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Teorie Sociali: Introduzione - Prof. Meo, Schemi e mappe concettuali di Istituzioni Di Sociologia

Una introduzione alle teorie sociali, concezioni sistematiche del rapporto tra individui e società. Esplora come i primi teorici sociali hanno cercato di comprendere i cambiamenti in atto e presenta le teorie di marx, durkheim e weber. Le teorie sociali offrono cornice analitica per comprendere il mondo sociale, composto da molteplici teorie e tradizioni teoriche in dialogo tra di loro.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 19/11/2019

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Scarica Teorie Sociali: Introduzione - Prof. Meo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Istituzioni Di Sociologia solo su Docsity! Capitolo 2: TEORIA SOCIALE COS’E’? Le teorie sociali sono concezioni sistematiche del rapporto tra individui e società. Sono cornici analitiche che servono a comprendere il mondo sociale. La sociologia comprende molteplici teorie e tradizioni teoriche, spesso in competizione tra loro. Ma nonostante la competizione, vi anche un ampio dialogo tra esse. COME HANNO DATO SENSO AL MONDO I PRIMI TEORICI SOCIALI? TEORIA SOCIALE CLASSICA Tra la metà del 800 e l’inizio 900 ci furono enormi cambiamenti: • Passaggio da un’economia basata sull’agricoltura a una fondata sull’industria • Il passaggio dalle monarchie alle democrazie • Le migrazioni dalle aree rurali alle città • Il mutamento del ruolo della religione nella società Molti pensatori avevano intuito che il mondo stava cambiando e la teoria sociale e la sociologia emersero in risposta a queste trasformazioni. KARL MARX È il fondatore del socialismo scientifico. I suoi scritti si basano sull’idea che il modo in cui gli esseri umani producono ciò di cui hanno bisogno per vivere costituisca il fondamento di ogni società. Riteneva che la storia dell’uomo potesse essere compresa in maniera più efficacie ricostruendo la storia dei diversi sistemi economici. Sosteneva che in ogni sistema economico esistessero delle tensioni tra i gruppi in grado di generare conflitti e rivoluzioni sociali. Definiva i più importanti di questi gruppi classi, riferendosi a quelli formati da persone che condividono interessi economici simili. Il criterio di distinzione delle classi era la proprietà dei mezzi di produzione. Individua nella storia di tutte le società 3 diversi modi di produzione, che caratterizzano il sistema economico dominante in un determinato tipo di società e le classi che genera. Essi sono: • Società Antiche: fondate sulla schiavitù • Feudalesimo: società largamente agricole con un numero ridotto di proprietari terrieri • Capitalismo: la cui economia si fonda sul libero mercato Ciascuno di questi modi di produzione è composto da 2 parti: • Forze di Produzione: capacità produttiva e tecnologica di una società in un dato momento. L'insieme degli strumenti utilizzati per produrre beni. • Rapporti Sociali di Produzione: relazioni e disuguaglianze tra diversi gruppi di persone all’interno di un sistema economico. Il modo in cui le persone si organizzano per produrre quei beni. Credeva che al centro delle società capitaliste vi fosse un conflitto tra 2 classi: borghesia e proletariato. Quando un modo di produzione entra in crisi si verifica una rivoluzione sociale che porta all’affermazione di un nuovo modo di produzione. Dopo il capitalismo sarebbe nata la nuova società socialista, in cui tutte le forze di produzione sarebbero state possedute da tutti grazie alla abolizione della proprietà privata. Questa è la teoria della lotta di classe. EMILE DURKHEIM Cercò anche lui di comprendere i cambiamenti di cui era testimone. Si domandò come le società potessero continuare a funzionare nonostante tali cambiamenti. Ci parla di fatti sociali come delle regolarità e le regole della vita quotidiana che sono proprie di ogni comunità umana. Tra quelli più importanti troviamo le norme che sono come dei muri che delimitano le nostre azioni. Il gesto più estremo legato ai fattori sociali è il suicidio. Durkheim lo porta sotto una nuova luce: la probabilità di suicidarsi non è totalmente casuale né legata alla scelta individuale. Egli ritiene il comportamento umano non naturale, ma frutto dell’apprendimento: impariamo vivendo in società attraverso il processo di socializzazione. Individua anche l’origine dei principi morali condivisi: • Solidarietà Meccanica: prevalente nelle società primitive, costituite da grandi famiglie e clan. Sono caratterizzate dalla divisione del lavoro e da una specializzazione delle mansioni ridottissime. • Solidarietà Organica: sono caratterizzate da una divisione del lavoro molto complessa e da rapporti di interdipendenza fra persone Le società premoderne erano tenute insieme di solidarietà derivanti dal fatto che svolgendo mansioni simili, avessero visioni del mondo simili. Nelle società moderne invece, ogni individuo ha una funzione precisa, la cui sopravvivenza dipende dalla collaborazione. Sviluppò una definizione della religione incentrata sul concetto di sacro, riferito a tutti quegli oggetti, luoghi e simboli che occupano uno spazio separato della vita quotidiana, e che quindi suscitano venerazione, grazie anche al supporto di credenze mitiche e rituali. Ciò non fa necessariamente riferimento al soprannaturale: ad esempio, bruciare la bandiera del proprio paese significa violare un oggetto sacro (ma non religioso). MAX WEBER Si soffermò sull’analisi delle motivazioni che guidano il comportamento individuale, ossia le ragioni sottostanti al nostro agire. Crea la cosiddetta sociologia interpretativa. Per lui la sociologia è infatti una scienza che si dedica alla comprensione interpretativa dell’agire sociale. Differenzia 4 tipi di azione sociale: • Agire Tradizionale: azione motivata dal rispetto delle tradizioni e delle abitudini • Agire Affettivamente: azione guidata da emozioni positive o negative • Agire Razionale rispetto allo Scopo: azione orientata al raggiungimento di un obiettivo, pianificata in rapporto alle conseguenze che potrebbero derivarne
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