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Cartesio, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

- Vita - Metodo - Regole - Dubbio e Cogito - Obiezioni al Cogito - Mondo Fisico e Geometria - Filosofia Pratica

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

In vendita dal 24/09/2022

Mstkmthrfckr.
Mstkmthrfckr. 🇮🇹

4.3

(28)

296 documenti

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Scarica Cartesio e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! CARTESIO VITA Cartesio è il fondatore del razionalismo, Una corrente filosofica che vede la ragione come organo di verità e strumento per elaborare una nuova visione complessiva del mondo. Egli segna definitivamente il passaggio dal Rinascimento (soggettività umana) all'età moderna (oggettività del mondo). Egli nasce nel 1596 a La Haye, e viene educato nel collegio dei gesuiti di La Flèche, dove resta per 8 anni. tra le sue opere più importanti vi sono le Regole per dirigere l'ingegno, scritte contemporaneamente alla guerra dei trent'anni, a cui ha partecipato; nel 1628 Cartesio si trasferisce in Olanda per godere della libertà filosofica e religiosa caratteristica del paese. in questo periodo inizia a comporre un trattato di metafisica,pubblicato anni dopo con il titolo meditazioni sulla filosofia prima (completa delle obiezioni fatte alla sua teoria e delle risposte di Cartesio). Riprende lo studio della fisica. Ha l'idea di scrivere un trattato sul mondo (sostenendo la dottrina copernicana), Ma la abbandona a seguito della condanna di Galileo Galilei. scrive dei saggi sulla diottrica, sulle meteore e sulla geometria, preceduti da una prefazione intitolata discorso sul metodo. Nell'ultimo periodo della sua vita rielabora il trattato sul mondo, destinandolo alle scuole e intitolandolo i principi di filosofia. scrive, infine una monografia psicologica intitolata le passioni dell'anima Muore Nel 1650 di polmonite. IL METODO al termine degli studi presso la scuola dei gesuiti, emerge il fondamentale problema di Cartesio: egli ritiene di non avere acquisito alcun criterio sicuro per distinguere il vero dal falso, avendo appreso soltanto nozioni che servono poco o a nulla nella vita. Il criterio che Cartesio cerca è teoretico e pratico, in quanto non solo deve aiutare a distinguere il vero dal falso (quindi non deve essere una filosofia puramente speculativa), ma deve anche essere utile in ogni campo teoretico e pratico, e avere come fine il vantaggio dell'uomo nel mondo. Cartesio individua questo metodo nei ragionamenti della matematica, anche se ammette che non è sufficiente solo riconoscere il metodo, in quanto deve essere filosoficamente legittimato: è necessario infatti giustificarlo, ossia dimostrare la sua universalità (quindi che è applicabile in ogni campo). Cartesio, per cui, si occuperà di formulare le regole del metodo, dimostrare che esso è fondato e universale attraverso la ricerca metafisica, e dimostrare la sua utilità nei vari rami del sapere. LE REGOLE Nel discorso sul metodo, Cartesio illustra le 4 regole: 1) evidenza: accettare come vero solo che si presenta alla mente in modo chiaro e distinto (evidente); escludere tutto ciò su cui sia possibile anche il minimo dubbio. 2) analisi: dividere ogni problema in parti più semplici da analizzare separatamente 3) sintesi: passare gradualmente dalle conoscenze più semplici alle conoscenze più complesse (sempre supponendo che ciò sia possibile in ogni campo) 4) enumerazione e revisione: enumerare gli elementi individuati con l'analisi e rivedere i passaggi della sintesi (controllare l'applicazione delle 2 regole precedenti) IL DUBBIO E IL COGITO Per giustificare le regole del metodo da lui elaborato, Cartesio risale alla loro radice, che è l'uomo come soggettività, o come ragione. È possibile trovare un fondamento al metodo solo mettendo in dubbio tutto il sapere già dato: a questo punto si arriva ad un principio di cui non si può dubitare, che quindi può servire da fondamento per tutte le altre conoscenze (dubbio metodico, procedimento seguito da cartesio, che, attraverso il dubbio, vuole raggiungere delle conoscenze indubitabili) Cartesio ritiene che nessuna forma di conoscenza si possa sottrarre al dubbio: ad esempio dubita delle conoscenze sensibili, sia perché i sensi a volte ci ingannano, sia perché si hanno nei sogni sensazioni simili a quelle che si hanno nella veglia. Ci sono conoscenze,comunque, vero in entrambi i casi, come le conoscenze matematiche (le quali Comunque sono dubitabili in quanto create da Dio, che non avendo limiti, avrebbe potuto far sì che per esempio 2 + 3 Non facesse 5). Il dubbio metodico culmina nel dubbio iperbolico, quindi si estende ad ogni cosa e diventa universale: cartesio, infatti, a firma che si può sempre supporre che siamo stati creati da un genio maligno cioè da una potenza malvagia che ci inganna facendoci apparire evidente ciò che in realtà è falso. Cartesio trova nel suo universale dubbio una certezza: per dubitare, infatti virgola è necessario prima esistere, pensiero riassunto nella celebre frase del filosofo che è cogito ergo sum, Penso dunque sono. la certezza dell'esistenza riguarda tutte le determinazioni del pensiero, quindi il dubitare l'affermare il negare: non ci da certezze riguardante l'esistenza dei corpi. Di conseguenza io esisto soltanto come soggetto pensante, cioè spirito, intelletto o ragione (può darsi che ciò che io percepisco non esista, ma impossibile che non esista io perché io penso di percepire l'oggetto). il principio cartesiano, per cui, garantisce la validità della conoscenza e dell'azione dell'uomo (Cartesio vuole ritrovare nell'esistenza dell'uomo la possibilità di una conoscenza al fine di dominare il mondo per i suoi bisogni). LE OBIEZIONI AL COGITO I contemporanei di cartesio discutono ampiamente il suo principio Antoine Arnauld accusa il ragionamento di Cartesio di essere un circolo vizioso, poiché se il cogito viene accettato in quanto è evidente, allora il concetto di evidenza esiste prima del cogito e non ha bisogno di essere giustificato da esso. Cartesio risponde che e l'evidenza Che si fonda sul cogito, e non viceversa, intesa come autoevidenza esistenziale che il soggetto ha di sé (nel senso che il soggetto è sicuro di essere una cosa che pensa, in quanto non può pensare di non pensare, perché comunque starebbe pensando) Pierre Gassendi accusa Cartesio di sillogismo abbreviato: "se tutto ciò che pensa esiste e io penso allora esisto"...a questo punto l'esistenza, derivando da un'altra cosa, non può essere considerata principio assoluto; inoltre, con l'ipotesi del genio maligno che rende tutto illusorio, viene messa in dubbio anche la premessa secondo cui tutto ciò che pensa esiste: in conclusione l'affermazione della mia esistenza come soggetto pensante risulta infondata. Cartesio risponde che il cogito non è un ragionamento, quindi l'esito di una deduzione, ma è un'intuizione immediata della mente. Thomas Hobbes sostiene, invece, che Cartesio abbia avuto ragione nel dire che l'io esiste in quanto pensa, ma che abbia avuto torto nel definire quest' io "uno spirito, un'anima". Seguendo la logica di cartesio, secondo hobbes, "se un soggetto sta passeggiando allora è una passeggiata" Cartesio replica affermando sia che l'uomo non passeggia costantemente, però pensa sempre; sia che il pensiero in quanto facoltà di pensare, ha bisogno di un sostegno, in quanto se c'è il pensiero deve esistere una sostanza che pensa. Questa sostanza è la res cogitans, la sostanza o anima pensante, che è immateriale come il pensiero. 4.Dio come giustificazione metafisica delle certezze umane. Il cogito mi rende sicuro della mia esistenza, ma rimane aperta la questione delle altre evidenze, infatti, le cose che penso e percepisco esistono chiaramente nel mio spirito come idee, quindi appaiono evidenti; ma chi assicura che esse corrispondano a qualcosa che esiste davvero all infuori di me e non siano solo una mia creazione? Per rispondere a questo quesito Cartesio divide le idee in tre categorie: 1- Innate: Che sembrano sempre esistite nella mia mente ancor prima della nascita, costituite dalla capacità di pensare e avere idee 2- Avventizie: Che paiono ricavate dal di fuori; a questa classe appartengono le idee delle cose naturali 3- Fattizie: Formate da me stesso autonomamente, caratterizzate dalle idee di cose inventate. Per scoprire quali di queste idee realmente corrispondono a una realtà estern, Cartesio ricerca la causa di esse. L 'idea di Dio e le prove della sua esistenza. Per quanto riguarda le idee delle cose naturali, esse non hanno niente di tanto perfetto per cui non possa averle create ognuno di noi autonomamente. Sull’idea di Dio invece Cartesio porta avanti tre prove che dimostrano, secondo lui, la sua esistenza: 1- L'idea di Dio riguarda una sostanza perfetta, dunque non posso averla creata io stesso, in quanto sono privo di tali perfezioni e non potrei concepirle, ma dato che invece riesco, esse devono essermi state “inculcate" da un qualcosa di perfetto, che, quindi, deve esistere. Dunque esiste Dio. 2 La seconda prova è data dal fatto che io sono finito e imperfetto -questo perché dubito-, ma se fossi causa di me stesso, mi sarei dato le perfezioni che sono in grado di concepire: cosi non é. Dunque mi ha creato Dio, finito ma con l’idea di infinito.
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