Scarica Neoclassicismo: Contesto storico, culturale e artistico e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Neoclassicismo
(metà sec. XV IlI-inizi XX)
contesto storico/culturale (XVIII-XIX sec.) Europa del '700: realtà economica dinamica. Aumento demografico, agricoltura più produttiva, manifattura più• rafforzata crescita dei commerci internazionali. espansione coloniale (Indie, sud-america)• Mutamento gerarchie europee: crescita Olanda, Francia, Inghilterra; declino Italia e Spagna• struttura sociale gerarchica con disuguaglianze giuridiche: 'Anciene Régime': nobiltà e clero, classi dominanti,• Terzo stato: emerge la borghesia, rinnovatrice di politica e cultura modello politico prevalente: 'assolutismo' che diventa a metà del sec. 'illuminato': avvio di una politica di riforme• per aumentare le entrate riducendo i privilegi. Affermazione della sovrantità dello stato con riduzione del potereecclesiatico: avvio di politiche 'giurisdizionaliste' (controllo dello stato sulla chiesa) crescente laicizzazione della società• le spinte alla modernizzazione della società favoriscono l'affermazione dell'Illuminismo: movimento filosofico che• elegge ragione e sapere come strumenti per promuovere il progresso civile e l'uguaglianza di tutti gli uomini, alfine di 'rischiarare' il mondo dall'oscurantismo la fiducia nella ragione riprende e attualizza i grandi temi del pensiero greco classico• vitalità culturale: crescita alfabetizzazione, ampliamento mercato librario, nascita dell'opinione pubblica• 1751-72: Encyclopedie, di Diderot e d'Alambert. Divulgazione del sapere• 1785: nasce il Times. Quotidiani, gazzette, periodici popolari • circoli, società scientifiche, club, redazioni di riviste, salotti parigini, caffè di Londra, Milano, Venezia sono centri di• dibattito culturale dimensione culturale cosmopolita unificata dal riferimento a un ideale culturale e civile comune• Parnaso, Mengs (1760)
2. Anton Raphael Mengs, Parnaso, 1760-61, affresco, Roma, Villa Albani.
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ped) interpretazioni Natura e arte: la Bellezza secondo Winckelmann
Dopo aver pubblicato nel 1755 i Pensieri sull'imi-
tazione dell'arte greca nella pittura e nella scultura,
Winckelmann si trasferì a Roma presso il cardi-
nale Albani. Qui vide la luce la sua Storia dell'ar-
te nell'antichità, iniziata nel 1756 e pubblicata nel
1763, testo capitale poiché per la prima volta l’arte
antica veniva studiata nella sua reale evoluzione
storica e, insieme, dal punto di vista estetico e for-
male.
Winckelmann vi esprime idee che divennero l'os-
satura portante dell'estetica neoclassica: indicò
nella scultura greca il modello più alto e compiuto,
da imitare; definì l’opera d’arte come espressione
del bello ideale, raggiungibile non imitando la na-
tura, ma emendandola dai suoi difetti, o meglio
selezionando in essa le parti più riuscite e fonden-
dole, come fa un «abile giardiniere che innesta su
un fusto diversi margotti delle migliori qualità»;
condannò, come nocive per il raggiungimento del
bello, l'agitarsi delle passioni umane: «a generale
e principale caratteristica dei capolavori greci è
una nobile semplicità e una quieta grandezza, sia
nell'atteggiamento quanto nell'espressione».
Bisogna notare che l’interpretazione di Winckel-
mann si basava però su una conoscenza parziale,
e quindi fuorviante, dell'universo greco. Lo stu-
dioso non vide mai un originale greco, ma solo
copie del tardo ellenismo romano, più espressive
degli originali.
Nonacaso, quando ai primi dell'Ottocento il diplo-
matico inglese Lord Elgin portò in patria i marmi
classici del Partenone, opera di Fidia del V secolo
a.C., non si riusciva a credere alla loro autentici-
tà, in quanto apparivano troppo freddi e austeri,
lontani da quella passionalità, pur temperata, così
ben descritta e teorizzata da Winckelmann.
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J.J. Winckelmann, Storia dell'arte nell'antichità
La grandezza dell'animo e la grazia del corpo: Apollo
«La statua di Apollo rappresenta il più alto ideale artistico fra tutte le opere
dell'antichità sfuggite alla distruzione. L'artista ha creato quest'opera assolu-
tamente secondo l’ideale, servendosi della materia solo per quel che era neces-
sario a realizzare e rendere visibile il suo fine. Questa statua di Apollo supera
tutte le altre immagini del dio di quanto l’Apollo di Omero si eleva al di sopra
di quello descrittoci dai poeti venuti dopo di lui, Il suo corpo si eleva al di so-
pra di quello umano e la sua posa rivela la grandezza che lo pervade. Una pri-
mavera perenne, come nel beato Elisio [i Campi Elisi, l'aldilà pagano], riveste
di amabile giovinezza la sua matura, affascinante virilità e aleggia con grazia
delicata sulla superba struttura delle sue membra [...]. Non una vena, non un
nervo turbano e agitano questo corpo, ma uno spirito celeste che vi si riversa
come un fiume tranquillo quasi ricolma tutta la superficie di questa figura.»
4. Agesandro, 5. Leocare, Apollo
Atanodoro e Polidoro del Belvedere,
di Rodi, Laocoonte, copia del I secolo
seconda metà d.C. da un originale
del I secolo a.C., del IV secolo a.C.,
marmo, h 242 cm, marmo, h 224 cm,
Città del Vaticano, Città del Vaticano,
Musei vaticani. Musei vaticani.