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Capitolo frammenti 6, Sintesi del corso di Storia dell'Educazione

Sono riassunti di un capitolo il 6

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 11/03/2024

michelle-fumarola-2
michelle-fumarola-2 🇮🇹

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Scarica Capitolo frammenti 6 e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! La morte ha sempre rappresentato il principale tormento dell'essere umano nonostante possa assumere molteplici aspetti a seconda delle varie culture o convinzioni religiose. A seconda che si creda in una vita dopo di essa o no, la morte, come scrive François Cheng nelle sue Cinq méditations sur la mort - autrement dit sur la vie, "si presenta ad alcuni come un limite insormontabile che fissa la condizione umana, e ad altri come una possibilità di metamorfosi. Il tema della morte può essere affrontato da diversi punti di vista, essa può essere privata, solitaria,Se nel mondo antico essa era strettamente legata al valore dell'eroismo, nel Medioevo era fortemente correlata alle condizioni socio economiche e alle grandi epidemie infine, alla più recente modernità in cui la morte si manifesta sotto forma di aggressività e brutalità, presentandosi strettamente correlata alle guerre, alle infinite forme di violenze. Ci sono diversi aspetti, partendo dal culto dei morti legato alla tradizione cristiana e alle confraternite in Terra d'Otranto con uno sguardo . Innanzitutto sul modello educativo delle confraternite nei confronti dell'accettazione della morte e dell'importanza della preghiera per mantenere vivo il ricordo dei defunti; in secondo luogo,il tema della presenza della morte nella pedagogia del regime fascista, per educare la popolazione a percepire il sacrificio e la morte per il bene della patria .Per comprendere meglio da dove derivano le tradizioni legate al culto dei morti in Terra d'Otranto occorre: assicurare ai poveri un degno funerale, veniva considerata un'opera di carità; La paura della morte influenzò la mente della popolazione che entrava a far parte delle confraternite allo scopo di esorcizzarla tramite la celebrazione del funerale e la sicurezza di una tomba, e le opere assistenziali assieme alle messe divennero gli strumenti attraverso i quali assicurarsi la salvezza eterna*. Osserva Morin:Situandosi tra il momento della morte e il momento dell'acquisizione dell'immortalità, i funerali determinano il cambiamento di stato del morto,i funerali riflettono i turbamenti profondi che una morte provoca nella cerchia dei vivi.La paura della morte, è collegata alla paura del funerale che diventa "un frutto del terrore" Di tutte le Confraternite presenti sul territorio della Terra d'Otranto, particolarmente interessante è risultata l'attività della Confraternita della Buona Morte ed Orazione di Lecce, la cui documentazione è conservata presso l'Archivio Diocesano di Lecce.Lo statuto più antico relativo alla confraternita della Buona Morte ritrovato in archivio 1911 riprende la fondazione della stessa confraternita avvenuta da parte dei monaci Teatini nel 1617. All'articolo 1 si legge :è riconosciuta con decreto reale 13 gennaio 1619, aggregata alla omonima arciconfraternita di Roma è soggetta alle disposizioni delle leggi 17 luglio 1890 n 6972, 18 luglio 1904 n.390 e dei relativi regolamenti ed eretta dal presente statuto.Dallo statuto emerge che scopo principale della confraternita era quello di Pregare per i fedeli defunti, accompagnarli,fino al Sepolcro, Di elargire sussidi a quei confratelli che per avanzata età o per inabilità al lavoro non possano procurarsi da vivere, ai poveri non confratelli, ai superstiti dei morti poveri, trasportati per amor di Dio ed ai fanciulli abbandonati. le confraternite erano nate con scopo caritatevole, poi fu a contributi economici.Nella Confraternita della Buona Morte gli aggregati erano tenuti a pagare una tassa di aggregazione iniziale e una rata di centesimi 15 al Cassiere della confraternita. avevano diritto ad assistenza in caso di infermità e in punto di morte da parte dei sacerdoti. Dopo la morte la Confraternita, si celebravano 20 messe in caso di confratelli e 10 messe in caso di consorella;avevano diritto a: n. 4 candele ,due ciascuno per ardere innanzi al cadavere, il feretro costruzione con impellicciatura noce e con finimenti dorati e cassa di zingo, l'accompagnamento di tutta l'Arciconfraternita, di n. 20 poveri dell'asilo di mendicità, del parroco e dei due sacerdoti cappellani e nel secondo accompagnamento il cadavere del fratello o sorella sarà trasportato nel carro extra di prima classe a 4 cavalli.Il defunto aveva diritto ad una messa celebrata in presenza Agostino da Montefeltro', un predicatore francescano vissuto in periodo risorgimentale, dice che lo Scopo della nostra Arciconfraternita è quello di amare i fedeli defunti; pregare per loro; accompagnarli anche (se poveri).Amiamo dunque i nostri Morti: e come amarli?lo dice Padre Agostino da Montefeltro in un uno dei suoi aurei discorsi a noi diretto:attraverso la preghiera. Cheng dice di non dimenticare i morti. Ma perché il ricordo è così importante? Per Cheng:Non dimenticare i morti significa dunque, imparare la gratitudine attraverso di loro, nei confronti della vita. Il rito funebre proseguiva con il trasporto della salma al cimitero. I cimiteri leccesi interessante è un fascicolo del 1881 nel quale vi è una circolare del Ministero dell'Interno del Regno d'Italia, firmata dal ministro Agostino Depretis, del 5 aprile ci informa che con un'altra circolare del 18 settembre 1874 n. 21100 i Prefetti scrissero un documento sulle condizioni dei cimiteri . Questa circolare evidenziò come le condizioni di alcuni cimiteri e la mancanza della polizia mortuaria. Sempre nel 1874 è stato redatto un Regolamento sanitario, ogni comune dovesse essere provvisto di almeno un cimitero (art. 53) di area dieci volte superiore allo spazio necessario per il numero presunto dei morti di ciascun anno (art. 58). II cimitero collocato ad almeno 200 metri da centri abitati per evitare che il vento dominante porti i miasmi sull'abitato, infine stabiliva che ogni cimitero dovesse essere provvisto di almeno una camera mortuaria e che fosse vietato seppellire i morti al di fuori del cimitero .Nella provincia di Lecce, dopo quasi 10 anni dalla legge molti comuni non avevano ancora provveduto all'obbligo.La risposta del comune di Martignano, il 26 giugno 1883, dice:che il seppellimento dei cadaveri avviene in una chiesa conventuale situata in luogo lontano dall'abitazione e costruito in modo a tenere per la pubblica igiene. La risposta del comune di Giurdignano nel 9 giugno 1883 informa:La Prefettura che il seppellimento dei cadaveri avveniva in una cappella fuori dal centro abitato, nella quale non erano svolte celebrazioni. Per quanto riguarda il Municipio di Lecce, interessante è un documento del 21 maggio 1887 e firmato dal sindaco di Lecce Libertini intitolato Norme speciali per la polizia interna del cimitero. Tale documento stabiliva che la direzione del cimitero in tutte le sue parti era affidara al Direttore onorario nominato dal Consiglio comunale, sanciva gli orari di apertura del cimitero e cosa fosse l'articolo 9 "Sono proibite nel recinto destinato alle tombe le commemorazioni funebri, i discorsi e le altre specie di riunioni. I necrofori obbligati a prestarsi gratuitamente al trasporto e al seppellimento di cadaveri di persone povere, non potevano rifiutarsi di trasportare un cadavere e ricevevano una maggiorazione dello stipendio in caso di epidemia colerica.Regolamento per il Servizio Mortuario, del 31 gennaio 1877 dice quanto tempo doveva trascorrere tra la morte e il seppellimento - 24 ore generalmente, 48 in caso di morte improvvisa .Un'altra informazione interessante, riguardante le fosse comuni, è riportata negli artt. 20 e 21, dice che Sopra le fosse comuni non sarà lecito erigere monumenti, solo permesso piccole croci . Le tombe potevano essere di due tipi: ad Edicole ed Archi . Le tombe non permanenti dopo 20 anni, venivano riaperte per lo spostamento delle ossa in urne o in ossari comuni. Una problematica legata alla riapertura delle tombe erano le emanazioni che potevano sollevarsi dalle sepolture ,per evitare veniva acceso intorno all'apertura della tomba un fascio di paglia, dopo veniva calato un lume sino alla sepoltura: se si spegneva era vietato ai seppellitori di scendere.la Confraternita di Santa Filomena di Lecce, aveva nel cimitero un sotterraneo, profondo cinque metri con 144 cadaveri Una prima testimonianza dell'importanza del culto dei caduti del primo conflitto mondiale(6 milioni)dice:la religione dedica la giornata di domani alla corrispondenza spirituale con le anime dei Defunti. Durante il primo dopoguerra e negli anni del regime fascista furono eretti monumenti ai caduti della Grande Guerra e furono organizzate celebrazioni per omaggiarne la memoria .Tutta la cittadinanza, dunque, partecipava attivamente alle commemorazioni pubbliche "i negozi rimasero chiusi per oltre un'ora".Il corteo, si diresse alla Chiesa Parrocchiale, ove fu cantato il TE DEUM, poi tornò al Palazzo Comunale.Anche le scuole le scuole, i quali alunni cantarono la canzone del Piave. La Prefettura di Lecce, sotto il partito fascista, diffuse una circolare 7 novembre 1928, ai comuni, di ricordare i caduti in guerra con una targa in marmo entro il 24 maggio dell'anno successivo''. Diversi comuni risposero come il Comune di Campi Salentina che nel eresse 1928 la Statua della Vittoria in ricordo dei
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