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Carducci: pianto antico e nevicata, Appunti di Italiano

Tratta l’autore Carducci e analizza le poesie “Pianto antico” e “Nevicata”

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 14/12/2022

giorgiabrusadelli
giorgiabrusadelli 🇮🇹

4.3

(3)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Carducci: pianto antico e nevicata e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOSUÈ CARDUCCI: [Unificazione Italia comporta cambiamento rapporto società-intellettuale <- intellettuale diventa sempre più una figura marginale] Essendo consapevole del ruolo marginale dell’intellettuale ed essendo lui stesso deluso dell’evoluzione in Italia a seguito dell’unificazione decide di non arrendersi -> cercare una CULTURA CONDIVISA (che si possa intendere come cultura italiana) che si deve costruire su basi solide: cultura classica Da qui deriverà il suo atteggiamento molto critico nei confronti della letteratura straniera infatti le sue basi solide non fanno riferimento alla cultura contemporanea e straniera => nuova cultura italiana di un Italia unificata deve fondarsi sulla classicità intesa sia dal punto di vista metrico (metrica quantitativa) <- trasposizione metri classici in metri italiani; sia dal punto di vista delle immagini/topoi classici La classicità per Carducci è un rifugio, il luogo dell’anima in cui rifugiarsi dallo squallore della contemporaneità Accanto al mondo classico c’è anche infanzia: nasce nel 1835 e passa infanzia tra Versilia e Maremma che ricorreranno nei suoi componimenti come luoghi della memoria/dell’anima in cui ritrovare sensazioni proprie dell’infanzia e nostalgia propria dell’età adulta Ma non per questi componimenti più intimi e personali (che sono quello oggi più affascinanti) egli è diventato famoso, ma è diventato famoso con il Nobel nel 1906 come POETA DELLA STORIA <- all’interno dei suoi componimenti c’è una massiccia presenza di fatti e personaggi storici che vengono presentati ed elogiati al punto che Carducci viene quasi considerato il cantore della patria A noi appare una poesia priva di spessore personale, ci sembra quasi di ambito propagandistico, tuttavia è importante perché ci permette di ricostruire parabola della vita politica di Carducci: nasce come ferverete repubblicano (rimane infatti deluso dalla piega presa dall’Italia <- atteggiamento sovversivo), poi cambia e diventa un nazionalista monarchico nell’ultima parte della sua vita => ci permette di esemplificare i processi di trasformazione in atto in Italia A proposito di Carducci vengono utilizzate le seguenti espressioni: - scudiero dei classici -> difende i valori e i modelli classici + critica tendenza di elogiare gli artisti europei in quanto la cultura contemporanea non va a proporre una soluzione alla crisi dell’ intellettuale, ma essi si crogiolano in questa situazione di marginalità e in quanto vede nella cultura classica greca e romana il modello a cui fare riferimento; si scaglia anche contro il tardo-romanticismo che secondo lui ha tradito l’impostazione romantica per dedicarsi ad un“molliccio tenerume” (sopravvento di sentimenti e deriva di tipo folkloristico e fantastico) - poeta classico che opera ormai dentro una situazione di morte dell’arte classica e dunque è un poeta inattuale -> idea di riproporre arte classica non può avere un’attuazione, può essere riferimento ma non può più essere riprodotta (definizione di Baldacci) [Anche le sue poesie più personali hanno una dimensione classica] Raccolte poetiche seguirono il suo percorso politico: 1. fase democratica-repubblicana (es: elogio a Satana <- anticlericale + viene elogiato il progresso) 2. fase moderata (es: Odi barbare <- domina parte più personale e la volontà di rifugiarsi nella classicità e nell’infanzia) “Odi barbare” escono 3 edizioni -> tentativo di abbandonare metri propri della poetica italiana e utilizzare metri che vanno a riprodurre ritmo della poesia latina e greca (il termine barbaro richiama idea di riportare metro che ha origini auliche in una lingua che non è greca né latina) 3. fase monarchica-nazionalista (prevale tono celebrativo <- si sente poeta della patria e si percepisce stanchezza e inquietudine al punto tale che alcuni critici hanno ipotizzato che nelle ultime poesie si può trovare il germe del decadentismo) Carducci si trova a vivere 2 lutti che lo segnano: suicidio fratello Dante e morte di malattia del figlio Dante a 3 anni <- evento biografico che lo porta a scrivere “Pianto antico” “Pianto antico”: Scritto nel Giungo 1871 a seguito della morte del figlio Dante Carducci la inserisce nella prima versione di “Nuove poesie” del 1873 e poi in “Rime nuove” del 1887 Modello di riferimento <- canto funebre greco per amante che era morto Carducci lo ripropone in una struttura più ridotta di 4 strofe ricreando andamento proprio del centro funebre, infatti l’aggettivo “antico” che troviamo nel titolo richiama ciò, ma richiama anche una percezione antica del dolore, ovvero il poeta prova qualcosa che era già provato nell’antichità Metro utilizzato è un’odicina anacreontica, ovvero composta da 4 strofe di 4 versi di settenari e ogni verso a fine strofa finisce con una parola tronca Componimento diviso nettamente in due parti: 1. immagine in cui domina luce, vita e vitalità 2. immagine in cui domina ombra, morte e sterilità => BINOMIO ossimorico in cui vediamo contrapposta vita-morte e luce-ombra è tipico di Carducci La prima immagine è giocata su un albero verde di melograno con fiori rossi <- ritornato ad essere verde a Giugno ed illuminato dal sole estivo Idea di luce e vita dato da aggettivi indicanti i colori (verde v.3 e vermigli v.4) da verbi (rinverdì v.6 e ristora v.7) e sostantivi (luce e calor v.8) <- elemento centrale è albero Nella seconda parte crea una METAFORA in cui l’albero diventa il poeta stesso e attorno a quest’immagine viene a costruirsi una sfera di morte e ombra tramite aggettivi (inaridita v.10, inutil v.11, fredda v.13, negra v.14) e tramite utilizzo della negazione (né ripetuto 2 volte vv. 15-16) => albero elemento centrale di tutta la poesia: nella prima parte ha un valore denotativo e viene creata immagine di luce e vitalità, nella seconda parte assume valore connotativo (simbolico) diventando metafora per indicare vita del poeta e viene creata immagine di morte e ombra Due espressioni nella prima parte sono anticipatrici dell’immagine di morte creata nella seconda parte (muto orto solingo v. 5 e melograno v.3 <- nel mondo classico questa pianta era attribuita sia alle divinità della prosperità, ma era anche attributo di Persefone, dea dell’Ade e dunque simbolo della morte) => albero di melograno ha un valore ossimorico in sé perché indica vita e morte insieme già dal mondo classico Figura del figlio domina nonostante non venga mai chiamato per nome ma solamente evocato con il tu vv.9-11, tendevi v. 1 e verbo sei vv.13-14 Utilizzo dell’ imperfetto all’inizio in contrapposizione con l’utilizzo del presente nell’ultima parte e indica qualcosa a cui era abituato ma che non avviene più Verbi come rinverdì v.6, ristora v.7, e risveglia v.16 indicano CICLICITÀ della vita che si contrappongono all’utilizzo del verbo essere nell’ultima parte che indica lo STATO in quel momento <- natura ritorna, ma figlio no Tono utilizzato: nella prima parte accorato/di stupore di fronte ad un’azione che non vede più ricrearsi, nell’ultima parte pochi verbi e andamento con anafore “tu…tu” “sei…sei” né…né” sembra un andamento a singhiozzo quasi a voler riprodurre esternazione del dolore PAG . 237
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