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Capitolo sull'istruzione, Schemi e mappe concettuali di Sociologia Della Comunicazione

capitolo sull'istruzione del libro Fondamenti di Sociologia di Giddens e Sutton

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 18/01/2024

giuliagiaaaaaimo
giuliagiaaaaaimo 🇮🇹

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Scarica Capitolo sull'istruzione e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! ISTRUZIONE TEORIE DELL’ISTRUZIONE Il valore che si dà all’istruzione, intesa come fattore cruciale della trasmissione delle norme e valori di una società ai suoi nuovi membri, è soggetta fortemente a variazioni sia culturali che sociali. Prima però occorre fare una distinzione tra ISTRUZIONE: E’ un’istituzione sociale che favorisce l’acquisizione di conoscenze e competenze in qualsiasi ambito e ambiente sociale. e SCOLARIZZAZIONE: E’ l’aspetto formale dell’istruzione, con il quale vengono insegnati determinati tipi di conoscenze e competenze, di solito in un ambiente formale ben definito, come le scuole. In molti paesi la frequenza scolastica è obbligatoria e il sistema scolastico è caratterizzato da un programma di studi ben preciso. L’istruzione, quindi, non si limita solo a quella impartita a scuola, ma è un tema soggetto a variazioni politiche, economiche e culturali, da sempre inserito in un ampio dibattito che riguarda il modo in cui essa debba essere impartita. - ISTRUZIONE E SOCIALIZZAZIONE DURKHEIM: Durkheim sostiene che l’educazione scolastica permette ai ragazzi di interiorizzare quelle norme e quei valori che permettono di contribuire al funzionamento della società. I valori a cui si riferiva erano principalmente quelli della Francia Ottocentesca, e quindi valori che andavano a contrastare il forte individualismo che stava emergendo in quegli anni e che minacciava la solidarietà sociale. Le scuole, quindi, per Durkheim servivano ad insegnare il senso di responsabilità sociale. Inoltre, nelle società industriali, l’istruzione poteva insegnare le competenze necessarie ad affrontare il mondo del lavoro. PARSONS: A differenza di Durkheim, Parsons voleva esaltare il valore del successo individuale, ed era convinto che le scuole potessero quindi fornire ai ragazzi le competenze necessarie a realizzarsi e a cambiare status, competenze che in famiglia non potevano essere apprese, poiché lo status è fissato dalla nascita, mentre a scuola lo status si acquisisce, perché è fondata sulla meritocrazia. Critiche: Il punto debole dell’approccio funzionalista è che per loro la società è un’entità relativamente omogenea, in cui tutti condividono gli stessi interessi. I critici dimostrano che in realtà non è così, e che nelle società caratterizzate da numerose disuguaglianze, i sistemi educativi non fanno altro che rafforzarle.  SCUOLA E CAPITALISMO Vi è uno studio sull’istruzione negli Stati Uniti di Bowles e Gintis, di derivazione marxista, che dimostra come le scuole siano “agenti” della socializzazione, nel senso che contribuiscono a produrre il tipo di lavoratori voluti dalle imprese capitalistiche. Secondo questi due studiosi, il sistema scolastico si basa su un PRINCIPIO DI CORRISPONDENZA tra le norme della vita scolastica e quella lavorativa. La scuola, infatti, abitua lo studente alla disciplina del posto di lavoro, e il sistema scolastico presenta una struttura gerarchica come quella aziendale.  IL PROGRAMMA OCCULTO In particolare, Bowles e Gintis hanno rilevato l’esistenza di un programma occulto con il quale gli studenti vengono sottoposti all’imposizione della disciplina e della struttura gerarchica del sistema. Uno degli autori che più si sono dedicati allo studio del programma occulto è stato il filosofo austriaco Illich, contrario all’istruzione obbligatoria, che sottolineava la stretta connessione tra sistema scolastico e le esigenze dell’economia. Secondo Illich, con il programma occulto, la scuola svolge una funzione di custodia, come il carcere, in quanto la frequenza è obbligatoria, ma soprattutto la scuola insegna a rimanere passivi di fronte alle sue imposizioni. Ecco perché secondo lo studioso, andrebbe svolta una descolarizzazione della società. Con questo, Illich, non intendeva proporre un’abolizione totale dei sistemi educativi, ma piuttosto la sostituzione di essi con delle particolari strutture educative accessibili a tutti, come biblioteche e laboratori. John Taylor Gatto, in una prospettiva non marxista, afferma che le scuole insegnano ai ragazzi ad accettare lo status quo, cioè a rispettare il loro posto all’interno della gerarchia delle classi e a rispettare i superiori. La regola della campanella insegna loro che nessuna lezione è tanto importante da poter durare oltre il suo suono. La scuola, poi, incide sull’autostima degli studenti, poichè il loro valore dipende dall’opinione dei professori. E’ per questo motivo che egli propone un’istruzione in famiglia.  ISTRUZIONE E RIPRODUZIONE CULTURALE Alcuni sociologi hanno cercato di spiegare le disuguaglianze nei sistemi educativi. Ciò che accomuna tutti questi studi è l’interesse per la riproduzione culturale, cioè la trasmissione generazionale di norme, valori e principi. BERNSTEIN: Il sociologo britannico Bernstein studia il rapporto fra differenza di classe ed istruzione, sottolineando l’importanza del linguaggio nei sistemi educativi. Egli, basandosi sulla teoria del conflitto, dimostra come il rendimento scolastico dei ragazzi sia fortemente influenzato dal codice linguistico appreso durante l’infanzia. Gli studenti che provengono da famiglie operaie, infatti, risultano avere risultati scolastici più scarsi rispetto a quelli di studenti provenienti da classi medie. Il sociologo si accorge che la differenza non sta nel vocabolario posseduto, ma nel modo in cui viene utilizzato il linguaggio: I ragazzi di famiglie operaie, infatti, utilizzano un codice ristretto, cioè un modo di utilizzare il linguaggio legato a una cultura in cui valori e norme sono dati per scontati, e non vengono giustificati o argomentati, e i ragazzi vengono socializzati solo attraverso l’uso di ricompense o punizioni. I ragazzi di famiglie appartenenti alle classi medie, invece, fanno uso di un codice elaborato, poiché i loro genitori, nell’educare i figli, spiegano spesso le ragioni delle loro reazioni rispetto a determinati comportamenti: ad esempio, per rimproverare un figlio troppo desideroso di dolci, una madre delle classi medie spiegherà al figlio che mangiare troppi dolci fa male alla salute, mentre una madre di una famiglia operaia dirà semplicemente “niente più dolci!” I ragazzi appartenenti alle famiglie operaie, quindi, fanno più fatica ad ottenere buoni risultati nell’ambiente scolastico, poiché quest’ultimo è formato da insegnanti appartenenti al ceto medio, e che quindi fanno uso di un codice del linguaggio elaborato. Alcuni critici contestano la tesi di Bernstein, definendola classista, ma egli negò. WILLIS: Un secondo importante contributo alla ricerca sociologica sulle disuguaglianze nel mondo dell’istruzione è dato dal sociologo britannico Willis. Egli svolse la sua ricerca sul campo in una scuola britannica, con l’obiettivo di capire come mai i ragazzi di famiglie operaie finiscano per svolgere lavori operai dopo la scuola. Si pensava, infatti, che i giovani appartenenti alle famiglie operaie, frequentando la
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