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Cartografia (E. Lavagna, G. Lucarno + appunti lezioni cartografia), Appunti di Geografia

Appunti riassuntivi del saggio di E. Lavagna e G. Lucarno "Guida alla lettura delle carte geotopografiche" + gli appunti di CARTOGRAFIA presi alle lezioni della prof. Pressenda.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 14/10/2022

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Scarica Cartografia (E. Lavagna, G. Lucarno + appunti lezioni cartografia) e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! CARTOGRAFIA Cap 1: La Terra e la sua rappresentazione Possiamo definire una carta cartografica come una rappresentazione grafica ridotta , simbolica e approssimata della superficie terrestre su una superficie piana - La rappresentazione è ridotta in quanto non è possibile descrivere la superficie della Terra nella sue dimensioni reali, ma solo mediante un rimpicciolimento secondo un rapporto determinato, detto scala, che consente di disegnare l’intera superficie di una regione, di uno stato o di un continente all’interno del foglio - È simbolica in quanto tutti gli elementi fisici presenti sulla superficie terrestre, siano essi naturali o di origine antropica sono descritti da segni imitativi o convenzionali, che spesso possono non riprodurre l’esatta forma e dimensione in scala >secoli scorsi: rappresentazione di tipo imitativo >oggi le carte ricorrono in prevalenza a simbologie il più possibile codificate e spesso difformi dall’aspetto reale degli oggetti rappresentati, ma più adatte a esprimere concetti di tipo matematico-descrittivo - Ogni rappresentazione, per esiguo che possa essere il territorio interessato, risulterà sempre approssimata, in quanto la superficie sferica della Terra non sarà mai riproducibile con esattezza su un piano senza dare luogo a deformazioni  La Terra è, ad una prima approssimazione, una sfera; Eratostene bibliotecario di Alessandria, nel III sec. a. C. stabilì la misura della circonferenza terrestre: 39,000 km, avvicinandosi alla realtà  Accurate misurazioni compiute successivamente hanno rivelato che la Terra non è una sfera perfetta, ma risulta schiacciata in corrispondenza dei poli e rigonfia all’equatore, a causa dell’effetto centrifugo indotto sulla sua massa dalla velocità di rotazione, che tende a compensare in parte la forza di attrazione gravitazionale sui punti più distanti dall’asse > se immaginiamo di tagliare la Terra con un piano passante per l’asse di rotazione otteniamo pertanto non un cerchio perfetto, ma un’ellisse  In realtà la Terra non ha neanche la forma di ellisse/ellissoide di rotazione > la forma della terra presenta varie irregolarità dipendenti dalla diversa natura dei materiali costitutivi, la cui massa fa variare localmente l’intensità e la direzione della forza di attrazione gravitazionale  Al nostro pianeta viene dunque attribuita una forma particolare, definita geoide Sistema di coordinate: è ciò che consente di individuare in maniera precisa e biunivoca ogni punto della superficie terrestre e la sua corrispondente rappresentazione sulla carta Concetto di biunivocità: a ogni punto sul terreno deve corrispondere uno e un solo punto sulla carta, così come a un punto sulla carta non può corrispondere che un solo punto nella realtà - La maggior parte delle rappresentazioni cartografiche adotta sempre un sistema di coordinate che consente la definizione inequivocabile della posizione di un punto sulla carta - Il sistema più utilizzato nelle carte di media e di piccola scala è quello delle coordinate angolari Immaginiamo di rappresentare la Terra come una sfera perfetta e di tagliarla con un piano passate per il suo centro; l’intersezione del piano con la superficie sferica determina una linea circolare chiamata circolo massimo Se invece tagliamo la sfera con piani passanti per il centro otteniamo intersezioni circolari di raggio inferiore, detti circoli minimi I circoli massimi hanno alcune proprietà geometriche importanti: - Sono i più grandi circoli che si possono tracciare sulla superficie di una sfera - Ne esistono in numero infinito, poiché infiniti sono i piani passanti per il centro - Due circoli massimi distinti si intersecano sempre suddividendosi reciprocamente in due semicerchi - Ogni punto della superficie sferica è attraversato da infiniti circoli massimi - Un circolo massimo passante per due punti della superficie sferica individua la distanza più breve tra i due punti, computata sulla superficie della sfera I poli sono definiti come l’intersezione dell’asse di rotazione con la superficie della sfera - Ogni circolo massimo passante per i poli determina a partire da essi due semicerchi detti meridiani - I meridiani partono quindi da un polo e arrivano al polo opposto seguendo la direzione nord-sud - Procedendo dal polo verso l’Equatore, due meridiani tendono quindi a distanziarsi - Ogni punto sulla superficie sferica diverso dai poli è attraversato da uno e un solo meridiano - I paralleli sono circoli minori perpendicolari ai meridiani ottenuti intersecando la superficie sferica con piani perpendicolari all’asse di rotazione - I paralleli sono quindi per definizione tutti paralleli tra loro - Il loro numero è infinito: a ogni punto della superficie sferica corrisponde uno e un solo parallelo che lo attraversa - Il piano che passa per il centro della sfera, quindi equidistante dai poli, detto piano equatoriale, determina un parallelo, l’equatore, equidistante dai poli, l’unico circolo massimo tra tutti i paralleli Reticolo di meridiani e paralleli > individuare un punto della superficie terrestre designando il meridiano e il parallelo che si intersecano in esso - Due coordinate identificano uno e un solo punto, mentre ogni punto viene individuato da una e una sola coppia di coordinate  La latitudine di un punto della superficie terrestre si definisce come il valore angolare dell’arco di meridiano compreso tra il punto e l’equatore - Tale angolo è espresso in gradi sessagesimali, primi e secondi ed è misurato a partire dall’equatore, verso Nord o verso sud; quindi un punto potrà avere una latitudine settentrionale o meridionale a seconda che si trovi a Nord o a Sud dell’equatore - Tutti i punti dell’equatore hanno latitudine zero; - La massima latitudine, 90°, corrisponde ai poli  La longitudine di un punto della superficie si definisce come il valore angolare dell’arco di parallelo compreso tra il punto e il meridiano di riferimento - Scelta del meridiano di riferimento > una proposta generalmente accettata fino alla metà dell’Ottocento è stata quella di prendere come meridiano di riferimento quello passante per l’Isola del Ferro nell’arcipelago delle Canarie, che fino alla fine del Medioevo era considerata la terra emersa più occidentale del mondo conosciuto; poiché ogni terra emersa si trovava ad est del meridiano fondamentale, non sarebbe stato necessario specificare se la longitudine di un punto fosse occidentale o orientale; dopo la scoperta del Nuovo Mondo tale vantaggio venne a cadere - Le potenze politiche proposero come meridiano di riferimento quello passante per le proprie capitali. In ambito internazionale alla fine ha prevalso la scelta del meridiano passante per l’osservatorio astronomico di Greenwich, per cui denominato meridiano di Greenwich - Tutti i punti posti sul meridiano di Greenwich hanno longitudine zero - Per tutti gli altri punti la longitudine è designata con l’angolo del proprio meridiano, misurata a partire da quello fondamentale, verso est o verso ovest  La quota di un punto è l’altitudine rispetto a un livello di riferimento, quello medio del mare - La superficie solida della Terra presenta quote variabili nell’intervallo tra il minimo di circa 11,000 m di profondità (fossa oceanica delle Marianne) e il massimo di 8848 m di altitudine (monte Everest). La massima depressione continentale, non occupata ossia dalle acque, si trova in corrispondenza del Mar Morto, in Palestina (364 m sotto il livello del mare) L’importanza della latitudine è grandissima: da essa dipende la quantità di energia che ci giunge dal Sole - Se il cilindro è tangente lungo un meridiano anziché lungo l’equatore la proiezione si dice trasversa: essa presenta il vantaggio di ridurre le deformazioni in corrispondenza del meridiano tangente - Nelle proiezioni coniche i paralleli sono rappresentati da archi di cerchi, mentre i meridiani sono rette convergenti verso il vertice de cono; - Meridiani e paralleli si intersecano perpendicolarmente formando maglie trapezoidali convergenti verso il polo - Mentre con la proiezione cilindrica può essere rappresentato tutto il globo, la proiezione conica come quelle prospettiche consente l’adeguata rappresentazione di un solo emisfero alla volta - Sia la proiezione cilindrica sia quella conica conservano l’equidistanza solo in corrispondenza della linea di tangenza - Oltre alle proiezioni coniche e cilindriche con superficie di sviluppo esistono le proiezioni secanti, oggi maggiormente in uso, in cui il foglio risulta secante la superficie sferica; in tal modo le due superfici si intersecano lungo due paralleli 3. le proiezioni convenzionali: alcune sono utilizzate per rappresentare l’intero globo, altre invece nelle carte topografiche Planisferi: - Proiezione pseudocilindrica di Molloweide: utilizzata per ottenere planisferi in cui le aree siano sostanzialmente equivalenti - Proiezione cilindrica piana rettangolare: le maglie del reticolato sono rettangolari, con una delle dimensioni corrispondenti alla reale misura, ridotta in scala, dei gradi di latitudine e l’altra a quella dei gradi di longitudine su due paralleli equidistanti dall’equatore; - in tale rappresentazione le zone a latitudine più bassa rispetto a tali paralleli vengono sottodimensionate, mentre si allargano progressivamente le zone a latitudine più elevata - Cilindrica modificata di Mercatore: già vista, in essa gli archi di meridiano compresi tra due paralleli vengono allungati nella stessa proporzione in cui aumentano rispetto alla realtà gli archi di parallelo a causa della mancata convergenza dei meridiani al polo; ciò comporta una grande dilatazione delle zone a elevata latitudine, facendo per esempio apparire la Groenlandia grande quanto il continente africano - Planisfero di Peters: Arno Peters, cartografo tedesco, ritiene che la cilindrica di Mercatore produca una distorta valutazione delle dimensioni dei vari paesi a svantaggio di quelli intertropicali del Terzo Mondo; propone dunque una diversa modifica della proiezione cilindrica tale da ridurre la distanza tra i paralleli man mano che aumentano le latitudini; il risultato è una carta equivalente ma con evidentissime deformazioni, tutt’altro che conforme ed equidistante - Proiezione interrotta di Goode: planisfero di particolare efficacia nella rappresentazione di fenomeni economici e politici; ha il vantaggio dell’equivalenza e della conformità relativamente alle masse continentali Proiezioni usate per le carte topografiche: - Proiezione poliedrica o policentrica di Samson-Flamsteed, detta anche proiezione naturale; si immagina che ogni foglio della carta sia la faccia trapezoidale di un poliedro, tangente alla sfera terrestre in quelli che sono anche i centri delle rappresentazioni cartografiche di ogni foglio - Proiezione cilindrica trasversa di Gauss: si immagina di proiettare la superficie terrestre su quella laterale di cilindri tangenti alla sfera terrestre lungo un meridiano e distanziati tra loro di 6°; ne deriva una serie di 60 spicchi (o fusi) che risultano relativamente equivalenti ed equidistanti La scelta della proiezione dipende da vari fattori 1. Contenuto della carta e tipo di riflessioni e confronti che ne possono derivare: - Se la carta tratta dell’utilizzazione del suolo o dell’estensione dei vari paesaggi naturali è opportuno che sia equivalente, poiché si dovranno fare confronti di superfici - Se invece il contenuto riguarda i fenomeni come le correnti marine, i venti, i movimenti migratori è opportuno che vengano rispettate le direzioni, come nelle carte isogone - Se il tema da affrontare è la circolazione delle persone sarà preferibile una carta equidistante 2. posizione sulla superficie del territorio da rappresentare - Per le calotte polari risultano efficaci le proiezioni prospettiche polari - per le regioni intertropicali le cilindriche equatoriali - per quelle delle medie latitudini le coniche - per uno stato molto allungato nel senso della latitudine come il Cile, può risultare adatta una cilindrica trasversa oltre che il tipo proiezione può essere rilevante la scelta del centro della proiezione stessa. Cap 4: Tipi di carte Le diverse categorie di carte possono essere classificate in diversi modi, i due più in uso sono: - in base alla scala utilizzata - in base all’argomento studiato dallo rappresentazione scala: è il rapporto determinato in base al quale si attua il rimpicciolimento della dimensione reale della superficie terrestre. Essendo il rapporto di due lunghezze è espressa da un numero “puro” che non deve pertanto essere preceduto da unità di misura la scala indicata sulle carte può essere espressa in due modi: - la scala numerica è rappresentata con una frazione che indica il rapporto di riduzione; il numeratore è sempre l’unità, mentre il denominatore è espresso da un numero che indica di quanto deve essere moltiplicata la distanza grafica (misurata sulla carta) per ottenere il valore della distanza reale sul terreno - la scala grafica viene rappresentata con segmenti rettilinei, divisi in parti uguali, sui quali è indicato, a ogni suddivisione, il valore della corrispondente distanza reale sul terreno Quanto più il denominatore del rapporto di scala è grande, tanto più la scala diventa piccola > più la scala è piccola e più ridotta è la sua rappresentazione dei particolari presenti sul terreno, a cominciare dalle distanze - piccola scala: significa grande superficie terrestre rappresentata, ma scarsa quantità di particolari, limitati solo a quelli di maggiore importanza - grande scala: a fronte di una minore superficie territoriale la descrizione del terreno sarà più dettagliata In base alla scala distinguiamo le rappresentazioni cartografiche in: - mappamondi/planisferi: scala da 1: 100 000 000 a 1: 5 000 000; rappresentano l’intera superficie terrestre - carte generali: scala da 1: 5 000 000 a circa 1: 1 000 000; rappresentano al massimo un continente, o parti di esso, un intero stato di grandi dimensioni o un gruppo di stati - carte corografiche: scala da 1: 1 000 000 a 1: 200 000: rappresentano parti estese di uno stato o di una regione con maggiore ricchezza di particolari - carte topografiche: scala da 1: 200 000 a 1: 10 000; molto ricche di particolari, sono indicate per scopi escursionistici e militari; permettono un apprezzamento di dettaglio delle caratteristiche ortografiche e idrografiche del terreno - mappe catastali: scala da 1: 10,000 a 1: 1000; rappresentano una parte molto limitata di territorio, dell’ordine del km quadrato - piante: scala di 1:1000, descrivono la distribuzione degli edifici nei centri abitati e loro particolari interni La cartografia tematica si occupa di carte con finalità specifiche, studiando i criteri con cui si ottiene la migliore rappresentazione di un fenomeno che si evolve o si distribuisce sulla superficie terrestre Distinguiamo, in base al contenuto: - carte fisiche: evidenziano principalmente le caratteristiche fisiche del territorio - carte idrografiche, marine e nautiche: rappresentano le superfici marine, indicano la profondità dei fondali, le caratteristiche idrologiche ecc - carte geologiche: rivelano la natura geologica del terreno, indicando i tipi di rocce presenti e la loro età di formazione - carte geomorfologiche: studiano la conformazione attuale della superficie terrestre e i fenomeni responsabili del suo continuo modellamento - carte climatiche: individuano regioni più o meno ampie aventi le stesse caratteristiche climatiche - carte metereologiche: evidenziano la localizzazione e lo sviluppo nel tempo dei più generali elementi e fenomeni metereologici - carte antropiche: trattano fenomeni legati alla presenza dell’uomo e alla sua attività - carte storiche: rappresentano un territorio nelle condizioni in cui si trovava nel passato - carte stradali e ferroviarie - carte dell’utilizzazione del suolo: indicano le trasformazioni indotte in un territorio da agricoltura, allevamento e sfruttamento forestale - carte industriali e minerarie carta geologica: essa è rappresentata solitamente da una base geografica o topografica tradizionale di scala appropriata, su cui viene riportata la distribuzione delle formazioni rocciose; lo scopo è quello di precisare la natura e l’età delle rocce e la loro disposizione e giacitura, per mezzo di una particolare simbologia - Carta geologica d’Italia - I fogli della carta geologica si presentano come una variopinta tavolozza di colori che rappresentano ognuno il particolare tipo di formazione rocciosa presente in quel punto del terreno - Le formazioni rocciose sono raggruppate per tipi omogenei, in quanto sarebbe impossibile tenere conto di ogni minima differenza fisica, chimica o mineralogica nei diversi punti del terreno - Una specifica legenda riportata ai margini della carta riepiloga all’interno di piccoli rettangoli tutti i colori utilizzati nel foglio, con a lato l’età delle rocce, espressa con il nome del periodo geologico a cui si fa risalire la loro formazione - In alto a sinistra si troveranno le rocce più recenti, in basso a destra quelle più antiche - A lato del rettangolo colorato è riportata, in poche righe, la descrizione della roccia, con l’indicazione della composizione mineralogica, della varietà di forme simili in cui essa può eventualmente presentarsi, del colore e dell’aspetto, dei micro e macro-fossili eventualmente contenuti - Sui margini del foglio la legenda riporta anche la simbologia convenzionale specifica delle carte geologiche e altre importanti indicazioni sull’inclinazione e l’orientamento degli strati rocciosi, nonché la presenza di altri fenomeni di origine geologica - Barrette di colore rosso, corredate o meno da piccole frecce, indicano direzione, immersione e inclinazione degli strati - Sempre in colore rosso, linee continue o tratteggiate indicano la presenza di faglie, fratture seguite o meno da uno spostamento di un blocco di roccia > la linea di faglia è l’intersezione del piano di faglia con la superficie del terreno - Le carte possono riportare anche la linea di orlo di un eventuale sovrascorrimento - Una linea continua di colore blu rappresenta un orlo di terrazzo, dove l’erosione ha asportato o ridepositato una parte di terreno; questi sono abbastanza comuni in prossimità dei letti dei fiumi - Sempre in blu sono indicate le sedi di ritrovamento di fossili, resti preistorici, sorgenti, frane, conoidi di deiezione, grotte ecc - Segmenti di retta o linee spezzate di colore blu contrassegnate con numeri romani indicano le tracce di sezione; ad esse corrispondono i profili geologici della crosta terrestre Una rappresentazione grafica della storia geologica di siti particolarmente significativi è talvolta riportata sul margine della carta per mezzo di una o più colonne stratigrafiche > una colonna stratigrafica è un piccolo rettangolo allungato, disposto verticalmente, che riporta con i colori e i simboli litologici noti uno spaccato delle formazioni rocciose presenti in una “colonna” (stile carotaggio) Le colonne stratigrafiche proposte alle carte si riferiscono in genere a successioni o serie caratteristiche di strati depositatisi nel corso di epoche diverse e sono spesso messe in correlazione allo scopo di evidenziare eventuali analogie tra gli strati presenti in colonne diverse formatisi nella stessa epoca descrivere esaustivamente il territorio con il grado di dettaglio richiesto. Una classificazione fondamentale dei simboli topografici distingue tra elementi naturali e opere umane Orografia: descrive la distribuzione e la conformazione dei rilievi Idrografia: tratta la configurazione delle reti idriche e degli specchi d’acqua Nelle moderne carte topografiche l’elemento fondamentale per la descrizione dell’altimetria è la curva di livello, o curva isoipsa; una serie di curve di livello equidistanti descrive con precisione tutte le insenature naturali dovute alla conformazione delle montagne e ai solchi erosivi delle acque superficiali. - Equidistanza: minore è l’equidistanza, maggiore è la precisione con cui viene rappresentato l’andamento del terreno Le curve di livello nelle carte topografiche si distinguono in: - Curve direttrici, rappresentate con un tratto più spesso - Curve intermedie, disegnate con un tratto più fine Le curve ausiliarie sono atte a descrivere meglio le irregolarità locali del terreno - Curve di livello molto distanziate sono indice di un terreno con modesta pendenza. In corrispondenza di pendii molto ripidi avviene un infittimento delle isoipse. - Curve chiuse concentriche contengono di norma la sommità di colline e montagne - Un’impressione tridimensionale dell’andamento del terreno, percependo la presenza del rilievo, può essere facilitata qualora la rappresentazione dell’orografia sia integrata dal tratteggio o dallo sfumo a lumeggiamento obliquo - La quota topografica è individuata sulla carta con un puntino - Sono di norma quotate, fra numerosi altri elementi presenti sul terreno, cime di montagna e colline, valichi, spuntoni di roccia di particolare evidenza, casa isolate e centri abitati. La quota della superficie dei laghi è riferita al livello medio annuale dell’acqua - Per tutti gli altri punti non quotati la valutazione approssimativa dell’altitudine va fatta in riferimento alle isoipse o ai punti quotati più vicini - Le dune sabbiose sono disegnate con un insieme di punti che ne richiamano in modo imitativo le ondulazioni L’idrografia di un territorio è descritta dalle linee di impluvio, che separano falde del rilievo appartenenti a versanti opposti e sono di norma percorse da corsi d’acqua più o meno permanenti - La linea di impluvio dei ruscelli più piccoli è punteggiata se il letto è quasi sempre asciutto - I fossi di pianura sono invece rappresentati con un tratto continuo - La linea di impluvio si ingrossa, procedendo da monte verso valle, per rappresentare l’aumento della portata dell’acqua - La direzione del flusso è indicata con una freccia posta al centro dell’alveo per i corsi d’acqua per i quali non sia possibile riconoscere l’andamento planimetrico del terreno; nella maggior parte dei casi tuttavia la direzione del flusso deve essere dedotta confrontando la conformazione delle curve di livello circostanti - Le sponde variabili sono quelle in cui l’assenza di una scarpata più o meno ripida non consente la delimitazione precisa del letto del fiume; sono zone soggette ad allagamenti durante le piene e vengono disegnate interrompendo la linea continua che delimita il letto - Anche per l’assetto delle isole variabili (isole di norma sabbiose e prive di vegetazione permanente) la loro rappresentazione si riferisce solo allo stato reale del territorio al momento del rilevamento, soggetto a successivi mutamenti; - Copertura vegetale: le caratteristiche della copertura vegetale, con preferenza per quella arborea, sono riportate solo sulle carte a scala maggiore - Per prati si intendono le praterie perenni di pianura - I boschi sono distinti tra fitti e radi a seconda della densità della sola vegetazione arborea - Anche il sottobosco può essere riportato se costituisce un ostacolo al movimento Insediamenti umani: sono denominati con una specifica toponomastica - Le case di abitazione sono rappresentate in pianta con un rettangolino nero - Raggruppamenti di alcuni rettangolini accompagnati da un toponimo in corsivo indicano un nucleo abitativo o una frazione - Raggruppamenti più grandi con toponimo in grassetto rappresentano un centro sede di comune - I centri più grandi sono indicati con toponimi in maiuscolo se sedi di capoluogo di provincia - In alcune regioni i toponimi compaiono in due lingue, poiché sono presenti minoranze linguistiche riconosciute > la loro corretta trascrizione è per il topografo un fattore della massima importanza per giungere ad un prodotto finale preciso - In Italia i toponimi sono quasi sempre di antichissima origine: per esempio tutti i nomi di centri abitati che terminano in asco presenti nell’Italia nord-occidentale sono di origine ligure Confini - Il confine di Stato è segnato con continuità per tutta la sua estensione - Gli altri confini possono essere interrotti sulla carta quando coincidono con altri particolari ad andamento lineare - Si tratta di linee convenzionali che non hanno di norma riscontro fisico sul terreno Tra tutti gli elementi del territorio quelli relativi alle infrastrutture sono stati, specie negli ultimi decenni, fra i più soggetti a cambiamenti > molte vie di comunicazione sono scomparse, altre sono state costruite - Ferrovie, tramvie, filovie - Strade - Per strade non rotabili si intendono quelle non percorribili da veicoli - Le mulattiere sono comunicazioni non carrabili di montagna - Rispetto alle mulattiere, i sentieri hanno maggiori pendenze, tornanti più stretti, larghezza inferiore; sono in genere ben tracciati e la loro percorribilità a piedi non richiede particolari attrezzature - Tratturo: pista larga qualche decina di metri percorribile dalle greggi in fase di trasferimento - Pista/traccia si intendono luoghi di passaggio abituale di carri - un simbolo particolare associato nelle zone di montagna a strade e sentieri è quello valico: è il punto più basso della linea displuviale, situato tra due cime, che mette in comunicazione le testate di due valli opposte - i ponti e i viadotti sono classificati in base al materiale: la simbologia distingue ponti girevoli, coperti, di barche - con il simbolo del guado si indica solo il passaggio effettivamente utilizzato per l’attraversamento del corso d’acqua e non tutti i punti realmente guadabili per l’agricoltura sono presenti simboli che distinguono le colture a maggiore stabilità come le risaie, i prati stabili, i vigneti, gli oliveti, gli agrumenti; gli opifici sono rappresentati con simboli relativi al tipo di energia impiegata. LEZIONI PRESSENDA (6 lezioni di cartografia) Le tre tipologie di carte su cui lavoreremo sono: le carte generali, le carte tematiche e le carte topografiche La cartografia è dotata di una grande efficacia comunicativa, questo per 3 aspetti - sinteticità: una carta geografica è in grado di convogliare in maniera sintetica un enorme quantitativo di informazioni che potrebbe equivalere a pagine e pagine di descrizione verbale, o a pagine e pagine di tabelle statistiche - pluralità tematica: la carta offre un insostituibile fondamento per l’interpretazione geografica di una grande varietà di fenomeni tanto fisici quanto antropici che interagiscono sulla superficie terrestre - spazializzazione: i dati che sono espressi sono espressi sulla carta in maniera tale da poterne apprezzare immediatamente la localizzazione e la loro distribuzione, fornendo spunti per comprendere come quei fatti sono collegati al luogo L’efficacia della carta geografica come forma di trasmissione dell’informazione geografica è dovuta essenzialmente alla combinazione congiunta di due caratteristiche: - implicita autorevolezza che viene comunicata dalla carta, che deriva dalla molteplicità e dalla complessità dei saperi scientifici e tecnici che sono mobilitati per la costruzione della carta stessa; di fronte ad una carta geografica ci pare di trovarci di fronte ad un documento autorevole - fascino estetico e di suggestione proprio dell’immagine: l’immagine ha una capacità di comunicazione molto più immediata di un testo scritto Questi due elementi sono anche i due elementi di fronte ai quali dobbiamo esprimere il nostro atteggiamento critico: soltanto conoscendo le modalità attraverso le quali quella carta è stata costruita saremmo in grado di comprenderla appieno; il lettore medio si trova di fronte ad una carta senza la conoscenza critica di come quella carta è costruita. Il normale utente della carta geografica, pur non essendo in grado nella maggior parte dei casi di controllare i meccanismi che stanno dietro la costruzione di quella carta, si fida dell’esattezza tecnicamente garantita dalla rappresentazione cartografica: dunque per il normale lettore una carta geografica è uno specchio fedele della realtà: però una carta non è mai uno specchio fedele della realtà; certamente comunica dati veri, ma è sempre una rappresentazione. La carta è in grado di condizionare profondamente e potentemente la nostra concezione dello spazio. Questo fascino autorevole della carta geografica tende ad alimentare una visione diffusa secondo la quale la carta viene letta come specchio fedele della realtà, mentre la carta paradossalmente tende più a creare che a rispecchiare l’oggetto della propria rappresentazione. Fino all’affermazione della fotografia area e delle immagini da satellite, la carta ha costituito l’unico strumento per rendere visibile e percepibile lo spazio terrestre, dando forma e leggibilità a luoghi e spazi posti ben al di là dell’esperienza diretta. - Carta tecnica regionale: strumento utilizzato nella pianificazione territoriale, scala dettagliata; continuamente aggiornato dagli organi tecnici, dagli uffici tecnici dei comuni. La carta geografica è una rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica della realtà, costruita secondo precise procedure geometriche e convenzioni grafiche. - Cartina non esiste in geografia Visione zenitale La carta geografica rappresenta la Terra da un particolare punto di vista ed a partire da una selezione degli elementi che costituiscono quell’ambito territoriale rappresentato L’orientamento definisce la disposizione dell’area rappresentata e degli elementi territoriali che la compongono rispetto ai punti cardinali. Convenzionalmente, nella cartografia moderna, in assenza di specificazioni si considera che il Nord coincida con il lato alto della carta. Le mappe medievali sono orientate con l’est in alto. La scala è il rapporto tra una distanza misurata sulla carta e la medesima distanza misurata direttamente sulla superficie terrestre. Il processo di riduzione in scala riconduce ad un rapporto numerico dato dalla relazione tra le L’ultimo degli elementi costitutivi su cui si fonda la comunicazione cartografica comprende l’universo dei segni e dei simboli convenzionali: la carta geografica come sappiamo è una rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica della realtà. L’uso dei simboli è base costitutiva della grammatica cartografica, è ciò che distingue la carta da una rappresentazione satellitare o una fotografia area. Distinguiamo innanzitutto tra: segni lineari: costituite da linee che possono essere semplici, doppie o allineamenti di puntini o di trattini, che sono impiegati per definire l’andamento di corsi d’acqua, vie di trasporto, confini, dunque sia elementi naturali sia antropici che hanno come caratteristica comune quella di avere uno sviluppo lineare, che si presta dunque ad una rappresentazione di tipo lineare; sono utilizzati tanto nella cartografia generale sia in quella tematica, in quella generale sono utilizzati nella carte di tutte le scale; in ragione della scala utilizzata quello stesso segno può rappresentare una cosa piuttosto che un’altra segni puntuali: tutti quei segni che hanno a che fare con un cerchio; sono utilizzati per rappresentare i punti quotati, una delle modalità di rappresentazione del rilievo, per collocare ossia in un preciso punto l’altitudine di quel punto; sono utilizzati anche per rappresentare un’unità di popolazione, e dunque ad determinato segno puntuale corrisponde una determinata unità di popolazione. Segni areali: particolari coloriture per definire determinate aree, o per configurare aree amministrative (come le regioni nel caso italiano), o per delineare aree con differenti usi del suolo Accanto ai segni vi sono poi i simboli convenzionali: sono utilizzati per simboleggiare elementi naturali o antropici che vogliono essere evidenziati sulla carta. La tipologia di simboli è connessa alla scala utilizzata nella carta: una carta a grande dettaglio, ossia una carta topografica avrà un bagaglio di simboli convenzionali molto più esteso di una carta generale o un planisfero. La lettura di una carta geografica dovrebbe sempre partire dalla lettura della legenda. La carta integra forme di comunicazione grafica, dunque segni e simboli, con forme di comunicazione affidate alla scrittura, dunque scritte e numeri. Espressione verbale ed espressione numerica all’interno della carta Toponimi: nomi di luogo > sono declinati in oronimi, nomi di montagne e idronimi, nomi di fiumi. La presenza di toponimi, idronimi e oronimi a fianco di certi simboli suggerisce al lettore una sorta di gerarchia rispetto alla quale l’uso della scritta interviene appunto a delineare una gerarchia. I corsi d’acqua sono rappresentanti perlopiù attraverso una linea azzurra, che può essere di spessore più ampio o meno in ragione dell’importanza del fiume, e la presenza o meno del toponimo ci suggerisce una gerarchia. Il carattere della scritta è un ulteriore elemento da decodificare: l’uso di un differente carattere fa riferimento ad una gerarchia. La gerarchia nel caso dei toponimi degli insediamenti può fare riferimento o ad una diversa funzione amministrativa, o ad una differente importanza demografica; di solito la tipologia di scritta rappresentata fa riferimento alla diversa funzione amministrativa. Anche il colore è da intendersi come una delle componenti base del discorso cartografico. Anche il colore è soggetto a precisi codici divenuti convenzionali. La scelta del colore è sempre naturale ed evocativa (verde per le pianure, azzurro per i corsi d’acqua ecc). Rappresentazione del rilievo: diverse possibilità. La rappresentazione del rilievo, e dunque l’aspetto tridimensionale della superficie terrestre e di un fenomeno. Fino all’Ottocento c’erano modalità di rappresentazione che avevano la funzione di evocare l’andamento della morfologia del terreno: tecnica dei coni rovesciati; non si riflette la rappresentazione piena della tridimensionalità. Appare molto complesso ricondurre una massa montuosa o collinare ad una superficie geometrica regolare: i corsi d’acqua o le strade sono rappresentabili in maniera estremamente più semplice geometricamente. La resa grafica del rilievo deve conservare da un lato l’evocatività e la comprensibilità delle forme, dall’altro la precisione delle misure relative alle distanze ed alle altitudini. - Punti quotati: fogli dove l’orografica è data da molti puntini attorno ai quali sono segnate le rispettive quote: il metodo è poco espressivo poiché l’occhio non riesce a tradurre la variazione altimetrica semplicemente dalla lettura di questi numeri > dunque modalità efficace ma poco evocativa - Tinteggiature altimetriche: le variazioni di altitudine sono espresse attraverso tinte convenzionali; a seconda della scala della carta verranno definite fasce altimetriche il cui valore sarà differente e a ciascuna delle quali sarà attribuita una diversa coloritura. Si tratta della modalità più utilizzata nella cartografia generale. I valori attribuiti ad ogni fascia altimetrica variano in funzione della carta e della scala di questa. Questa tipologia viene utilizzata anche per la rappresentazione delle profondità marine: si definiscono tinteggiature batimetriche, con coloriture dall’azzurro al blu intenso che indicano le diverse zone di profondità dell’area marina rappresentata. Nelle carte generali a questo metodo si affianca quello dei punti quotati. - Il metodo cartografico che consente una più precisa delineazione dell’andamento dell’orografia è rappresentato dalle curve di livello: si propone di unire in un’unica linea tutti i punti che sono stati misurati ad una stessa altitudine. Se due linee sono distanti l’una dall’altra significa che mi trovo di fronte ad una zona pianeggiante; laddove invece la ripidità aumenta allora le linee diventano più vicine le une alle altre. La capacità evocativa di questo metodo è molto buona, oltre al fatto che consente una rappresentazione efficace del rilievo. Tratteggio: indica una zona montuosa molto accidentale Correzione di un esercizio su carta della lezione precedente: > Andare a cercare in una carta se è presente l’anno di realizzazione della medesima. Quella relativa all’Italia è una cartografia di estremo dettaglio, realizzata a partire da rilievi su terreno (dunque non da una collazione di fonti), rilevamenti effettuati a partire dal 1900. Le tavolette al 25 000 realizzate dall’Istituto Geografico Militare portano l’indicazione in calce di “date di levate”, ossia di rilievo sul terreno. > Risposta: no; facciamo riferimento che sia tratta dall’atlante del National Geographic edizione 2006, ma l’anno della realizzazione della carta non è indicato. > Che tipo di carta è? Generale, che reca aspetti relativi al campo fisico sia a quello politico, e dunque fornisce informazioni sia sugli aspetti antropici dell’area rappresentata sia fisici. > È indicato il reticolato geografico? Sì. > Individuare la località situata a circa 13° lat est e 55° 33’ di lat nord: Malmo. > Indicare la posizione geografica di Goteborg. Latitudine: la vado a cercare sul lato sinistro o destro della carta; quella di Goteborg in questo caso è immediatamente riconoscibile come compresa tra i gradi 57 e 58. Per arrivare ad una definizione precisa dei primi faccio una proporzione: nel grado che passa tra 57 e 58, ossia in un grado ci sono 60 primi, quindi 60’ sta ad x, ossia 60’: x = (come). La distanza tra i paralleli cambia tra carte in funzione della scala utilizzata in quella carta. misuro la distanza tra 57 e 58 con il righello: è circa 4,5 cm, e la rapporto con il fatto che in quella distanza ci sono 60 primi. Goteborg è un po’ oltre la metà della distanza che intercorre tra 57 e 58, quindi sarà poco più di 30. 60’ : x = 44,5 : 32 (4,5 e 3,2). Longitudine: Goteborg è sostanzialmente quasi sull’asse del meridiano del 12° e diciamo dunque 12° di longitudine est. > È indicata la proiezione utilizzata nella costruzione della carta?: Proiezione conica conforme di Mercatore > È indicata la scala? Sì, è indicata quella numerica e quella grafica > Si tratta di una grande, media o piccola scala? Piccola scala > Calcolare la distanza, in linea d’aria e approssimata, tra Goteborg e Copenaghen: il righello deve partire dal centro della città, dunque non le scritte toponomastiche, ma dal punto in cui c’è il segno puntale, il simbolo, della città. Come si trova il centro della città? Andando ad individuare il punto in cui c’è il simbolo che appunto ne indica il centro. Quel segno puntuale è il punto da cui partire per calcolare la distanza tra le due città. Come sono rappresentati i centri urbani: segni puntuali. Deve essere un numero in km. 230 km > è presente la legenda? No > com’è rappresentato il rilievo? Occorre indicare tutte le modalità con cui è rappresentato il rilievo in quella carta. punti quotati e tinteggiature altimetriche in questo caso. Nella cartografia a piccola scala è molto raro che siano utilizzate le curve di livello come modalità di rappresentazione del rilievo. > Come sono rappresentati i centri urbani? I centri abitati sono rappresentati mediante segni puntuali, utili alla definizione del numero di abitati, e mediante indicazioni toponomastiche espresse graficamente, attraverso modalità utili alla rappresentazione della funzione amministrativa. Qui i centri maggiori sono anche riconoscibili per una campitura colorata utile all’individuazione dell’estensione dell’area urbana; oltre che il segno puntuale, c’è anche una campitura colorata che ha la funzione di visualizzare l’estensione dell’abitato. > Si può sapere indicativamente quanti abitanti ha una città? si, rispetto alla lettura del segno grafico > Spiegare perché due città sono scritte con caratteri uguali ma pallini diversi: poiché hanno la medesima funzione amministrativa ma un diverso numero di abitanti CARTOGRAFIA TEMATICA Con carta tematica si intende la rappresentazione grafica della variazione spaziale di un dato fenomeno. L’elaborazione di una carta tematica si fonda su due distinte fasi che sono da tenere a mente nel momento in cui ci troviamo di fronte alla lettura di una carta; la prima fase è l’elaborazione statistica dei dati relativi al fenomeno rappresento, mentre la seconda è la costruzione grafica della carta secondo precise regole, regole di efficacia comunicativa ed estetica. Lo scopo della carta tematica è quello di visualizzare le informazioni statistiche relativa ad uno o più fenomeni, consentendo la percezione visiva immediata e d’insieme di quel fenomeno, su una base geografica o topografica. Possiamo avere cartografie tematiche che si basano sulla visualizzazione di fenomeni che avvengono anche in un’area ristretta, ma per lo più abbiamo rappresentazioni di cartografia tematica che vanno da scala media a piccola scala. La qualità precipua della cartografia tematica è la capacità di visualizzare una serie di informazioni statistiche consentendo la percezione visiva immediata di quelle informazioni; assolve un importante ruolo in quanto consente una rapida visualizzazione e memorizzazione di un fenomeno: il numero di abitanti di una regione è più facilmente memorizzabile se mi trovo davanti una rappresentazione tematica. I dati e i fenomeni che possono essere espressi nella cartografia tematica non sono di solito fenomeni immediatamente visibili sulla superficie terrestre: mentre nella cartografia generale rappresento un fiume e quel fiume lo vedo subito, il dato del numero di abitanti anche se vedo le persone non è immediatamente percepibile. Dunque fenomeni non facilmente visibili nel paesaggio. La carta tematica deve far sì che si comprenda la distribuzione e la differenziazione di quel fenomeno all’interno di quel dato ambito territoriale e le correlazioni che tra quel fenomeno e l’ambito territoriale rappresentato intercorrono. Non si tratta dunque di un mezzo usato solo dalla geografia. Anche su un quotidiano troviamo spesso rappresentazioni tematiche. È uno strumento molto utilizzato proprio per la capacità di essere molto intellegibile Possiamo suddividere i segni utilizzati nella cartografia tematica in : - Segni puntuali - Segni lineari - Segni zonali: segni areali che possono essere o i retini, ossia delle linee diversamente orientate, o campiture di colore; i retini sono molto utilizzati nella cartografia tematica in bianco e nero. Questi segni possono variare in forma, orientamento, spessore, dimensioni: uno diverso spessore nei segni lineare indica un’intensità differente di fenomeno; un quadrato o una freccia possono diminuire o aumentare in relazione alla quantità del fenomeno rappresentato. Le diverse modalità di variazione della simbologia grafica esprimono due ordini di valori differenti: valori qualitativi, che si riferiscono al caso in cui un fenomeno sia distinguibile da un altro per un suo carattere specifico; in questo caso le variazioni dei simboli utilizzati riguarderanno la forma, l’orientamento, la tonalità del colore, che saranno utili a distinguere la diversa qualità dei fenomeni; viceversa i valori quantitativi fanno riferimento alla rappresentazione di un fenomeno che si distingue da un altro per una sua grandezza misurabile: in questo caso avremo una variazione di dimensione, di spessore, di intensità del colore che saranno collegate all’intensità e alla variazione quantitativa del fenomeno. A questi due diversi ordini di valori corrispondono due grandi categorie della cartografia tematica: carta tematica a carattere qualitativo e carta tematica a carattere quantitativo. Esempio cartina delle aree protette in Piemonte: è una carta a carattere qualitativo perché visualizza un fenomeno, distinguendolo al suo interno per qualità. Esempio della Carta delle “qualità delle acque superficiali”; indica lo stato delle acque in Piemonte attraverso segni puntuali di coloriture diverse; è una carta qualitativa ma il fenomeno è divenuto qualitativo a seguito di una suddivisione di un dato numerico, che davanti alla cartina non si può più visualizzare. > Le carte a carattere qualitativo sono distinguibili al loro interno in ragione del simbolo utilizzato; abbiamo carte a distribuzione puntuale: modalità grafica di rappresentazione usata per localizzare un oggetto sulla carta, senza specificarne aspetti relativi alla sua quantità. Il segno puntuale non è alternativo al segno lineare. Fenomeni che hanno distribuzione lineare sono rappresentabili appunto attraverso carte qualitative a distribuzione lineare. Carte a distribuzione areale: rappresentano fenomeni diffusi all’interno di superfici che sono campite con coloriture differenti. In questa tipologia di carta, l’uso della base cartografica deve essere necessariamente semplificato all’osso. La conoscenza dell’altimetria dell’ambito territoriale rappresentato avrebbe potuto essere utile per connettere l’uso del suolo e altimetria.
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