Scarica Capolavoro e mistero e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Antropologia Filosofica solo su Docsity! Capitolo 11 Aristotele ambito dell’azione come: Qualcosa di attivo Volontario Soggetto a valutazione morale Per la filosofia: comportamenti compiuti per abitudine non sono azioni Volontà: rende l’essere umano autore di ciò che fa, libero. (non viene costretto da nessuno) Weber: azioni alle quali la persona attribuisce un senso, dà un significato. Per essere considerati responsabili delle nostre azioni dobbiamo sapere cosa stiamo facendo L’intelligenza e la ragione hanno il ruolo di dare un senso all’azione Atti compiuti in modo non intenzionale (es. da un sonnambulo) non sono azioni Quando si progetta un’azione si riconosce di voler cambiare il mondo, è comunque possibile fare una cosa per il gusto di farla, per passatempo. Ogni azione, in quanto volontaria, ha un fine, una meta, uno scopo. Pensiero medievale: Fine dell’azione (ciò che essa causa nel mondo) Fine dell’agente (il fine di colui che agisce, perché lo fa), coincide con la motivazione Scienze umane: bisogna sapere da che cosa una persona è motivata per influire sul suo comportamento Motivazioni intrinseche: proprie della formazione di una persona (es. studio per formarmi) Motivazioni estrinseche: per un risultato visibile (es. un voto) Per la filosofia: la motivazione include un aspetto conoscitivo (sappiamo ciò che facciamo e pensiamo di poterlo realizzare) Differenza tra: Motivazione: perché lo faccio Intenzione: conoscere le conseguenze dell’azione e farlo lo stesso Altri elementi che compongono l’azione: CONSEGUENZE (effetto prodotto dall’azione) e CIRCOSTANZE Gli effetti delle conseguenze possono essere immediati o creare una catena di conseguenze, possono essere certi o probabili, previsti o imprevisti, prevedibili o imprevedibili. Circostanze: azioni determinate dalle circostanze, chi, che cosa, dove, con l’aiuto di chi, perché, in che modo, quando. Ogni azione ha sia un aspetto oggettivo che soggettivo, è necessario considerare la prospettiva di colui che agisce. Considerare l’impatto che le azioni hanno sia sul soggetto che sulla realtà che lo circonda. Tenere presente il rapporto tra azioni e colui che agisce, questo rapporto è alla base della teoria della virtù (quali morali positive che acquisiamo con l’allenamento).