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caratteri dell'età vittoriana, Appunti di Letteratura Inglese

caratteri dell'età vittoriana e le scoperte scientifiche del tempo

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/09/2022

d.diana
d.diana 🇮🇹

4

(1)

8 documenti

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Scarica caratteri dell'età vittoriana e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! L’ETÀ VITTORIANA: CULTURA E SOCIETÀ “NELL’EPOCA DELLE MACCHINE” I caratteri principali del periodo vittoriano Il regno della regina Vittoria va dal giugno 1837 al gennaio 1901. Già nei primi decenni del Novecento l’epoca vittoriana era stata fortemente ridimensionata dai grandi intellettuali modernisti, che avevano denunciato l’ipocrisia e il conformismo dei suoi ceti dirigenti, le terribili condizioni materiali di vita e la progressiva volgarizzazione della cultura. Virginia Woolf presenta in Orlando (1928) l’epoca vittoriana come un periodo intriso di umidità spirituale e materiale, tetro e opprimente soprattutto per le donne; e il suo attacco è tanto più significativo perché Virginia è figlia di Leslie Stephen, il primo direttore del Dictionary National Biography, che voleva ricostruire in modo sistematico la vita dei personaggi più significativi della storia nazionale. L’epoca vittoriana è intrisa di figure memorabili tra cui ricordiamo Darwin, Marx, Disraeli e Gladstone, Morris e Wilde, ma è un periodo occupato anche da quelle moltitudini anonime e indistinte che venivano chiamate bands, le masse proletarie impiegate negli opifici, relegate nei quartieri squallidi (slums) delle grandi città industriali. La Rivoluzione industriale è un processo lento, ma traumatico che inizia negli ultimi decenni del Settecento fino alla metà dell’Ottocento. Essa si traduce in una sequenza di fenomeni e di mutamenti socioeconomici di enorme portata: parliamo di un mondo ancora rurale e patriarcale che si mette in moto verso le città industriali che si espandono in modo disordinato e a tratti disumano perché il progresso spaventa. Aumenta fortemente la popolazione, anche in conseguenza del calo progressivo della mortalità infantile. Si modificano le condizioni di lavoro e nasce un nuovo ceto, il proletariato, mentre la borghesia mercantile e imprenditoriale si afferma sempre di più grazie anche all’alternanza dei governi Tory e Whig. La storia dell’Inghilterra vittoriana è fatta anche di una fitta rete di misure legislative tendenti a migliori le condizioni del lavoro in fabbrica. Non si tratta solo degli operai, ma anche dei braccianti e dei domestici. Rimane però irrisolto il problema dell’emancipazione femminile. Alcuni dati sono importanti per lo studio della letteratura perché l’opera degli artisti e degli intellettuali è vincolata a una riflessione fortemente critica dei tempi moderni. I dati dimostrano inoltre che nel corso della seconda metà dell’800 vi è un forte incremento demografico e vi inoltre anche un passaggio dalla campagna alla città. Procedimento inverso avviene, invece, per la popolazione irlandese che subisce un decremento demografico. Il rapporto che intercorre tra i grandi fenomeni socioeconomici che attraversano l’800 e la tradizione letteraria è stato messo in rilievo da Raymond Williams in opere fondamentali come “Cultura e rivoluzione industriale, 1958”. Williams parla delle trasformazioni radicali della rappresentazione della realtà, di cui si fanno testimonianza le opere letterarie del periodo. L’espansione dei grandi centri urbani è oggetto della riflessione degli intellettuali, sia quando essi ne sottolineano gli aspetti negativi, sia quando ne difendono le potenzialità di progresso e di sviluppo economico. Altri scrittori, invece, descrivono la sporcizia, l’inquinamento ambientale, la miseria dei quartieri urbani. Come il giovane americano Redburn, protagonista del romanzo di Melville, che inorridisce dinanzi alle terribili condizioni dei poveri che muoiono di fame. Il generale William Booth paragonerà la Londra violenta alla più oscura giungla africana nella sua opera “In Darkest England and the Way Out,” in cui l’emigrazione verso le colonie viene esaltata come momento di glorioso riscatto. Il sovraffollamento urbano costringe i governi britannici a intervenire con le “leggi sui poveri” che obbligano le persone indigenti a risiedere nelle workhouses. Tali istituzioni caritatevoli non attenuano però le terribili condizioni di vita degli orfani. Il processo di industrializzazione con la progressiva espansione della produzione tessile, metallurgica e del carbone, mentre si affermano nuovi settori industriali stimolati dalle conquiste della tecnologia. L’Inghilterra comincia a conoscere però le conseguenze delle crisi cicliche dell’economia, come succede durante la depressione. Gli hungry forties sono caratterizzati da grandi tensioni sociali. In questi anni si manifesta la protesta dei sostenitori di una nuova carta costituzionale (Charter) tra i cui principi troviamo il suffragio universale maschile, la segretezza del voto, un salario ai deputati e l’elezione su base annuale del Parlamento. Le richieste dei cartisti furono respinte dal Parlamento e nel 1848 il movimento si dissolve. Gli sforzi per giungere a riforme capaci di migliorare le condizioni lavorative aumentano: si rafforzano di fatti le organizzazioni sindacali (Trade Unions) che ottengono un pieno riconoscimento nel 1871. Negli anni Ottanta il tentativo di importare in Inghilterra un’ideologia socialista rivoluzionaria viene neutralizzato. Assistiamo di fatti ad un paese sottoposto nel giro di pochi decenni al trauma violento della Rivoluzione industriale intrisa di tensione interne. Marginalizzata la Scozia che conservava ancora in alcuni settori la propria autonomia, rimaneva l’Irlanda che rappresentava una terra di confine. La terribile carestia che colpì l’Irlanda nel 1847 causò una massiccia spinta migratoria verso gli Stati Uniti e verso le colonie. La politica coloniale costituì la carta vincente per unificare ideologicamente un paese diviso. L’impero costituì una grande utopia collettiva al cui interno potevano sovrapporsi atteggiamenti diversi. Assistiamo quindi ad un progressivo dominio inglese che si estese su gran parte dell’Africa: dall’Egitto e dalla Nigeria fino all’Uganda e alla colonia australe del Capo. La vittoria sui Boeri consentì l’annessione del Transvaal e dell’Orange, dopo una lunga guerra in cui morirono 9k donne e bambini boeri. In Asia, dopo l’ammutinamento dei seporys (truppe australiane composte dai nativi), il British Raj si consolidò in tutto il subcontinente indiano, espandendosi dall’India verso est e ovest. Nel 1867, il Canada diventò Dominion britannico. All’inizio del 900 si delineava così un’entità politica sovranazionale, all’insegna dello Union Jack. Periodizzazione dell’epoca: la rivoluzione del pensiero scientifico e la diffusione della cultura L’epoca vittoriana è talmente lunga da rendere impossibile una sua trattazione omogenea. Nella interpretazione dello storico G.M. Young due sono le fasi costitutive dell’epoca vittoriana, con una linea di demarcazione intorno agli anni Sessanta. Un altro storico, Asa Briggs, ha preferito insistere su una tripartizione del regno di Vittoria: il primo periodo, tra il 1837 e il 1851, caratterizzato da una serie di conflitti interni. Il secondo periodo che ha inizio nel 1851 e che coincide con la grandiosa Esposizione universale tenuta a Londra nel Crystal Palace e che si esaurisce alla fine degli anni Sessanta. Altri studiosi propongono periodizzazioni ancora diverse, ma in ogni caso tutti concordano sull’importanza dell’Esposizione universale che racchiudeva al suo interno le meraviglie della tecnica e della scienza e i frutti della bellezza estetica, esaltando la potenza del Regno Unito. Uno degli ispiratori dell’Esposizione fu il principe Alberto, consorte della regina, fautore dell’idea che l’obbedienza dovuta ai governanti si accompagnasse alla necessità che essi si prendessero cura dei ceti meno abbienti. La struttura eretta a Hyde Park, sancisce il trionfo dell’ordine liberale borghese che sta alla base dell’emergente democrazia industriale. Tuttavia, il Palazzo di cristallo fu smontato nel 1854 e riassemblato in una località periferica di Londra. Di grande impatto saranno anche le leggi sulla selezione naturale di Darwin le quali rivoluzioneranno la concezione biblica e provvidenziale della storia umana e della natura e avrà conseguenze profonde su molte discipline scientifiche. Difeso da un gruppo di seguaci contro gli attacchi che subisce da parte della Chiesa, il pensiero di Darwin verrà assimilato con notevole velocità dai suoi sostenitori. Negli ultimi decenni il darwinismo diviene fondamento di un’antropologia razzista che vorrebbe legittimare, mediante metodo scientifico, la supremazia dell’uomo bianco sulle popolazioni di colore. Cosi il grande viaggio dell’umanità,
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