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Capolavoro di Tacito, Sintesi del corso di Latino

Riassunto: Historiae e Annales, un unico corpo letterario.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 29/06/2019

stefaniax
stefaniax 🇮🇹

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Scarica Capolavoro di Tacito e più Sintesi del corso in PDF di Latino solo su Docsity! Le Historiae e gli Annales costituiscono un unico corpo letterario, che comprendeva complessivamente trenta libri: quattordici per le Historiae e sedici per gli Annales. Historiae: i libri per le Historie sono state composte tra il 100 e il 110, sono giunti a noi interi solo i primi quattro libri. Dovevano narrare gli avvenimenti compresi fra l'impero di Galba (69 d.C.) e la morte di Domiziano (96 d.C.). Nonostante la sfiducia di Tacito nella realtà storica, politica e sociale del tempo in cui viveva, egli credeva ancora, durante la stesura delle Historiae, nell'accentramento del potere nelle mani di un principe per il mantenimento della pace. In un secolo in cui gli imperatori difficilmente riuscivano a contrastare lo strapotere delle legioni e dei loro ufficiali, che deponevano e innalzavano al potere imperatori secondo il loro capriccio, la stabilità politica era un'esigenza avvertita profondamente dai cittadini romani del tempo. Il principe non avrebbe dovuto essere debole né troppo dipendente dal sostegno dell'esercito, o essere un tiranno, come Domiziano, o un folle, come Galba. Doveva essere capace di garantire sicurezza all'imperium, preservando il prestigio e la dignità del Senato, a cui Tacito era strettamente legato. Quindi Tacito è convinto nella necessità del princeps come unica soluzione ai problemi dell'impero. Annales: sono un'opera storica che copre i regni dei quattro imperatori romani dalla morte di Augusto a quella di Nerone (68 d.C.) composti nel 112-113, sono giunti a noi interi solo i primi quattro libri più alcune parti (regni di Tiberio e Nerone). Tiberio è descritto come un esempio di falsità e dissimulazione. (Si narra che abbia fatto avvelenare suo figlio adottivo Germanico. Nominò Seiano, uomo senza scrupoli, prefetto del pretorio, una figura di primo piano della politica del tempo, lasciandogli praticamente il potere). Claudio appare un inetto privo di volontà, manovrato da liberti e donne di corte Di grande pathos è, inoltre, il Nerone di Tacito rappresentato come un folle tiranno privo di scrupoli il cui governo è inizialmente influenzato da Agrippina, da Seneca e da Burro che nutrono nei confronti del nuovo imperatore grandi speranze. Tuttavia, Nerone si rivela un despota: elimina Agrippina e il fratellastro Britannico, si libera dalla tutela di Seneca e Afranio Burro e fa trasparire tratti di dissolutezza e sadismo, coltivando al tempo stesso la passione per le arti e gli spettacoli. La depravazione di Nerone, che sposa la bellissima Poppea e poi la ucciderà una volta incinta, non ha più limiti. L’incendio di Roma, da lui ordito, viene fatto ricadere sui cristiani, che per questo vengono perseguitati. Dopo la congiura di Pisone, Nerone costringe i congiurati e molti sospetti a darsi la morte: tra di loro Seneca, Lucano e Petronio. Nerone dà il via alla persecuzione dei senatori favorevoli alle libertà repubblicane, tra cui Trasea Peto, che si suicida. Qui si interrompe la narrazione. Tacito continua a sostenere la sua tesi sulla necessità del principato, ma il suo giudizio sulla dinastia Giulio-Claudia è netto e critico. Il suo è un atteggiamento rassegnato, che deriva dal suo pessimismo e dal trauma dell'instabilità politica e dell'incapacità o tirannia dei sovrani che si erano succeduti: se da un lato l'instaurazione di un potere di tipo imperiale aveva garantito la pace allo stato romano dopo anni di guerra civile, dall'altro pesavano gli svantaggi di una vita vissuta sotto il dominio dei Cesari. Della storia dell'impero fa parte il tramonto definitivo della libertà politica e intellettuale dell'aristocrazia senatoriale, che Tacito, pur appartenendovi, giudica moralmente decaduta, corrotta ed asservita ai voleri del sovrano.
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