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Carl Marx borghesia e proletariato, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Riassunti in ambito storico filosofico

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 02/06/2024

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agnese-scazzosi-1 🇮🇹

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Scarica Carl Marx borghesia e proletariato e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Karl Marx Nasce nel 1818 a Treviri da una famiglia ebrea, riceve un’ educazione di stampo razionalistico e liberale. Nel 1835/1836 si scrive alla facoltà di giurisprudenza a Bonn e successivamente a Berlino, studia a fondo la filosofia di Hegel e si laurea all’Università di Jena; abbandonati i progetti di carriera universitaria a causa della politica sempre più reazionaria del governo prussiano,si dedicó al giornalismo politico; divenuto capo redattore della “gazzetta Renana”, è costretto nel 1843 trasferisce a Parigi dove stringerà amicizia con Engels E nel frattempo si sposa con Jenny Von westphalen. Sempre nel 1843 termina la stesura della “critica della filosofia del diritto di Hegel”, nel 1844 esce a Parigi, il primo e unico numero degli “annali franco tedeschi” e, sempre nel corso del 1844, stende i “manoscritti economico filosofici”. Espulso dalla Francia su insistenza del governo prussiano, Marx si trasferisce a Bruxelles; intanto matura il distacco polemico dall’intera filosofia tedesca, che si concretizza nelle “tesi su Feuerbach” e soprattutto nell “’ideologia tedesca” anche esso scritta con Engels e rimasta inedita, in cui vengono poste le basi della concezione materialistica della storia. Nel 1847 si tiene a Londra il primo congresso della lega dei comunisti, in questo periodo pubblica la “ miseria della filosofia” e sempre nel 1847 viene incaricato dalla lega di elaborare un documento teorico-programmatico: “ manifesto del partito comunista”. Tra il 1848 e il 1849 fonda a Colonia la nuova gazzetta Renata ma causa della vittoria della controrivoluzione tedesca viene espulso della Germania Marx emigra Londra, dopo un tentativo di riorganizzazione della lega dei comunisti che si conclude però con il suo scioglimento, nel 1851 si ritira dalla politica attiva e inizia lavorare al British Museum; sono anni tormentati da problemi economici. 1857 1859: lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica 166 : primo volume de il capitale Muore nel 1883. Il primo contrassegno del pensiero di Marx è la sua irriducibilità alla dimensione puramente filosofica, sociologica o economica e il suo porsi come analisi globale della società e della storia, in grado di investigare l’intero assetto strutturale sovrastrutturale del capitalismo; il pensiero di Marx appare dunque pervaso da un’energia totalistica che investe diversi settori dello scibile, facendo sì che appaia decisiva quella che Lukás chiamerà considerazione dialettica della totalità (tendenza a indagare il fatto sociale non a compartimenti stagni, ma nell’unità organica delle sue manifestazioni). Un secondo contrassegno del marxismo è costituito dal suo legame con la prassi, ovvero dalla sua tendenza a fornire un’interpretazione dell’uomo e del mondo che sia nello stesso tempo anche impegno di trasformazione rivoluzionaria; si tratta di un punto chiave del marxismo, che sta alla base della scelta rivoluzionaria che lo contraddistingue: l’ideale di tradurre in atto quell’incontro tra realtà e razionalità che Hegel aveva solo pensato e che Marx si propone invece di attuare mediante l’edificazione di una nuova società. Le influenze culturali che stanno alla base del marxismo sono tre: 1. Filosofia classica tedesca da Hegel a Feuerbach 2. Economia politica borghese da Smith a Ricardo 3. Pensiero socialista da Saint-Simon a ProudhonCritica al misticismo logico di Hegel L’ Hegelismo ha esercitato su Marx un notevole influsso che gli studiosi attuali tendono a precisare sempre meglio; il primo testo in cui Marx si misura con il maestro è la critica della filosofia del diritto di Hegel, secondo Marx lo stratagemma di Hegel consiste nel trasformare le realtà empiriche in manifestazioni necessarie dello spirito, invece di limitarsi a constatare che in certi ordinamenti storici esiste la monarchia, Hegel afferma che lo spirito presuppone per forza una sovranità, la quale si incarna necessariamente nel monarca, che è la sovranità statale personificata. Inoltre poiché ciò che è necessario, per Hegel, è anche razionale, egli deduce la piena logicità della monarchia identificandola con la razionalità politica in atto. Questo procedimento Hegeliano è definito da Marx come misticismo logico: poiché in virtù di esso le istituzioni, anziché comparire per ciò che di fatto sono, finiscono per essere allegorie, o personificazioni, di una realtà spirituale che se ne sta occultata dietro di esse. Esaminando il mistero di questa costruzione speculativa, Marx, arriva alla conclusione che essa è il risultato del capovolgimento idealistico tra soggetto e predicato: l’idealismo fa del concreto la manifestazione dell’astratto. Critica allo stato moderno e al liberismo Alla base della teoria di Marx vi è la critica globale della civiltà moderna e dello Stato liberale. Il punto di partenza del discorso di Marx è la convinzione che la categoria del moderno si identifichi con quella della scissione, che prende corpo innanzitutto nella frattura tra società civile e Stato. Mentre nella Polis greca l’individuo si trovava in una “unità sostanziale” con la comunità di cui faceva parte e non conosceva antitesi tra ego privato ed ego pubblico, tra società e Stato, nel mondo moderno l’uomo è costretto a vivere due vite: una “in terra” come borghese, cioè nell’ambito dell’egoismo e degli interessi particolari della società civile, e l’altra in “cielo” come cittadino, ovvero nella sfera superiore dello Stato e dell’interesse comune. Tuttavia il cielo dello Stato secondo Marx, è puramente illusorio, poiché la sua pretesa di porsi come organo che persegue l’interesse comune, ossia come universale che media gli interessi particolari della società, è falsa: lo Stato non fa che riflettere e sancire gli interessi particolari dei gruppi e delle classi. Secondo Marx la falsa universalità dello Stato deriva dunque dal tipo di società che si è formata nel mondo moderno. Rifacendosi ancora una volta a Hegel, Marx scorge i tratti essenziali della civiltà moderna nell’individualismo e nell’atomismo, ossia nella separazione del singolo dal tessuto comunitario. E siccome lo Stato post rivoluzionario ha legalizzato questa situazione, esso non è altro che la proiezione politica di una società strutturalmente asociale o contro sociale. Questa critica filosofico politica allo Stato è così radicale da farsi che Marx rifiuti tutti gli aspetti della civiltà liberale, comprese quelle che vengono ritenute le tue conquiste più preziose della rivoluzione anti-feudale: il principio della rappresentanza e il principio della libertà individuale. Marx ritiene che l’unico modo per realizzare una comunità solidale sia l’eliminazione delle disuguaglianze reali tra gli uomini e in particolare del fondamento di ogni disuguaglianza: la proprietà privata. Per Marx è proprio la classe priva di proprietà: il proletariato ovvero la classe che soffre maggiormente dell’alienazione prodotta dalla società borghese, quella destinata a eseguire la condanna storica della civiltà proprietaria ed egoistica e a realizzare la democrazia comunista All’ideale dell’emancipazione politica, che mira alla democrazia e all’uguaglianza formale, Marx contrappone così l’ideale dell’ emancipazione umana, che mira alla democrazia e all’uguaglianza sostanziale. Distacco da Feuerbach e l’interpretazione della religione in chiave sociale La principale rivoluzione teoretica di Feuerbach consiste, agli occhi di Marx, nella rivendicazione della naturalità e della concretezza degli individui umani viventi e nel rifiuto dell’idealismo teologizzante di Hegel che aveva ridotto l’uomo ad autocoscienza e la manifestazione di un soggetto spirituale infinito. Pur avendo sottolineato la naturalità dell’uomo Feuerbach a tutta via perso di vista la sua storicità non rendendosi debitamente conto di come l’uomo, più che natura, sia società, e quindi storia; Marx sostiene che l’individuo è reso tale dalla società storica in cui vive: non esiste l’uomo in astratto, ma l’uomo figlio e prodotto di una determinata società e di uno specifico mondo storico. Un secondo punto che unisce e divide Marx da Feuerbach è l’interpretazione della religione; pur avendo scoperto il meccanismo generale dell’alienazione religiosa, Feuerbach in virtù della sua concezione prevalentemente naturalistica dell’uomo, non è stato in grado, secondo Marx, di cogliere le cause reali del fenomeno religioso. Alienazione religiosa: concezione di Marx della religione: pur accogliendo da Feuerbach l’idea che il fenomeno religioso abbia una matrice umana, egli ritiene che le sue cause non vadano cercate nell’uomo in quanto tale, ma in un tipo storico di società che la produce come “oppio dei popoli”, ovvero come consolazione illusoria offerta alle masse sofferente a causa delle ingiustizie sociali. Se la religione è il frutto malato di una società malata, l’unico modo per sradicarla è quello di distruggere le strutture sociali che la producono. Critica all’economia borghese Nei confronti dell’economia borghese, Marx ha un duplice atteggiamento: se da un lato la considera come l’espressione teorica della società capitalistica, e quindi come una sorta di sezione anatomica di essa, dall’altro lato le muove l’accusa di fornire un’immagine globalmente mistificata, cioè falsa, del mondo borghese. Marx è convinto che ciò sia dovuto ad un’incapacità di pensare in modo dialettico: anziché collocarsi in una prospettiva storico processuale, l’economia borghese esternizza il sistema capitalistico, considerandolo non come un sistema economico tra i tanti della storia, ma come il modo naturale, e razionale di produrre e di distribuire la ricchezza. L’economia borghese non scorge la struttura contraddittoria del proprio oggetto, ossia quella conflittualità che caratterizza il sistema capitalistico e che si incarna soprattutto nell’opposizione reale tra capitale e lavoro salariato, tra borghesia e proletariato: alienazione Il concetto di alienazione affonda le proprie radici nella filosofia tedesca precedente a Marx: per Hegel È il momento dello sviluppo dello spirito in cui l’idea diventa “ altro da sé”facendosi natura, è un momento fisiologico della vita dello spirito che sfocia necessariamente nel ritorno dell’idea in sé, per Feuerbach È il processo mediante il quale l’uomo “scinde” se stesso, proiettando la propria essenza al di fuori di sé e identificandola con una potenza superiore divina, è una condizione patologica dell’essere umano, che occorre superare con l’ateismo inteso come riappropriazione della propria essenza da parte dell’uomo; Per Marx È la condizione dell’operaio salariato, “scisso” da sé in quanto espropriatodal proprio lavoro e dalla propria umanità, è una condizione patologica della società capitalistica che occorre superare con la rivoluzione proletaria, che abolirà la proprietà privata e instaurerà la nuova società comunista L’alienazione dell’operaio viene descritta da Marx sotto quattro aspetti fondamentali: 1. Il lavoratore è alienato rispetto al prodotto della sua attività, in quanto, in virtù della propria forza lavoro, egli produce un oggetto che non gli appartiene e che si costituisce come una potenza dominatrice nei suoi confronti 2. Il lavoratore è alienato rispetto alla sua stessa attività, la quale prende la forma di un lavoro forzato in cui l’uomo è strumento di fini estranei e di conseguenza si sente bestia quando dovrebbe sentirsi uomo. 3. Il lavoratore è alienato rispetto al proprio Wesen , Cioè alla propria essenza o al proprio genere 4. Il lavoratore è alienato rispetto al prossimo, perché l’altro, per lui, e soprattutto il capitalista, ossia un individuo che lo tratta come un mezzo e lo espropria del frutto della sua fatica facendo sì che il suo rapporto con lui, e con l’umanità in genere, sia necessariamente conflittuale. La causa del meccanismo globale dell’alienazione risiede dunque nella proprietà privata dei mezzi di produzione, in virtù della quale il possessore della fabbrica può utilizzare il lavoro di una certa categoria di individui per accrescere la propria ricchezza. Il superamento dell’alienazione da parte dell’uomo si identifica pertanto con il superamento del regime della proprietà privata e con l’avvento del comunismo. Per Marx la storia si configura come luogo della perdita e della riconquista da parte dell’uomo della propria essenza. Concezione materialistica della storia La critica a Feuerbach segna il passaggio di Marx dall’umanismo al materialismo storico, poiché coincide con la transizione dall’antropologia speculativa al sapere reale della storia. Ideologia: indica una rappresentazione falsa o deformata della realtà, derivante da specifici interessi di classe.la lotta contro l’ideologia costituisce uno degli scopi primari del marxismo, il quale presenta se stesso come “scienza reale positiva”, ossia come un quadro oggettivo delle forze motrici della società e della storia. L’intento di Marx è quello di svelare la verità sulla storia, mediante il raggiungimento di un punto di vista obiettivo sulla società, che permetta di descrivere non ciò che gli uomini “possono apparire nella rappresentazione propria o altrui bensì quali sono realmente”. Marx sostiene che l’umanità sia una specie evoluta, composta di individui associati che lottano per la sopravvivenza. Di conseguenza la storia non è un evento spirituale, ma un processo materiale fondato sulla dialettica bisogno soddisfacimento e alla base della storia vi è dunque il lavoro che Marx intende come creatore di civiltà e di cultura e come ciò attraverso cui l’uomo si rende tale. La struttura: Per Marx è lo “scheletro” economico di una data società, cioè l’insieme dei rapporti di produzione È costituita da: Forze produttive: Marx intende gli elementi indispensabili al processo di produzione ossia: 1. Gli uomini che producono (la forza lavoro),2. I mezzi utilizzati per produrre 3.Le conoscenze tecniche e scientifiche di cui ci si serve per organizzare e migliorare la produzione. Rapporti di produzione: Marx intende i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e che regolano il possesso e l’impiego dei mezzi di lavoro, nonché la ripartizione di ciò che tramite essi si produce. I rapporti di produzione trovano la loro espressione giuridica nei rapporti di proprietà. Forze produttive e rapporti di produzione costituiscono il modo di produzione di un certo periodo. Sovrastruttura: insieme delle istituzioni giuridico politiche e delle teorie morali, religiose, filosofiche eccetera legate ad una determinata struttura economica. Materialismo storico: non sono le leggi, lo Stato, le forze politiche, le religioni a determinare la struttura economica della società bensì è la struttura economica della società a determinare queste cose. Le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale ma materiale o socio economica. La legge della corrispondenza e della contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione permette a Marx di delineare un quadro generale della storia passata e presente e di scandire il cammino dell’umanità secondo alcune grandi formazioni economico sociali: insieme degli elementi strutturali e sovrastrutturali che contraddistinguono una società storicamente determinata. le formazioni economico sociali sono totalità organiche, la cui spina dorsale è costituita da uno specifico modo di produzione. Secondo i classici del marxismo le grandi forme formazioni economico sociali della storia sono: la comunità primitiva, la società asiatica, la società antica, la società feudale, la società borghese, e la futura società socialista. Dialettica: poiché Marx crede che in Hegel la dialettica sia capovolta ossia cammini “sulla testa”,egli si pone di rimetterla “sui piedi”,sforzandosi di liberarne il nocciolo razionale dal rivestimento mistico; particolare, per Marx la dialettica è quel metodo di indagine che consiste nel prospettare la realtà studiata come una totalità in divenire, la quale è formata da: 1. Una serie di momenti intercollegati 2. Un insieme di contraddizioni che ne rappresentano la molla di sviluppo e il negativo da negare Dalla dialettica di Hegel la filosofia materialistica di Marx eredita essenzialmente: 1. L’idea della processualità del reale 2. Il modello della totalità organica 3. La tesi del negativo come principio motore e generatore Di essa rifiuta invece: 1. La configurazione idealistica 2. Il carattere aprioristico e speculativo 3. L’uso e l’abuso dello schema triadico di tesi, antitesi e sintesi. Il manifesto del partito comunista Il manifesto del partito comunista 1848, nel quale Marx si propone di esporre gli scopi e i metodi dell’azione rivoluzionaria, rappresenta un efficace sintesi della concezione marxista del mondo. I punti salienti toccati nel documento sono: - L’analisi della funzione storica della borghesia - il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto tra proletari e comunisti - la critica dei socialismi non scientifici Nella prima parte del manifesto Marx descrive la vicenda storica della borghesia sintetizzandone i meriti e limiti. A differenza delle classi sociali dominanti nel passato, che tendevano alla conservazione statica dei modi di produzione, la borghesia, secondo Marx, non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione e tutto l’insieme dei rapporti sociali; le moderne forze produttive, sempre più sociali, si rivoltano contro i vecchi rapporti di proprietà tanto che il proletariato, classe oppressa dalla società borghese, non può fare a meno di mettere in opera una dura lotta di classe volta al superamento del capitalismo. Il concetto della storia come lotta di classe uno dei più significativi del manifesto: la lotta di classe secondo Marx è la necessaria concretizzazione della situazione squilibrata e contraddittoria tra le forze produttive e rapporti di produzione; essa costituisce anche la forza motrice della storia
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