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Stratificazione Sociale e Disuguaglianze Globali: Le Classi Sociali e la Società, Sintesi del corso di Sociologia

La struttura sociale e le disuguaglianze sociali, con un focus sulla stratificazione sociale e le classi sociali. Viene discusso come l'appartenenza a una classe sociale influenza sia la nostra identità che il funzionamento della società. concetti come la disuguaglianza strutturata, le risorse diseguagliate e la mobilità sociale.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 09/01/2018

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giulia-martini-1 🇮🇹

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Scarica Stratificazione Sociale e Disuguaglianze Globali: Le Classi Sociali e la Società e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! CAPITOLO 6 STRATIFICAZIONE, CLASSI SOCIALI E DISUGUAGLIANZE GLOBALI L’importanza della classe sociale nel forgiare sia la nostra identità sia i meccanismi stessi di funzionamento della nostra società. L’appartenenza a una classe sociale nella nostra vita quotidiana è legato alla struttura sociale che contribuisce a perpetuare le disuguaglianze sociali. La classe attiene sia all’esperienza personale sia alle macrostrutture della disuguaglianza sociale. 6.1 LE DISUGUAGLIANZE STRUTTURATE: I SISTEMI DI STRATIFICAZIONE Disuguaglianza sociale: distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali, politiche e culturale all’interno di un determinato contesto sociale. Un’asimmetria dovuta al modo in cui è strutturata la società cui apparteniamo. Le disuguaglianze sociali si basano su una particolare combinazione di desiderabilità, abbondanza e scarsità: esse compaiono in modo vistoso solo nel momento in cui è avvenuta la nascita delle prime città e dell’agricoltura. legato all’affermazione di un determinato sistema di potere, dando forma ai bisogni e ai desideri dei membri della comunità: surplus produttivo (quantità di risorse aggiuntivo). Ne derivò non solo il problema di come impiegare tali risorse ma anche quello di come distribuirle tra coloro o quali avevano partecipato direttamente al processo produttivo e gli altri membri della comunità. Le disuguaglianze abbisognano di una soglia minima di abbondanza. L’abbondanza che genera disuguaglianze è dunque quella relativa: le risorse disponibili e dotate di valore da distribuire non sono infinite sia per un limite intrinseco ai metodi produttivi utilizzati sia perché qualcuno è in grado di erigere e far rispettare le barriere al loro utilizzo. Qualunque società formalizza e istituzionalizza queste disuguaglianze sociali. Un sistema stratificato: insieme delle strutture e delle norme culturali che producono e mantengono le disuguaglianze sociali dislocando le persone in una gerarchia che ricevono risorse diseguali. Tutti i sistemi di stratificazione esistiti condividono tre elementi fondamentali: • L’ineguale distribuzione delle risorse dotate di valore culturale e sociale; • La presenza di gruppi distinti di persone, che formano strati sociali gerarchizzati; • Un’ideologia che cerca di spiegare e giustificare le disuguaglianze esistenti. In ogni società, la particolare forma assunta da questi elementi determina sia il tipo dominante di stratificazione sociale sia la distribuzione del potere al suo interno. 6.1.1 RISORSE DISEGUALI L’ineguale distribuzione di risorse ritenute preziose, che possono includere: • Risorse economiche; • Risorse umane; • Risorse culturali; • Risorse sociali; • Risorse di status; • Risorse civili; • Risorse politiche. Quando una risorsa è disponibile più facilmente per un gruppo anziché per un altro, questa discrepanza può avere effetto sulla distribuzione delle altre risorse. 6.1.2 GRUPPI STRATIFICATI La presenza di gruppi distinti, che formano i diversi strati della società. La stratificazione basata sulla classe sociale, l’etnia e il genere ma può essere basata anche su età, appartenenza religiosa, orientamento sessuale e disabilità. I gruppi esistenti all’interno di un sistema di stratificazione possono essere basati sia su status ascritti sia su status conseguiti. Per status ascritto i sistemi di stratificazione che si basano su di essi sono denominati sistemi chiusi. Per uno status conseguito i sistemi di stratificazione basati principalmente su di essi sono definiti aperti: all’interno di tali sistemi è possibile per un individuo realizzare la mobilità sociale. Le diverse categorie sociali normalmente associate a situazioni di disuguaglianza, come l’appartenenza etnica, le classi e i generi, non sono naturali, inevitabili o biologicamente fondate. Il significato e il senso di ogni categoria è determinato dal suo contesto culturale e dalla struttura sociale. 6.1.3 LE IDEOLOGIE CHE GIUSTIFICANO LE DISUGUAGLIANZE L’esistenza di una ideologia, un sistema di credenze che aiuta a definire e spiegare il mondo, nonché a giustificare l’esistenza delle disuguaglianze. Il modo più efficiente per mantenere un sistema di disuguaglianze è convincere la maggior parte delle persone che esso è giusto o inevitabile. Chi lotta per ridurre le disuguaglianze deve spesso mettere in discussione l’ideologia che le supporta. 6.2 I SISTEMI DI STRTIFICAZIONE PRE-MODERNI I sistemi di disuguaglianza funzionano prevalentemente su logiche ascrittive variamente declinate, e si giustificano alla luce di ideologie non-economicistiche. 6.2.1 LA SCHIAVITÙ La schiavitù: forma estrema di disuguaglianza, per cui alcuni individui sono oggetto di proprietà di altri e quindi privati, di fatto e di diritto, di ogni autonomia personale. Questo sistema di stratificazione costituiva a un tempo sia l’ossatura sociale sia la principale base produttiva del mondo antico. Le condizioni degli schiavi erano fortemente differenziate, sia in base alle loro capacità, sia in virtù dei compiti svolti nella divisione del lavoro sociale e familiare. Con la progressiva ascesa dei diritti dell’uomo e soprattutto con il diffondersi dell’idea settecentesca secondo cui tutti sono uguali tra loro in quanto esseri umani la schiavitù è progressivamente scomparsa. Contraddizioni: utilizzo di forza lavoro schiavistica o semi-schiavistica sia da parte di alcuni degli stessi intellettuali che animarono l’Illuminismo. Fino alla conclusione della guerra di secessione americana, la schiavitù costituì uno degli assi portanti nello sviluppo degli USA. Deradicamento violento di alcune popolazioni per ragioni prevalentemente economiche. Argomentazioni razziste a sfondo biologista, che tendevano a giustificare la sottomissione dei neri da parte dei bianchi, costituivano la bade ideologica di questo sistema. 6.2.2 IL PATRIARCATO Il patriarcato: sistema di stratificazione basato sul primato assolto del pater familias sugli altri membri della comunità. Assume in particolare la forma di una dominazione maschile sulle donne attraverso le istituzioni sociali e le pratiche culturali. Il patriarcato può essere pensato come un modello di stratificazione che enfatizza e giustifica la disuguaglianza, l’emarginazione e la divisione del lavoro sociale, in base a una presunta superiorità dell’uomo rispetto alla donna. La “maschilizzazione” della sfera pubblica e la relegazione delle donne a un ruolo “subalterno”, limitato alla sfera privata, due aspetti tipici della società borghese ottocentesca, hanno introdotto nella modernità alcune norme culturali e meccanismi sociali fondati sull’asimmetria dei generi. 6.2.3 IL SISTEMA DELLE CASTE Un sistema di stratificazione delle caste: sistema di stratificazione basato su diverse caratteristiche ascrittive determinate alla nascita. Lo strato sociale all’interno del quale le persone nascono ne determina largamente la chance di vita, influenzando, in particolare, il loro accesso all’educazione, le loro possibilità di occupazione, dove essi possono vivere e con chi possono sposarsi. In India esistono 4 caste (varnas) principali, arricchite da centinaia di sub-caste. 6.4.3 LA MOBILITÀ SOCIALE L’antropologo francese Levi-Strauss distinse le società in fredde e calde: le prime si compongono dell’enfasi sulla stabilità, mentre le seconde tendono a valorizzare il mutamento sociale. Quest’ultimo tipo, presentano un “potenziale di mobilità” certamente più ampio rispetto al passato, perché i loro sistemi di stratificazione si fondano per lo più su una logica acquisitiva. Società moderna, maggiore dinamicità: i canali di mobilità sono più fluidi rispetto al passato, aumentano le aspettative e le opportunità di scelta degli individui, i quali possono aspirare a migliorare la propria posizione all’interno della scala socio-economica. La maggiore dinamicità può anch comportare un peggioramento della condizione individuale. Processo sociale riscontrabile in ogni tipo di società: la mobilità sociale: spostamento di un individuo o di un intero gruppo da una posizione sociale all’altra. La mobilità sociale può essere: • Mobilità verticale: si intende il movimento dalle posizioni più basse della piramide sociale a quelle più alte e viceversa. Mobilità ascendente, un miglioramento in termini di status. Mobilità discendente, in cui lo spostamento all’interni della piramide sociale avviene dall’altro verso il basso conseguente peggioramento degli standard di vita. • Mobilità orizzontale: si intende il passaggio di un individuo da una posizione a un’altra nell’ambito dello stesso livello sociale, non producendo cambiamenti significativi. • Mobilità intragenerazionale: è riferita ai mutamenti di posizione socio-economica sperimentati da un singolo individuo durante il corso della propria vita. • Mobilità intergenerazionale: focalizza il proprio interesse sul rapporto tra le generazioni, raffrontando la posizione sociale raggiunta da un individuo con quella della sua famiglia di origine. Se siamo effettivamente di fronte a una società capace di mutare. Una modificazione profonda ed estesa della struttura occupazionale e del relativo sistema di disuguaglianza, possiamo parlare di mobilità strutturale. Bauman scrisse che una delle caratteristiche principali della società moderna è la sua ambivalenza, perché se da un lato offre un grande potenziale di mobilità sociale, dall’altro continua ad esercitare un forte controllo della mobilità, rendendo sempre più rigidi gli accessi verso gli strati più alti della piramide sociale. 6.5 POLITCHE PUBBLICHE, DISUGUAGLIANZE E WELFARE STATE La produzione e riproduzione delle disuguaglianze economiche può essere operata dall’esterno, mediante politiche pubbliche. Una costituzione ex-novo, fondata, sin dall’inizio, sull’individualismo, sulle migrazioni e su un processo di colonizzazione e approvazione di un vasto territorio, strappato violentemente ai nativi (americani). In Europa la modernizzazione ha dovuto scontrarsi con i residui cuturali, politici ed economici dell’Ancien Régime. La difformità tra queste due realtà sociali moderne portarono alla costruzione di sistemi politici e partitici differenti. Lassez-faire basata sull’astensione dello Stato dall’intervenire sulla distribuzione del reddito prodotta dal mercato. Cittadinanza sociale: insieme dei diritti a contenuto economico e sociale che permettono agli individui di divenire membri a pieno titolo della comunità politica. La cittadinanza sociale ha a che fare sia con lo sviluppo di un più solido senso di appartenenza e identità alla comunità politica, sia con la creazione delle condizioni materiali che permettono l’esercizio degli altri diritti. Le basi per l’intervento delle istituzioni pubbliche ai fini della modifica delle disuguagliane prodotte dal mercato. Principio dell’equità e problema dell’efficiente adozioni di nuove politiche redistributive. Teoria economica (keynesismo) che dimostrava come un sistema economico in recessione potesse uscire dalla crisi mediante un’iniezione di investimenti e liquidità da parte dello Stato, volta ad alzare il livello di benessere delle classi lavoratrici e dei ceti. Egemonia liberista: a favore di politiche che incoraggino il dinamismo economico e la competizione di mercato. 6.5.1 POLITICHE PUBBLICHE E DISUGUAGLIANZE Le politiche pubbliche tendono a seguire due approcci: 1. Il primo mira a produrre risultati più equi, restringendo il gap tra i ricchi e i poveri. Fornire a tutti, su base universalista, alcuni servizi di base. Un’altra opzione consiste nell’innalzare il “pavimento” e nell’”abbassare il “soffitto”; ciò assicura un salario decoroso a coloro che svolgono lavori malpagati, limitando al contempo la disuguaglianza generata da redditi estremamente alti. 2. Il secondo approccio mira a promuovere pari opportunità attraverso la livellazione del terreno di gioco su cui le persone competono per dei buoni posti di lavoro, promuovendo l’istruzione come mezzo di mobilità individuale. Le politiche attive del lavoro, basate su una formazione permanente del lavoratore volta a migliorarne la posizione di mercato, e gli incentivi all’imprenditorialità. 6.5.2 WELFARE STATE Welfare State: insieme di istituzioni, delle norme giuridiche, degli attori e delle politiche pubbliche utilizzate per allestire una serie di meccanismi sistematici volti alla gestione dei rischi sociali e esistenziali. La sfida della cittadinanza sociale sta quindi nell’intervenire tanto sui meccanismi “a monte” quanto sugli effetti “a valle delle disuguaglianze di classe, che amplificano o riducono i vari tipi di rischi; ciò dovrebbe generare un livello più elevato di coesione sociale. La gestione dei rischi è attuata tramite l’interazione di quattro attori principali: la famiglia, lo Stato, il settore privato e il cosiddetto terso settore. Lo stato sociale è definibile come una forma di intervento e coordinamento istituzionalizzato di questi quattro attori, che vede al centro dei poteri politici. Le classiche aree in cui si articola il Welfare State sono: • L’assistenza; • Le assicurazioni contro la vecchiaia e gli infortuni sul lavoro; • Le politiche del lavoro; • Le politiche per la salute. Le quattro fondamentali dello Stato sociale sono: • La leva fiscale, che permette di redistribuzione del reddito tra le diverse classi di percettori mediante l’imposizione fiscale e tributaria; • I trasferimenti monetari e i sussidi; • Il welfare aziendale, il sistema di prestazioni non monetarie; • I servizi delle persone, con cui erogano delle prestazioni a specifici target di utenti. La sua applicazione pratica dipende dalle caratteristiche dei diversi sistemi capitalistici. Ciò produce diversi gradi di demercificazione dei rischi con la conseguente affermazione di quattro modelli storici. 1. Modello socialdemografico: le cui tutele sono universalistiche e che tende alla realizzazione della piena cittadinanza sociale. 2. Modello corporativo: le tutele sociali sono correlate alla categoria lavorativa di appartenenza, con standard minimi di tutela piuttosto elevati. 3. Modello mediterraneo: abbina un mix di tutele a base corporativa e universalistica un ruolo rilevante riservato alla famiglia in quanto “ammortizzatore sociale” fondamentale. 4. Modello liberale: in cui il mercato e il settore no-profit costituiscono gli attori peincipali del sistema di Welfare. Una fase di profonda contrazione e ripensamento a causa di tre fenomeni sociopolitici fondamentali: il mutamento del contesto politico-ideologico correlato all’ascesa del pensiero liberista e dei governi conservatori; la globalizzazione dei mercati, che ha generato pressioni indirizzate sia al contenimento dei salari e degli stipendi con cui si finanziava il sistema di Welfare, sia a una riduzione del carico fiscale sulle classi più ricche; l’emergere dei rischi di non- sostenibilità dei costi, in particolare dei sistemi sanitari e previdenziali. 6.6 LA STRUTTURA DI CLASSE NELLE SOCIETÀ CONTEMPORANEE Nuove tendenze nella strutturazione delle occupazioni, negli stili di vita e nuove tendenze nella strutturazione delle occupazioni, negli stili di vita e nelle disuguglianze. Accanto al declino numerico della classe operaia e all’espansione delle classi medie si assistette all’emergere di vistosi fenomeni di individualizzazione: la tradizionale “coscienza di classe” aveva conosciuto un’inarrestabile decadenza. Dopo un lungo periodo in cui le disparità sociali erano diminuite si assistette ovunque a un’accentuata crescita delle disuguaglianze all’interno degli stati e tra i diversi Paesi del mondo, tanto da mettere in crisi la stessa riproduzione dei ceti medi. Tre approcci principali: quello neo-marxiano, quello neo-weberiano e la teoria della frammentazione. Mentre i primi due sottolineano la persistenza delle classi sociali nella società, il terzo sostiene la necessità di abbandonare tali concetti. Una sociologia post-nazionale che mostri il legame sempre più stretto tra disuguaglianze a livello locale e globale. 6.6.1 L’APPROCCIO NEO-MARXIANO Sulla centralità della sfera produttiva al fine di determinare le fondamentali dinamiche e strutture di classe, utilizzando versioni più complesse dei concetti dei rapporti sociali di produzione e delle forze di produzione. Si focalizzano sulle molteplici relazioni che intercorrono tra due elementi: la sfera politica e quella culturale-mediatica. Due assunti principali: • Il lavoro: con le sue trasformazioni legate allo sviluppo tecnologico, continua a influenzare pesantemente sia l’identità sociale sia le loro azioni. • A causa di un capitale sempre più transnazionale e finanziarizzato e di una tecnologia sempre più pervasiva e centrata sull’elaborazione delle informazioni, produzione e lavoro tendono ad allargare i propri confini, investendo la totalità delle relazioni sociali. Wright lo sfruttamento si baserebbe ormai sul potere e sulla capacità di controllo delle persone oltre che sulle risorse economiche. Tre generi di controllo: il controllo degli investimenti, il controllo dei mezzi fisici e il controllo della forza lavoro. Tre differenti classi sociali: la classe capitalistica, la classe operaia, le classi contraddittore (che controllano alcune risorse). 6.6.2 L’APPROCCIO NEO-WEBERIANO La multidimensionalità della stratificazione sociale è oggi ancor più valida dei tempi di Weber essa aumenti in complessità. Riconducendo la formazione delle disuguaglianze di classe alle situazioni di mercato. Studio dei processi di mobilità sociale sia all’influenza del potere nella produzione e riproduzione delle disuguaglianze, ritenendo che le classi sociali contemporanee siano caratterizzate da vari gradi di chiusura che le rendono simili ai ceti sociali. Goldthorpe per analizzare la formazione e la struttura delle classi contemporanee occorre prendere in considerazione due distinte dimensioni: la situazione di mercato e la situazione di lavoro. Tre risorse fondamentali per individuare la prima: i mezzi di produzione, le credenziali educative e la forza di lavoro. La seconda dimensione: analizza la posizione che ciascun individuo assume all’interno della gerarchia organizzativa e della più generale divisione sociale del lavoro. Date specifiche barriere sistematiche alla mobilità sociale queste due dimensioni danno vita a sette posizioni di classe principali: 1. La classe di servizio, 2. Gli impiegati di routine, 3. La piccola borghesia, 4. La piccola borghesia agricola, 5. Gli operai qualificati, 6. Gli operai non qualificati e 7. Gli operai agricoli. 6.6.3 LE TEORIE DELLA COMPLESSITÀ
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