Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il Condizionamento Classico e Operante: Apprendimento e Pavlov, Skinner e Watson, Dispense di Psicologia Generale

Questo testo illustra il condizionamento classico e operante, due forme di apprendimento scoperte rispettivamente da ivan pavlov e burrhus skinner. Il primo studiò l'associazione tra stimoli, il secondo l'associazione tra azioni e risultati. Esperimenti, principi e applicazioni.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 07/01/2024

eleonora-gasparoni
eleonora-gasparoni 🇮🇹

19 documenti

1 / 9

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il Condizionamento Classico e Operante: Apprendimento e Pavlov, Skinner e Watson e più Dispense in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! L’apprendimento →processo di acquisizione di informazioni o comportamenti nuovi e relativamente durevoli. Grazie alla nostra straordinaria adattabilità acquisiamo tutte le abilità di cui abbiamo bisogno attraverso l’apprendimento. L’apprendimento ci rende capaci di aspettarci e preparaci ad eventi significativi (condizionamento classico), imparando a ripetere azioni che conducono ad effetti desiderati (condizionamento operante), oppure apprendendo comportamenti osservando i comportamenti degli altri (apprendimento per osservazione). Il nostro apprendimento avviene per apprendimento associativo, ovvero apprendendo che certi eventi si verificano assieme; le associazioni possono essere: - o tra due stimoli, ovvero tra due eventi che evocano una risposta (come nel condizionamento classico) -tra una risposta e la sua conseguenza (come nel condizionamento operante). Le associazioni: →operano in maniera sottile: es. dando una penna rossa per correggere un compito le persone troveranno più errori. →alimentano anche i comportamenti abituali: se andando al cinema, ad esempio, mangiamo solitamente pop corn, il mangiare pop corn finisce per essere associato al contesto del cinema. Oltre all’apprendimento associativo, che prende anche il nome di condizionamento, abbiamo l’apprendimento cognitivo, o apprendimento per osservazione, che consiste nell’acquisire informazioni mentali o attraverso l’osservazione dei comportamenti altrui o attraverso l’utilizzo del linguaggio. Il condizionamento classico All’inizio del ventesimo secolo il fisiologo Ivan Pavlov compì una serie di esperimenti divenuti talmente classici del settore della psicologia che ciò che scoprì viene definito condizionamento classico. Gli esperimenti e le scoperte conseguite da Pavlov sono alla base delle tesi di John Watson, che non molto tempo dopo la rivoluzione pavloviana istituì la corrente del comportamentismo, che sosteneva la necessità di una psicologia oggettiva che studia i comportamenti senza alcun riferimento ai processi mentali, in quanto la mente è vista dai comportamentisti come una black box impossibile da indagare e prevedere. Esperimento di Pavlov→ Gli esperimenti di Pavlov iniziarono con una semplice osservazione che si fece intuizione: i cani salivano sia al momento in cui veniva fornito loro del cibo sia alla sola vista di quest’ultimo; Pavlov intuì da subito che questo potesse essere una sorta di apprendimento e decise di oggettivare ciò che aveva intuito. Per fare ciò, Pavlov prese una serie di cani, gli innestò chirurgicamente una cannula graduata sul condotto salivare ed isolò i cani tra loro: 1. offriva del cibo ai cani→stimolo incondizionato (SI), ovvero uno stimolo che innesca naturalmente una risposta, 2. verificava la salivazione→ risposta incondizionata (RI), ovvero una risposta ad uno stimolo che si verifica naturalmente e non è frutto di apprendimento. 3. fece sì che i cani associassero il suono di una campanella all’arrivo del cibo→ stimolo neutro (SN), ovvero uno stimolo che prima del condizionamento non suscitava alcuna risposta . Dopo aver ripetuto il suono della campanella e l’arrivo del cibo dopo innumerevoli volte, Pavlov notò che i cani salivano anche quando sentivano solo il suono del campanello, senza l’arrivo del cibo: aveva avuto luogo il condizionamento classico. Dopo il condizionamento: -il suono del campanello si parla di stimolo condizionato (SC) → uno stimolo originariamente irrilevante che dopo il condizionamento innesca una risposta condizionata, -la salivazione del cane si parla di risposta condizionata (RC), ovvero la risposta appresa come risposta ad uno stimolo precedentemente neutro. Ripetendo innumerevoli volte questo tipo di esperimento, Pavlov scoprì e studiò cinque principali processi di condizionamento: l’acquisizione, l’estinzione, il recupero spontaneo, la generalizzazione e la discriminazione. Acquisizione →principio grazie al quale uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo incondizionato, che scatena la risposta condizionata. Pavlov sperimentò sui suoi cani l’acquisizione variando sia il tempo intercorrente tra lo stimolo neutro (la campanella) e la presentazione dello stimolo incondizionato (il cibo) sia invertendo l’ordine di comparsa tra stimolo incondizionato e stimolo neutro. Per quanto riguarda il tempo, Pavlov scoprì che mezzo secondo di distacco tra lo stimolo neutro e lo stimolo incondizionato bastava per creare nei cani l’acquisizione. Per quanto riguarda l’inversione dell’ordine, invece, vi sono scarsissime probabilità che si venga a creare un’acquisizione ed un condizionamento; ciò è dovuto soprattutto al fatto che anche il condizionamento è adattivo: se l’evento, positivo o negativo che sia, si è già verificato il rumore della campanella non aiuta di certo l’animale a prepararsi all’imminente evento. L’acquisizione può riguardare anche il condizionamento di ordine superiore, o condizionamento secondario, che si ha quando ad uno stimolo precedentemente condizionato viene abbinato un nuovo stimolo neutro, che genera un secondo stimolo condizionato; ciò è chiaramente visibile dall’esperimento di Pavlov, che fece precedere al suono della campanella la vista di una luce, fattore predittivo del suono della campanella, e quindi dell’arrivo del cibo; i cani, a lungo andare, iniziarono a rispondere con la salivazione anche solamente in presenza della luce. Estensione e recupero spontaneo Pavlov, ad un certo punto, si chiese: cosa succederebbe se allo stimolo condizionato (campanella) non venisse più fatto seguire uno stimolo incondizionato (cibo)? La risposta è che il cane va incontro ad un processo di estinzione, ovvero il diminuire della risposta condizionata (la salivazione). Tuttavia, se Pavlov lasciava trascorrere alcune ore dall’estinzione e riproponeva il suono della campanella, i cani ricominciarono ad esibire la risposta condizionata della salivazione. Questo fenomeno, definito recupero spontaneo, cioè il ricomparire della risposta condizionata, anche se indebolita; ciò suggerì a Pavlov che l’estinzione non eliminava del tutto la risposta condizionata ma si limitava ad inibirla. Generalizzazione → i cani tendono a rispondere con risposte condizionate anche a stimoli simili allo stimolo condizionato iniziale. Se Pavlov faceva sentire gratificazioni piccole ma immediate ci garantisce la sopravvivenza, e fa parte del ciclo del nostro normale sviluppo. ● il rinforzo continuo: il rinforzare la risposta desiderata ogni volta che si verifica, è il modo più rapido per far attecchire il condizionamento, ma è anche la via più rapida per farlo estinguere: quando finisce il rinforzo, infatti, cessa anche la risposta desiderata. ● Il rinforzo parziale o intermittente: rinforzare la risposta desiderata solo alcune volte; richiede più tempo per fare apprendere l’associazione comportamento-rinforzo, ma sembra essere anche il modo migliore per ottenere risultati duraturi e difficili da sradicare (slot machines e i giochi d’azzardo, che creano dipendenze difficili da estinguersi). Questi due tipi di rinforzo possono trovarsi all’interno di un programma a rapporto fisso, ovvero un programma che rinforza un dato comportamento solo dopo un certo numero di volte in cui il comportamento desiderato è stato esibito, o all’interno di un programma a rapporto variabile. I programmi di rinforzo, ovvero il modello che definisce con quale frequenza una risposta desiderata verrà rinforzata, possono variare: -i programmi a rapporto fisso: rinforza una risposta solo dopo un determinato numero di risposte. -i programmi a rapporto variabile: rinforza una risposta dopo un numero di risposte imprevedibili. -i programmi a intervallo fisso: rafforzano un dato comportamento solo dopo un certo lasso di tempo; -i programmi a intervallo variabile: rafforzano il comportamento dopo un lasso di tempo imprecisato e non calcolato; anche in questo caso il condizionamento attecchisce meglio se il programma utilizzato è a intervallo variabile. Le punizioni Accanto ai rinforzi troviamo anche le punizioni: eventi che tendono a rendere meno frequenti dei comportamenti. Anche le punizioni, così come i rinforzi, sono: -positive: quando viene somministrato uno stimolo spiacevole; es. scossetta elettrica -negative quando viene sottratto uno stimolo piacevole; es. privare del cibo qualora l’animale non becchi il pulsante o prema la leva. Le punizioni, al pari dei rinforzi, sono molto importanti non tanto perché, come i rinforzi, indirizzano verso un dato comportamento, ma perché indicano quali comportamenti bisogna evitare. Influenza di Skinner A causa della credenza di Skinner, che bastasse utilizzare il condizionamento operante per influenzare i comportamenti degli individui nei più diversi ambiti sociali e personali, egli suscitò diverse opinioni negative: si affermava che il ricercatore disumanizzasse gli esseri umani, non tenendo assolutamente conto delle libertà di scelta e cercando solamente di programmare gli uomini. Skinner rispose alle critiche ribadendo il suo punto di vista: degli agenti esterni plasmano già l’essere umano inducendolo attraverso dei rinforzi e delle punizioni naturali ad adottare certi tipi di comportamento; perché allora non si potrebbe rendere questo genere di agenti, che non sono controllabili in quanto naturali, programmabili, al fine di ottenere i risultati sperati e migliorare la società? Nonostante il neo-comportamentismo, e con esso anche Skinner, sia stato superato, ancora oggi le scoperte di Skinner influenzano il nostro mondo. Ritroviamo infatti un po’ di Skinner in diversi ambiti della nostra vita: a scuola, ad esempio, Skinner auspicava l’utilizzo di computer e di libri di testo che avrebbero accelerato l’apprendimento rinforzando ogni risposta giusta dello studente, ed è proprio verso questa linea di pensiero che stiamo andando (con l’introduzione delle lim nelle classi, ad esempio); oppure nel lavoro, in cui i manager vengono formati per sostenere e rinforzare ogni comportamenti atteso e desiderato dei propri impiegati (i rinforzi solitamente sono premi in denaro, promozioni o lodi pubbliche), per fare sempre meglio e ricevere una gratificazione. Biologia, cognizione e apprendimento Il condizionamento solo non basta per spiegare l’apprendimento; l’apprendimento, così come tutti i fenomeni che riguardano l’uomo, sia il prodotto dell’interazione tra biologia, psicologia e socio- cultura. I limiti biologici del condizionamento Pavlov e Watson credevano che l’apprendimento presentasse delle leggi uguali per tutti gli animali, e che ogni stimolo neutro potesse essere reso condizionato. Ma ciò non è affatto vero: la capacità di essere condizionati su un dato stimolo dipende infatti dalle predisposizione biologiche dell’animale che si decide di condizionare; secondo uno schema adattivo, gli animali si lasciano condizionare solamente dagli stimoli che si rivelano essere consoni alle proprie predisposizioni biologiche e utili alla propria sopravvivenza. Questa scoperta venne avvalorata dai risultati sperimentali conseguiti dagli psicologi John Garcia e Robert Koelling, che decisero di esporre un gruppo di topi ad un sapore, ad un suono e ad una forma particolari (SC) e più tardi di esporre gli stessi topi a radiazioni o a sostanze che causano nausea e vomito (RI). Attraverso l’esperimento di Garcia e Koelling si scoprirono due cose interessanti: -che non era affatto vero che lo SI deve immediatamente essere seguito dallo SC; -che i topi dimostrano di essere condizionati solamente dal sapore, e non dal suono o dalla forma, e ciò è dovuto al fatto che i topi fanno ciò che è più adattivo per loro: per capire se un cibo è adatto alla loro sopravvivenza, i topi assaggiano il cibo e ne verificano gli effetti. Anche gli esseri umani funzionano in maniera adattiva, ribadendo ancora una volta l’importanza della scoperta di Darwin. Le predisposizioni biologiche pongono dei freni anche al condizionamento operante: un rinforzo di cibo, infatti, potrebbe indurre un criceto a scavare, in quanto, per sua natura, il criceto è capace di scavare, ma non si potrebbe mai indurre un criceto a lavarsi il muso in quanto il criceto non è biologicamente predisposto a fare una cosa del genere. Dunque, le limitazioni biologiche predispongono gli organismi ad apprendere solamente le associazioni naturalmente adattive. L’influenza della cognizione sul condizionamento I comportamentisti, specialmente Pavlov e Watson, non ignorarono solamente l’influenza delle predisposizioni biologiche, ma anche l’influenza dei processi cognitivi (pensiero, percezione, aspettativa); ciò è dovuto soprattutto al fatto che ritenevano che l’apprendimento per condizionamento potesse essere ridotto a una semplice azione meccanica, e che fosse inutile indagare i processi cognitivi in quanto essi non portavano un reale contributo. A porre l’attenzione sull’importanza dei processi cognitivi in sede di apprendimento furono le sperimentazioni compiute dagli psicologi Robert Rescorla e Allan Wagner, che resero evidente che un animale può apprendere la prevedibilità di un evento. Essi presero una serie di topi da laboratorio, li sottoposero ad una luce, e poi da un suono seguito da delle scosse elettriche: i topi si dimostrarono essere spaventati dal suono, ma non dalla luce, in quanto la luce non aggiungeva nulla di nuovo rispetto al suono; inoltre, e si dimostrarono più spaventati dal suono in quanto quest’ultimo si dimostrò essere il miglior fattore predittivo dell’arrivo della scossa elettrica. I processi cognitivi, in sede di apprendimento, sono dunque importantissimi. Anche Skinner, nel suo condizionamento operante, aveva sottovalutato le influenze che hanno i processi cognitivi dell'apprendimento. Ma il fatto che si sbagliasse emerge dai suoi stessi esperimenti: negli esperimenti con programma di rinforzo a intervallo fisso, i topi dimostravano di avere aspettative, e ciò era chiaramente visibile dal fatto che, quando riconoscevano che si stava per avvicinare il momento in cui avrebbero ottenuto il rinforzo, incentivavano le loro azioni, beccando il tasto o azionando la leva più e più volte. L’importanza dei processi cognitivi nel condizionamento operante viene dimostrato anche dagli esperimenti condotto sui topi che percorrono un labirinto: essi, man mano che vengono sottoposti allo stesso labirinto, diventano sempre più veloci nell’uscirne, dimostrando di aver sviluppato una mappa cognitiva: una rappresentazione mentale dell’ambiente; quando poi viene posto un piccolo rinforzo di cibo alla fine del labirinto, i topi vengono incentivati a mostrare quello che viene chiamato apprendimento latente: un apprendimento che non è evidente fino a che un incentivo non lo induce a mostrarsi. E’ stata dimostrata anche la limitatezza delle ricompense: →ricompense eccessive, infatti, possono trasformare una motivazione intrinseca (ovvero una motivazione che spinge a mettere in atto dei comportamenti per il piacere di farlo) in motivazione estrinseca (ovvero una motivazione che spinge a mettere in atto dei comportamenti per ricevere rinforzi o evitare punizioni). Ciò è dovuto al fatto che, se l’organismo riceve troppe ricompense per poter mettere in atto una data azione, significa che questa azione, al di fuori dei rinforzi, non ha motivo di essere portata a termine. Solo se saggiamente somministrate, nel rispetto della cognitività, le ricompense possono migliorare le prestazioni. Apprendimento per osservazione La cognizione ha un ruolo chiave nell’apprendimento per osservazione, ovvero nell’apprendimento che avviene osservando e imitando i comportamenti altrui. Si serve del modellamento: processo di osservazione ed imitazione di uno specifico comportamento, come suo principio basilare. Gli esseri umani fanno largo uso dell’apprendimento per osservazione, ad esempio imparando la propria lingua natia imitando quella delle persone che lo circondano. L’esperimento più efficace per quanto riguarda l’apprendimento per osservazione venne condotto dallo psicologo Albert Bandura, in un esperimento che oggi è noto come l’esperimento del pupazzo Bobo. Dei bambini in età prescolare (3-5 anni) sono intenti a disegnare in una camera sperimentale; un adulto, seduto dall’altra parte della stanza, improvvisamente si alza e inizia a picchiare un pupazzo gonfiabile di nome Bobo; poi, il bambino viene portato in un’altra stanza piena di giocattoli invitanti, ma la sperimentatrice gli dice che quella stanza è riservata ad un altro e porta il piccolo nuovamente nella prima stanza, in cui vi è il pupazzo. I bambini che erano stati testimoni dello sfogo dell’adulto verso il pupazzo Bobo non solo avevano più possibilità di sfogare la loro frustrazione sul pupazzo, ma, cosa ancora più importante, utilizzavano gli stessi gesti e le stesse parole che l’adulto aveva utilizzato contro il pupazzo Bobo. Bandura dedusse da questo esperimento che gli individui che osservano un modello ottengono o un rinforzo vicario o una punizione vicaria, che li rende in grado di prevedere le conseguenze agli eventi; inoltre, dedusse che gli individui tendono ad imitare le persone che vedono simili a loro, o di successo, o degne di stima. Le deduzioni di Bandura vennero poi confermate con ulteriori ricerche in cui venne coinvolta la fMRI, che dimostrò che quando un individuo vede un soggetto simile a lui o che gli ispira stima e simpatia ricevere una ricompensa nel suo cervello si attivano le stesse zone della ricompensa che si attiverebbe se lui stesso avesse ottenuto la ricompensa. Neuroni specchio Nel 1991, a Parma, un gruppo di ricercatori, guidati da Giacomo Rizzolatti, stavano sperimentando su una scimmia, alla quale avevano impiantato degli elettrodi in prossimità della corteccia motoria; lo
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved