immutata. ● Le opportunità individuali dipendono dalla posizione relativa della categoria di appartenenza. Essere maschi o femmine, bianchi o neri, benestanti o lavoratori comporta grandi differenze nelle opportunità di vita. ● I rapporti tra le diverse categorie tendono a cambiare lentamente. Nelle società industrializzate, ad esempio, solo da poco tempo le donne hanno cominciato a raggiungere la parità con gli uomini in molti ambiti di vita. Le prime società umane, basate sulla caccia e la raccolta, erano poco stratificate, soprattutto perché erano poche le risorse da ripartire tra i membri. Oggi le società industriali e postindustriali sono molto complesse e la loro stratificazione è a forma di goccia, con la maggioranza degli individui in una posizione media o medio-bassa e pochissimi al vertice. Possiamo distinguere quattro sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane: ● Schiavitù; ● Caste; ● Ceti; ● Classi. Nelle società contemporanee prevalgono le classi. 1.1. LA SCHIAVITU’. La schiavitù è una forma estrema di disuguaglianza, per cui alcuni individui sono letteralmente proprietà di altri. Gli schiavi erano privi di quasi ogni diritto, esclusi dalle cariche politiche e militari ed erano accettati nella maggior parte delle altre occupazioni. Alcuni erano istruiti e lavoravano nell'amministrazione dello stato, altri erano abili artigiani. Molti di loro, però, erano meno fortunati e destinati al duro lavoro nelle miniere. Nei sistemi schiavisti un'elevata produttività poteva essere ottenuta solo attraverso un costante controllo e brutali punizioni. Questi sistemi erano molto instabili a causa dei conflitti da essi stessi provocati e perché il lavoro umano può essere più efficacemente motivato da incentivi, economici o di altro tipo. A partire dal XVIII secolo, in Europa e in America molti cominciarono a considerare la schiavitù moralmente inaccettabile per le società “civilizzate”. Oggi la schiavitù è illegale ovunque, ma non è scomparsa del tutto: la schiavitù moderna è concentrata soprattutto in Africa e in Asia. 1.2. CASTE. Le caste sono gruppi sociali chiusi basati su caratteri come l'etnia, il colore della pelle, la religione o la professione dei genitori. Un sistema di caste è una forma di stratificazione in cui la posizione sociale dell'individuo è ascritta, cioè determinata dalla nascita e fissata per tutta la vita. La “purezza” della casta viene spesso preservata con l'endogamia, ovvero l'obbligo di contrarre matrimonio all'interno del gruppo sociale di appartenenza. L'esempio più tipico di caste è quello dell'India, in cui esistono quattro caste: ● Brahmini (saggi e leader spirituali); ● Kshatriya (militari e governanti); ● Vaishya (agricoltori e mercanti); ● Shudra (artigiani e lavoratori). Al di sotto di queste quattro caste stanno i Dalit, ossia gli “intoccabili”, con i quali i membri delle altre caste devono evitare ogni contatto. Gli intoccabili possono svolgere solo i lavori infimi, come smaltire i rifiuti, e spesso sono costretti a mendicare e a cercare il cibo tra la spazzatura. 1.3 CETI. Il sistema dei ceti ha caratterizzato il feudalesimo europeo. I ceti feudali erano gruppi sociali con diritti e doveri diversi. Il ceto superiore era composto dall’aristocrazia e dalla piccola nobiltà. Il clero, invece, costituiva un altro ceto con importanti privilegi di varia natura. Funzionari, mercanti, artigiani, contadini liberi e servi della gleba appartenevano al "terzo stato”. Tra i ceti si tollerava un certo grado di mobilità ed erano ammessi i matrimoni misti. I cittadini non nobili potevano essere elevati al rango di cavaliere. 1.4 CLASSI. Si parla di classi per indicare vasti gruppi di individui che condividono lo stesso tipo di risorse economiche, le quali influiscono fortemente sulle loro condizioni di vita. Il possesso di beni e il tipo di occupazione costituiscono le basi primarie delle differenze di classe. Le classi si distinguono per quattro aspetti fondamentali. ● I sistemi di classe sono fluidi. Le classi non dipendono da ordinamenti giuridici o religiosi. I confini tra le classi non sono mai netti. Non esistono restrizioni formali al matrimonio tra appartenenti a classi diverse. ● Le classi hanno basi economiche, cioè si fondano su disuguaglianze nel possesso e nel controllo di risorse materiali. Negli altri sistemi di stratificazione sono in genere più importanti i fattori non economici. ● Nei sistemi di classe prevalgono i rapporti impersonali. Mentre negli altri sistemi di stratificazione le disuguaglianze implicano relazioni di obbligo personale (tra schiavo e padrone, tra servo e signore, tra appartenenti a caste diverse), i sistemi di classe comportano rapporti impersonali, come quelli tra aziende e dipendenti, che riguardano il salario e le condizioni di lavoro. 2.TEORIE DELLE CLASSI SOCIALI. Le prospettive teoriche più influenti nello studio della stratificazione e della struttura di classe sono riconducibili a Karl Marx e a Max Weber. 2.1 MARX: LA LOTTA DI CLASSE. Marx si è occupato delle classi sociali in numerose opere, ma non è riuscito a fornire un'analisi sistematica del concetto di classe. Ne “Il capitale" si interrompe proprio nel punto in cui affronta la questione “cosa costituisce una classe?”. Il concetto marxiano di classe deve perciò essere ricavato dal complesso delle sue opere. Per Marx una classe è un gruppo di individui che condivide un determinato rapporto con imezzi di produzione. Nelle società preindustriali i mezzi di produzione erano la terra e gli strumenti usati per l'agricoltura e l'allevamento. Le due classi principali erano quindi costituite dai proprietari terrieri (aristocratici, piccola nobiltà) e dai lavoratori della terra (schiavi, servi della gleba, liberi contadini). Nelle società industriali moderne i mezzi di produzione sono le fabbriche, gli uffici e i macchinari, ovvero il capitale necessario per acquistarli. Le due classi principali sono costituite da coloro che possiedono questi nuovi mezzi di produzione, cioè la borghesia, e da coloro che si guadagnano da vivere vendendo la propria forza lavoro, cioè il proletariato. Tra le classi vige un rapporto di sfruttamento. Nelle società feudali i contadini erano obbligati a versare una certa quota della loro produzione ai proprietari terrieri, oppure a lavorare per un dato numero di giorni al mese nei campi di questi ultimi. Nelle società capitalistiche moderne, la fonte dello sfruttamento è meno evidente. Secondo Marx, nel corso della giornata lavorativa gli operai producono più valore di quello che ricevono sotto forma di salario. Di questo plusvalore si appropriano i capitalisti come loro profitto. Marx era colpito dalle disuguaglianze create dal sistema capitalistico. Marx impiega il termine pauperizzazione per indicare il processo di progressivo impoverimento della classe operaia rispetto alla borghesia capitalista. Anche se gli operai accrescono il proprio benessere, la differenza tra loro e i capitalisti continua ad allargarsi. Questa disuguaglianza non è solo di natura economica; Marx osserva che gli operai vivono una condizione di alienazione dal loro lavoro e dai suoi prodotti: invece di essere di per sé fonte di soddisfazione, il lavoro è finalizzato esclusivamente a guadagnare denaro. Alcuni filoni principali delle critiche al marxismo: ● La dicotomia sociale marxiana, cioè la divisione della società capitalistica in borghesia e proletariato viene ritenuta semplicistica, All'interno del proletariato esistono divisioni tra operai qualificati e non qualificati. Tali divisioni sono ancora più complesse se si tiene conto del genere e dell'origine etnica. Diventa quindi improbabile un'azione comune dell'intera classe operaia. ● Non si è avverata la previsione di una rivoluzione comunista guidata dalla classe operaia nelle società avanzate. Ciò mette in discussione l'analisi marxiana delle dinamiche capitalistiche. ● Marx vedeva nella coscienza di classe una conseguenza delle esperienze condivise dal proletariato, ma oggi gli individui tendono meno a identificarsi con la loro posizione di classe. Senza una coscienza di classe non è possibile una lotta di classe organizzata, e di conseguenza nemmeno una rivoluzione comunista. Nonostante queste critiche, il pensiero di Marx continua a esercitare una grande influenza. 2.2 WEBER: CLASSE, STATUS E PARTITO. L’approccio weberiano al problema della stratificazione riprende L'analisi di Marx, ma giunge a conclusioni molto diverse sul capitalismo. Come per Marx, anche per Weber la società è caratterizzata da conflitti per le risorse materiali e il potere. Ma Weber sviluppa una concezione più complessa e multidimensionale della società. A suo avviso la stratificazione sociale presenta altre due dimensioni: lo status e il partito. Pur accettando la concezione marxiana secondo cui la classe si fonda su condizioni economiche oggettive, Weber individua una varietà di fattori economici rilevanti per la formazione delle classi: la proprietà dei mezzi di produzione, le risorse e le capacità professionali. Weber ritiene che sia questa posizione di mercato a influenzare in maniera determinante le opportunità di un individuo. Nella teoria weberiana lo status si fonda su differenze sociali relative all'onore o al prestigio. Nelle società tradizionali lo status era riconosciuto attraverso interazioni dirette e protratte nel tempo. Con il crescere della complessità sociale ciò diventa impossibile. Ecco allora che lo status viene riconosciuto attraverso lo stile di vita. Le persone che hanno lo stesso status formano un gruppo sociale con un senso di identità condiviso. Mentre Marx credeva che le distinzioni di status fossero una conseguenza delle divisioni di classe, per Weber lo status varia spesso indipendentemente dalla classe. Nelle società moderne, sottolinea Weber, il partito è un fattore importante nella distribuzione del potere, e può influenzare la stratificazione indipendentemente dalla classe e dallo status. Status e partito subiscono l'influenza delle classi, ma a loro volta incidono sulla situazione economica dei gruppi sociali, condizionando così le divisioni di classe. Gli studi di Weber sulla stratificazione sociale sono importanti perché mostrano che altre dimensioni della stratificazione influiscono sulla vita degli individui. Weber attira l'attenzione sulla complessa interazione tra classe, status e partito come fattori distinti della stratificazione sociale. 4.6 CLASSI E GENERE. Gli studi sulle classi sociali sono stati per molti anni insensibili al problema del genere. Le disuguaglianze di genere precedono di molto le divisioni di classe; gli uomini avevano una posizione superiore alle donne anche nelle società di caccia e raccolta. Nelle società moderne le divisioni di classe sono così marcate che tendono a prevalere sulle disuguaglianze di genere, per cui la posizione sociale delle donne riflette quella dei rispettivi padri o mariti. Goldthorpe sostiene che non si tratta di un approccio sessista. Al contrario, esso riconosce che la maggior parte delle donne si trova in una posizione subordinata nel mercato del lavoro. La tesi di Goldthorpe è stata criticata da diversi punti di vista. ● In molti casi il reddito delle donne, anche se inferiore a quello dei loro partner, è essenziale per la condizione economica e lo stile di vita della famiglia, ne determina in via complementare la posizione di classe e non può essere trascurato. ● Può accadere che l'occupazione della moglie definisca in via principale la posizione di classe della famiglia (quando il marito è un operaio e la moglie gestisce un negozio). ● Nelle famiglie caratterizzate da una doppia appartenenza di classe, in cui l'occupazione del marito rientra in una classe diversa da quella della moglie, può essere più realistico trattare l'uno e l'altra come collocati in differenti posizioni di classe. ● La percentuale di famiglie in cui le donne sono l'unica fonte di reddito è in aumento, e in questi casi la donna determina per definizione la posizione di classe della famiglia. Goldthorpe ha difeso la posizione convenzionale, ma ha incorporato alcuni importanti cambiamenti nel suo modello. La classificazione delle famiglie è ora determinata da “chi fornisce il maggiore contributo al sostentamento familiare”. L’ingresso delle donne nel mondo del lavoro retribuito ha avuto un impatto rilevante sul reddito familiare. 5.LA MOBILITA’ SOCIALE. Lamobilità sociale si riferisce agli spostamenti di individui e gruppi tra diverse posizioni socioeconomiche. ● Permobilità verticale si intende lo spostamento verso l'alto o verso il basso nella scala delle posizioni socioeconomiche. - Lamobilità ascendente si ha nel caso di chi guadagna in ricchezza, potere o status; - Lamobilità discendente nel caso di chi si sposta nella direzione opposta. ● Permobilità orizzontale si intende il movimento geografico attraverso quartieri, città, regioni e paesi. Ci sono due modi di studiare la mobilità sociale: ● Lamobilità intergenerazionale, data dal cambiamento di posizione socioeconomica di un singolo individuo nel corso della sua vita, indicato in genere dall'andamento della sua carriera lavorativa; ● Lamobilità intergenerazionale, data dal cambiamento di posizione socioeconomica rispetto alla generazione precedente, indicato in genere dallo scostamento della condizione occupazionale dei figli rispetto a quella del padre. 5.1 GLI STUDI SULLA MOBILITA’. La mobilità verticale in una società rappresenta l'indice principale della sua apertura, cioè della possibilità che gli individui nati negli strati inferiori possano salire lungo la scala socioeconomica. Gli studi sulla mobilità sociale prendono in esame periodi di oltre cinquant'anni e spesso prevedono comparazioni internazionali. Un importante lavoro fu condotto in America da Blau e Duncan: la loro indagine costituisce tuttora lo studio più dettagliato sulla mobilità sociale condotto in un singolo paese. La ricerca giunse alla conclusione che negli Stati Uniti c'era molta mobilità verticale. Lamobilità di lungo raggio era invece rara. Blau e Duncan ritenevano che la mobilità sociale ascendente fosse una caratteristica generale delle società industriali nel loro complesso e contribuisse alla stabilità e all'integrazione sociale. Il più celebre studio sulla mobilità sociale è stato quello di Lipset e Bendix che si concentrarono sulla mobilità maschile dalle attività manuali a quelle impiegatizie. Lipset e Bendix conclusero che tutti i paesi industrializzati stavano attraversando una fase di mutamento caratterizzata dall'espansione delle mansioni impiegatizie. La maggior parte degli studi si è concentrata sulle dimensioni “oggettive” della mobilità. Marshall e Firth hanno scelto un approccio diverso, indagando le percezioni soggettive delle persone circa i cambiamenti della propria posizione sociale. Mentre alcuni ritenevano che la mobilità sociale producesse un senso di squilibrio e isolamento, altri reputavano che ci fosse un processo di graduale adattamento alla nuova classe. Marshall e Firth cercarono di stabilire se la mobilità di classe fosse legata a un senso di soddisfazione o insoddisfazione per quanto riguarda aspetti della vita quotidiana come la famiglia, la comunità, il lavoro, il reddito, la politica. Nel 2020 è stato pubblicato per la prima volta il Global Social Mobility Report, che fornisce un indicatore della mobilità sociale basato su parametri come l'accesso alla salute, all'istruzione, alla tecnologia, al lavoro, alla protezione sociale, alle istituzioni. 5.2 LA MOBILITA’ DISCENDENTE. La mobilità discendente è un fenomeno diffuso. Essa è molto collegata all'insorgere di problemi o disturbi psicologici che impediscono di conservare il precedente standard di vita. Un'altra importante fonte di mobilità discendente è la disoccupazione. La mobilità discendente è diffusa tra le donne divorziate o separate con figli. Donne che da sposate avevano un'esistenza agiata e trovano difficile destreggiarsi tra lavoro, cura dei figli e responsabilità domestiche. 5.3 MOBILITA’ E GENERE. Gran parte delle ricerche sulla mobilità sociale si è concentrata sugli uomini, ma negli ultimi anni si è cominciato a prestare attenzione anche alla mobilità femminile. Le donne hanno oggi opportunità molto superiori a quelle delle generazioni precedenti. Le più avvantaggiate dal cambiamento sono state le donne della classe media, che hanno possibilità di accesso agli studi superiori equivalenti a quelle degli uomini. Anche le loro opportunità di carriera stanno aumentando. Nelle assunzioni i dirigenti e i datori di lavoro tendono a favorire i candidati maschi, perché ritengono che le donne non siano realmente interessate alla carriera e che lasceranno il lavoro una volta formata una famiglia. 6.CONCLUSIONI. La vita di una persona non è mai totalmente determinata dalla sua posizione di classe e molti approfittano della mobilità sociale. L'espansione dell'istruzione superiore, la crescente accessibilità dei titoli professionali, l'avvento di internet e della new economy sono tutti importanti canali di mobilità ascendente. Negli ultimi decenni la distanza tra i più poveri e i più ricchi è aumentata in molti paesi. Il concetto tradizionale di classe si è per certi versi indebolito, ma le divisioni di classe sono all'origine di disuguaglianze. La classe sociale continua a esercitare una forte influenza su aspetti fondamentali della nostra esistenza, come la salute, la speranza di vita, l'accesso all'istruzione, la remunerazione del lavoro.
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