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Capra-Capitolo Sedicesimo-L'apologeo dell'assolutismo: la Francia di Luigi XIV, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto del sedicesimo capitolo del manuale Carlo Capra di storia moderna. Argomenti trattati: Luigi XIV-La corte e il paese-La direzione dell'economia-La direzione delle coscienze-Le guerre di Luigi XIV-Il tramonto del Re Sole

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 18/03/2021

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Scarica Capra-Capitolo Sedicesimo-L'apologeo dell'assolutismo: la Francia di Luigi XIV e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Storia moderna I Cap. 16 (Esonero 16/12) L’apogeo dell’assolutismo: la Francia di Luigi XIV 1. Luigi XIV: Il ‘mestiere di re’ Il lungo regno di Luigi XIV iniziò nel 1643, prima di assumere il potere, tuttavia, attese la morte di Mazzarino, avvenuta nel 1661. Da quel momento in poi sarà saldamente alla guida della Francia, fino al 1715. Questo lungo regno rappresentò l’apogeo dell’assolutismo monarchico e fu anche il periodo in cui la Francia giunse più vicina a esercitare una supremazia sul resto dell’Europa, disegno che venne alla fine sconfitto dalla coalizione delle altre potenze; ebbe invece durata maggiore il ruolo di nazione guida che la Francia assunse in fatto di cultura, gusto, cucina e moda. Quando il cardinale Mazzarino spirò, il giovane Luigi XIV manifestò subito la propria volontà di governare da solo, senza più delegare a nessuno il proprio potere. Luigi XIV preferì servirsi di ministri di nascita modesta, che a lui solo dovessero la propria elevazione. La direzione delle finanze, ad esempio, fu affidata al figlio di un mercante, Jean-Baptiste Colbert. Importante fu il ruolo del Consiglio, o piuttosto dei consigli in cui questo si articolava. Il Consiglio superiore era un organo molto ristretto che al suo interno decideva i più importanti affari di Stato. In determinati giorni si riunivano poi il Conseil des dépeches, il Conseil des parties e il Consiglio delle finanze. Gli intendenti, preposti alle généralités nelle quali era suddivisa la Francia, durano in carica più a lungo e rafforzano il proprio potere sotto il regno di Luigi XIV. Nominati dal re e revocabili a suo piacimento, gli intendenti sono per eccellenza la cinghia di trasmissione della volontà regale, ma sono al tempo stesso i portavoce degli interessi locali. Per la capitale provvede, dal 1667, un luogotenente generale di polizia munito di ampi poteri. Diversi da questi funzionari sono gli officiers. Rientrano in questa categoria i consiglieri e i presidenti dei tribunali superiori e dei Parlamenti. Tra le loro attribuzioni rientrava la registrazione degli editti regi. Di questa prerogativa potevano valersi per sospendere l’entrata in vigore di leggi a loro sgradite, ma Luigi XIV impose loro di registrare le leggi prima di fare eventuali rimostranze. Benché la venalità delle cariche fosse diffusa anche in altri Paesi, in nessun luogo essa raggiunse le dimensioni che ebbe in Francia. Gli officiers componevano quasi una forza intermedia tra la società e lo Stato. Essenziale era dunque, assicurarsi la fedeltà degli officiers mediante un delicato dosaggio di manifestazioni di forza e di legami clientelari. L’esempio della giustizia è forse il più adatto a mostrare i limiti dell’assolutismo francese. Nelle campagne la giustizia era amministrata da giudici nominati dai signori feudali. I giudici regi erano proprietari del posto che occupavano e godevano dunque di una notevole autonomia. Inoltre, le norme che essi erano chiamati ad applicare variavano in larga misura da luogo a luogo: la legislazione regia lasciava infatti scoperte molte aree, specialmente del diritto privato e familiare. Analogamente gli Stati provinciali, i cosiddetti Pays d’états, conservavano importanti poteri. 2. La corte e il Paese A partire dai primi anni Ottanta, la corte si trasferì a Versailles. Nel palazzo e negli edifici annessi giunsero essere ospitate quasi diecimila persone. Una rigida etichetta regolava la vita di corte, che ruotava tutta intorno alla persona del re. Le qualità proprie di questo vivere cortigiano si ritrovano nella grande letteratura del periodo, anche l'arte e la vita musicale trovarono per un certo periodo il loro centro ispiratore della corte. D’altra parte, è chiaro che il soggiorno a Versailles si trasformava per la nobiltà francese in una prigione dorata che ne riduceva l'indipendenza e le possibilità di azione politica. Durante il regno di Luigi XIV non si avranno più episodi di anarchia nobiliare come la Fronda. Fuori dal cerchio magico di Versailles si estendeva il Paese. Oltre l’80% della popolazione viveva sulla terra e della terra. Le tecniche agricole non erano granché variate dai secoli del basso Medioevo. La scarsa produttività dell'agricoltura era legata alla struttura della proprietà, alle forme di conduzione prevalenti e all’entità del prelievo che grava sui coltivatori del suolo. Accanto agli stessi possessi del clero, dei nobili e dei borghesi di città vi era una diffusa proprietà contadina. Il ‘contadino tipo’ per campare tutto l'anno con la propria famiglia aveva bisogno di prendere altre terre in affitto o a mezzadria, di lavorare a giornata o di integrare il lavoro agricolo con un lavoro a domicilio per l'industria. Il frutto complessivo di tali attività era soggetto ad una serie di prelievi che ne sottraevano una quota variabile tra il 20 e il 60%. Il feudatario del luogo esigeva dovunque un censo annuo su tutte le terre sotto la sua giurisdizione e anche una quota parte del raccolto (champart), prestazioni di lavoro gratuite (corvées), tasse di successione, percentuali sulla compravendita dei poderi; esercitava inoltre il monopolio delle principali attività di trasformazione dei prodotti del suolo e deteneva diritti esclusivi di caccia e di pesca. A questi diritti signorili si aggiungevano le decime riscosse dal clero. Veniva poi il prelievo statale sotto forma di imposte dirette o indirette. La grande maggioranza degli abitanti delle campagne viveva ai limiti della pura sussistenza, alla mercè delle cattive annate e delle carestie, alcune delle quali assunsero durante il regno di Luigi XIV proporzioni catastrofiche. Di conseguenza i benefici dello sfarzo e della gloria da cui era circondato il Re Sole furono assai tenui o addirittura nulli per la massa della popolazione. 3. La direzione dell’economia Colbert si propose due obiettivi essenziali: rimediare al grave dissesto dei conti pubblici e rilanciare la stagnante economia francese. Il primo dei due obiettivi fu perseguito mediante l'istituzione di una Camera di giustizia straordinaria per indagare sugli illeciti arricchimenti che finanzieri, appaltatori e ricevitori delle imposte avevano potuto ottenere sfruttando lunghi anni di guerre. Fu possibile per questa via rastrellare varie decine di milioni di lire e diminuire quindi il debito pubblico. Grazie a ciò fu possibile adottare metodi più efficaci e più redditizi per l'erario. L'incremento delle entrate e la lotta contro gli sprechi e le malversazioni permisero di ridurre di circa un terzo il peso della taglia e di raggiungere un sostanziale pareggio tra entrate e uscite. Nella visione di Colbert il risanamento finanziario doveva fornire i mezzi per un deciso intervento dello Stato a sostegno dell’economia. All'agricoltura era assegnato il compito subalterno di produrre viveri a basso costo, in modo da mantenere bassi i salari e rendere così competitivi i manufatti. Lo sforzo principale era concentrato sulle manifatture che lavoravano per l'esportazione e sul commercio con l'estero, al fine di accrescere la massa di denaro circolante all'interno del Paese. Per raggiungere questi obiettivi Colbert pose in atto una complessa strategia: 1) Controllo sulla qualità dei prodotti; 2) Controllo della manodopera e reclusione cotta dei mendicanti nelle case di lavoro; 3) Concessione di sovvenzioni e privilegi agli imprenditori disposti a introdurre nuovi rami d'industria e creazione di imprese con capitale pubblico; 4) Protezionismo doganale; 5) Costituzione di compagnie privilegiate per il commercio con le varie aree del globo; 6) Sviluppo della Marina mercantile di guerra e potenziamento delle infrastrutture atte ad agevolare la circolazione degli uomini e delle merci. L'attività di Colbert non registrò nell’immediato apprezzabili successi, ma molte delle iniziative avrebbero fruttato a distanza di tempo. 4. La direzione delle coscienze Il regno di Luigi XIV è caratterizzato dallo sforzo di dettare regole valide per tutti, di imporre l'ordine e l'uniformità. A tale scopo dovevano servire le numerose accademie reali istituite, come i precetti e i divieti riguardanti la stampa e l'insegnamento.
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