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Capitolo 6- Geocartografia (E. Lavagna G. Lucarno), Appunti di Geografia

Sintesi del capitolo Sesto del manuale di Geocartografia di E. Lavagna e G. Lucarno

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 01/07/2021

Michelamazza8
Michelamazza8 🇮🇹

4.4

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Scarica Capitolo 6- Geocartografia (E. Lavagna G. Lucarno) e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! SIMBOLOGIA E TOPONOMASTICA Una volta attivata sulla carta la costruzione del reticolo geografico, inizio il lavoro del topografo che determina la posizione degli elementi presenti sul terreno, naturali o prodotti dalle attività umane. Essi non possono essere ovviamente rappresentati nella loro forma reale, ma per mezzo di simboli e dopo un’attenta selezione da cui emergeranno solo quelli veramente importanti. La simbologia è costituita da un insieme di segni convenzionali, qui si associa un ben preciso significato in relazione agli elementi rappresentati. È facile, per esempio, scambiare il simbolo di un albero con quello di un cippo chilometrico di strada statale, oppure quello di consentire con un limite amministrativo comunale, è solo un minimo di pratica e consente una rapida e corretta interpretazione. Requisiti fondamentali della rappresentazione sono la chiarezza e la leggibilità, raggiungibili solo a condizione che la quantità dei segni riprodotti non sia eccessiva, ma si limita le indicazioni necessari e sufficienti descrivere esaustivamente il territorio con il grado di dettaglio richiesto. Inoltre importante ricordare che ciò che riportato sulla carta corrisponde a quando il topografo ha rinvenuto all’epoca del rilevamento. Carte vecchio non aggiornate possono risultare notevolmente difformi dalla situazione reale, soprattutto per quanto riguarda le opere umane o quei tratti della morfologia che più di altri vanno soggetti a mutamenti naturali. Gli elementi fisici più caratterizzanti del territorio da cartografare sono certamente quelli dell’oro grafia e dell’idrografia. L’orografia descrive la distribuzione e la conformazione dei rilievi. Un’accurata topografia del rilievo è già in grado di fornire utili elementi per determinare il paesaggio, in alcuni casi, anche della conformazione geologica e i punti di riferimento indispensabili Per l’orientamento e per individuare tutti gli altri elementi del territorio. In stretta relazione con l’orografia e l’idrografia che tratta la configurazione delle reti idriche e degli specchi d’acqua. Infatti, la distribuzione dei corsi d’acqua, il loro scorrimento e l’ampiezza del bacino imbrifero sono in funzione della conformazione di rilievo. Nelle moderne carte topografiche l’elemento fondamentale per la descrizione è la curva di livello definita come luogo dei punti della superficie terrestre aventi la stessa quota altimetrica rispetto al livello del mare. Una serie di curve di livello equidistanti descrive con precisione tutte le insenature naturali dovute alla conformazione delle montagne e i solchi erosivi delle acque superficiali indicando, prima ancora che il topografo abbia disegnato le reti idrografiche, dove le stesse si incanalano. L’equidistanza è sempre indicata in margine alle carte. Minore è l’equidistanza, maggiore la precisione con cui viene rappresentato l’andamento del terreno. L’intervallo invece la distanza planimetrica tra due curve di livello consecutive. Le curve di livello le carte topografiche si distinguono in curve direttrici, rappresentate con un tratto più spesso, curve intermedie, disegnate con un tratto più fine. La presenza di queste curve non fornisce informazioni solo sulla loro quota, ma consente di determinare anche quella dei punti compresi fra due curve contigue e di valutare l’altezza sul livello del mare di tutti i punti della carta. Talvolta nell’intervallo dell’equidistanza possono essere presenti brusche rotture dipendenza, in contrasto con l’ipotesi di un pendio con pendenza costante. In tali casi le carte possono riportare con linee tratteggiate curve ausiliarie a te descrivere meglio le irregolarità del terreno. Curve di livello molto distanziate sono indice di un terreno con modesta pendenza. Curve chiuse e concentriche contengono la sommità di colline di montagne. L’idrografia di un territorio è descritta dalle linee di impluvione, che separano falde del rilievo appartenente versanti opposti e sono di norme percorsi da corsi d’acqua più o meno permanenti. La descrizione della rete idrografica è un altro obiettivo fondamentale di una carta. A chi si sposta a piedi non interesserà soltanto conoscere con esattezza l’ubicazione delle sorgenti naver e sicuri elementi per l’orientamento, sapere quanti di essi è stato nel cammino da percorrere e se possibile attraversare con opere fisse o in corrispondenza di guadi più o meno praticabili. La direzione del flusso indicato con una freccia posta al centro dell’alveo solo per i corsi d’acqua lieve pendenza, per i quali non sia possibile riconoscere a prima vista l’andamento planimetrico del terreno. Tuttavia la direzione del flusso deve essere dedotta confrontando la conformazione delle curve di livello circostanti ed eventuali punti quotati lungo l’alveo. Le sponde variabili sono quelle in cui l’assenza di una scarpata più o meno ripida non consente la delimitazione precisa del letto del fiume; anche per l’assetto delle isole variabili la loro rappresentazione si riferisce solo allo stato reale del territorio il momento di rilevamento, soggetto a successivi mutamenti causati dalle piene. La descrizione delle caratteristiche del terreno e della copertura vegetale fornita solo se essi sono stabiliti nel tempo. Molte volte è il proprietario di un fondo che decide di sradicare un vigneto vecchio e poco redditizio per sostituirlo, rendendo in attendibile l’informazione cartografica. La lettura dovrà pertanto tener conto della possibilità di tali eventi non considerare il singolo punto, ma il più generale insieme del paesaggio nell’area considerata. Per prati si intendono le praterie perenni di pianura. In montagna essi non vengono riportati perché il relativo simbolo si confonde con quello delle rocce, per cui a una porzione di foglio bianco corrisponde di norma un terreno scoperto di facile percorribilità. I boschi sono distinti fra fitti e radi a seconda della densità della sola vegetazione arborea. Se anche sottobosco può costituire un ostacolo al movimento può essere riportato contestualmente al simbolo boschivo con la presenza più o meno fitta della relativa simbologia in proporzione all’entità reale della vegetazione. Il bosco fitto è rappresentato con tre simboli di essenza raggruppati; i simboli possono essere uguali se il bosco è formato da un unico tipo di piante, oppure diversi sia misto. Un simbolo di assenza fuori dall’area boschiva rappresenta un albero isolato caratteristico che viene riportato solo se nelle vicinanze non sono presenti altri elementi utili per l’orientamento. Gli insediamenti umani sono tra gli elementi che più caratterizzano il territorio: spesso sono quotati denominati con una specifica toponomastica, anche quando si tratta di case sparse. Tuttavia all’interno dei centri abitati possono essere segnate con una semplice croce. I cimiteri di grandi dimensioni sono indicati con più simboli aggregati fino a raggiungere scala le relative forme di estensioni. I centri più grandi tali da coprire con la pianta di edifici vie piazze sono indicate con toponimi simili al capoluogo di provincia, in corpo più grande per i centri più popolosi. In alcune regioni compaiono in due lingue, poiché sono presenti minoranze linguistiche riconosciute: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige. In Italia i toponimi sono quasi sempre di antichissima origine e impegnano gli studiosi di toponomastica il ricerche del rispettivo significato dall’esito talora incerto. Per esempio, tutti i nomi di centri abitati che terminano in asco sono di origine ligure mentre toponimi come Marsala o Caltagirone rivelano un ascendenza araba. Molti toponimi sono legati alla devozione un santo a cui sono dedicate Parocchi cappelle: quando questi santi sono martiri dei primi secoli dell’era cristiana si può pensare per quel luoghi a una qui Eva diffusione del cristianesimo. I molti toponimi doppi con il termine marina rilevano la discesa le coste della popolazione in molti centri interni che si sono sdoppiati dopo le bonifiche delle piane costiere malsane. Alcuni dizione di carte topografiche d’Italia riportano oltre ai confini di Stato, quelli di regione, provincia e di comune. Il confine di Stato segnato con continuità per tutta la sua estensione. Gli altri confini possono essere interrotti sulla Carta quando coincidono con altre particolari adattamenti lineare o attraversano con tratto retino zone prive di riferimenti topografici. Si tratta di linee convenzionali che non hanno di norma riconto fisico sul terreno, salvo, nel caso di confini di Stato, per la presenza di eventuali articolari, muri e termini o CP confinare; Tra tutti gli elementi del territorio quelli relativi alle infrastrutture sono stati freddi soggetti cambiamenti. Molte vie di comunicazione sono scomparse, altre sono state costruite e la carta non sempre si è adeguata a tale evoluzione. Per ferrovie si intende quello scartamento normale pari a 1435 mm; per valori inferiori si specifica che si tratta di ferrovia a scartamento ridotto. L’elettrificazione di una ferrovia è indicata con una freccia accanto alla linea del tracciato di binario. Per doppio binario si intendono due binari incaricati appartenenti alla stessa linea. Le carte lo riportano le ferrovie aventi carattere di provvisorietà come quelle installate sul sito di cantieri di lavoro, di quelli in fase di progetto di costruzione, a meno che i relativi lavori non abbiano già raggiunto una fase che permetta la sicura individuazione della futura linea. Se la costruzione di nuove ferrovie un fenomeno abbastanza raro, quella di nuove strade pubbliche o private e invece in fase di piena espansione. A parte le autostrade, rappresentate con l’apposito simbolo le strade sono ripartite in cinque classi a seconda del larghezza della carreggiata: la prima classe, a una larghezza superiore a 8 m; la seconda classe a una larghezza compresa fra i 6-8 m; la terza classe a una larghezza da quattro a 6 m; seguono le strade rotabili senza manutenzione regolare con fondo in genere naturale e non sempre praticabile classificate in: carreggiabili che comprendono la quarta classe con larghezza superiore a 2,5 m; carrareccia quinta classe chi sono e di norma non percorribili da auto mezzi normali.
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