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La Metafisica: Nascita di un Nuovo Stile Artistico, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Storia dell'arte italianaStoria dell'arte contemporaneaStoria dell'Arte Moderna

La metafisica è un movimento artistico che si sviluppa tra la fine del xix e l'inizio del xx secolo, influenzato da giorgio de chirico, carlo carrà e giorgio morandi. Caratterizzato da un'estetica surreale e da una decontestualizzazione dei simboli, la metafisica esibisce modelli iconografici rinascimentali e archeologici, privilegiando l'olio su tela. La nascita e lo sviluppo di questo stile artistico, le influenze greche di de chirico, la collaborazione con carrà e morandi, e la volontà di costruire una realtà meta-fisica.

Cosa imparerai

  • Come la pittura Metafisica differisce dalla pittura rinascimentale?
  • Che artisti sono considerati i padri del movimento artistico Metafisico?
  • Come la cultura greca ha influenzato il movimento artistico Metafisico?

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 20/01/2022

gloria-rustighi
gloria-rustighi 🇮🇹

4.1

(8)

18 documenti

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Scarica La Metafisica: Nascita di un Nuovo Stile Artistico e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! La Metafisica - La pittura Metafisica procede, da un punto di vista cronologico, il Dadaismo e il Surrealismo, ne furono influenzati. - I primi quadri metafisici risalgono ai primi anni 10. - La Metafisica opera straniamento del soggetto rimanendo nell'alveo tradizionale della pittura. - Una pittura che esibisce modelli iconografici rinascimentali e archeologici, la tecnica privilegiata è l’olio su tela. - All’interno dei dipinti metafisici sconcerta e pone a dura prova la logica dell’osservatore. - Nella Metafisica deriva il senso verso il mistero che rimane irrisolto. Nasce il termine Metafisica - Giorgio de Chirico portava dalla Grecia, suggestioni archeologiche che si mescolavano con il simbolismo con cui era venuto a contatto a Monaco (1907-1909), Rinascimento italiano, conosciuto a Firenze nel 1910. Influenze diverse che mescolò ulteriormente dopo l'incontro con Apollinaire nel 1911. - Nella primavera del 1917 Giorgio de Chirico è ricoverato per una malattia nervosa. Poco dopo giunge, Carlo Carrà, afflitto anche lui da nevrastenia. - Da questo sodalizio: De Chirico, Carrà, Alberto Savinio e nel 1918 si aggiunse Giorgio Morandi nasce la metafisica. Propiziatori dell'incontro e della nuova poetica sono Giovanni Papini e Ardengo Soffici. - L'origine greca di De Chirico può aver influenzato sulla scelta della definizione la metá ta physika (oltre le cose fisiche). Il desiderio dell'artista di superare il dato fisico, la realtà, è motivato dalla volontà di costruire appunto una meta realtà, consiste in visioni popolate di apparizioni, cariche di simboli, colme di incongruenze. - La decontestualizzazione, lo spiazzamento permettono a de Chirico e alla piccola Avanguardia metafisica di introdurre l’osservatore nel regno dell’ignoto e dell’enigma. - L’opera dai titoli, veri e propri rebus che complicano il significato già oscuro dei dipinti. Ferrara, Città della metafisica - Diventa la città della metafisica per eccellenza, proiezione di un interiorità inquieta, De Chirico nei disegna una mappa visionaria. - La città appare spesso nei dipinti di De Chirico, la pittura di Carrà avviene quasi sempre negli interni, claustrofobici è affollato di oggetti. - Lineare, rarefatta, quasi monocroma, è la metafisica di Morandi che considera attentamente il valore visivo degli oggetti, né orchestra le forme, disponendo con rara armonia linee curve rette, in ogni quadro l'artista cerca una misura perfetta. - La stagione più autentica può dirsi conclusa negli anni 20, quando la pittura di De Chirico e la scrittura di Savinio saranno prese a esempio dal nascente surrealismo. Giorgio De Chirico (1888-1978) - Nato in Grecia - La cultura di De Chirico si nutrì della passione per la mitologia greca: eroi come i dioscuri, Ettore, Andromaca, gli argonauti e in generale le Muse furono temi ossessivamente ripetuti nella sua pittura. - Come Nietzsche, anche De Chirico vedeva nella grecità la culla dell'occidente, la realtà in cui erano stati affrontati tutti più grandi temi dell'umanità. L'artista ebbe un'ammirazione per Nietzsche, tanto da diventare una sorta di identificazione. - L'influenza di Nietzsche non si fermò alla serie piazze d'Italia; in un aforisma del filosofo si legge: "Io sono tutti i nomi della storia", questa capacità di un medesimo individuo di incarnare se stesso, e chiunque altro sta alla base della lunga serie di autoritratti dechirichiani. - Et quid amabo nisi quod aenigma est? (1911) è un autoritratto. Ha preso ispirazione da una foto di Nietzsche una posizione di un pensatore inquieto e Saturnino. Le opere dell’ enigma - Nel 1910 l'enigma dell'oracolo. Per la prima volta appare la parola enigma, ricorrente successivamente nella sua produzione. - Sensazione di mistero: Ulisse viene isolato è dipinto di spalle; al centro compare un muro impenetrabile allo sguardo; a destra una tenda, da dove appare la testa di una statua, ricorda le chiese greche di rito ortodosso le tende nascondevano la presenza di divinità. - Nel 1911 venne dipinta una delle prime opere dedicate alle piazze d'Italia, l'enigma dell'ora. La tecnica è molto semplificata, campiture che non lasciano spazio a velature, chiaroscuri, l'assenza di movimento da l'impressione di un tempo Fermo, di un luogo silenzioso. - L'intera serie piazze d'Italia è connotata da spazi teatrali, l'esistenza appare più recitata che reale. Gli spazi sono definiti da prospettive multiple, così che l'occhio è impegnato in una inquieta ricerca del giusto ordine in cui dispone le immagini. Il ritorno al mestiere - Successivamente de Chirico incominciò a copiare Raffaello, Michelangelo, Pollaiolo invocando la tradizione “pictor classicus”. - Nel 1919 pubblicò un saggio sulla rivista Valori plastici, invocando un radicale “ritorno al mestiere”. - Tornando indietro alla pittura rinascimentale e trecentesca, iniziò a preferire la tempera su tavola. La pennellata sfrangiata e virtuosa, cercando effetti di gessetti e pastelli. - La produzione degli anni 30 si può dividere in vari filoni tra i quali emergono due tipologie di lavoro: classicismo baroccheggiante da un lato e variazioni su temi metafisici dall’altro. - Fu ritraendo se stesso in molte epoche stili e travestimenti, insomma, che De Chirico dimostrò “l’eterno ritorno” della pittura alla sua storia. Ritratto di Guillaume Apollinaire - Lo scambio intellettuale e il legame tra il poeta è l'artista sono racchiusi nel quadro, che ci offre un intrecciato gioco di rimandi. - In primo piano non compare il protagonista, ma un busto antico, apollinaire è relegato nello sfondo, dipinto di profilo come una sagoma. Sulla tempia compare un semicerchio bianco. Apollinaire fu ferito in battaglia proprio nel punto esatto indicato dal cerchio. Improbabili occhiali neri oscurano lo sguardo del gesso antico, stampi da cucina sono dipinti su un piano trasversale. La scena stessa sembra racchiusa in una scatola sfondata e ribaltata. - Fonti di luce diverse, negazione della prospettiva. - Senso da individuare nel busto antico, una citazione greca che allude alla fonte mitica della poesia e alla figura stessa del poeta veggente, cantore di realtà non conoscibili attraverso i sensi. Il pesce e la conchiglia indicano il rapporto con il mare, ricordo della Grecia. - Gli stampi citazione Gioiosa del ricalcare la natura che è tipico dell'artista.
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